Il fumo

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Testo

Il Fumo
Prodotto gassoso della combustione di una sostanza, solitamente il tabacco, che viene inalato dai fumatori. L'abitudine a fumare tabacco comporta molteplici effetti negativi sulla salute, che, nel loro complesso, superano quelli derivanti dagli inquinanti atmosferici. In Europa sono 500.000 all'anno i decessi per cause collegate al fumo e in Italia fra i 15 milioni di fumatori si contano ogni anno 60.000-80.000 morti a causa del fumo. Benché la percentuale complessiva dei fumatori sia in calo, negli ultimi anni è aumentato il numero delle giovani donne fumatrici, in particolare nell'Europa occidentale. Si definisce fumo attivo quello che viene inalato da un fumatore e fumo passivo quello, altrettanto dannoso, che viene inalato da un non fumatore che si trova in prossimità di fumatori. Tra le diverse modalità con cui il tabacco può essere consumato, le sigarette sono certamente le più nocive, anche se il fumo prodotto dalla pipa o da un sigaro non è privo di rischi; i tabacchi da fiuto e quelli da masticare sono stati, di recente, riconosciuti come la causa di numerose malattie della bocca e del cancro della cavità orale. La composizione del fumo di tabacco che viene inalato è stata oggetto di molti studi, dai quali risulta che neppure l'uso di filtri è sufficiente a proteggere il fumatore dagli effetti pericolosi di alcuni potenti cancerogeni, come gli idrocarburi policiclici, le betanaftilammine e le nitrosammine, che danno origine a tumori su diversi animali da laboratorio: il filtro, infatti, espone i fumatori che ne fanno uso a un rischio di sviluppo di tumori comunque elevato, che, tuttavia, sembra essere del 20-30% inferiore rispetto a quello che corrono i fumatori che non lo utilizzano.

Polmoni umani cancerosi
In questa sezione di polmoni umani si distingue al centro una cospicua massa cancerosa chiara al di sopra del cuore. Mentre il tessuto di un polmone sano è di colore rosa chiaro, quello che circonda la massa cancerosa provocata dal fumo appare scuro e avvizzito a causa dei residui catramosi delle sigarette. Nella maggior parte dei casi il cancro polmonare si sviluppa a partire dalle pareti dei bronchi, che perdono le ciglia dando libero accesso alle particelle estranee inalate con l'aria. Il fumo è una delle principali cause di tumore ai polmoni.
Il fumo contiene, inoltre, sostanze tossiche come ammoniaca, formaldeide, ossidi di azoto e monossido di carbonio; quest'ultimo è responsabile di un ridotto afflusso di ossigeno ai tessuti, che danneggia le cellule. Il principale componente del fumo di tabacco è, tuttavia, la nicotina, che provoca costrizione dei vasi sanguigni, con conseguente aumento della pressione del sangue e della frequenza cardiaca, e un incremento dell'attività dei nervi simpatici. Secondo alcune stime, chi fuma in media un pacchetto di sigarette al giorno compie circa 70.000 atti inalatori di fumo all'anno, che portano le sostanze nocive contenute nel fumo a contatto con i tessuti interni dell'organismo. Al fumo vengono ricondotte malattie come il cancro dei polmoni, delle labbra, del cavo orale, della faringe, dell'esofago e del pancreas; malattie dell'apparato cardiovascolare, come le coronaropatie, l'ictus, le emorragie cerebrali e le vasculopatie periferiche; la pneumopatia cronica ostruttiva, che comprende la bronchite cronica e l'enfisema. Le coronaropatie e in particolare l'infarto del miocardio rappresentano la causa principale di morte legata al fumo di sigaretta e sono dovute principalmente agli effetti della nicotina e del monossido di carbonio, che favoriscono la comparsa di aterosclerosi. La seconda causa di morte legata al fumo è il cancro ai polmoni, che presenta un legame diretto di causa-effetto con il fumo, come si evince confrontando la differenza d'incidenza di questa patologia tra gruppi di fumatori e di non fumatori; oltre ai polmoni, sono numerosi gli organi colpiti da tumori per i quali è dimostrato un rapporto causale con il fumo, come quelli del cavo orale, della faringe e del pancreas. Questi tumori, nel loro complesso, sono causa di morbilità e mortalità elevate nella popolazione generale e il loro rischio di insorgenza è direttamente proporzionale al numero totale di sigarette fumate. La pneumopatia cronica ostruttiva è una causa importante di morbilità e mortalità nella popolazione generale e presenta, anch'essa, una relazione diretta di causa-effetto con il fumo. Le vasculopatie periferiche, che colpiscono gli arti inferiori, sono più diffuse tra i fumatori e sono provocate dallo sviluppo di placche aterosclerotiche sulle pareti dei vasi sanguigni; nei casi più gravi, in cui si sviluppa una gangrena, può essere necessario ricorrere all'amputazione della parte interessata. Anche in questo caso, il rischio di comparsa della malattia è strettamente dipendente dalla quantità di sigarette fumate. Qualunque intervento chirurgico comporta, per i fumatori, un rischio maggiore di complicazioni postoperatorie, come, ad esempio, la trombosi venosa profonda che può provocare embolia polmonare e, talvolta, morte. Quasi tutti gli accidenti cerebrovascolari potenzialmente mortali, in particolare l'ictus e l'emorragia cerebrale, presentano correlazioni con il fumo. Anche i nascituri non sfuggono agli effetti nocivi del fumo: molti studi hanno, infatti, evidenziato l'esistenza di una relazione tra il numero di sigarette fumate dalla madre e l'insorgenza di gravi complicazioni durante la gravidanza, la nascita di bambini morti o scarsamente vitali e alcuni casi di morte neonatale improvvisa. L'esposizione involontaria al fumo passivo è anch'essa molto pericolosa per la salute e, in base ad alcuni dati recenti, comporta un rischio di sviluppo del cancro ai polmoni superiore dell'1,5% rispetto a quello che corrono i non fumatori che vivono in ambienti non inquinati dal fumo; il rischio d'infarto e di malattie cerebrovascolari per fumo passivo non è stato quantificato altrettanto precisamente, ma è anch'esso più elevato che nei soggetti non esposti. Quando una persona smette di fumare, il rischio di mortalità legata al fumo cala lentamente, anche se per tornare al valore di partenza possono essere necessari più di vent'anni.
Termini Importanti
Cancro: Termine generico con cui si definiscono le patologie caratterizzate dalla neoformazione di tessuto, ovvero dall'anomalo sviluppo di una o più masse di cellule che si accrescono in modo incontrollato. Tale termine viene talvolta usato come sinonimo del termine tumore; più correttamente, la dizione cancro si riferisce alla presenza nell'organismo di un tumore maligno, che è dotato di una capacità di invasività e di una struttura del tessuto diverse da quelle di un tumore benigno. Le cellule cancerose sono accomunate da alcune proprietà: esse sono clonali, cioè derivano tutte da una stessa cellula iniziale sana che si è modificata; sono anaplastiche, ovvero non sono tra loro differenziate e non sembrano coordinate nello svolgimento delle loro funzioni; sono autonome, cioè seguono modalità di crescita proprie, che non tengono conto dei normali fattori che invece controllano la crescita delle cellule sane; possono dare luogo a metastasi, il che significa che possono colonizzare zone corporee differenti e anche molto distanti da quella in cui si è verificata la prima formazione tumorale. Il cancro può insorgere da qualunque tipo di cellula e può localizzarsi in qualunque tessuto corporeo. In base al tipo di tessuto da cui deriva la prima cellula cancerosa, è possibile distinguere tre grandi gruppi di cancro: i sarcomi hanno origine da tessuti connettivi, ossa, cartilagini, nervi, vasi sanguigni, muscoli e tessuto adiposo; i carcinomi si formano nei tessuti epiteliali, come la cute e le mucose che rivestono le cavità interne, e nei tessuti ghiandolari, come la ghiandola mammaria e la prostata (adenocarcinomi); le leucemie e i linfomi comprendono quei tipi di cancro che interessano gli organi emopoietici e il sistema linfatico. La modalità con cui si sviluppa una cellula cancerosa a partire da una cellula sana è un processo formato da più fasi, durante il quale, all'interno della cellula stessa, si verifica una serie di errori genetici irreversibili. Le prime fasi (chiamate, nel loro complesso, esordio) sono decisive per l'avvio di tale processo; i mutamenti successivi portano alla diffusione e all'aumento della velocità di crescita cellulare e vengono alimentati da una serie di fattori esterni, noti come promuoventi. Gli errori che si verificano nella cellula possono essere causati da malattie congenite o genetiche oppure possono verificarsi perché l'individuo si è esposto ad agenti cancerogeni chimici (ad esempio, il fumo di sigaretta) o biologici (ad esempio, l'infezione da parte di alcuni ceppi virali, come gli adenovirus).
Cellule cancerose
Le cellule cancerose sono degenerazioni di cellule tissutali, profondamente diverse da quelle da cui derivano, che si moltiplicano a formare voluminose masse tumorali. Qui fotografato, un teratoma ovarico.
Ogni volta che una cellula si divide, mediante il processo che prende il nome di mitosi, il DNA si duplica e viene ripartito nelle due cellule figlie. Se nel corso della duplicazione dell'acido nucleico si verifica un errore, le due cellule figlie ereditano rispettivamente un errore, cioè un gene mutato. Se la mutazione avviene in un gene coinvolto nella regolazione della crescita cellulare, la cellula può acquisire potenzialmente caratteristiche di cellula cancerosa. Circa l'80% dei cancri è potenzialmente prevenibile. Il più importante fattore conosciuto è il fumo, al quale è dovuto il 30% dei decessi per questa patologia. Non sono ancora stati individuati tutti gli agenti cancerogeni; i principali, comunque, sono rappresentati dal fumo, errate abitudini alimentari, radiazioni, fattori ereditari, ormoni, composti chimici e alcuni tipi di infezione. Per ridurre il rischio di cancro è consigliabile: evitare le scottature solari; sottoporsi ai test di indagine contro il cancro; seguire una dieta sana; bere solo quantità moderate di alcolici; rispettare le regole di sicurezza nelle professioni che comportano l'esposizione a sostanze chimiche, radiazioni e altri fattori di rischio; non fumare. Il fumo di sigaretta è una delle maggiori cause di morte prematura nel mondo occidentale. Non solo causa oltre un terzo dei casi di cancro, ma provoca cardiopatie e gravi malattie polmonari, quali la bronchite cronica e l'enfisema. Le vittime del fumo sono milioni, in tutto il mondo. Tale fattore può essere responsabile di processi tumorali in altre zone dell'organismo, come la bocca, la faringe, la laringe, l'esofago, il pancreas (vedi Apparato digerente), l'apparato urinario e il collo dell'utero. Smettere di fumare è, pertanto, un importante fattore di riduzione del rischio di cancro.
Agente cancerogeno Fattore chimico, biologico o fisico, che può essere potenzialmente causa di tumori. I ricercatori classificano una sostanza come cancerogena se causa un aumento statisticamente significativo di certe forme di neoplasia, cioè di crescita cellulare anomala, quando viene a contatto con una popolazione di organismi, come ad esempio gli animali da laboratorio, precedentemente non esposti al composto in questione. Il cancro è, tuttavia, una malattia dalle origini non ancora del tutto chiarite; pertanto, i metodi utilizzati per stabilire il rischio cancerogenico delle sostanze suscitano forti controversie. Particolarmente complessa è la questione dell'utilità dei test di laboratorio sugli animali per la valutazione del rischio nell'uomo; pertanto, recentemente sono stati sviluppati test basati su colture cellulari in vitro. Tra gli agenti cancerogeni di natura chimica vi sono sostanze sia di tipo naturale sia sintetizzate dall'uomo. Tra questi agenti vi sono: il benzolo (molecola organica utilizzata nell'industria), il cadmio, il nichel, il catrame, il cloruro di vinile (presente, in forma di polimero, nel PVC), l'ematite e l'aflatossina (una tossina prodotta dai funghi appartenenti al genere Aspergillus). Questi agenti, in genere, vengono assunti dagli organismi tramite inalazione o per contatto cutaneo. Essi vengono poi metabolizzati dalle cellule, sul cui DNA svolgono la loro azione cancerogena. Gli agenti cancerogeni di natura fisica sono costituiti dai raggi ultravioletti e dalle radiazioni ionizzanti (vedi Effetto biologico delle radiazioni). Tra gli agenti cancerogeni di natura biologica vi sono alcuni virus a DNA o a RNA che, infettando la cellula ospite, inducono una sua abnorme proliferazione e, dunque, lo sviluppo di una formazione tumorale. Sono esempi di questi tipi di virus il virus umano della leucemia dei linfociti T (HTLV) e il papillomavirus, responsabile del cancro del collo dell'utero.
Nicotina Alcaloide incolore, oleoso, liquido, che costituisce il principio attivo presente nelle foglie di tabacco. La nicotina è utilizzata in agricoltura come insetticida e in chimica come fonte di acido nicotinico. I fumatori di tabacco assorbono dal fumo inalato piccole quantità di nicotina, che possono produrre numerosi effetti fisiologici: in piccole dosi la nicotina funziona da stimolante, soprattutto del sistema nervoso autonomo, favorendo la secrezione di adrenalina e di altri composti organici; a dosi elevate paralizza il sistema nervoso autonomo, impedendo la trasmissione degli impulsi nervosi attraverso gli spazi fra le cellule nervose; a dosi estreme può arrivare a provocare convulsioni e morte. La nicotina dà dipendenza e assuefazione, ma i suoi effetti sul sistema nervoso possono variare da individuo a individuo.
Alcaloidi Composti chimici debolmente alcalini e contenenti azoto, caratterizzati da moderata complessità molecolare; hanno prevalentemente origine vegetale e sono presenti soprattutto nelle piante dicotiledoni.
Principali malattie polmonari
Le infezioni polmonari più frequenti sono la polmonite, di natura batterica o virale, e la tubercolosi. Tra le patologie non contagiose è molto comune il cancro del polmone, che costituisce la forma di tumore maligno che causa il maggiore tasso di mortalità nell'emisfero occidentale ed è strettamente correlato al fumo di sigaretta. Il fumo contribuisce, peraltro, anche all'insorgenza di bronchiti croniche ed enfisemi. L'asma bronchiale è dovuta a una grave costrizione bronchiale, che può essere provocata dall'ipersensibilità a sostanze naturali come il polline o a sostanze chimiche di uso industriale. La fibrosi o cicatrizzazione polmonare può essere causata dall'esposizione a sostanze come la polvere di carbone (pneumoconiosi dei minatori), l'asbesto (asbestosi) e la silice cristallina (silicosi).
Tessuto polmonare di un fumatore
I polmoni sono costituiti da circa 350 milioni di microscopiche cavità dette alveoli, sulle cui pareti avviene lo scambio tra l'ossigeno dell'aria e l'anidride carbonica prodotta dal corpo. Le malattie polmonari generalmente colpiscono gli alveoli distruggendoli o rendendoli incapaci di effettuare gli scambi gassosi. Nella foto, una sezione di tessuto polmonare di un fumatore colpito da enfisema.
Bronchite Infiammazione acuta o cronica di una parte dei bronchi. I bronchi sono due condotti che derivano dalla biforcazione della trachea ; essi si ramificano in tubuli di calibro inferiore (bronchioli), che sfociano negli alveoli polmonari e convogliano l'aria durante l'inspirazione e l'espirazione, rispettivamente verso i polmoni o verso la trachea e la bocca. La bronchite acuta è generalmente caratterizzata da febbre, dolore al torace e forte tosse, spesso accompagnata dalla secrezione di espettorato mucoso. La malattia può essere causata dall'inalazione di vapori o polveri irritanti, o si può sviluppare da un'infezione delle vie aeree superiori. La bronchite acuta colpisce i rami bronchiali e può trasformarsi in broncopolmonite o in polmonite lobare. Attacchi ripetuti di bronchite acuta possono determinare l'insorgenza della bronchite cronica o della broncopatia cronica ostruttiva, un'affezione grave e inguaribile. La causa principale della bronchite cronica è comunque il fumo, che riduce i meccanismi di difesa dei bronchi.
Enfisema Condizione patologica causata dalla presenza di gas in tessuti dove normalmente è assente (in tal caso si parla di enfisema sottocutaneo) o, nel caso dei polmoni, quando aumenta la quantità di aria rispetto alla massa degli alveoli polmonari, in conseguenza di una dilatazione o distruzione di questi (enfisema polmonare). L'enfisema sottocutaneo può essere conseguente alla penetrazione di aria nel tessuto connettivo su cui poggia la cute, a causa di fratture e di lacerazioni della cute stessa, o può svilupparsi per la produzione di gas da parte di batteri che si sono insediati all'interno di una ferita. L'enfisema polmonare è una malattia respiratoria che si manifesta progressivamente ed è caratterizzata da tosse, respiro corto e sibilante e difficoltà di respirazione; nei casi più gravi, può provocare anche invalidità e morte. Con il progredire della malattia, aumenta la distensione polmonare, a causa della perdita dell'elasticità dei tessuti e, nei casi più gravi, il torace assume una caratteristica forma "a botte". Una delle principali cause di enfisema polmonare è la bronchite cronica, della cui insorgenza sono responsabili l'inalazione del fumo di sigaretta e degli inquinanti atmosferici. Un altro fattore è la mancanza della molecola alfa1-antitripsina: questa molecola viene di norma prodotta dall'organismo per contrastare l'azione delle proteasi endogene, cioè di particolari enzimi che scindono le proteine, che vengono liberati dal sistema immunitario nel polmone in risposta a processi infiammatori o a stimoli irritanti come il fumo di sigaretta, e che potrebbero, se non vengono inattivate, finire con il distruggere il tessuto polmonare. Anche l'asma può provocare, soprattutto nei momenti in cui si verifica una condizione di forte ostruzione dei bronchi, una condizione di enfisema: in questo caso, però, non si produce la distruzione degli alveoli polmonari. Nel malato di enfisema la carenza cronica di ossigeno determina, per reazione, l'aumento della produzione di globuli rossi e un restringimento del diametro dei vasi sanguigni (vasocostrizione); ciò può determinare un aumento dell'attività del cuore e la comparsa di una condizione denominata cuore polmonare cronico. Il tipico colorito cianotico della cute dei malati di enfisema polmonare è una conseguenza dell'insufficiente ossigenazione dell'organismo. Nonostante il deterioramento dei polmoni causato da questa patologia sia permanente e irreversibile, esistono abitudini di vita e terapie adeguate che possono incrementare la capacità respiratoria e dare sollievo al malato: tra di esse vi sono l'astensione dal fumo e il cambio di lavoro o di residenza, nei casi in cui l'inquinamento atmosferico di questi luoghi aggravi i sintomi dell'enfisema. Possono inoltre esercitare un effetto positivo la somministrazione di farmaci broncodilatatori e l'apprendimento di speciali esercizi respiratori. Il successo di queste terapie è tanto maggiore quanto più precocemente avviene la diagnosi.

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