Guerra al terrorismo

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Testo

I timori di una guerra su scala mondiale

L’11 Settembre 2001 sarà per tutti noi e per le generazioni successive una data da ricordare: l’America è stata colpita dalla più sanguinosa tragedia della sua storia (…)
Quattro aerei pilotati da un numero non ancora definito di kamikaze, appartenenti al fanatismo islamico, sono stati dirottati sul Pentagono, simbolo del potere militare di Washington, e sulle due Torri Gemelle di New York, espressione della forza economica degli USA facendole crollare causando migliaia di morti. E’ stata addirittura evacuata la Casa Bianca in quanto per diverse ore si è temuto un attacco al presidente Bush (…)
Ci si trova quindi in una dimensione mondiale che rompe che rompe ogni schema consueto e sconvolge i rapporti tra gli uomini (…)
Anche i Musulmani hanno condannato l’attacco e giustamente ripetono che l’islam non è violenza. L’attacco agli Stati Uniti ha radici nell’espansione dell’Islam e dei movimenti fondamentalisti e anti occidentali con un’espansione anche in Africa e Indonesia. Quanto è avvenuto in America pertanto non può essere considerato opera di una sola organizzazione, ma del consolidarsi di una serie di movimenti e gruppi politico-religiosi che sono presenti non solo nei paesi Musulmani, ma con alleati negli Stati Uniti stessi e negli altri paesi occidentali, come Inghilterra, Germania e Italia (…)

Gli Americani perseguono due intenti: punire i colpevoli e prevenire e proteggersi meglio da eventuali attacchi futuri. Il secondo intento è di scoprire e smantellare la rete terroristica mondiale. E’ per questi motivi che, esattamente 26 giorni dopo le stragi di New York e Washington, il castigo militare si è abbattuto sull’annunciato bersaglio afgano. Il presidente Bush non poteva, senza screditarsi, fare attendere oltre la sete di giustizia espressa dal suo popolo. Accanto all’America tutto il mondo civile non può oggi rimanere neutrale, senza diventare complice delle barbarie. Oggi l’attacco è su tutto l’Afganisthan, ma la battaglia potrà successivamente coinvolgere altri paesi che appoggiano il terrorismo islamico come l’Iraq, la Siria, l’Algeria ecc.
Gli attacchi aerei si presentano devastanti contro obiettivi talebani e basi terroristiche attribuite a Osama Bin Laden. Non vi è dubbio che, quando si intraprende un’operazione militare, ci siano vittime non volute.
L’11 Ottobre in tutto il mondo si è pregato per le vittime delle stragi del mese prima. Non si riesce ad assimilare l’accaduto e, nella mente di tutti, si continua ancora a vedere intatte le Torri Gemelle. E’ stato il più grave trauma della nostra storia. Quella in corso è una guerra necessaria, purchè combatta nel rispetto dei civili. Non a caso, infatti, la risposta non è stata immediata. Il regime dei Talebani va rovesciato e l’organizzazione di Bin Laden distrutta. E’ necessario quindi vincere questa guerra, che si prospetta lunga perché, in caso contrario, parecchi paesi verrebbero destabilizzati e il terrorismo rialzerebbe la testa nel Golfo Persico e in Medio Oriente. Noi stessi saremmo esposti a nuovi attentati. Infatti anche in Europa si vive uno stato di allerta anche per alcuni casi di bioterrorismo iniziati in Florida e accaduti successivamente in diverse città americane. L’ONU raccomanda prudenza anche nell’aprire buste sospette, che potrebbero essere contaminate da antrace (carbonchio) e vaiolo, armi battereologicamente letali utilizzate dai paesi poveri.
Sono convinta che sraricare il terrorismo sia indispensabile per riaffermare la giustizia, la libertà e la pace.

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