Ricerca sul natale

Materie:Tesina
Categoria:Religione

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I VANGELI
Solamente due dei quattro vangeli parlano del Natale, il vangelo secondo Luca e Matteo.
Luca 2, 1-20
In quel tempo l’imperatore Augusto con un decreto ordinò il censimento di tutti gli abitanti dell’impero romano. Questo primo censimento fu fatto quando Quirino era governatore della Siria. Tutti andavano a far scrivere il loro nome nei registri, e ciascuno nel proprio luogo d’origine. Anche Giuseppe andò:parti’ da Nazareth, in Galilea, e sali’ a Betlemme, la città di re Davide, in Giudea. Essendo un lontano discendente del re Davide, egli con Maria, sua sposa, che era incinta, doveva farsi iscrivere là. Mentre si trovavano a Betlemme, giunse per Maria il tempo di partorire, ed essa diede alla luce un figlio, il suo primogenito. Lo avvolse in fasce e lo mise a dormire nella mangiatoia di una stalla, perché non avevano trovato altro posto. In quella stessa regione c’erano anche dei pastori. Essi passavano la notte all’aperto per fare la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro, e la gloria del Signore li avvolse di luce, cosi’ che essi ebbero una grande paura. L’angelo disse”non temete!io vi porto una bella notizia che procurerà una grande gioia a tutto il popolo:oggi nella città di Davide, è nato il vostro salvatore, il Cristo, il Signore. Lo riconoscerete cosi’:troverete un bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoia” subito apparvero e si unirono a lui molti altri angeli. Essi lodavano Dio con questo canto:”gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama!” poi gli angeli si allontanarono dai apstori e se ne tornarono in cielo. Intanto i pastori dicevano gli uni agli altri:”Andiamo fino a Betlemme per vedere quello che è accaduto e che il Signore ci ha fatto conoscere”. Giunsero in fretta a betlemme e là trovarono Maria, Giuseppe e il bambino che dormiva nella mangiatoia. Dopo averlo visto, dissero in giro ciò che avevano sentito di questo bambino. Tutti quelli che ascoltarono i pastori si meravigliarono delle cose che essi raccontavano. Maria,da parte sua, custodiva gelosamente il ricordo di tutti questi fatti, e li meditava dentro di sé. I pastori, sulla via del ritorno, lodavano Dio e lo ringraziavano per quello che avevano sentito e visto, perché tutto era avvenuto come l’angelo aveva detto loro.
(Matteo 2,1-11)
…Dopo la sua nascita, arrivarono a Gerusalemme alcuni uomini sapienti che venivano dall’oriente e domandarono”Dove si trova quel bambino nato da poco, il re dei giudei? In oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo”. Queste parole misero in agitazione tutti gli abitanti di Gerusalemme, e specialmente il re Erode, il quale appena lo seppe, radunò tutti i maestri della legge e domandò:”in quale luogo deve nascere il Messia?” Essi risposero:”A Betlemme, nella regione della Giudea, perché nella Bibbia è scritto:
Tu, Betlemme, del paese di Giudea,
non sei certo la meno importante
tra le città della Giudea,
perché da te uscirà un capo
che guiderà il mio popolo,Israele”
Allora il re Erode chiamò in segreto quei sapienti venuti da lontano e si fece dire, con esattezza, quando era apparsa la stella. Poi li mandò a Betlemme dicendo:”andate e cercate il bambino. Quando l’avrete trovato fatemelo sapere, così anch’io andrò ad onorarlo”
Ricevute queste istruzione da parte del re, essi partirono. In viaggio, apparve ancora a quei sapienti la stella che avevano visto in oriente, ed essi furono pieni di grandissima gioia.
La stella si muoveva davanti a loro fino a quando non arrivò sopra la casa dove si trovava il bambino: là si fermò. Essi entrarono in quella casa e videro il bambino e sua madre, Maria. Si inginocchiarono e adorarono il bambino, poi aprirono i bagagli e gli offrirono regali: oro, incenso e mirra. Più tardi, in sogno, Dio li avvertì di non tornare dal re Erode. Essi presero un’altra strada e ritornarono il loro paese.
MARIA
La madre di Gesù,
GIUSEPPE
Il padre di Gesù,
IL BAMBINO GESU’
GIOVANNI BATTISTA
MAGI
ERODE
I PASTORI
GLI ANGELI
astro del ciel
Astro del ciel, Pargol divin, mite Agnello Redentor!
Tu che i Vati da lungi sognar, tu che angeliche voci nunziar,
luce dona alle genti, pace infondi nei cuor!
luce dona alle genti, pace infondi nei cuor!
Astro del ciel, Pargol divin, mite Agnello Redentor!
Tu di stirpe regale decor, Tu virgineo, mistico fior,
luce dona alle genti, pace infondi nei cuor!
Luce dona alle genti, pace infondi nei cuor!
Astro del ciel, Pargol divin, mite Agnello Redentor!
Tu disceso a scontare l'error, Tu sol nato a parlare d'amor,
luce dona alle genti, pace infondi nei cuor!
Luce dona alle genti, pace infondi nei cuor!
Tu scendi dalle stelle
Tu scendi dalle stelle o Re del cielo,
e vieni in una grotta al freddo e al gelo,
e vieni in una grotta al freddo e al gelo.
O Bambino mio divino, io ti vedo qui a tremar.
O Dio beato!
Ah! Quanto ti costò l'avermi amato.
Ah! Quanto ti costò l'avermi amato.
A te che sei del mondo il Creatore,
mancano i panni e il fuoco, o mio Signore.
Mancano i panni e il fuoco, o mio Signore.
Caro eletto pargoletto, quanta questa povertà
più mi innamora, giacchè ti fece amor povero ancora.
Giacchè ti fece amor povero ancora.
Tu lasci del tuo Padre il divin seno,
per venire a tremar su questo fieno;
per venire a tremar su questo fieno.
Caro eletto del mio petto, dove amor ti trasportò!
O Gesù mio, perchè tanto patir, per amor mio...

White Christmas
I'm dreaming of a White Christmas,
Just like the ones I used to know,
Where the treetops glisten and children listen
To hear sleighbells in the snow.
I'm dreaming of a White Christmas,
With every Christmas card I write.
May your days be merry and bright
And may all your Christmases be white
Venite Fedeli
Venite Fedeli, l'angelo ci invita, venite, venite a Betlemme.
Nasce per noi Cristo Salvatore.
Venite adoriamo, venite adoriamo, venite adoriamo il Signore Gesù.
La luce del mondo brilla in una grotta; la fede di guida a Betlemme.
La notte resplende, tutto il mondo attende: seguiamo i pastori a Betlemme.
Il Figlio di Dio, Re dell'universo, si è fatto Bambino a Betlemme.
"Sia gloria nei cieli, pace sulla terra", un angelo annunzia a Betlemme.
Jingle Bells
Dashing through the snow In a one-horse open sleigh
Through the fields we go Laughing all the way.
Bells on bob-tail ring Making spirits bright
What fun it is to ride and sing A sleighing song tonight.
chorus: Jingle bells, jingle bells Jingle all the way,
Oh what fun it is to ride In a one-horse open sleigh,
O Jingle bells, jingle bells Jingle all the way,
Oh what fun it is to ride In a one-horse open sleigh.
A day or two ago I thought I'd take a ride
And soon Miss Fanny Bright Was seated by my side;
The horse was lean and lank Misfortune seemed his lot,
We ran into a drifted bank And there we got upsot.
A day or two ago The story I must tell
I went out on the snow And on my back I fell;
A gent was riding by In a one-horse open sleigh
He laughed at me as I there sprawling laid But quickly drove away.
Now the ground is white, Go it while you're young,
Take the girls along And sing this sleighing song.
Just bet a bob-tailed bay, Two-forty as his speed,
Hitch him to an open sleigh and crack! You'll take the lead.
Silent Night
Silent night, holy night!All is calm, all is bright.
Round yon Virgin, Mother and Child. Holy infant so tender and mild,
Sleep in heavenly peace, Sleep in heavenly peace.
Silent night, holy night! Shepherds quake at the sight.
Glories stream from heaven afar Heavenly hosts sing Alleluia,
Christ the Savior is born! Christ the Savior is born.
Silent night, holy night! Son of God love's pure light.
Radiant beams from Thy holy face With dawn of redeeming grace,
Jesus Lord, at Thy birth. Jesus Lord, at Thy birth.
Happy Christmas
So this is Christmas, and what have you done
Another year over, and a new one just begun
And so this is Christmas, I hope you have fun,
The near and the dear one, the old and the young.
A very merry Christmas, and a happy new year
Let's hope it's a good one, without any fear.
So this is Christmas, for weak and for strong,
For rich and the poor ones, the world is so wrong.
And so happy Christmas, for black and for white,
for yellow and red ones, let's stop all the fight.
A very merry Christmas, and a happy new year,
Let's hope it's a good one, without any fear.
So this is Christmas, and what have you done
Another year over, and a new one just begun.
And so this is Christmas, I hope you have fun,
The near and the dear one, the old and the young.
A very merry Christmas, and a happy new year,
Let's hope it's a good one, without any fear.
War is over if you want it, war is over now.
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Oh holy night
O holy night! The stars are brightly shining,
It is the night of the dear Saviour's birth.
Long lay the world in sin and error pining.
Till He appeared and the Spirit felt its worth.
A thrill of hope the weary world rejoices,
For yonder breaks a new and glorious morn.
Fall on your knees! Oh, hear the angel voices!
O night divine, the night when Christ was born;
O night, O holy night, O night divine!
O night, O holy night, O night divine!
O holy night! The stars are brightly shining,
It is the night of the dear Saviour's birth.
Long lay the world in sin and error pining.
Till He appeared and the Spirit felt its worth.
A thrill of hope the weary world rejoices,
For yonder breaks a new and glorious morn.
Fall on your knees! Oh, hear the angel voices!
O night divine, the night when Christ was born;
O night, O holy night, O night divine!
O night, O holy night, O night divine!
Truly He taught us to love one another,
His law is love and His gospel is peace.
Chains he shall break, for the slave is our brother.
And in his name all oppression shall cease.
Sweet hymns of joy in grateful chorus raise we,
With all our hearts we praise His holy name.
Christ is the Lord! Then ever, ever praise we,
His power and glory ever more proclaim!
His power and glory ever more proclaim!

The First Noel
The first Noel, the angel did say,
Was to certain poor shepherds in fields as they lay;
In fields where they lay keeping their sheep,
On a cold winter's night that was so deep.
Noel, Noel, Noel, Noel,
Born is the King of Israel.
They looked up and saw a star
Shining in the East, beyond them far;
And to the earth it gave great light,
And so it continued both day and night.
Noel, Noel, Noel, Noel,
Born is the King of Israel.
And by the light of that same star,
Three wise men came from country far;
To seek for a King was their intent,
And to follow the star wherever it went.
Noel, Noel, Noel, Noel,
Born is the King of Israel.
This star drew night to the northwest,
O'er Bethlehem it took its rest;
And there it did both stop and stay,
Right over the place where Jesus lay.
Noel, Noel, Noel, Noel,
Born is the King of Israel.
Then entered in those wise men three,
Full reverently upon their knee;
And offered there in his presence,
Their gold, and myrrh, and frankincense.
Noel, Noel, Noel, Noel,
Born is the King of Israel.
Germania (Froehliche Weihnachten)
In Germania si può dire che il periodo natalizio inizia già a novembre. Il giorno di San Martino l' 11/11(che tra l' altro corrisponde anche all' inizio del carnevale) le scuole organizzano per il tardo pomeriggio delle processioni dove i bambini portano delle lanterne, che hanno costruito con l 'aiuto dei maestri, e che servono per illuminare la strada a San Martino. In alcuni luoghi c'è anche la tradizione di andare nei cimiteri per portare la luce là dove c'è il buio.
Il 6 Dicembre arriva San Nicola che porta ai bambini dei cioccolatini o delle casette fatte con il pan speziato e altre bontà da mangiare.
Nel periodo dell' avvento vengono fatte delle ghirlande dove poi nelle quattro domeniche precedenti il Natale vengono messe delle candele e si addobba la casa. In questo periodo si preparano molti dolcetti come i Lebkuchen o il Christollen e si beve vino speziato. Il 24 dicembre si addobba l' albero e alla sera arriva il Christkind (il Bambino Gesù) e in alcuni luoghi Babbo Natale per consegnare i regali a chi è stato bravo.
In questo giorno la tavola viene guarnita con particolare cura e si mangia l' Oca Arrosto o la Carpa Blu.
Gran Bretagna
In Inghilterra le tradizioni natalizie non si distaccano molto da quelle degli altri paesi. Per i bambini natale comincia già a novembre quando iniziano a scrivere la lista dei regali che vogliono ricevere e i negozi addobbano le vetrine con temi natalizi. Da dicembre si inizia ad aprire il calendario dell'avvento e due settimane prima di natale si inizia a decorare la casa e l'albero, che viene abbellito con luci e fiocchi. La sera della vigilia, i bambini appendono delle calze per Father Christmas e per ringraziarlo dei regali gli lasciano un bicchiere di latte e un dolce (mince pie) e per la renna Rudolph lasciano anche una carota. Il giorno di Natale è il più bello perchè si aprono tutti i regali che Babbo Natale ha lasciato dentro un sacco sotto all' albero. Il giorno di Natale si sta insieme ai parenti e si mangia tacchino ripieno accompagnato da mirtilli e per dolce si prepara sempre il Christmas Pudding o Christmas Cake. Alle 3 del pomeriggio in televisione c'è sempre il discorso della Regina.
Irlanda
Un tempo la caccia allo scricciolo era tradizione seguita il 26 dicembre in tutta l'Irlanda.
Il motivo di tanto accanimento contro questo uccellino è da ricercare nella leggenda che accompagna il martirio di Santo Stefano. Si narra infatti che il Santo si fosse nascosto dietro un cespuglio per sfuggire ai suoi persecutori, ma fosse stato scoperto a causa di uno scricciolo che volò via dal nascondiglio svelando quindi la presenza del martire.
Per questo motivo il 26 dicembre di ogni anno, gruppi di uomini ricordano questo episodio, fingendo di dargli la caccia, di catturarlo e poi di condurlo legato ad un bastone di casa in casa cantando e facendo la questua.
Naturalmente è solo una finzione: oggi nessuno scricciolo deve temere per la propria incolumità, ma è comunque costume diffuso che uomini mascherati con abiti vecchi vadano di casa in casa offrendo canti ed intrattenimento.
Polonia
In Polonia l' albero di Natale si addobba il giorno della vigilia, cioè il 24. Ed in questo giorno si mangiano solo cibi magri come il pesce o la verdura e comunque non si usano i grassi come burro o olio neanche per fare i dolci. In questa stessa notte arriva anche Babbo Natale e porta i regali ai bambini. Spesso a Natale da noi c'è la neve e a molti piace andare fuori per accendere un bel fuoco ed arrostire delle salcicce mentre i bambini vanno con lo slittino.
Romania
Negli anni passati noi Rumeni-Tedeschi nel nostro paese non celebravamo l'avvento. Le domeniche d' avvento ci riniunivamo tra familiari, ma non c'era nessuna differenza con le altre domeniche dell' anno. I preparativi per il Natale iniziavano solo un paio di giorni prima della Vigilia. A scuola ci insegnavano la storia di Gesù. Poi di solito si faceva una rappresentazione e ogni bambino svolgeva un ruolo, chi impersonava Maria, chi Giuseppe, chi l' asino e così via. Anche la preparazione dei vestiti era entusiasmante perchè li cucivano le nostre mamme. Il 24 dicembre, di pomeriggio andavamo poi per le strade del paese e bussavamo alle porte delle case per chiedere se ci facevano entrare. Di solito la gente apparecchiava nella sala un tavolo con una tovaglia bianca. Noi bambini ci mettevamo intorno al tavolo e recitavamo la storia diella nascita di Gesù. Alla fine dell' esibizione quasi tutti ci davano dei soldi, e al Bambino Gesù davano anche un regalo in un sacchettino.
Alla sera, quando avevamo finito ci riunivamo tutti in una casa a mangiare wurstel e pane. Poi dividevamo i soldi e i regali che aveva ricevuto il bambino Gesù. La Vigilia non era però ancora terminata, bisognava andare alla messa e lì fare di nuovo la rappresentazione della nascita di Gesù per tutti i fedeli. Al ritorno a casa trovavamo poi sempre l' albero di natale decorato con bastoncini di zucchero e cioccolatini e se ai genitori erano rimasti dei soldi c'erano anche dei regali. Oppure la mattina seguente trovavamo le nostre calze piene di dolcetti e delle buste piene di mele e mandarini (e qualche volta anche con delle monete) da parte dei nostri padrini. Il Natale è sempre stata una festa molto bella che abbiamo trascorso insieme alla nostra famiglia e ai nostri parenti.
Ricordo anche che quando in Romania c'era il regime comunista si cercava di tenere i bambini lontani dalla chiesa, ma il Natale era una festa troppo bella per rinunciarvici e così noi l' abbiamo sempre festeggiata.
Spagna
A Barcellona è costume il 28 dicembre fare scherzi a qualcuno. I regali se li scambiano il 06 gennaio quando arrivano "los Reyes", cioè i re magi, che naturalmente fanno un arrivo alla grande con quella che si chaima "la cavalcata de los reyes"; ce ne sono varie in tutte le città spagnole, in Barcellona stessa ce ne sono diverse anche se la maggiore li fa partire dal mare per finire poi al Parco della ciuttadella. In quel giorno sfilano quindi carri bellissimi con i re magi sopra che distribuiscono caramelle tirandole giù dal carro; tutti li aspettano a corteo e li seguono raccogliendo dietro il loro passaggio caramelle di ogni tipo . Adesso anche Babbo Natale con il consumismo comincia a portare qualche regalo la notte di Natale, però essenzialmente tutto si svolge il 06 gennaio.
ciao e ...buone feste!!!!!!!!!!
Svezia
Durante il periodo natalizio le case vengono addobbate con decorazioni fatte con la paglia, con dei fiori soprattutto rossi, ma anche rosa, bianchi oppure blu chiaro, e con dolcetti speziati che poi vengono appesi. I bambini usano il calendario dell' avvento per contare i giorni fino a natale e ogni giorno aprono una finestrella. l' albero si addobba il giorno prima di natale. La sera di Natale si mangia una minestra di riso, delle polpettine e salcicce. Dopo la cena solitamente ci si riunisce intorno all' albero per cantare. Solo a questo punto arriva Babbo Natale.
Durante il periodo natalizio in Svezia c'è un' altra bella festa che è molto sentita: Santa Lucia. Questa festa si celebra il 13 dicembre quando c'è il solstizio d' inverno. Di solito in una famiglia è la figlia maggiore che si veste come Santa Lucia, cioè con una tunica bianca, una cintura rossa e in testa una corona con delle candele accese e porta un vassoio con dei dolci e li offre a tutta la famiglia.
Messico
La settimana di Natale viene celebrata in tutto il Paese con le “posadas”, a ricordo del pellegrinaggio di Giuseppe e Maria in cerca di un posto dove far nascere il bambino. Ad accompagnare questa processione ci sono anche numerosi bambini che bussano di porta in porta per cercare un riparo per Giuseppe e Maria.
Alla fine di questa processione vengono organizzati grandi pranzi durante i quali si rompono le “pentolacce” o "piñata" , fatte di cartapesta e contenenti frutta, canditi e dolci.
Argentina
Anche se l' Argentina è all' altro capo del mondo, si può dire che il Natale viene festeggiato come in Italia. L' unica differenza è che in Argentina a dicembre è piena estate. Il giorno più importante è il 24 dicembre, dove la sera si riunisce tutta la famiglia e solitamente si mangia l' asado (carne alla brace). Poi si brinda con panettone e spumante. Naturalmente nelle case si addobba l' albero di Natale, un albero di plastica, perchè quello vero si seccherebbe subito. Fino a pochi anni fa i regali li portavano i Re Magi a gennaio e i bambini lasciavano fuori dalla porta una scarpa e un pò di acqua e dell' erba per i cammelli . Negli ultimi anni è arrivata anche da noi la tradizione di scambiare i regali a Natale.
Canada
In Canada si usa decorare la casa con addobbi natalizi come corone di alloro, luci colorate e con l' albero di natale. La settimana prima di natale si scrive la lettera a Santa Claus per dirgli quali regali si desiderano ricevere. I bambini appendono anche delle calze in modo che Babbo Natale le possa riempire con caramelle e cioccolatini. In alcuni paesi esiste ancora la tradizione per i bambini di andare a cantare di casa in casa le canzoni natalizie. Come compenso ricevono qualche moneta, o dei dolcetti o qualcosa di caldo da bere (da noi a Natale fa veramente freddo e spesso è tutto ghiacciato). Il pranzo natalizio tradizionale consiste nel tacchino ripieno con contorno di patate e salsa di mirtilli. In alcune famiglie invece del tacchino si usa cucinare l' anatra arrosto.
Ecco come si dice Buon Natale in tante lingue diverse:
Danese: Glaedelig
Francese: Joyeux Noel
Olandese: Vrolyk Kerstfeast
Polacco: Boze Narodzenie
Spagnolo: Feliz Navidad
Tedesco: Froelich Weihnacten
Turco:Yeliniz Kitu Oslum



come lo conosciamo tutti, oggi, Babbo Natale si veste con un abito ed un cappello di color rosso fuoco bordato da una pelliccia bianca che sembra quasi neve, porta i regali a tutti i bambini buoni del mondo con la sua slitta trainata da renne nella notte più magica dell’anno, entra dal camino per lasciare i doni sotto l’albero addobbato per l’occasione. E’ indubbiamente il personaggio più amato dai bambini….anche se molto spesso capita che fa sognare anche i grandi.
· Ma qual è la sua vera storia?
Nel 1931 il famoso marchio “Coca cola” gli ha dato l’aspetto che tutti conosciamo grazie alla mano di Haddon H. Sundbolm ed è così che la leggenda divenne più concreta. Questa leggenda però ha inizio molti e molti anni prima, stiamo parlando di San Nicola di Mira, personaggio cristiano appartenente alla tradizione medioevale.
· Il nome americano di Babbo Natale è Santa Claus, derivante dal latino Sanctus Nicolaus, ovvero San Nicola. Proprio gli americani hanno cercato diffondere, non solo per scopi commerciali, queste usanze derivanti da antiche tradizioni. In Europa queste tradizioni le ritroviamo proprio nelle gesta del vescovo di Mira (attualmente la città si chiama Dembre e si trova in Turchia) e della Befana, famosi e ricordati perché rivestivano e rivestono tutt’ora la funzione di distributori di doni. Non si riesce a datare la vita di San Nicola in modo da verificare che fu realmente esistito, ma nel Medioevo era un santo molto venerato. Ad ogni modo la grandezza dei suoi miracoli era famosa ed apprezzata dalla Groenlandia alla Russia, terra di cui è protettore, fino a Canterbury in Inghilterra. I Vichinghi gli dedicarono anche una cattedrale.
· San Nicola è protettore di bambini, ragazze e studenti , tutti facenti parte dei suoi miracoli, il più conosciuto dei quali, nel suo nome, è quello narrato dal greco Michele Archimandrita (sec. IX): un padre che, ridotto alla disperazione dalla grave situazione nella quale viveva, decide di far prostituire le tre giovani figlie. San Nicola interviene per tre volte, lanciando all’interno della casa, un sacchetto d’oro. Grazie a questo, il padre riuscirà a dare in moglie ognuna delle tre figlie, allontanandole dal peccato.
San Nicola è protettore degli studenti nel racconto, rappresentato in vari drammi latini, conosciuto come i Tre chierici, in cui tre giovani, derubati e uccisi da un oste, vengono resuscitati dal santo.
Il destino di San Nicola/Santa Claus sembra spesso essere legato ai mezzi di comunicazione, e fu proprio un’historia composta da Reginoldo di Eichstätt (sec. X) - corredata da una melodia gregoriana che all’epoca riscosse notevole successo e valse all’autore la nomina a vescovo, nel 966 - che contribuì a decretare la supremazia del santo.
Da allora Nicola e la sua liturgia cominciarono a entrare prepotentemente nelle scuole, nei cori, nei monasteri. Chi si opponeva poteva essere punito dal santo stesso, come accadde al priore Iterio, del monastero di Sens. Questi, narra un manoscritto dell’XI secolo, attribuito a un monaco dell’abbazia di Bec in Normandia, si oppose con fermezza alla richiesta dei suoi cantori di introdurre la nuova liturgia, da lui considerata “opera da menestrello”. Ma una notte venne visitato da San Nicola che cominciò a percuoterlo “nel modo al quale al solito ricorrono i maestri per insegnare l’alfabeto a un ragazzo svogliato”. Sono già presenti qui, nel loro pieno sviluppo, le caratteristiche di Nicola, un santo che compare di notte, spesso in volo, e può elargire doni e punizioni.
Le sue reliquie furono portate da Mira a Bari nel 1087, da li iniziarono ad aumentare a dismisura in tutta Europa sia i bambini chiamati Nicola, sia le chiese a lui dedicate. Nel 1130 l’immagine del santo finirà.
· I vari vescovi di nome Nicola, in Francia, Germania e Inghilterra, continuarono a essere festeggiati dalla fine del Duecento - epoca alla quale risale la prima testimonianza che ne abbiamo, in Francia al XIX secolo, e l’anticipo della tradizione al 6 dicembre (giorno di San Nicola) non fece altro che raddoppiare la festa, che finiva col durare così quasi tutto il mese.
· La fama di San Nicola cominciò a essere intaccata molto più tardi, con la Riforma. Il compito di donare regali venne allora attribuito al Chistkindel o Kris Kringle, Gesù Bambino, un’altra figura sacra molto più accettabile di quella dell’antico vescovo, un po’ troppo folcloristica e in odore di paganesimo per l’etica protestante. Questo, nonostante il fatto che i registri contabili di casa Lutero registrassero, fino al 1535, ingenti uscite per i regali ai suoi bambini, alla vigilia del 6 dicembre. Allontanato dalle chiese e dalle rappresentazioni sacre, San Nicola continuò a portare regali in molte zone europee, magari accompagnato da un servetto nero che recava un sacco pieno di doni e di fruste, il Nicodemo dei Paesi Bassi, da cui probabilmente è derivato lo Schwarzer Mann, l’uomo nero che ha terrorizzato, e continua a farlo, i bambini di mezzo mondo.
· Così quando le navi degli emigranti, soprattutto olandesi, partirono per le Americhe, portarono con loro la tradizione di riti e credenze legati a San Nicola. In cerca di antiche identificazioni e nuovi nazionalismi nei vergini territori del Nuovo Continente, i coloni si strinsero attorno ai loro santi: San Nicola (Olandesi), Sant’Andrea (Scozzesi), San Patrizio (Irlandesi). Separandoli, però, dall’insieme di credenze di marca “papista” e salvandone solo gli aspetti esteriori e alimentari. Si continuò a festeggiare l’inverno e il Capodanno offrendo doni ai bambini, bevendo cherry e mangiando “i biscotti di San Nicola”, la cui figura si andava lentamente evolvendo nel Babbo Natale della Coca-Cola. Clement Moore, che nel suo “Una visita di San Nicola” (1848) conclude il processo di americanizzazione introducendo la famosa slitta trainata da renne.
Leggende e storielle a parte, l’importante è avere lo spirito giusto per vivere serenamente il periodo più bello dell’anno. Babbo Natale lo si può immaginare vestito di rosso a bordo di una slitta, o come un vecchietto con un consumato mantello marrone, un bastone e una lanterna, ma la verità è che ognuno di noi, ci creda o no, ha bisogno di sognare… e la magia del Natale è bello viverla ognuno come crede sia meglio, tutti hanno bisogno di sognare. e il Natale è il pretesto migliore per farlo!
Sono gli evangelisti Luca e Matteo i primi a descrivere la Natività. Nei loro brani c’è già tutta la sacra rappresentazione che a partire dal medioevo prenderà il nome latino di praesepium ovvero recinto chiuso, mangiatoia. Si narra infatti della umile nascita di Gesù, come riporta Luca, “in una mangiatoia perché non c’era per essi posto nell’albergo” (Ev., 2,7); dell’annunzio dato ai pastori; dei magi venuti da oriente seguendo la stella per adorare il Bambino che i prodigi del cielo annunciano già re. Questo avvenimento così familiare e umano se da un lato colpisce la fantasia dei paleocristiani rendendo loro meno oscuro il mistero di un Dio che si fa uomo, dall’altro li sollecita a rimarcare gli aspetti trascendenti quali la divinità dell’infante e la verginità di Maria. Così si spiegano le effigi parietali del III secolo nel cimitero di S. Agnese e nelle catacombe di Pietro e Marcellino e di Domitilla in Roma che ci mostrano una Natività e l’adorazione dei Magi, ai quali il vangelo apocrifo armeno assegna i nomi di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, ma soprattutto si caricano di significati allegorici i personaggi dei quali si va arricchendo l’originale iconografia: il bue e l’asino, aggiunti da Origene, interprete delle profezie di Abacuc e Isaia, divengono simboli del popolo ebreo e dei pagani; i Magi il cui numero di tre, fissato da S. Leone Magno, ne permette una duplice interpretazione, quali rappresentanti delle tre età dell’uomo: gioventù, maturità e vecchiaia e delle tre razze in cui si divide l’umanità: la semita, la giapetica e la camita secondo il racconto biblico; gli angeli, esempi di creature superiori; i pastori come l’umanità da redimere e infine Maria e Giuseppe rappresentati a partire dal XIII secolo, in atteggiamento di adorazione proprio per sottolineare la regalità dell’infante. Anche i doni dei Magi sono interpretati con riferimento alla duplice natura di Gesù e alla sua regalità: l’incenso, per la sua Divinità, la mirra, per il suo essere uomo, l’oro perché dono riservato ai re.
A partire dal IV secolo la Natività diviene uno dei temi dominanti dell’arte religiosa e in questa produzione spiccano per valore artistico: la natività e l’adorazione dei magi del dittico a cinque parti in avorio e pietre preziose del V secolo che si ammira nel Duomo di Milano e i mosaici della Cappella Palatina a Palermo, del Battistero di S. Maria a Venezia e delle Basiliche di S. Maria Maggiore e S. Maria in Trastevere a Roma. In queste opere dove si fa evidente l’influsso orientale, l’ambiente descritto è la grotta, che in quei tempi si utilizzava per il ricovero degli animali, con gli angeli annuncianti mentre Maria e Giuseppe sono raffigurati in atteggiamento ieratico simili a divinità o, in antitesi, come soggetti secondari quasi estranei all’evento rappresentato. Dal secolo XIV la Natività è affidata all’estro figurativo degli artisti più famosi che si cimentano in affreschi, pitture, sculture, ceramiche, argenti, avori e vetrate che impreziosiscono le chiese e le dimore della nobiltà o di facoltosi committenti dell’intera Europa, valgano per tutti i nomi di Giotto, Filippo Lippi, Piero della Francesca, il Perugino, Dürer, Rembrandt, Poussin, Zurbaran, Murillo, Correggio, Rubens e tanti altri. Il presepio come lo vediamo realizzare ancor oggi ha origine, secondo la tradizione, dal desiderio di San Francesco di far rivivere in uno scenario naturale la nascita di Betlemme, con personaggi reali, pastori, contadini, frati e nobili tutti coinvolti nella rievocazione che ebbe luogo a Greccio la notte di Natale del 1223; episodio poi magistralmente dipinto da Giotto nell’affresco della Basilica Superiore di Assisi. Primo esempio di presepe inanimato, a noi pervenuto, è invece quello che Arnolfo di Cambio scolpirà nel legno nel 1280 e del quale oggi si conservano le statue residue nella cripta della Cappella Sistina di S. Maria Maggiore in Roma. Da allora e fino alla metà del 1400 gli artisti modellano statue di legno o terracotta che sistemano davanti a un fondale pitturato riproducente un paesaggio che fa da sfondo alla scena della Natività; il presepe è esposto all’interno delle chiese nel periodo natalizio. Culla di tale attività artistica fu la Toscana ma ben presto il presepe si diffuse nel regno di Napoli ad opera di Carlo III di Borbone e nel resto degli Stati italiani. Nel ‘600 e ‘700 gli artisti napoletani danno alla sacra rappresentazione un’impronta naturalistica inserendo la Natività nel paesaggio campano ricostruito in scorci di vita che vedono personaggi della nobiltà, della borghesia e del popolo rappresentati nelle loro occupazioni giornaliere o nei momenti di svago: nelle taverne a banchettare o impegnati in balli e serenate.
Ulteriore novità è la trasformazione delle statue in manichini di legno con arti in fil di ferro, per dare l’impressione del movimento, abbigliati con indumenti propri dell’epoca e muniti degli strumenti di svago o di lavoro tipici dei mestieri esercitati e tutti riprodotti con esattezza anche nei minimi particolari. Questo per dare verosimiglianza alla scena delimitata da costruzioni riproducenti luoghi tipici del paesaggio cittadino o campestre: mercati, taverne, abitazioni, casali, rovine di antichi templi pagani. A tali fastose composizioni davano il loro contributo artigiani vari e lavoranti delle stesse corti regie o la nobiltà, come attestano gli splendidi abiti ricamati che indossano i Re Magi o altri personaggi di spicco, spesso tessuti negli opifici reali di S. Leucio. In questo periodo si distinguono anche gli artisti liguri in particolare a Genova, e quelli siciliani che, in genere, si ispirano sia per la tecnica che per il realismo scenico, alla tradizione napoletana con alcune eccezioni come ad esempio l’uso della cera a Palermo e Siracusa o le terracotte dipinte a freddo di Savona e Albisola. Sempre nel ‘700 si diffonde il presepio meccanico o di movimento che ha un illustre predecessore in quello costruito da Hans Schlottheim nel 1588 per Cristiano I di Sassonia. La diffusione a livello popolare si realizza pienamente nel ‘800 quando ogni famiglia in occasione del Natale costruisce un presepe in casa riproducendo la Natività secondo i canoni tradizionali con materiali - statuine in gesso o terracotta, carta pesta e altro - forniti da un fiorente artigianato. In questo secolo si caratterizza l’arte presepiale della Puglia, specialmente a Lecce, per l’uso innovativo della cartapesta, policroma o trattata a fuoco, drappeggiata su uno scheletro di fil di ferro e stoppa. A Roma le famiglie importanti per censo e ricchezza gareggiavano tra loro nel farsi costruire i presepi più imponenti, ambientati nella stessa città o nella campagna romana, che permettevano di visitare ai concittadini e ai turisti. Famosi quello della famiglia Forti posto sulla sommità della Torre degli Anguillara, o della famiglia Buttarelli in via De’ Genovesi riproducente Greccio e il presepe di S. Francesco o quello di Padre Bonelli nel Portico della Chiesa dei Santi XII Apostoli, parzialmente meccanico con la ricostruzione del lago di Tiberiade solcato dalle barche e delle città di Gerusalemme e Betlemme.
Oggi dopo l’affievolirsi della tradizione negli anni ‘60 e ‘70, causata anche dall’introduzione dell’albero di Natale, il presepe è tornato a fiorire grazie all’impegno di religiosi e privati che con associazioni come quelle degli Amici del Presepe, Musei tipo il Brembo di Dalmine di Bergamo, Mostre, tipica quella dei 100 Presepi nelle Sale del Bramante di Roma; dell’Arena di Verona, rappresentazioni dal vivo come quelle della rievocazione del primo presepio di S. Francesco a Greccio e i presepi viventi di Rivisondoli in Abruzzo o Revine nel Veneto e soprattutto la produzione di artigiani presepisti, napoletani e siciliani in special modo, eredi delle scuole presepiali del passato, hanno ricondotto nelle case e nelle piazze d’Italia la Natività e tutti i personaggi della simbologia cristiana del presepe.
Albero di natale
E' una tradizione antica che viene fatta risalire ai riti pagani del ceppo, bruciato a partire dal solstizio invernale (i giorni più corti dell'anno). Questo ceppo doveva essere scelto tra i migliori ed essere preferibilmente di quercia (che simboleggia la forza e la solidità), e veniva arso davanti alla famiglia al completo. Simbolicamente si bruciava il passato, e si coglievano i segni del prossimo futuro: le scintille che salivano nella cappa simboleggiavano il ritorno dei giorni lunghi, i doni erano simbolo di abbondanza, la cenere, raccolta, veniva sparsa nei campi per sperare in abbondanti raccolti. Ora noi troviamo questi simboli nel nostro albero di natale e le nelle nostre vie: le luci e le luminarie sono le scintille del falò, le palle e le decorazioni sono speranze di prosperità, l'abete sempreverde la speranza di rinascita, i fili d'oro e d'argento i capelli delle fate. La tradizione pagana e cristiana si è fusa: la luce allunga sempre più le giornate e Gesù nasce per salvare il mondo. Nel mondo contadino i festeggiamenti si potraevano fino all'epifania: erano dodici giorni, durante le quali le giornate iniziano lentamente ad allungarsi. Però anche nella tradizione cristiana troviamo "l'albero": l'abete era l'Albero Cosmico, cioè la manifestazione divina del cosmo. Poi viene identificato in Gesù e nella sua luce: l'illuminazione dell'albero è l'illuminazione di Cristo sull'umanità, mentre i frutti, i doni, le decorazioni simboleggiano la sua generosità verso di noi.

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