Disturbi del linguaggio e della scrittura

Materie:Riassunto
Categoria:Psicologia
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PSICOLOGIA PER QUARTA

G.2 DISTURBI DEL LINGUAGGIO E DELLA SCRITTURA

G2.1 Mutismo e disturbi del linguaggio
In condizioni normali i bambini cominciano a parlare nel secondo anno di età ma se questo non succede non è patologico, i bambini che cominciano a parlare in ritardo recuperano completamente nei tempi successivi.
Esistono vari tipi di alterazioni del linguaggio:
• Il mutismo
• Ritardi
• L’audiomutismo
• La balbuzie
• La dislessia
Ci sono diverse cause del mutismo: può avvenire per un deficit intellettivo; a causa della sordità; in bambini affetti da autismo o per uno shock subito.
Esistono poi casi di mutismo elettivo a 3 anni, 6 anni e durante l’adolescenza.
A 3 anni i motivi del mutismo possono essere la paura di rompere il legame simbiotico con la madre e di conseguenza rifiutano il rapporto con gli altri o uno shock a seguito di violenze.
A 6 anni il mutismo coincide con l’entrata nella scuola come rifiuto all’ambiente ostile e diverso dalla famiglia. Può anche essere una “punizione” data ai genitori per una punizione o per un ambiente troppo litigioso.
Nell’ adolescenza il mutismo è una forma di opposizione con cui si manifesta depressione o disaccordo.
Se il mutismo è protratto per mesi bisogna intervenire perché questa condizione può sfociare in una psicosi. Un metodo per trattare il mutismo è lo psicodramma: una recita sugli episodi della vita del soggetto. Anche un allontanamento temporaneo dal normale ambiente può servire.

Ritardi: quando un bambino dopo i tre anni parla ancora da piccolo con frasi di 2 parole (mamma-pappa), si ipotizza un ritardo nel linguaggio. Se il bimbo non presenta insufficienza mentale né autismo può trattarsi di immaturità celebrare oppure di carenza di stimoli linguistici. Bisogna intervenire entro i 5-6 anni di età in questi casi per un recupero completo.

L’audiomutismo è più grave in quanto presenta a 6 anni di età l’assenza del linguaggio. Questi presentano alterazioni spazio-temporali e difficoltà di ripetizione di strutture ritmiche. Possono diventare bambini impulsivi ed estremamente esigenti. Un trattamento precoce con attività adatte (compiti concreti) può portare un discreto equilibrio del bambino.

La dislessia è un difetto di lettura e scrittura indipendente dal livello di intelligenza del bambino.
I difetti comuni più osservabili sono: l’ omissione di lettere o sillabe, le inversioni ( noto invece di tono), le sostituzioni (vano al posto di vino). Tali deformazioni rendono impossibile la comprensione del testo.
Le cause della dislessia secondo alcuni sono dovute a un imperfetto funzionamento della corteccia celebrale, mentre secondo altri, sono legate alle difficoltà scolastiche come il dare fretta, il sovraccarico delle classi e il cambiamento dei maestri.
L’ 1-2% dei bambini sono dislessici in maniera evidente, mentre un altro 6% lo è in forme lievi. È un problema che tocca i bambini spesso eccellenti in altri ambiti come nelle arti figurative e nella recitazione ma che spesso sono sottovalutati e giudicati pigri nella vita scolastica.
Un insegnante non dovrebbe mai dimenticare che:
1. la gamma di abilità mentali e le loro applicazioni è assai variegata
2. un alunno scadente in un settore può essere motivato e brillante in un altro
3. bisogna riconoscere le inclinazioni dell’allievo per potenziare la loro sicurezza e autostima in modo che gli eventuali ripetuti insuccessi scolastici non portino il ragazzo a ricercare il successo in attività antisociali.

Gli adulti in passato dislessici che hanno completato la loro formazione senza danni hanno saputo trovare in passato un modo loro di imparare grazie anche al supporto di scuola e famiglia.
Riconoscere al più presto i segnali della dislessia è importantissimo al fine di evitare gli insuccessi scolastici che porterebbero a frustrazione e demotivazione.

G2.2. Il bambino balbuziente
La balbuzie riguarda l’1% della popolazione ed è più diffusa tra i maschi. Il balbuziente conosce bene il linguaggio ma è bloccato nell’espressione. Si distinguono due forme diverse:
la balbuzie clonica: caratterizzata da ripetizioni più o meno lunghe di fonemi e
la balbuzie tonica: caratterizzata dall’impossibilità di emettere un suono per un certo periodo.
Entrambe le forme si possono accompagnare a tic, smorfie, arrossamenti, gesti degli delle mani o degli arti inferiori. Bisogna distinguere le balbuzie dal farfugliamento, quando le parole vengono emesse troppo in fretta accavallandosi e confondendosi tra loro.
Le persone balbuzienti differiscono nelle situazioni in cui balbettano: chi balbetta durante un interrogazione può parlare tranquillamente con un amico ad esempio. Lo stress aumenta il fenomeno.
Cause: La balbuzie può venire anche a causa di uno shock emotivo. Nel 30% dei casi è ereditaria , nel 50% dei casi associata a ritardi del linguaggio. Non esiste però una correlazione tra balbuzie e intelligenza, l’intelligenza dei bambini balbuzienti è del tutto normale.

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