La rivoluzione dell'inconscio

Materie:Tesina
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Testo

La rivoluzione dell’inconscio
Percorso multidisciplinare d’esame:
di Comello Ilaria
Liceo Scientifico
PRESENTAZIONE:
Quante volte ci capita di dire “l’ho fatto inconsciamente”? E quante mattine ci siamo svegliati curiosi di capire il significato di un sogno appena fatto?
Ai nostri giorni diamo per scontato che ci sia una parte del nostro Io che non siamo in grado di raggiungere e dominare, che si agita in noi e che spesso è la motivazione inconsapevole delle nostre azioni e delle nostre decisioni.
Non molto tempo addietro un simile concetto, quello di Inconscio, era letteralmente inconcepibile. L’Io coincideva col Conscio e si credeva che nulla potesse sfuggire agli schemi della mente umana.
A cavallo fra ‘800 e ‘900 si prepara tuttavia il terreno culturale per un’importante rivoluzione. La fiducia nella ragione inizia a vacillare, nuove teorie sconvolgono quelli che fino ad allora erano ritenuti capi saldi del sapere e della scienza. L’intera civiltà occidentale e la sua storia sono rivisti sotto una nuova luce.
Sullo sfondo di questi movimenti si fa strada la terza rivoluzione dopo quella di Copernico e Darwin :la scoperta dell’ Inconscio

IL CONTESTO SCIENTIFICO-FILOSOFICO
La crisi della razionalità
Già nell’ultimo quarto del 1800, quando la scena filosofico-culturale sembra essere dominata dal Positivismo, si manifestano tendenze di segno opposto: inizia ad essere criticato il modello prevalente di razionalità, quello di razionalità scientifica e tecnica che non lascia spazio ad altre dimensioni ed espressioni dell’uomo. Vacilla l’immagine positivistica del mondo e si imputa alla scienza una visione riduttiva della realtà, solamente strumentale e utilitaria.
Si affermano voci diverse, ma accomunate dal desiderio di spezzare schemi consolidati e forme di razionalità prima ritenute non discutibili, di cercare e costruire nuovi modelli espressivi e interpretativi della realtà.
Dietro la coscienza e la rassicurante facciata della razionalità si scopre una natura umana mossa da pulsioni irrazionali e oscure. E’ il caso della filosofia di Nietzsche , che critica l’intera storia del pensiero occidentale partendo dalle sue origini elleniche e arrivando alla distruzione della metafisica annunciata nella “morte di Dio”.
La discussione otto-novecentesca in campo filosofico-scientifico ha origine dallo stesso progresso teorico, che conduce a mettere in dubbio taluni dei presupposti epistemologici, anche secolari, intorno ai quali si era organizzato il sapere scientifico, particolarmente nelle discipline logico-matematiche e nella fisica. Diventano inadeguati i quadri concettuali del Positivismo ottocentesco , strettamente connessi al meccanicismo. La crisi del meccanicismo stesso si fa irreversibile nei primi decenni del ’900: nel 1905 la teoria della relatività di Albert Einstein mostra come spazio e tempo non siano entità assolute, ma dipendano dagli strumenti di osservazione e dai sistemi di riferimento. E’ lo stesso “ideale di scienza” positivistico a venir messo in questione: “ è la scienza potenzialmente capace di offrire una descrizione vera del mondo, superando nel suo sviluppo i propri limiti metodologici? Dalla consapevolezza della necessità di una svolta radicale nella riflessione critica sulla scienza nasce il Neopositivismo, che si differenzia dal Positivismo per la grande attenzione all’opera di chiarificazione concettuale del linguaggio e degli statuti delle scienze e per la forte esigenza di rigore e coerenza logica.
Nel 1900 muore Friedrich Nietzsche, il pensatore che aveva fornito la più radicale interpretazione della crisi della civiltà ottocentesca e si pubblica
“L’interpretazione dei sogni” di Sigmund Freud, pioniere di un nuovo filone di ricerca, di una nuova prospettiva interpretativa in campo epistemologico, antropologico e sociale.
FREUD, LA SCOPERTA DELL’INCONSCIO E LA PSICOANALISI
- Prima formazione di Freud
- L’incontro con Breuer, lo studio dell’isteria e il metodo catartico
- 1^Topica dell’apparato psichico:Conscio, Preconscio e Inconscio
- L’importanza rivoluzionaria della scoperta e teorizzazione dell’inconscio, cardine delle nuove teorie di Freud:
“[…]Fin quando la psicologia risolveva questo problema con la dichiarazione verbale che lo “psichico” è precisamente ciò che è “cosciente”, e che i”processi psichici inconsci” sono un evidente controsenso, era inammissibile un’utilizzazione psicologica delle osservazioni che un medico poteva ricavare da stati psichici anormali[…].
La rinuncia alla sopravvalutazione della qualità della coscienza diventa condizione prima indispensabile per qualsiasi visione esatta dello svolgimento dello psichico .L’inconscio deve essere accettato come base generale della vita psichica. L’inconscio è il cerchio maggiore, che racchiude in sé quello minore del conscio;tutto ciò che è conscio ha un gradino preliminare inconscio. L’inconscio è lo psichico reale nel vero senso della parola, altrettanto sconosciuto nella sua natura più intima quanto lo è la realtà del mondo esterno, e a noi presentato dai dati della coscienza in modo altrettanto incompleto, quanto il mondo esterno dalle indicazioni dei nostri organi di senso.
Annullando l’antico contrasto fra vita conscia e vita onirica con l’inserimento dello psichico inconscio nella posizione che gli spetta, si eliminano una serie di problemi del sogno che hanno intensamente preoccupato gli studiosi precedenti”
(da “L’interpretazione dei sogni)
-caratteri dell’Inconscio
-La formazione del metodo terapeutico:
_abbandono della tecnica ipnotica
_la genesi sessuale delle nevrosi
_il sogno e la libera associazione
_il superamento della resistenza e la fine della terapia
-La teoria freudiana della sessualità
_la sessualità infantile
-Il superamento del Pan-edonismo e la 2^Topica dell’apparato psichico
_l’introduzione del principio di morte
_Es, Io, Super-Io
-(eventuali accenni a “Il disagio della civiltà”)
U. SABA, IL “MONDO NUOVO” DI FREUD E LA PAROLA ONESTA
“è difficile parlare di me senza
che io mi riferisca, in qualche
modo, a quello che ho imparato
dalla psicanalisi.Le devo circa
due terzi del mio pensiero”
-Introduzione all’autore e al suo pensiero
-rilevanza delle vicende biografiche
-Il problema del rapporto Saba-psicanalisi
-L’entusiasmo per il “mondo nuovo” di Freud
-La conoscenza della psicanalisi e dell’Inconscio come “incentivo poetico”:
“[…] nelle mani di Saba la psicanalisi si trasforma in uno strumento per avvicinarsi meglio alla sua idea della poesia, intesa come amore, memoria, incanto, verità esatta.La psicanalisi per lui vuole dire rimozione di quei morbi dell’animo che producono tortuosità, autoinganni, complicazioni, intellettualismi, crudeltà di giudizi, dogmatismi settari, diaframmi che impediscono contatti immediati con gli altri e con le cose.
Essa porta allo sgorgo, eliminati gli ostacoli che li ostruivano, dei sentimenti semplici, veri, caldi, giusti, naturali, comuni.”
(dalla prefazione a “Prose”)
-Lo studio del proprio Inconscio alla base della “parola onesta”.
-L’importanza del ritorno alla propria infanzia
-La rinascita del “Piccolo Berto” e la riconciliazione con le proprie
origini.
-Liriche da “Il piccolo Berto”
IL SURREALISMO: L’ARTE DELL’AUTOMATISMO PSICHICO PURO
“Caro Signore, bisogna realmente che io vi ringrazi
della parola di introduzione che mi ha condotto il
visitatore di ieri.Poiché fino a quel momento ero
tentato di considerare i surrealisti, che apparente-
mente mi hanno scelto come Santo patrono, come
dei pazzi integrali (diciamo al 95%, come l’alcool
puro). Il giovane spagnolo (Salvador Dalì, n.d.r.)
con i suoi occhi di fanatico e la sua indubbia
padronanza tecnica, mi ha incitato a riconsiderare
la mia opinione.In realtà sarebbe molto interessan-
te studiare la genesi d’un quadro di tal genere[…]”
(lettera di Freud a S.Zweig, 20-07-’38)
-Gli altri movimenti artistici del primo ‘900
-Il senso generale di rivolta e negazione
-La volontà di trovare una soluzione alla crisi
-Andrè Breton e il “Manifesto del Surrealismo” (1924)
-L’importanza dell’apporto di Freud
-Il ruolo conoscitivo dell’Inconscio
-Il sogno: perché da sempre considerato inferiore allo stato di veglia?
-La conciliazione della realtà e del sogno in una realtà superiore:
la Surrealtà.
-La prima esperienza surrealista
-Definizione di Surrealismo: “ AUTOMATISMO PSICHICO PURO mediante il quale ci si propone di esprimere sia verbalmente, sia per iscritto o in altra maniera, il funzionamento reale del pensiero;è il dettato del pensiero con l’assenza di ogni controllo esercitato dalla ragione, al di là di ogni preoccupazione estetica e morale”
-Eliminazione del principio di identità a favore di quello di dissimilitudine
-La tecnica dello “Spostamento del senso”
-Esempi di pittura surrealista da opere di
-Dalì
-Magritte
-Mirò
A. BRETON e il MANIFESTO DEL SURREALISMO
Il 20 Luglio 1938,nella lettera a S.Zweig,Freud scriveva:
“Caro Signore,bisogna realmente che io vi ringrazi della parola di introduzione che mi ha condotto il visitatore di ieri.Poiché fino a quel momento ero tentato di considerare i surrealisti,che apparentemente mi hanno scelto come Santo patrono,come dei pazzi integrali(diciamo al 95%,come l’alcool puro).Il giovane spagnolo(Salvador Dalì,n.d.s.),con i suoi occhi di fanatico e la sua indubbia padronanza tecnica,mi ha incitato a riconsiderare la mia opinione.In realtà sarebbe molto interessante studiare la genesi d’un quadro di tal genere[…]”
Con queste parole Freud descriveva le sue impressioni di fronte alle tele del giovane Dalì.
Freud era stato per il Surrealismo quello che Winckelmann era stato per i neoclassici:l’ ispiratore o,come egli stesso si definisce,il ”santo patrono”.
Già nel manifesto del Surrealismo(1924) di Andrè Breton,era lo stesso Breton a riconoscere apertamente l’apporto fondamentale degli studi di psicanalisi,anzi dichiarava che il metodo della psicanalisi era proprio la strada da seguire per raggiungere la libertà dell’immaginazione:lasciarsi guidare dall’Inconscio,come accade nel sogno,lasciare che le immagini scorrano nella propria mente liberamente,per rivelare la nostra interiorità che altrimenti resterebbe ignota anche a noi stessi.
Non esiste per i surrealisti un rigido programma o un dogma a cui conformarsi,ma un atteggiamento generale verso la vita,inteso a salvaguardare la libertà dell’individuo e dell’artista nell’esprimere,in qualsiasi forma,senza limiti né preclusioni,la sua verità.
Questo movimento artistico e letterario si inserisce in un senso generale di rivolta e di negazione,tuttavia associato al tentativo di trovare una soluzione alla crisi,una posizione di mediazione che in qualche modo componga la frattura,ancora viva e dolorosa,tra arte e società,tra realtà e fantasia.tra individuo e collettività.Ferma restando la critica e la protesta,si sente il bisogno di costruire,di organizzare,di dare una risposta chiara e programmatica al problema,basilare per il Surrealismo,della libertà,sia individuale che sociale.
Nel suo primo “Manifesto del Surrealismo” Andrè Breton denuncia un’eccessiva importanza data dall’uomo contemporaneo alla così detta vita “reale”.Questa attenzione l’ha alla fine svalutata,e la vita adulta si è imposta dei limiti,delle censure all’immaginazione,a scapito di quell’incanto che animava l’infanzia. Incanto generato dall’assenza di ogni rigore,cosa che permette il fiorire delle piacevoli illusioni.Qui Breton cita la figura del “pazzo”,persona innocente e onesta,spinta dalla sua immaginazione all’inosservanza di certe regole.Ma il pazzo ignora la punizione,perché le sue allucinazioni e illusioni sono fonte di godimento.
Perché dunque oggi ci ostiniamo ad assumere un atteggiamento realista,strettamente influenzato dal positivismo e fatto di mediocrità,di odio,di piatta sufficienza?
“I cervelli si lasciano cullare da quell’incurabile mania che consiste nel ricondurre l’ignoto al noto,al classificabile.Il desiderio di analisi prevale sui sentimenti” afferma l’autore del Manifesto,aggiungendo inoltre che viviamo ancora sotto il “regno della logica”.Il razionalismo assoluto ci permette soltanto di considerare fatti strettamente connessi alla nostra esperienza,che poggia sull’utile immediato.In nome della civiltà si è escluso tutto ciò che non è conforme all’uso.
Ma grazie a Freud e ai suoi studi,ci dice Breton,l’immaginazione sta per riconquistare i proprio diritti e si sta sviluppando un interesse a captare nuove forze che nascono dalla profondità del nostro Io.Nessun mezzo è considerato a priori per condurre questa impresa:spazio sia ai poeti che agli scienziati.
Su una cosa però Freud si concentra particolarmente:il sogno.
“L’uomo quando cessa di dormire è lo zimbello della propria memoria”.
Perché non concedere al sogno lo stesso grado di attendibilità degli eventi della veglia?Perché non considerarlo come possibile via di risoluzione di problemi?
I surrealisti si chiedono come mai sul sogno,che rappresenta molta dell’attività di pensiero dell’uomo(visto che trascorriamo gran parte della nostra vita dormendo)ci si sia interessati così poco.Secondo Breton dobbiamo giungere ad una realtà superiore,frutto della conciliazione di due stati apparentemente contradditori ma fondamentali nel pensiero umano:quello della veglia e quello del sogno.
Questa realtà superiore è detta appunto SURREALTA’.
Riassumendo dunque quanto fino a qui detto,gli esponenti del nuovo movimento, pur muovendo dal Dadaismo,ne rovesciano l’idea distruttiva e il comportamento anarchico e vogliono attribuire all’arte un ruolo edificante suggerito dall’interiorità dell’uomo.Elementi sostanziali sono la riconsiderazione della componente irrazionale della creatività umana e la volontà di esprimere,attraverso l’arte,le manifestazioni dell’Inconscio:un rifiuto della logica umana e delle restrizioni della civiltà a favore di una totale libertà di espressione che trova riferimento teorico nelle innovative ricerche psicanalitiche di Freud.
IL SURREALISMO E LA POETICA DELL’AUTOMATISMO
PSICHICO PURO
Definita la Surrealtà,rimane da illustrare il significato del termine Surrealismo.Dal Manifesto Breton annuncia che:
“Surrealismo è AUTOMATISMO PSICHICO PURO mediante il quale ci si propone di esprimere sia verbalmente,sia per iscritto o in altre maniere,il funzionamento reale del pensiero;è il dettato del pensiero con l’assenza di ogni controllo esercitato dalla ragione,al di là di ogni preoccupazione estetica e morale”.
La prima esperienza surrealista riguarda l’ambito della scrittura.
Breton decide di ottenere da sé un rapido monologo,proferito il più rapidamente possibile sul quale il soggetto non eserciti alcun giudizio e che sembri il più possibile a un “pensiero parlato”.
Tentando di conciliare velocità di pensiero e parola Breton riesce quindi a produrre in uno stato fra sonno e veglia il primo testo surrealista che conteneva un alto grado di “assurdità immediata”.
Allo stesso modo nel campo dell’arte figurativa i surrealisti non si danno alcun lavoro di filtraggio,si fanno sordi ricettacoli di tanti echi,modesti “apparecchi di registrazione” non disposti a ipnotizzarsi sul disegno che tracciano.Le immagini che si vengono a produrre in questo modo si presentano come quelle generate dall’assunzione di oppio.Non è più l’uomo che evoca figure,ma sono queste che gli si offrono spontaneamente e dispoticamente.
LA TECINICA DELLO SPOSTAMENTO DEL SENSO
L’immagine che ci propone il Surrealismo,eliminando il principio di identità,non si basa più sul concetto di similitudine,ma su quello di DISSIMILITUDINE,un’immagine al di fuori di ogni regola naturale o sociale,del buon senso e della logica,che accosta elementi inconciliabili e,per il senso comune,dissimili in modo traumatico e sconvolgente per lo spettatore,che potrà recepirli solo attraverso la fantasia,l’immaginazione,il sogno,l’allucinazione:è pur sempre tuttavia un modo figurativo di rappresentare la realtà,al di fuori di ogni astrattismo,è un “azzardo oggettivo” che crea un mondo di oggetti definiti,arbitrariamente associati fino a destituirli di ogni fondo di realtà.
Max Ernst,pittore e scultore surrealista,parte dalla celebre frase dello scrittore Isidore Ducasse: ”Bello come l’incontro casuale di una macchina per cucire e di un ombrello su un tavolo operatorio” per piegare il concetto di bello per l’arte del Surrealismo. Bello è “L’accoppiamento di due realtà in apparenza inconciliabili su un piano che in apparenza non è conveniente per esse”.La bellezza nasce quindi dal trovare due oggetti reali,veri,esistenti,che non hanno nulla in comune,assieme in uno stesso luogo ugualmente estraneo ad entrambi.Tale situazione genera un’ inattesa visione che sorprende per la sua assurdità e perché contraddice le nostre certezze.Questa tecnica è anche detta “degli accostamenti inconsueti”.
Altro procedimento è quello delle “deformazioni irreali” che riguardano la categorie della metamorfosi.Le deformazioni espressionistiche nascevano dal procedimento della caricatura,ed erano tese alla accentuazione dei caratteri e delle sensazioni psicologiche.La metamorfosi è invece la trasformazione di un oggetto in un altro come,ad esempio,delle donne che si trasformano in alberi(Delvaux) o delle foglie che hanno forma di uccelli.
Entrambi questi procedimenti hanno un unico fine:lo spostamento del senso,ossia la trasformazione delle immagini,che abitualmente siamo abituati a percepire in base al senso comune,in immagini che ci trasmettono l’idea di un diverso ordine della realtà.
Una delle pratiche collettive più diffuse nel gruppo egli artisti surrealisti era quella dei “cadavres exquis”(letteralmente “cadaveri squisiti”,dalle parole iniziali della prima associazione di scrittura automatica):il gruppo si disponeva attorno a un tavolo.Un membro incominciava a disegnare,poi ripiegava la carta e passava il foglio al vicino perché proseguisse il disegno senza sapere cosa precedeva.Da questa pratica risultavano mostri o immagini incomprensibili,che erano insieme frutto del caso e dell’atmosfera psicologica in cui il gruppo aveva lavorato.
Dal punto di vista tecnico queste premesse si espressero in due filoni:da una parte una pittura fatta con metodi tradizionali che aveva SOGGETTI ONIRICI,che si ispiravano a scene immaginarie e che conteneva sempre degli elementi incongrui rispetto alla rappresentazione della realtà. Dall’altra parte stavano TECNICHE NON TRADIZIONALI (collage,assemblaggio di oggetti,frottage,manipolazione di pellicole cinematografiche) tese a creare nell’artista uno stato di accesso ai propri contenuti inconsci.
U. SABA E IL “MONDO NUOVO” DI FREUD
“è difficile parlare di me senza
che io mi riferisca,in qualche modo
a quello che ho imparato dalla
psicanalisi.Le devo circa due terzi
del mio pensiero”
La critica si dibatte da anni sul problema del rapporto Saba-psica nalisi.
Secondo Michel David(autore de “La psicanalisi nella cultura italiana”),la partecipazione diretta di Saba alle idee di Freud sarebbe collocabile intorno al 1929. Questo è l’anno in cui Saba,che soffriva di una malattia nervosa manifestatasi già nel 1903,inizia una terapia psicanalitica con il dott. Ernesto Weiss,triestino,amico e discepolo di Freud,psicanalista e studioso dei problemi della psicanalisi,di cui fu divulgatore attivo oltre che traduttore di testi del suo maestro.
Un'altra corrente di pensiero al riguardo può essere riassunta nelle concise ma efficaci parole del Contini: “Saba nasceva psicanalitico prima della psicanalisi”. Con questa frase si prospetta l’idea che il terreno psicologico su cui spuntò una parte originale della poesia di Saba fosse stato lavorato dal triestino molto prima del suo incontro con il pensiero di Freud:quel tipo di analisi corrispondeva da sempre alla necessità di ripiegarsi sulla propria vicenda di uomo.
Qualunque sia il rapporto fra il poeta e il pensiero dello studioso Viennese,è chiaro che Saba dimostrò molto entusiasmo per l’importanza della “rivoluzione” freudiana e per la conoscenza di un “mondo nuovo” che gli pare fondamentale come terapia e ideologia che aveva contribuito alla propria personalità e alla propria opera. Gli si prospetta talvolta pure come l’ideologia che avrebbe potuto rappresentare un correttivo alla realtà presente,oltre come la scoperta fondamentale e rivoluzionaria del secolo.
In ogni caso,il freudismo di Saba rappresenta uno sforzo di scendere nel profondo e di vedere chiaro,di riportare in superficie gli oscuri movimenti che hanno contribuito a formare una personalità e tutta una storia.Uno sforzo di accordare e scoprire,di aprire nuove prospettive e di ritrovare un equilibrio:uno sforzo razionalistico di superare le angosce,le paure,i lati oscuri di sé,di ritrovare o trovare un accordo con la vita e con l’uomo.Più tardi ne potrà uscire una ricerca e l’idea di poter aiutare l’umanità tutta a trovare una via per arrivare all’età adulta.
Saba era più sensibile a certi aspetti della psicanalisi e queste sue scelte possono aiutarci a penetrare meglio nel suo mondo intellettuale.
Egli non si sofferma molto sulla sessualità,ma considera la generale scoperta freudiana dell’ Inconscio e dei meccanismi complessi che lo muovono. In una lettera a Croce dice :
“chi vuol occuparsi del pensiero umano non può più prescindere dall’ Inconscio; l’ignoranza di questo e delle stesse leggi che lo governano ha generato, sia negli uomini di pensiero che negli uomini d’azione, gran parte degli errori e degli spaventosi mali che funestano il nostro infelice secolo”
Saba afferma di aver iniziata l’analisi in un’età troppo tarda per ottenere la completa “guarigione”, ma riconosce che la sua condizione dopo la cura era molto migliorata.
Al di là della malattia, la psicanalisi e la scoperta dell’ Inconscio servì a riscaldare la sua poesia, a renderla più immediata e vera; fu premessa e antefatto, fu eliminazione , semplificazione. Saba vi imparò che i nostri più complicati filosofemi, le nostre più contorte passioni, le angosce mentali, l’ansietà metafisica, la nevrastenia “sono falsità, una maschera a qualcosa di molto semplice ed antico.La maschera dell’antica vicenda delle gioie e pene d’amore, ed anche il proiettarsi, l’amplificarsi ed infine lo snaturarsi, in un animo oscuro, del gioco degli affetti del mondo infantile”.
Nella prefazione al volume Prose aggiunge: “In Saba la psicanalisi è un incentivo poetico;nelle sue mani si trasforma in uno strumento per avvicinarsi meglio alla sua idea della poesia,intesa come amore,memoria,incanto,verità esatta. La psicanalisi per lui vuole dire rimozione di quei morbi dell’animo che producono tortuosità, autoinganni, complicazioni, intellettualismi, crudeltà di giudizi, dogmatismi settari, diaframmi che impediscono contatti immediati con gli altri e con le cose. Essa porta allo sgorgo, eliminati gli ostacoli che li ostruivano, dei sentimenti semplici, veri, caldi, giusti, naturali, comuni.
Nella raccolta “Il piccolo Berto” ,Saba riesce a compiere il suo intento, ossia “ritrovare sé stesso”.
Il piccolo Berto( Berto è il nomignolo affidatogli dalla sua amata balia) è rinato durante una cura, il cui procedimento consiste nel rimuovere il velo d’amnesia che copre gli avvenimenti della primissima infanzia,e trovare in essi le ragioni dei conflitti che lacerano la vita dell’adulto.
Queste liriche sono quindi dei ricordi d’infanzia: Saba,quasi cinquantenne, apre una specie di “amoroso” colloquio con se stesso bambino, colloquio che -sul piano poetico- si presenta come una pausa,un ritorno all’antico, ai temi consueti (la nutrice ,la madre, egli stesso bambino), temi presentati in un linguaggio immediato e comune e collocati in una dimensione mnemonica che, sdoppiando la figura del poeta (si veda Berto) sembra svolgere il discorso in chiave effettivamente psicanalitica.
TRE POESIE ALLA MIA BALIA
1.
Mia figlia
Mi tiene il braccio intorno al collo,ignudo;
ed io alla sua carezza mi addormento.
Divento
Legno in mare caduto che sull’onda
Galleggia. E dove alla vicina sponda
Anelo,il flutto mi porta lontano.
Oh,come sento che lottare è vano!
Oh,come in petto per dolcezza il cuore
Vien meno!
Al seno
Approdo di colei che Berto ancora
Mi chiama,al primo,all’amoroso seno,
ai verdi paradisi dell’infanzia.
2.
Insonne
Mi levo all’alba.Che farà la mia
Vecchia nutrice?Posso forse ancora
Là ritrovarla,nel suo negozietto?
Come vive,se vive? E a lei m’affretto,
pure una volta,con il cuore ansante.
Eccola:è viva;in piedi dopo tante
Vicende e tante stagioni.Un sorriso
Illumina,a vedermi,il volto ancora
Bello per me,misterioso. E’l’ora
A lei d’aprire.Ad aiutarla accorso
Scalzo fanciullo,del nativo colle
Tutto improntato,la persona china
Leggera,ed alza la saracinesca.
Nella rosata in cielo e in terra fresca
Mattina io ben la ritrovavo. E sono
A lei d’allora.Quel fanciullo io sono
Che a lei spontaneo soccorreva;immagine
Di me,d’uno di me perduto…
3.
…Un grido
s’alza di bimbo sulle scale. E piange
anche la donna che va via.Si frange
per sempre un cuore in quel momento.
Adesso
Sono passati quarant’anni.
Il bimbo
È un uomo adesso,quasi un vecchio,esperto
Di molti beni e molti mali. E’ Umberto
Saba quel bimbo. E va,di pace in cerca,
a conversare colla sua nutrice;
che anch’ella fu di lasciarlo infelice,
che non volontaria lo lasciava. Il mondo
fu a lui sospetto d’allora,fu sempre
( o tale almeno gli parve) nemico.
Appeso al muro è un orologio antico
Così che manda un suono quasi morto.
Lo regolava nel tempo felice
Il dolce balio; è un caro a lui conforto
Regolarlo in suo luogo.Anche gli piace
A sera accendere il lume;restare
Da lei gli piace,fin ch’ella gli dice:
“è tardi.Torna da tua moglie, Berto”.
BERTO
Timidamente mi si fece accanto,
con infantile goffaggine,in una
delle mie ore più beate e meste.
Calze portava di colore celeste;
quasi un muto rimprovero gli errava
negli occhi.Una dolcezza al cor m’inferse,
grande,che poco più,credo,sarei
morto od un grido avrei gettato. “Dammi
-pregai- la tua manina”. Obbediente
egli la mise nelle mie. Ed a lungo
ci guardammo in silenzio;oh,così a lungo
che il tempo,come in una fiaba,a noi
non esisteva. Senza voce: “Berto
-gli dissi al fine- non sai quanto t’amo.
Io che me stesso oggi non amo,privo
Del tuo pensiero vivere non posso”.
Ma non pareva quanto me commosso;
anzi tolse alle mie mani la sua,
ai miei occhi i suoi occhi. “Ho tante cose,
bambino,che vorrei chiedere a te”.
Quasi atterrito si ritrasse, e in se
Stesso di rientrar desideroso.
“Berto -gli dissi- non aver paura.
Io ti parlo così,sai,ma non oso,
o appena,interrogarti. Non sei tu,
tornato all’improvviso,il mio tesoro
nascosto? Ed io non porto oggi il tuo nome?”
“ Non hai-rispose;ed un sorriso come
disincantato gli corse sul volto-
non hai lì al petto la catena d’oro,
con l’orologio che mi fu promesso
un giorno?”-“ Più non usa,bimbo,adesso.
Ed il solo orologio che mi piace
Ha colonnine d’alabastro,in cima
Genietti con l’alloro;
è fermo a un’ora per sempre”. Egli volse
a quello la gentil testina,e rise;
poi la sua mano nella mia rimise,
mi guardò in volto. “Ed io ricordo-disse-
uno ancora più antico”.-“ Ed io ricordo
l’amor che in collo ti tenne,e i tuoi passi
guidava ai verdi giardini,l’amore
che ti fece-e lo sai quanto- beato”.-
“Ed in guerra -rispose- ci sei stato?
Hai ucciso un nemico?”-“ E sei tu Berto,
tu che mi fai queste domande?Or come
non parli invece a me della tua mamma,
che nel giorno che a noi fu più atroce,
per solo averti lei sola,all’amore
di cui tre anni vivevi ti tolse?”
“La mamma che alla mia Peppa mi tolse
è morta?”-“Sì .Morì fra le mie braccia,
e di morire fu lieta.Ma prima
del tuo volto rivide ella una traccia
nella mia fogliolina.Invece vive,
vive sì la tua balia,e quanto bene
ti vuole ancora!Se un bambino vede
che a te un poco assomigli,ecco che in collo
lo prende,al seno se lo stringe,dice
quelle parole che diceva a te,
tanti e tanti anni or sono. E’ viva ancora,
io te lo giuro;ma mutata è molto,
molto mutata d’allora…Perché,
Berto,in volto t’oscuri?Parla”-“Io sono
-rispose-un morto. Non toccarmi più”.
BIBLIOGRAFIA:
-“Il testo filosofico”;Ciuffi, Gallo, Luppi, Vigorelli, Zanette; Ed.Mondatori
-“Filosofia”;M. De Bartolomeo, V.Magni ;Ed. Atlas
-“L’interpretazione dei sogni”; Freud
-“Enciclopedia della Psicoanalisi”;Laplanche-Pontalis;Bibl. Univ.Laterza
-enciclopedia multimediale “Encarta 2001”
-“Il punto su:Saba”;E.Guagnini; Universale Laterza
-“Poesie scelte”; U.Saba, a cura di G.Giudici; Ed. Mondatori
-“Invito alla letteratura di Saba”; P.Raimondi; Ed Mursia
-“Umberto Saba”; Enzo Demettè; Ed. del Noce
-“Il Canzoniere”;U.Saba
-“Itinerario nell’arte”;G.Cricco, Di Deodori; Ed. Zanichelli
-“Il Manifesto del Surrealismo”; A.Breton
da internet: http://guide.superEva.it + siti vari

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  1. giovanni

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