1984, tra finzione e realtà

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Testo

“1984”
tra finzione e realtà
Indice:
1984, G. Orwell
Tramite la visione del futuro di Orwell si evidenziano come i totalitarismi tramite il controllo della realtà e della storia sottomettono l’uomo; e di come “l’ultimo uomo” si erge contro di essi.
- Totalitarismi: Stalinismo, Fascismo e Nazismo
Sfruttamento delle arti e dei media come mezzo di condizionamento.

- D’Annunzio e il fascismo

- Lo Übermensch Nietzchano
..e di come venne stravolto dal nazi-fascimo

di Marcello Gentili
1984, G. Orwell
Siamo nel 1984. Il mondo è diviso in tre immensi superstati totalitari in perenne guerra fra loro: l’Eurasia, l’Estasia e l’Oceania. Il protagonista di questa storia è Winston Smith (L’ultimo uomo in Europa, questo il titolo che Orwell avrebbe preferito), un abitante della capitale dell’Oceania, Londra. In Oceania si vive sotto i dettami del Socing, il socialismo Inglese. In questa realtà dominata dal Grande Fratello, colui che tutto vede e tutto sa, la popolazione è perennemente spiata nei minimi dettagli, senza avere un attimo di libertà e di scelta.
Un’immensa propaganda atta a cambiare completamente il corso degli eventi, della storia, ogni qual volta il Partito ne abbia bisogno; una società dove non esiste legge scritta, ma un solo reato: lo psicoreato; un superstato dove lo psicoreato può essere qualunque cosa, qualunque pensiero... e a denunciarvi potrebbe essere proprio vostro figlio; un mondo dove tutto è diviso in tre classi: gli appartenenti al partito interno (classe dominante e a cui vengono concessi molti privilegi è la minima percentuale della popolazione Oceanica), i membri del partito esterno (gli impiegati del partito, lavorano per il partito ma sono assolutamente privi di privilegi e, anzi, sono i primi a essere controllati e puniti, in caso di psicoreato) e i Prolet (sono la popolazione abbandonata a se stessa, la maggioranza, che vive in uno stato quasi animalesco e che cerca di barcamenarsi come può). E’ in questa realtà che troviamo Winston Smith, appartenente al partito esterno e con la mansione di riscrivere il passato, di cambiarlo, in modo da renderlo reale; in modo che il Grande Fratello sia infallibile. 1984 ci racconta la vita di un uomo comune, e delle sue vicissitudini, in un mondo dove nulla è permesso e tutto è controllato.
I Totalitarismi

Stalinismo:
regime politico che affermò in Russia la dispotica dittatura di Stalin e l'ideologia a essa connessa. Fu in questo periodo che si costituirono i tratti fondamentali del sistema sovietico, segnato dall'ispirazione dello stato-partito ad assumere il controllo totale su tutti gli aspetti della vita del paese (politica, economica, sociale e culturale). Frutto di un singolare sovrapporsi di continuità e rotture da una parte con la storia russa prerivoluzionaria e dall'altra con la tradizione rivoluzionaria bolscevica, lo stalinismo generò uno degli stati totalitari più feroci del XX secolo. Questo regime sorse quando, di fronte alle difficoltà del decollo industriale, fu abbandonata la Nep e venne imposta al paese la modernizzazione dall'alto. Nel 1929, dopo la sconfitta dell'opposizione di destra di Bucharin, Stalin assunse il pieno controllo del partito e diede avvio alla "grande svolta" che avrebbe dovuto portare alla rapida edificazione dell'economia socialista, regolata dalla pianificazione statale: ebbe inizio la collettivizzazione dell'agricoltura, accompagnata dall' industrializzazione forzata.
Fascismo:
Il fascismo fu un movimento politico italiano del XX secolo, rivoluzionario e reazionario, di carattere nazionalista e totalitario, che sorse in Italia per iniziativa di Benito Mussolini alla fine della prima guerra mondiale. Raggiunse il potere nel 1922 con la Marcia su Roma e si costituì in dittatura nel 1925. Il fascismo descrive sé stesso come una terza via alternativa a capitalismo liberale e comunismo marxista, basata su una visione interclassista, corporativista e totalitaria dello Stato. Radicalmente e violentemente contrapposto al comunismo e pur riconoscendo la proprietà privata, il fascismo rifiuta infatti anche i principi della democrazia liberale. Nacque contemporaneamente come reazione alla Rivoluzione Bolscevica del 1917 e alle lotte sindacali, operaie e bracciantili, culminate nel Biennio rosso in parte in polemica con la società liberal-democratica uscita lacerata dall'esperienza della prima guerra mondiale, unendo aspetti ideologici tipici dell'estrema destra (nazionalismo, militarismo, espansionismo, meritocrazia) con quelli dell'estrema sinistra (primato del lavoro, rivoluzione sociale e generazionale, sindacalismo rivoluzionario), inserendovi elementi ideali originali e non, quali l'aristocrazia dei lavoratori e dei combattenti, la concordia fra le classi il primato dei doveri dell'uomo sui diritti e il principio gerarchico, portato al suo culmine dell'obbedienza cieca e pronta al capo di alcuni reparti d'assalto durante la grande guerra.
Nazismo:
Il nazismo, nacque in Germania dopo la prima Guerra Mondiale e si diffuse grazie all'amarezza per la sconfitta subita e le pesanti condizioni imposte dall'Intesa, al rancore contro i socialisti, accusati di aver pugnalato alla schiena la nazione in guerra e infine al peggioramento delle condizioni dei ceti medi agrari e urbani, per alcuni aspetti, è affine al fascismo italiano e s’ispira alle dottrine di superiorità biologica e culturale della razza ariana. Nel 1929 la crisi in Germania spinse verso il nazismo i lavoratori delusi dal socialismo e dalla democrazia e milioni di disoccupati, mentre i gruppi dirigenti dell'industria, dell'esercito e della burocrazia videro nel nazismo l'occasione per riconquistare l'antico prestigio e potere.. Adolf Hitler nel suo libro "Mein Kampf" sostenne che solo un'organizzazione militare, fondata sulla fede e sull'obbedienza al capo supremo poteva realizzare la rinascita nazionale: Veniva così delineata una società gerarchica in cui le masse si sottomettevano ai capi e le razze inferiori a quelle superiori.
La salita al potere fu continua e facilitata dalla debolezza dell'opposizione democratica e governativa che non si oppose al NSDAP salvo alle azioni insurrezionaliste.
Il 30 gennaio 1933 Hitler fu nominato Cancelliere, ma ancora gli occorreva la maggioranza assoluta per governare, quindi indisse le elezioni per il 5 marzo 1933, poco prima, il 27 febbraio fu data alle fiamme la sede del Reichstag di cui la propaganda nazista accusò i comunisti. Il Parlamento fu rieletto in un clima di paura e di intimidazione, di fatto Hitler fece firmare al Presidente Hinderburg un decreto che sopprimeva tutte le libertà costituzionali, l'eliminazione dei partiti e dei sindacati. Si costituirono la Gestapo e i tribunali speciali contro gli oppositori. Poi con l'aiuto del Partito Conservatore raggiunse il potere assoluto: Hitler aveva vinto con il terrore provocato dalle squadre d'assalto comandate da Ernest Ròhm. Una volta raggiunto il suo scopo Hitler fece uccidere nella notte del 30 giugno 1934 (la notte dei lunghi coltelli) Ròhm e i suoi luogotenenti dall'esercito.

Futurismo
“1-Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità.
2-Il coraggio, l'audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia.
3-La letteratura esaltò fino ad oggi l'immobilità penosa, l'estasi ed il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l'insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno.
4-Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità [...]
5-Noi vogliamo inneggiare all'uomo che tiene il volante, la cui asta attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita.
6-Bisogna che il poeta si prodighi con ardore, sfarzo e magnificenza, per aumentare l'entusiastico fervore degli elementi primordiali.
7-Non vi è più bellezza se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro.
8-Noi siamo sul patrimonio estremo dei secoli! [...] poiché abbiamo già creata l'eterna velocità onnipresente.
9-Noi vogliamo glorificare la guerra-sola igiene del mondo-il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore [...]
10-Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d'ogni specie e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica o utilitaria
11-Noi canteremo [...] le locomotive dall'ampio petto, [...] il volo scivolante degli aeroplani. E' dall'Italia che lanciamo questo manifesto di violenza travolgente e incendiaria col quale fondiamo oggi il Futurismo[...]”
Manifesto Futurista, Martinetti.
Il futurismo nasce in un periodo di grande fase evolutiva dove tutto il mondo dell'arte e della cultura era stimolato da moltissimi fattori determinanti: le guerre, la trasformazione sociale dei popoli, i grandi cambiamenti politici, e le nuove scoperte tecnologiche e di comunicazione come il telegrafo senza fili, la radio e gli aeroplani; tutti fattori che arrivarono a cambiare completamente la percezione delle distanze e del tempo, "avvicinando" fra loro i continenti. Il XX secolo era quindi invaso da un nuovo vento, la velocità. Le catene di montaggio abbattevano i tempi di produzione, le automobili aumentavano ogni giorno, le strade iniziarono a riempirsi di luce artificiale, si avvertiva questa nuova sensazione di futuro e velocità sia nel tempo impiegato per produrre o arrivare ad una destinazione, sia nei nuovi spazi che potevano essere percorsi, sia nelle nuove possibilità di comunicazione.
D’Annunzio e il Fascismo
Gabriele D'Annunzio fu il personaggio di spicco della storia novecentesca, l'uomo soldato per eccellenza, il Vate della nazione, il letterato più inoltrato nel movimento fascista. D'Annunzio, in primis, scrisse i vari e popolari discorsi di piazza con i quali Mussolini conquistò il popolo, aiutato da una tenacia ineguagliabile. Egli era, inizialmente, fiancheggiatore fidato del Duce, anche se tra i due esisteva un rapporto d'amore/odio. D'Annunzio, infatti, appellava il Duce "Maestrucolo" (essendo egli un maestro), in forma dispregiativa, giacchè ammoniva molte delle sue scelte in ambito politico come l'alleanza con il Fhurer. Come ben sappiamo, per la causa nazionalista D'Annunzio si battè sin dalla prima guerra mondiale, con il volo su Vienna, fino alla guerra mutilata, a Fiume, dove lottò per quindici mesi, per poi essere cacciato con la forza dai corpi armati inviati da Giolitti. Insomma, in definitiva la popolarità mediatica del Fascismo la si deve in grandissima parte al Vate, grande uomo letterario, soldato e politico. Alla sera della sua vita, giacchè Mussolini, essendo arrivato all'apice assieme al Fhurer, ritenne ormai superflua la sua presenza, decise di far uscire di scena il Vate, donandogli il Vittoriale, sul lago di Garda, un'enorme e maestosa villa che D'Annunzio chiamò "La casa degli italiani" e nella quale morì..
Lo Übermensch
Il superomismo è la dottrina di Nietzsche (1844-1900) per la quale il «superuomo» diventa protagonista della storia. Tutti i valori della civiltà occidentale - religione, scienza, morale - per Nietzsche sono mistificazioni volute dal gregge degli «schiavi», dalla massa per ostacolare il cammino degli uomini superiori; e sono il risultato dello spegnersi nel corso dei millenni dell'originaria «volontà di potenza», ossia dell’energia creatrice dell’uomo e dei suoi valori vitali. Incarnazione della volontà di potenza è il superuomo (Übermensch).
Nietzsche fu un critico spietato degli ideali e dei valori tradizionali dell'Europa dell'Ottocento. Nelle sue opere filosofiche si scagliò contro il Positivismo e la sua fiducia nel fatto scientifico e oggettivo, demolendo il concetto di progresso da lui definito come un'idea "moderna" e "falsa", e contro ogni tipo di spiritualismo proclamando la morte di Dio. In particolare egli criticò il cristianesimo che riteneva un "vizio". La morale cristiana è per Nietzsche la «morale degli schiavi» che deriva dal «dire di sì ad un altro»: ad essa egli contrappose la «morale aristocratica» che ha inizio nel momento in cui «si dice di sì a se stessi».
In Così parlò Zarathustra (1883), una delle sue opere più importanti, il filosofo tedesco propone tre temi fondamentali: la morte di Dio, il superuomo e l'eterno ritorno. Soprattutto il concetto di superuomo è stato spesso male interpretato. Il superuomo nietzschiano, infatti, non è l'archetipo nazista ma piuttosto colui che, avendo preso coscienza del fatto che tutti i valori tradizionali sono crollati, è in grado di ritornare ad essere "fedele alla terra", liberandosi dalle cristallizzazioni della cultura. Il superuomo ha in sé una forza creatrice che gli permette di operare la traslazione dei valori e di sostituire ai vecchi doveri la propria volontà.

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