f’(x0) =
lim
f(x0 + h) – f(x0)
=
lim
f(x) – f(x0)
h→0
h
x→x0
x – x0
• TANGENTE NEL PUNTO P(x0, f(x0)):
Si definisce tangente nel punto P(x0, f(x0)) alla curva del grafico della funzione y = f(x), la posizione limite, se esiste, della retta che unisce P a un altro punto Q della curva quando Q tende a P muovendo
Matematica
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TEOREMA n 3
Per tre punti non allineati passa una e una sola circonferenza.
TEOREMA n 4
Due corde congruenti della stessa circonferenza (o di circonferenze congruenti) hanno distanze dal centro congruenti.
TEOREMA n 5
Due corde della stessa circonferenza (o di circonferenze congruenti) che hanno distanze dal centro sono congruenti.~~
~~Risultato sistema a= m Ris sist b=n
Soluzione disequazioni m unione n ovvero m v n
Disequazioni irrazionali
N dispari
N sqrt(A(x))(B(x))^N
N=2
Sqrt(A(x))=0
B(x)>0 B(x)>=0
A(x)=0 B(x)>=0
B(x)(B(x))^2 Unione
GEOMETRIA ANALITICA
Distanze AB= sqrt((xb-xa)2+(yb+ya)2
Qui consideriamo alcuni tipi di funzione che ci aiutano a costruire il loro grafico e precisamente:
• le funzioni pari
• le funzioni dispari
• le funzioni periodiche
• Per le funzioni pari bastera' costruire solo meta' grafico poi farne il simmetrico rispetto all'asse delle y (simmetria assiale). In pratica lo ribalto attorno all'ass
II quadrante, corrispondente all’arco BA’
III quadrante, corrispondente all’arco A’B’
IV quadrante, corrispondente all’arco B’A
Seno e Coseno di un angolo
Essendo O il centro della circonferenza e OP il raggio unitario, le funzioni seno e coseno dell’angolo i si possono definire nel seguente modo:
Il Seno di un arco
➢ Individuazione del problema da risolvere e raccolta di tutte le informazioni ad esso inerenti
• In questa fase vengono individuate le variabili coinvolte e le condizioni a cui esse dipendono. Vengono individuate in particolare le variabili controllabili (dette anche d’azione) ovvero quelle di cui è noto e quantificabile il comportamento, e quelle
...
Abbiamo già visto esempi di insiemi numerici nei quali le operazioni non davano i risultati ordinari, così, per esempio, le “classi di resto modulo m”, gli insiemi Zm che contengono esattamente gli elementi 0, 1, 2,…, m-1, avevano regole di moltiplicazione tali che ad ogni coppia di elementi di Zm veniva associato un altro elemento di Zm, sfruttando una