Riassunto I0° capitolo dei Promessi Sposi

Materie:Riassunto
Categoria:Letteratura

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Data:17.04.2007
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Testo

X CAPITOLO
Il principe aveva approfittato subito dell’occasione che gli si era presentata e con spietata astuzia, alternando la severità alla gentilezza e sfruttando il particolare stato d’animo della ragazza, aveva indotto Gertrude ad ammettere che la vita del secolo era troppo piena di pericoli per lei. Poi, forte di quest’immissione che, in verità, per Gertrude non aveva altro che un significato generico, aveva entusiasticamente annunciato alla moglie e al figlio la notizia che Gertrude era risoluta di prendere il velo. Infine, aveva fissato per l’indomani la visita al convento durante la quale Gertrude avrebbe chiesto di esservi accolta e di voler affrontare l’esame del vicario. Gertrude, di fronte a ciò, non aveva avuto la minima reazione, anche perché era rimasta stordita dal rapido evolversi della situazione e non riusciva nemmeno a rendersi conto come il suo pensiero fosse stato così frainteso. In ogni modo, per tutto il resto della giornata, non ebbe un momento per riflettere su ciò che era accaduto. Improvvisamente, infatti, si era trovata immersa nel turbine della vita mondana, fatta oggetto da tutti i familiari d’ogni gentilezza e circondata dagli omaggi e dalle lodi dei parenti che erano venuti a congratularsi con lei. L’indomani, la giornata non era stata meno intensa e la poveretta, sempre più stordita e incerta, con la visita al convento, aveva fatto un altro passo verso la monacazione, in quanto aveva ufficialmente chiesto alla badessa di essere accolta nel suo monastero. In verità, in quel momento, Gertrude aveva pensato di dire come stavano le cose e di porre fine a quel terribile gioco di menzogne da cui stava per essere schiacciata, ma lo sguardo severo e minaccioso del padre l’aveva dissuasa dal farlo. Il giorno successivo l’esame da parte del vicario circa la reale fondatezza della sua decisione e della sua vocazione era stato, purtroppo, una semplice formalità. Il buon uomo aveva espressamente chiesto a Gertrude se avesse liberamente scelto di farsi monaca o se vi era stata costretta, ma Gertrude, schiacciata sotto l’incubo della volontà paterna, aveva continuato a mentire. Pochi giorni più tardi l’assemblea delle monache del convento aveva votato l’accettazione di Gertrude la quale, quasi ad abbreviare il tormento che ormai le procuravano i piaceri e i divertimenti in mezzo a cui i familiari la costringevano a vivere, aveva deciso di entrare subito in convento. Là aveva trascorso i dodici mesi di noviziato. A quel punto, Gertrude avrebbe potuto rassegnarsi e trarre conforto dalle consolazioni che la religione cristiana le offriva. Invece non aveva saputo adattarsi alla nuova situazione: quella vita per lei era insopportabile e rimpiangeva continuamene la libertà perduta. Da ciò, da questo stato d’animo irritato e offeso, le venivano quotidianamente gli atti d’insofferenza, le sgarberie e le villanie con cui sfogava il suo malumore nei confronti delle altre monache e, poi, anche nei confronti delle educande che le erano state affidate. Gertrude, che nel convento godeva di una grand’autorità in virtù del suo rango, aveva vissuto così per alcuni anni. Poi, un giorno, per sua disgrazia aveva conosciuto un giovane, scellerato di professione, un certo Egidio. Costui l’aveva vista passeggiare in un cortile del convento da un suo appartamento che dava proprio sul monastero e un giorno aveva osato anche rivolgerle la parola. La sventurata gli aveva risposto e aveva avviato con lui una peccaminosa relazione. La cosa, dapprima, aveva dato a lei una certa tranquillità, ma ben presto, sia per effetto della drammaticità della situazione sia per effetto della terribile scuola d’Egidio, la poveretta si era fatta ancor più insofferente della vita monastica. Da ultimo, poi, Gertrude aveva dovuto rendersi complice dell’uccisione di una conversa che aveva scoperto la tresca e, per vendetta, minacciava di rivelarla a tutti. Così, legata ormai ad Egidio anche da un delitto e travagliata dai rimorsi, non aveva più avuto pace e viveva in continue angosce. Così stando le cose, non può parere strano che la signora, con il suo atteggiamento e le sue domande, sconcertasse Lucia. Di fatto, quando Lucia era stata presentata alla monaca, era passato solo un anno da quell’orribile delitto e la monaca, sempre più vittima delle sue passioni e delle sue vergogne, sembrava provare una soddisfazione morbosa a stuzzicare Lucia, interrogandola su Don Rodrigo o sul suo amore per Renzo. Comunque, al di là di questo, bisogna dire che la signora aveva preso a ben volere Lucia e la madre e le aveva sistemate nella casa della fattoressa del convento.

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