Relazione sulla lettura di Sior Todero brontolon

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Testo

Pansarella Simone Torino, 8 gennaio 2001
IV D el.
I.T.I.S. Giuseppe Peano

• Relazione sulla lettura di Sior Todero brontolon ed eventuale confronto con altre commedie di Goldoni lette

In questa commedia, Goldoni, riprende un tema già affrontato precedentemente nella commedia

“i Rusteghi”.

La commedia ruota attorno al personaggio del Sior Todero, un vecchio brontolone e avaro, che

credendosi “paron” (padrone) della famiglia e di tutti i suoi servitori, pensa di aver il diritto di

disporre della vita degli altri a proprio piacimento. Questo lo si può notare quando vuole far

sposare sua nipote Zanetta con il figlio del suo agente oppure quando dice a suo figlio Pellegrin

di non ascoltare la moglie Marcolina perché non ha alcun potere nella casa e quando costringe

tutti i servitori a non chiamare nessuno con il termine “paron” se non solo lui.
Todero ha una nipote, Zanetta, che i genitori (o per meglio dire, la mamma Marcolina)

vorrebbero veder sposata con Meneghetto, un giovane ricco cugino di Fortunata, una vedova

amica di Marcolina. Il nonno, pur di non perdere la dote che deve dare alla nipote, la

promette in sposa a Nicoletto, un giovane poco furbo, figlio del suo agente Desiderio. La

commedia termina con il matrimonio di Cecilia e Nicoletto, e con quello di Zanetta e

Meneghetto; il matrimonio tra la figlia di Marcolina e Meneghetto riesce grazie all’aiuto di

Fortunata.

Il tema della commedia è indubbiamente il matrimonio combinato che era solito tra le famiglie

del Settecento, naturalmente con una forte caricatura sul carattere dei personaggi, ma c’è anche

un altro tema, cioè quello della nuova generazione che avanza. Todero infatti crede di essere

eterno grazie a quell'egocentrismo che gli ha permesso di accumulare roba creandosi l’illusione

di possedere una forza sovrumana che gli permette di poter gestire in autonomia e con piena

autorità la vita dei suoi familiari, ma non ha fatto i conti con una forza che si oppone al suo

sottomettere gli altri pensano di avere in mano il mondo, questa figura della nuova generazione è

rappresentata da Meneghetto che è l’esatto contrario di Todero, il vecchio infatti si impone con la

forza del denaro e della superbia, mentre il giovane Meneghetto, che è ugualmente ricco e di

buona famiglia, si impone con la forza della mente e della parola, si esprime gentilmente e ha

modi raffinati, è sensibile e calmo, mentre Todero perde la pazienza ad ogni cosa.

Come già detto, Todero è un vecchio avaro, dispotico, superbo e ostinato, pensa che tutti gli altri

siano cattivi perché in qualche modo, ognuno vuole appropriarsi del suo denaro. Todero non

riesce a notare i suoi difetti e trova una giustificazione ad ogni suo capriccio, ad esempio alla sua

ostinazione di veder sposata la nipote con chi vuole lui, trova la scusa di rispettare i patti con il

suo agente Desiderio.

Marcolina è la persona che più spicca nella commedia, come spiegato anche in classe

rappresenta il nuovo ruolo della donna nella società.

Come tutte le madri, Marcolina, vorrebbe vedere sposata con un uomo che non la faccia soffrire

e soprattutto con un suocero che non brontoli (proprio quello che è accaduto a lei). E’ chiaro

come possa venire fuori un carattere aggressivo in Marcolina al momento in cui viene a sapere

che a decidere il marito di Zanetta è il “paron” Todero.

Pellegrin è il figlio incapace di Todero, dipende in tutto dal padre e ha paura di parlargli per non

far scatenare la sua ira, al suo cospetto non difende nemmeno la moglie Marcolina, vive per tutta

la commedia nella classica situazione tra l’incudine e il martello, tra la moglie e il padre, ma

nemmeno alla fine avrà il potere di marito.

Zanetta ha un ruolo secondario, infatti nonostante la commedia tratti del suo matrimonio, come

personaggio non ha alcun rilievo.

Meneghetto rappresenta la persona moderata e lo spirito innovativo che entra nella vita

quotidiana, viene portato in casa di Todero da Fortunata, per farlo conoscere a Marcolina in vista

di un possibile matrimonio con Zanetta; in una parola, Meneghetto, può essere descritto con

l’aggettivo “razionale” e lo si può intuire nello scontro che ha faccia a faccia con Todero nel

terzo atto, scena II.

Nicoletto e Desiderio sono i due agenti di Todero. Desiderio (il padre di Nicoletto) è un lontano

parente di Todero e lo serve da anni rubacchiando a destra e a sinistra, spera di far sposare

Nicoletto con la nipote del paron in modo che gli arrivino anche i soldi della dote, ma Nicoletto,

che non è cattivo ma solo un po’ stupido, tradisce la fiducia del padre sposando Cecilia, ma

assicurandosi sicuramente un posto accanto a Todero nell’amministrazione, mentre Desiderio è

costretto ad andarsene perché scoprono dei suoi furti.

Cecilia è la cameriera della casa, è innamorata di Nicoletto, rappresenta un personaggio molto

simpatico, ma ad un certo punto della commedia cambia radicalmente il suo comportamento con

Marcolina, perché viene a saper del matrimonio tra Nicoletto e Zanetta.

Fortunata è la più grande amica di Marcolina, nella commedia agisce come una persona di

famiglia anche se è praticamente un’estranea, pensando razionalmente riesce ad aiutare la sua

amica facendo sposare Nicoletto e Cecilia.

Per capire meglio la storia e la scelta di alcuni ambienti si può fare un rapido confronto con

un’altra commedia di Goldoni: La bottega del caffè. In questa commedia tutto è ambientato

in una bottega del caffè, cioè un negozio che potremmo paragonare ad un bar dei

giorni nostri, dove la gente si ritrovava per chiacchierare e spettegolare, quindi la bottega

rappresenta un punto in cui la vita scorre e si apre verso il mondo attraverso le facce di

giocatori, mercanti, viandanti e prostitute; quello che Goldoni ci vuole far vedere è uno scorcio

di vita veneziana attraverso la nuova scoperta del caffè.

Inoltre questa commedia è scritta in italiano ad eccezione di alcuni interventi in dialetto.

La commedia Sior Todero brontolon, è ambientata all’interno di una casa fredda, e non

sarebbe potuta essere ambientata in un altro luogo, infatti la casa che in genere rappresenta un

nido, in questo caso rappresenta invece la prigione, qualsiasi cosa ci sia fuori è comunque

migliore.

Per Todero è la prigione della sua avarizia chiuso sempre nel suo studio, per Pellegrin è la
prigione della paura che ha per suo padre mentre per Marcolina è la prigione del carattere del

suocero “paron de tutto”, quindi se la bottega è il luogo in cui la vita si apre, la casa è il luogo in

cui la vita diventa triste e si chiude in se stessa.

In questa commedia Goldoni sottolinea i problemi di una famiglia, naturalmente ingigantiti dalle

esagerate caricature dei caratteri dei personaggi, ma comunque è la famiglia il centro di tutto o

comunque un nucleo di persone ben definito che in qualche modo sono legate tra di loro, mentre

nell’altra commedia, i personaggi non hanno nulla a che fare tra di loro se non che si vedono

sempre nella bottega. Come già detto il tema centrale è la società; per farci capire meglio

l’ambiente intimo e chiuso, Goldoni, come linguaggio usa esclusivamente il dialetto veneziano,

cioè quello che in casa si usava abitualmente per parlare.

Quindi si può notare come, sebbene siano ambientate più o meno nello stesso periodo e

in tutte e due le commedie i personaggi abbiano difetti amplificati per l’intento comico dello

scrittore, le due commedie differiscano molto tra di loro, per concetti e contenuti.

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