Pirandello: "il fu Mattia Pascal"

Materie:Appunti
Categoria:Letteratura

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Data:11.01.2001
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Testo

Scheda di analisi narratologica

del romanzo: “Il fu Mattia Pascal” (1904)
di: Luigi Pirandello (1867-1936)

I. ELEMENTI DELLA STORIA

1) AMBIENTAZIONE
Luoghi: la vicenda è ambientata in un piccolo paese di nome Miragno e a Roma (p.za San Pietro, Monte Mario, via Borgo Nuovo, ponte Nomentano, p.za di Spagna), tuttavia l’autore nomina anche le terre che possedeva il padre di Mattia: il podere della Stia, San Rocchino, le due Riviere, la poggiata dello Sperone. Altre cittadine nominate sono: Oneglia, Montecarlo, Milano, Padova, Torino, Ravenna, Firenze, Venezia, Pisa, Perugia.
Tempo: i fatti si svolgono nel ‘900, anche se l’autore non ci dà riferimenti precisi. Il racconto dura circa 2 anni.

2) PERSONAGGI
Personaggi principali: Mattia Pascal (protagonista), famiglia di Mattia, Romilda, T. Papiano, Malagna, ved. Pescatore, Zia Scolastica, M. Dondi, Adriana, G. Pomino, S. Caporale.
Personaggi secondari: Don Eligio Pellegrinotto, Pinzone, Romitelli, Oliva, persone conosciute al casinò, il tedesco, lo spagnolo, la donna, il giornalista Laddetta, S. Papiano, T. Lenzi, Terenzio, G. d’ Auletta, Candida, signore e signora Pantagoda, Bernardez.

3) VICENDA
Riassunto per punti:
1. La famiglia di Mattia lo rimprovera perché non ha un lavoro.
2. Mattia è stanco di questa situazione e parte di nascosto per Montecarlo. Là gioca alla roulette e vince.
3. Mentre Mattia legge il giornale, trova la notizia della sua morte. Evidentemente è uno sbaglio di persona, ma lui decide di approfittarne per rifarsi una vita.
4. Allora cambia il suo nome in Adriano Meis, compra una casa e si stabilisce a Roma.
5. Là s’innamora di Adriana, ma non può sposarla né raccontarle la verità.
6. Romilda, moglie di Mattia, si sposa con Pomino, così al ritorno a Miragno per Mattia è troppo tardi.
7. Mattia va a vivere con la Zia Scolastica e ogni tanto visita la sua tomba.
8. Mattia si confida con un prete, Don Eligio.
Riassunto dettagliato:
La storia di Mattia Pascal è il viaggio di un uomo che, attraverso le peripezie che il destino gli riserva, riesce a trovare il vero valore della libertà e a capire finalmente chi è, o meglio chi fu da vivo.
Mattia Pascal è il custode di una sperduta biblioteca, dimenticata da tutti tranne che dai topi, nel comune di Miragno, costretto a lavorare per la prima volta in vita sua, dopo aver trascorso una gioventù agiata e spensierata grazie alle proprietà del padre. Dalla morte del padre tutte le ricchezze della famiglia sono andate a finire nelle avide tasche del Malagna, il perfido amministratore dei loro beni, che senza il minimo scrupolo approfitta dell’ingenuità della signora Pascal per ingannarla.
Ma la situazione finanziaria di Mattia è nulla in confronto alla tristezza della vita che è costretto a sopportare in famiglia: egli infatti si trova a dover sposare una donna che lo odia ed ospitare in casa una suocera che lo disprezza, a dover patire la morte di sua figlia mentre il suo unico figlio ancora in vita gli viene tolto dallo stesso Malagna e a perdere anche la sua amata madre che lo lascia definitivamente solo.
Un giorno, dopo una delle solite sfuriate con la suocera Pescatore, “non sapendo più resistere alla noia e allo schifo di vivere in quel modo”, si ritrova per caso a Montecarlo con in tasca le 500 £ della lapide della madre. Grazie ad una straordinaria fortuna, riesce a vincere al tavolo verde 82.000 £ con i quali sogna una nuova vita. Mentre torna a casa legge stupito su un giornale la notizia della sua morte, o meglio la notizia della morte di un pover uomo che era abbastanza somigliante affinchè la suocera e la moglie riuscissero a sbarazzarsi dello scomodo Pascal. Così Mattia cambia binario per crearsi una seconda vita con la fortuna che ha in tasca. Viaggia da un posto all’altro senza fermarsi troppo per non rischiare di rimanere di nuovo invischiato dal mondo che lo circonda e dalla vita, ritrova da morto quella gioia, quella felicità e quella spensieratezza che gli erano state tolte da vivo. Pian piano che questo suo errare senza una meta continua, Mattia si accorge di essere solo più che mai e che, se prima lo essere completamente sciolto da ogni catena lo faceva sentire padrone del proprio futuro, ora si avvede che proprio la mancanza di questi legami lo relega fuori dall’esistenza, emarginato dalla società per la quale egli morto suicida nella stia. Così matura la decisione di fermarsi finalmente in una nuova casa a Roma per ricostruirsi una nuova vita.
Lì incontra il signor Paleari, un singolare individuo che lo intrattiene, spesso fino alla noia, con discorsi sulla morte e su cosa ci si debba aspettare dopo di essa. Nella stessa casa, riscopre l’amore di una donna, Adriana, che con la sua semplicità e la sua purezza d’animo riesce a farlo innamorare di nuovo. Ancora una volta però, egli è costretto a fuggire dalla sua vita perché la sua condizione di morto non gli permette di legarsi con quelle corde che tanto odiava prima, ma che ora riconosce come necessarie e desiderabili per sentirsi veramente vivi. Così inscena l’ennesimo suicidio e fugge verso l’unica strada che ora gli si presenta per riscattare la sua esigenza vuota.
Torna a Miragno, dove nel frattempo la moglie si è risposata con un vecchio compagno benestante, ma nessuno lo riconosce finchè egli non rivela la propria identità. A questo punto però si rende conto che sarebbe inutile riacquistare una legalità che riuscirebbe solo a spezzare una nuova famiglia di cui lui ora non fa più parte. Ormai è troppo tardi per riconquistare ciò che aveva perduto: non gli resta altro che contemplare la sua lapide, la lapide del fu Mattia Pascal.
Avvenimenti esterni:
Pirandello non ha inserito dei veri e propri avvenimenti esterni, ma fa alcuni accenni storici alle pag. 71-194-195-196.

II. PROCEDIMENTI DEL DISCORSO

1) RAPPORTO FABULA-INTRECCIO
Il rapporto fabula-intreccio non coincide, in quanto l’ordine non è cronologico. La successione delle vicende è: 8 – 1 – 2 – 3 – 4 – 5 – 6 – 7.

2) POSIZIONE DEL NARRATORE
Il narratore è lo stesso Mattia, perciò la posizione del narratore si può dire di interno protagonista.

3) RAPPRESENTAZIONE DEL TEMPO
Ordine: non cronologico, perché il rapporto fabula-intreccio non coincide.
Ritmo narrativo:
Nel racconto compaiono le digressioni di alcuni personaggi e di pochi luoghi descritti in modo superficiale, ma non occupano molto spazio nel testo. Compaiono invece parecchi sommari ed ellissi, usati nei flashback. L’autore non ritiene opportuno l’utilizzo del tempo rallentato. La scena è la tecnica più utilizzata, la troviamo nei dialoghi e nelle riflessioni.
Da ciò possiamo dedurre che il ritmo narrativo è nel complesso lento, per via delle numerose riflessioni. Tuttavia è velocizzato dai sommari e dalle ellissi.

4) RAPPRESENTAZIONE DELLO SPAZIO
L’autore non dedica molto spazio alle descrizioni di luoghi. Le descrizioni sono brevi e sintetiche e hanno poco spazio nel testo.

5) COSTRUZIONE DEI PERSONAGGI
Presentazione: vengono utilizzate sia la descrizione diretta (per l’aspetto fisico dei personaggi), sia quella inversa (per le descrizioni psicologiche).
Costruzione: MATTIA PASCAL
• Fisionomica: è un bel ragazzo, l’unico suo difetto potrebbe essere quel suo occhio strano.
• Psicologica: è un ingenuo e può sembrare un fagnano che non ha voglia di lavorare, ma in realtà non lo è. È un po’ immaturo perché spera di poter cambiare la sua situazione cambiando nome, ma non ha pensato alle conseguenze.
• Ideologica: non ha una personalità spiccata, ma ne ha infinite, come tutti i personaggi di Pirandello.
• Sociale: dapprima è disoccupato, ma poi trova un impiego in libreria.
• Culturale: non è particolarmente istruito.
È un uomo come tanti senza eccessi e senza segni particolari. Si sente oppresso e schiacciato dalla vita che ogni giorno lo mette a dura prova, l’unica cosa che desidera è trovare una via di fuga che gli permetta di essere libero.

COMMENTO:
Il romanzo accentua la vena pessimistica che caratterizza l'opera di Pirandello. Un uomo e due vite. Un bel giorno si trova un cadavere che non viene identificato. Mattia Pascal decide di "usare" quel cadavere per scomparire e rifarsi una vita. Certo tutti, se fossero nella situazione del protagonista, un bibliotecario che conduce una vita grigia, con un matrimonio in piena crisi, vorrebbero cambiare, lasciare tutto, fuggire lontano dal loro destino. Si, dal loro destino. Penso pero' che sia impossibile sfuggire a qualcosa che fa parte di noi, lo abbiamo scritto sul palmo della nostra mano. Pascal non ci e' riuscito, o forse Pirandello non lo ha voluto "slacciare" dal suo destino. Mentre leggevo il libro da una parte volevo che Pascal riuscisse a sfuggire al suo destino, dall'altra no. Il protagonista, dopo una grande vincita al casino' di Montecarlo, si costruisce, piano piano, una nuova vita, un'esistenza migliore. Cambia nome e diventa Adriano Meis, gira l'Europa e poi si stabilisce a Roma; si fa degli amici, dei nemici e si innamora. Lui pero' non può essere sincero con nessuno. Si accorge che la sua nuova esistenza è più terribile dell'altra. Decide allora di morire, simula un suicidio e scompare. Torna al suo paesello e qui trova la moglie felicemente sposata con il suo migliore amico. Ho imparato molto da questo libro. Con il suo pessimismo Pirandello mi ha illuminata. Molte persone, anche attualmente, cercano di sfuggire al loro destino: a queste consiglierei di leggere il libro.

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