Opere di Isaac Asimov

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Testo

In che ordine si leggono i romanzi di Asimov?
Ordine "cronologico", secondo gli eventi descritti:
Ciclo dei Robot:
1. Abissi d'acciaio = The Caves of Steel (1954)
2. Il Sole Nudo = The Naked Sun (1957)
3. I Robot dell'Alba = The Robots of Dawn (1983)
4. I Robot e l'Impero = Robots and Empire (1985)
Ciclo dell'Impero:
5. Paria dei cieli = Pebble in the Sky (1950)
6. Il Tiranno dei Mondi = The Stars, Like Dust (1951)
7. Le Correnti dello Spazio = The Currents of Space (1952)
Ciclo della Fondazione:
8. Preludio alla Fondazione = Prelude to Foundation (1988)
9. Fondazione: Anno Zero = Forward the Foundation (1993, postumo)
10. Cronache della Galassia = Foundation (1951)
11. Il Crollo della Galassia Centrale = Foundation and Empire (1952)
12. L'Altra faccia della Spirale = Second Foundation (1953)
13. L'Orlo della Fondazione = Foundation's Edge (1982)
14. Fondazione e Terra = Foundation and Earth (1986)

Però è consigliabile leggerli nell’ordine in cui Asimov li ha scritti, specialmente per

quanto riguarda i romanzi dello stesso ciclo:
1. Cronache della Galassia = Foundation (1951)
2. Il Crollo della Galassia Centrale = Foundation and Empire (1952)
3. L'Altra faccia della Spirale = Second Foundation (1953)
4. Abissi d'acciaio = The Caves of Steel (1954)
5. Il Sole Nudo = The Naked Sun (1957)
6. Paria dei cieli = Pebble in the Sky (1950)
7. Il Tiranno dei Mondi = The Stars, Like Dust (1951)
8. Le Correnti dello Spazio = The Currents of Space (1952)
9. L'Orlo della Fondazione = Foundation's Edge (1982)
10. I Robot dell'Alba = The Robots of Dawn (1983)
11. I Robot e l'Impero = Robots and Empire (1985)
12. Fondazione e Terra = Foundation and Earth (1986)
13. Preludio alla Fondazione = Prelude to Foundation (1988)
14. Fondazione: Anno Zero = Forward the Foundation (1993, postumo)
Altri romanzi di Asimov fuori dai cicli sono:
· La Fine dell'Eternità = The End of Eternity (1955)
· Neanche gli Dei = The Gods Themselves (1972)
(In realtà a voler essere precisi _La fine dell'Eternità_ è legata al ciclo di Fondazione e spiega una caratteristica importante della storia futura di Asimov)

INTRODUZIONE AL CICLO DELL'IMPERO
I tre romanzi del ciclo dell'impero si inseriscono, nella cronologia ideata da Asimov, tra le storie dei Robot e quelle della Fondazione. Rispetto invece alla data di pubblicazione occupano il primo posto, quando l'intento sistematico del loro autore non si era ancora manifestato completamente. Ciò significa che, sul piano delle vicende, essi vivono una vita propria, con protagonisti autonomi e, come si suol dire, possono essere letti indipendentemente dagli altri senza che perdano la loro ragione d'essere. Il taglio che caratterizza questi romanzi prevede storie di intrighi politici, di lotte per il predominio governativo e militare sulle galassia.
I LIBRI DEL CICLO DELL'IMPERO
Le correnti dello spazio
Il tiranno dei mondi
Paria dei cieli
LA STORIA DIETRO LA FONDAZIONE
"Il 1° Agosto 1941, quando ero un giovanotto di 21 anni, ero uno studente laureato in chimica alla Columbia University e scrivevo professionalmente fantascienza da tre anni. Stavo affrettandomi a incontrare John Campbell, curatore di "Astounding", al quale avevo già venduto cinque racconti. Ero ansioso di esporgli una mia nuova idea per una storia di fantascienza.
Si trattava di scrivere un romanzo storico sul futuro; di raccontare la storia della caduta dell'Impero Galattico. Il mio entusiasmo, probabilmente, fu contagioso, poichè l'eccitazione di Campbell si rivelò pari alla mia. Non voleva però che scrivessi un solo romanzo. Voleva una serie di episodi in cui fosse delineata compiutamente la storia del millennio di scompiglio tra il crollo del Primo Impero Galattico e la nascita del Secondo Impero Galattico. Il tutto sarebbe stato chiarificato dalla scienza della "psicostoria" che io e Campbell definimmo insieme.
Il primo episodio apparve su "Astounding" nel Maggio del 1942, il secondo nel numero di Giugno dello stesso anno. Furono subito popolari, e Campbell fece in modo che scrivessi alri sei episodi prima della fine del decennio. Gli episodi divennero anche sempre più lunghi. Il primo era di appena 12mila parole, due degli ultimi tre erano di 50mila parole ciascuno.
Al termine del decennio, mi ero ormai stancato della serie, la lasciai perdere e passai ad altro. Nel frattempo, comunque, diversi editori stavano incominciando a stampare libri di fantascienza rilegati. Tra questi, una piccola casa editrice semi-amatoriale, la Gnome Press. Pubblicarono la mia serie della Fondazione in tre volumi: "Fondazione" (1951); "Fondazione e Impero" (1952); e "Seconda Fondazione" (1953). I tre libri nel complesso divennero noti come la Trilogia della Fondazione.
I libri non fecero registrare buone vendite, poichè la Gnome Press non disponeva del capitale per pubblicizzarli e promuoverli.
Agli inizi del 1961, il mio curatore di allora presso la Doubleday mi disse di aver ricevuto da un editore straniero la richiesta di una ristampa della trilogia. Io scrollai le spalle, "non mi interessa,Tim.Quei libri non mi rendono un centesimo."
Seldes inorridì, si mise subito al lavoro per ottenere i diritti dalla Gnome e nell'Agosto di quell'anno i libri (con aggiunta di Io,Robot) divennero proprietà della Doubleday.
Da quel momento la serie della fondazione decollò e cominciò ad incamerare royalty sempre più ingenti. Durante la Convenzione Mondiale della Fantascienza del 1966, ai fan fu chiesto di votare per la categoria della "Miglior serie in assoluto". La Trilogia vinse il premio, il che contribuì ad un ulteriore incremento della notorietà della serie.
Gli ammiratori continuavano a chiedermi sempre con maggiore insistenza di continuare la serie ma io, educatamente, continuai a rifiutare. La Doubleday, comunque, prese quella richiesta molto più seriamente di me. Mi accontentava da vent'anni ma, visto il numero delle richieste, alla fine perse la pazienza. Nel 1981 mi dissero senza mezzi termini che dovevo scrivere un altro romanzo della Fondazione e, per indorare la pillola, mi offrirono un contratto anticipato duplicato rispetto alla cifra che prendevo di solito.
Rilessi la Trilogia e, respirando a fondo, mi tuffai nell'impresa. Il quarto libro della serie, "L'Orlo della Fondazione", fu pubblicato nell'Ottobre del 1982, dopo di che si verificherò un fatto molto strano. Comparve immediatamente nella lista dei libri più venduti del New York Times.
La Doubleday mi commissionò subito nuovi romanzi, scrissi così "Fondazione e Terra" che inizia nel preciso istante in cui "L'Orlo della Fondazione" finisce."
Isaac Asimov,
New York, 1986
Dall'introduzione a "Fondazione e Terra",Mondadori 1987

I LIBRI DELLA FONDAZIONE
-Preludio alla fondazione
-Fondazione anno zero
-Prima fondazione
-Fondazione e impero
-Seconda fondazione
-L'orlo della fondazione
-Fondazione e terra
ABISSI D'ACCIAIO
New York è irriconoscibile: niente più torri e grattacieli, ma un immensa metropoli "coperta" che non viene mai a contatto con l'aria, dove milioni di uomini e donne brulicano come formiche su strade mobili. Dove, soprattutto, i robot stanno soffiando i posti di lavoro agli uomini a un ritmo sempre più preoccupante E alle porte di New York si stende come una sfida Spacetown, la città degli Spaziali dove tutto è lusso e ariosità, superbia e ostentazione. C'è da meravigliarsi che uno dei tanti terrestri scontenti ammazzi uno Spaziale, e che il caso rischi di diventare un incidente interplanetario? Per risolverlo bisogna ricorrere al miglior poliziotto della City, Lije Baley, e affidargli come compagno il miglior poliziotto di Spacetown, R. Daneel Olivaw. Il guaio è che quella "R", significa robot: sta per cominciare una sfida implacabile tra l'intelligenza umana e quella artificiale per risolvere l'omicidio più esplosivo che la Terra ricordi; e, per il lettore, una delle letture più appassionanti nel campo della fantascienza pura
ABISSI D'ACCIAIO
Millenni nel futuro, i terrestri vivono in città che sembrano giganteschi alveari.Molto tempo prima i terrestri avevano iniziato a viaggiare nello spazio e a colonizzarlo.Ora gli Spaziali, così vengono chiamati i discendenti di quei viaggiatori, hanno una loro vita totalmente staccata da quella terrestre e mantengono con la terra solo un piccolissimo collegamento, Spacetown (la base degli spaziali sulla terra).
Elijah Baley è un poliziotto di New York, cresciuto, come tutti i terrestri, tra i meandri, le gallerie delle nuove città e come tutti gli abitanti della Terra nutre un sentimento di diffidenza nei confronti degli Spaziali e dei Robot che collaborano con questi ultimi. Quando accade un omicidio a Spacetown, ovviamente gli spaziali ritengono che il colpevole sia un terreste e, altrettanto ovviamente, i terrestri pensano al contrario. Baley viene mandato ad investigare e gli viene affiancato un agente degli Spaziali, R. Daneel Olivaw. La "R" sta per robot, ma questo essere ha una caratteristica particolare, assomiglia in tutto e per tutto ad un uomo. Assieme dovranno risolvere presto l'incarico, prima che questo "incidente" distrugga la pace tra i due mondi.
IL SOLE NUDO
Dopo Abissi d'acciaio, nel "sole nudo" tornano il detective umano Lije Baley e quello positronico R. Daneel Olivaw, una delle coppie di investigatori più riuscite della narrativa fantascientifica. Questa volta essi sono alle prese con il primo delitto mai avvenuto sul pianeta Solaria, un mondo considerato perfetto dove convivono uomini e robot. Il terribile dubbio è che l'assassino possa non essere un uomo di carne e sangue ma di metallo... Un giallo d'azione del futuro, l'indimenticabile descrizione di un'utopia "con omicidio".
IL SOLE NUDO
Il Detective Elijah Baley e il suo partner robot, R. Daneel Olivaw, si uniscono di nuovo nel seguito ideale di Abissi d'Acciaio. Un omicidio è stato commesso sul pianeta Solaria. Incapaci di risolvere da soli il mistero, gli abitanti di Solaria chiedono l'aiuto di un terrestre.Così Baley abbandona la terra per recarsi sul pianeta dove una piccolissima colonia di terrestri vive circondata da robot di ogni genere, dove i costumi sono peculiari e dove potrà vedere il sole dal vivo.
La vittima viveva in condizioni così isolate da farsi vedere dagli altri abitanti del pianeta solo attraverso un ologramma, ma qualcuno è riuscito ad arrivare talmente vicino a lui da poterlo uccidere. Baley e Olivaw devono affrontare due enigmi che sembrano essere impossibili da risolvere:O il solariano è stato ucciso da uno dei suoi robot, ma questo andrebbe contro le tre leggi della robotica, oppure è stato ucciso dalla donna che lo amava moltissimo.
I ROBOT DELL'ALBA
Con i robot dell'alba, un'altra pietra miliare della sterminata saga spaziale che vede uomini e robot uniti per la conquista della Galassia. Baley, questa volta, sul pianeta Aurora, conosciuto anche come il Mondo dell'Alba, dovrà cercare di svelare la trama che ha portato a un crimine di tipo insolito: la "morte" di un robot. Ma dietro la risposta che Baley potrà trovare si celano un enigma e un opportunità ancora più grandi: chi dovrà colonizzare l'Universo, l'Umanità o le macchine simili all'uomo, i robot?
I ROBOT DELL'ALBA
Il detective Elijah Baley viene chiamato dagli abitanti di Aurora per risolvere il bizzarro caso di omicidio di un robot. Il primo sospettato è uno scienziato che avrebbe avuto il tempo, la possibilità e il movente per ucciderlo. Baley e il suo partner positronico, R. Daneel Olivaw, dovranno provare che l'uomo è innocente..Questa volta la carriera di Baley, la sua vita e i diritti della Terra sono veramente in grosso pericolo.
I ROBOT E L'IMPERO
Duecento anni sono trascorsi dalla morte di Lije Baley l'eroe del ciclo dei robot. La Galassia è giunta a una svolta cruciale. Gli Spaziali, sui loro 50 mondi, sono ancora i dominatori, ma in chiara fase di declino. I terrestri, repressi cosi a lungo dagli Spaziali si sono riversati impetuosamente all'esterno della prigione del loro pianeta e stanno rapidamente colonizzando la Galassia. Ma un antico nemico non si è ancora rassegnato: il dottor Kelden Amadiro, coadiuvato dal brillante e giovane roboticista Levular Mandamus, ha finalmente trovato un mezzo spaventoso per distruggere la Terra. A sbarrargli il passo, in questo magistrale romanzo che costituisce l'anello di congiunzione tra il ciclo robotico e quello dell'Impero, Lady Gladia e i suoi due robot Daneel Olivaw e Giskard Reventlov, ormai giunti alle soglie dei poteri misteriosi e inquietanti.
La vita di Isaac Asimov
Isaac Asimov nasce a Petrovich, un villaggio russo nei pressi di Smolensk, il 2 gennaio 1920. I suoi genitori, entrambi ebrei, decidono di emigrare negli Stati Uniti quando il piccolo Isaac ha solo tre anni; si stabiliscono a New York, città in cui, a parte brevi intervalli, Isaac trascorrerà il resto della sua vita. Il padre gestisce un negozio di giornali e dolciumi e l'infanzia dello scrittore trascorre tranquilla in una tipica famiglia della piccola borghesia ebraica.
Nonostante siano tre fratelli (Isaac, Stanley e Marcia), Isaac è il pupillo dei genitori a causa della salute un po' cagionevole. A scuola è sempre molto bravo ed è appassionato di materie scientifiche: a nove anni scopre, fra le riviste vendute nel negozio di famiglia, un mensile di fantascienza e chiede il permesso di leggerlo. È l'inizio di una passione che durerà per tutta la vita e di una fra le più straordinarie carriere letterarie del nostro secolo.
A soli undici anni Asimov comincia a scrivere per hobby. Fra le altre cose progetta un lunghissimo romanzo fantastico ambientato in una terra immaginaria: sempre autoironico, si rammaricherà in seguito di non averlo portato a termine («Avrei anticipato Tolkien e Il signore degli anelli...»). Nel 1937 tenta la vendita del suo primo racconto professionale, Cosmic Corkscrew (Cavatappi cosmico), ma la storia viene rifiutata da tutte le riviste del settore. Incoraggiato dai suggerimenti di John W. Campbell, direttore di «Astounding Stories», Asimov ritenta e finalmente riesce a piazzare Marooned off Vesta (Naufragio al largo di Vesta, 1938), il suo primo racconto pubblicato.
Il neo-scrittore stabilisce ottimi rapporti con Campbell e con Frederik Pohl, che nel 1939 ha assunto la direzione di due riviste di fantascienza («Astounding Stories» e «Super Science Fiction»): su testate come queste, e lungo tutto l'arco degli anni Quaranta, vedranno la luce i celebri racconti dei robot. Sempre in questo periodo, e dietro suggerimento di Campbell, Asimov comincia a scrivere i racconti che daranno vita al famoso ciclo delle Fondazioni, vincitore nel 1966 di un premio letterario quale miglior serie fantascientifica di tutti i tempi.
Nel 1941 ottiene il diploma M.A. alla Columbia University e pubblica il racconto che da molti è considerato il suo capolavoro, Nightfall (Notturno); deciso a laurearsi in chimica, Asimov studia con il professor Charles Dawson. Nel 1942 sposa Gertrude Blugerman e in quello stesso anno viene chiamato alla Naval Air Experimental Station di Philadelphia dove lavorerà con altri due grandi nomi della fantascienza, Robert Heinlein e L. Sprague de Camp. Nel 1945 viene arruolato come soldato semplice ed è costretto a lasciare Philadelphia. Nel 1948 ottiene la laurea (Ph. D.) in biochimica e comincia a lavorare con il professor Robert C. Elderfield, svolgendo ricerche sui farmaci contro la malaria. Nel 1950 esce il suo primo romanzo, Pebble in the sky (Paria dei cieli), cui seguiranno l'antologia Robot (Io, robot, 1950) e i romanzi The stars like dust (Il tiranno dei mondi, 1951), The currents of space (Le correnti dello spazio, 1952), The caves of steel (Abissi d'acciaio, 1953), The end of eternity (La fine dell'eternità, 1955), The nuked sun (Il sole nudo, 1957). Tra il 1951 e il 1953 una piccola casa editrice riunisce in tre volumi i racconti delle Fondazioni: Foundation (Prima fondazione - Cronache della galassia), Foundation and empire (Fondazione e impero - Il crollo della galassia centrale) e Second foundation (Seconda fondazione - L'altra faccia della spirale). Nel 1953 appare l'antologia Earth is room enough (La Terra è abbastanza grande).
Dopo l'uscita di Nine tomorrows, un'antologia di racconti scritti negli anni Cinquanta e apparsa nel 1959, l'attività fantascientifica di Asimov comincia a rarefarsi per lasciare il posto a quella di divulgatore, che assorbirà la maggior parte delle sue energie nei decenni successivi. Per diventare scrittore a tempo pieno Asimov rinuncia all'insegnamento e alla ricerca, portati avanti per qualche anno alla Scuola di Medicina dell'Università di Boston.
Pur mantenendo i contatti con il mondo della fantascienza, Asimov non scrive nessuna opera lunga (con l'eccezione di Viaggio allucinante, 1966, novelization di un film di successo) fino al 1973, anno in cui appare The gods themselves (Neanche gli dèi). Durante questo iato, tuttavia, moltissimi sono i suoi bestseller nel campo della divulgazione scientifica, storica e letteraria: i volumi da lui pubblicati sono oltre trecento, fra cui una divertente e minuziosa autobiografia. Negli anni Ottanta, in concomitanza con il nuovo boom della fantascienza, ricomincia a scrivere romanzi: Foundation's edge (L'orlo della fondazione), Foundation and Earth (Fondazione e Terra), The robots of dawn (I robot dell'alba), Robots and empire (I robot e l'impero).
Padre di due figli, decide di sposare in seconde nozze la psichiatra Janet Jeppson, che lo accudisce e lo sostiene e in collaborazione con la quale scrive alcune opere per la gioventù. Isaac Asimov si spegne a Manhattan il 6 aprile 1992.
I ROBOT E L'IMPERO
Sono passati duecento anni dalla morte di Elijah Baley, l'eroe del ciclo dei robot.
Gli Spaziali, dai loro 50 mondi, dominano ancora sui Terrestri, loro progenitori. Ma tutto questo sta cambiando.
Rompendo la lunga repressione subita, i Terrestri incominciano a lasciare il mondo natale e stanno colonizzando rapidamente la galassia.
Un nemico molto pericoloso però, non si è ancora arreso. Il dottor Kelden Amadiro insieme al robotista Levular Mandamus ha trovato un mezzo in grado di distruggere la Terra.
Solamente Lady Gladia, con l'aiuto dei suoi due robot Daneel Olivaw e Giskard Reventlov, ormai dotati di poteri misteriosi ed inquietanti, possono fermarlo.

In un articolo pubblicato sul New York Times nel 1975, Isaac Asimov analizza Spazio: 1999 e le sue "leggere" incongruenze scientifiche...
Un programma televisivo di fantascienza dovrebbe essere recensito, secondo me, non solo per le sue qualità drammatiche, per le capacità degli attori oppure per la trama, ma soprattutto per la sua accuratezza scientifica. Perché? Semplicemente perché la televisione è un mezzo educativo estremamente influente. Perché un tale mezzo dovrebbe contribuire senza motivo alla crescita di una generazione male informata?
Ci sono tre fonti possibili di errori di tipo scientifico in un programma televisivo - errori dovuti alle necessità della trama, che possono essere perdonati; errori dovuti alle necessità commerciali, sui quali si può soprassedere; ed errori dovuti all'ignoranza, che sono intollerabili.
Supponiamo di prendere in considerazione i vari tipi di errore connessi con la serie "Spazio: 1999", una nuova serie, della durata di un'ora, trasmessa per la prima volta domenica scorsa su Channel 11 (21 settembre 1975). La serie riguarda una colonia lunare di esseri umani, costretti permanentemente a vivere sul nostro satellite, da quando esso lascia la sua orbita e va alla deriva nello spazio. Uno dei fatti drammatici riguardo alla luna è che la sua gravità superficiale è pari ad un sesto di quella terrestre. Per un dato sforzo muscolare, è possibile alzare il proprio baricentro di sei volte e sollevare un peso sei volte superiore a quello che si potrebbe alzare sulla terra. Inoltre, ci si solleva più lentamente quando si salta ed altrettanto lentamente si ricade.
In "Spazio: 1999", gli effetti della gravità superficiale sulla luna sono resi alla perfezione. I personaggi si muovono verso l'alto in maniera molto aggraziata, con passi lunghi e lenti. Quando un uomo deve gettarne a gambe all'aria un altro, lo fa con sconvolgente facilità, e la vittima del lancio ricade descrivendo la corretta parabola. (filmati al rallentatore e, sospetto, l'uso di cavi sono responsabili di questi effetti). Non ho mai visto da nessuna parte una simulazione così precisa della bassa gravità. Mi sono molto meravigliato, con gioia, di ciò. (Altri effetti speciali sono stati curati con analoga attenzione).
Finora, non ci sono errori. All'interno della base, tuttavia - indoor, come si dice - era chiaro che tutti stavano operando in condizioni di gravità normale. C'é stato qualche accenno alla presenza di gravità artificiale - che, poiché accettiamo la teoria generale della relatività, non è teoricamente possibile, ma non importa, dato che si tratta di un errore dovuto a necessità drammatiche. Non è ovviamente possibile avere dei personaggi che si muovono in "slow motion" per tutta la durata del programma e per tutti i successivi episodi della serie.
Un errore più serio riguarda i metodi attraverso i quali la luna è stata lanciata fuori dalla sua orbita. Nel programma, rifiuti nucleari immagazzinati nella luna in qualche modo si scaldano ed esplodono. I motivi per cui questo avvenga non sono del tutto chiari. (Sebbene i rifiuti nucleari possano scandarsi e fondere, non possono assolutamente essere coinvolti in un'esplosione nucleare.)Tuttavia, il campo magnetico viene citato in modo tale da dare una certa plausibilità superficiale all'esplosione. Ma, una volta esplosi, i contenitori di scorie nucleari dello show funzionano come razzi, emettendo scarichi in una direzione e guidando la luna nell'altra.
Il problema, in questo caso, è che la massa della luna è stata sottostimata. Se anche tutti i rifiuti nucleari che la terra produrrà nei prossimi ventiquattro anni fossero immagazzinati in un punto, e se tutti quanti esplodessero (ammesso che possano esplodere), non sposterebbero la luna di molto, né altererebbero la sua orbita in modo consistente - men che meno la accelerebbero in modo tale che tutte le persone sulla base lunare siano inchiodate al suolo. Ma anche questo è un errore dovuto alle necessità drammatiche e anche su questo sono disposto a soprassedere. La luna deve essere tolta, in qualche modo, dalla sua orbita e, a questo scopo, è stato utilizzato correttamente, anche se in modo esagerato, un pricipio fisico.
E riguardo agli errori dovuti alle necessità commerciali? Ne ritroviamo uno proprio nel titolo "Spazio 1999." La serie comincia nell'Anno Domini 1999, tra 24 anni. Non c'é nessuna ragionevole possibilità che l'umanità possegga una base lunare così grande, così avanzata e così autosufficiente in soli 24 anni. Sarebbe stato più plausibile intitolare lo show "Spazio 2049" e lasciare al progresso un altro mezzo secolo.
Sospetto, inoltre, che il titolo venga dalla convinzione, da parte di quelli che pensavano la serie come metodo potenziale per arricchirsi, che il pubblico del programma fosse talmente egocentrico, così limitato nella propria percezione dell'universo, che non avrebbe guardato nulla che non potesse accadere in un lasso di tempo pari alla propria vita. Inoltre, il film di successo "2001" era probabilmente nelle menti di tutti - e sarebbe stato battuto da un "1999".
E che cosa dire degli errori dovuti all'ignoranza? Ce ne sono? Certo che sì.
Ci sono molti riferimenti, per esempio, alla cosiddetta "faccia oscura della luna." Il programma si apre con la didascalia "Faccia oscura della luna", ed è su tale "faccia oscura" che i rifiuti nucleari sono immagazzinati ed esplodono. Eppure non c'é nessuna faccia oscura della luna. Il lato oscuro di qualsiasi mondo è il lato esposto permanentemente lontano dal sole. Un lato della luna, in effetti, è permenentemente esposto lontano dalla terra, ma non dal sole, e ciascuna parte della luna ha sia notte che giorno, in cicli di due settimane ciascuno. La faccia della luna che si trova permanentemente dal lato opposto della terra si chiama FACCIA LONTANA, non faccia oscura.
Anche se la cattiva interpretazione di una frase non fa differenza, perché non utilizzarla in modo corretto, soltanto per divertirsi? Ma una differenza c'é. Per quale motivo un programma televisivo di successo dovrebbe portare i giovani a pensare erroneamente che metà della luna sia una terra di notte perenne, se ciò non è vero?
Incidentalmente, poiché l'esplosione nucleare è avvenuta sul lato lontano della luna, l'azione dei razzi avrebbe dovuto spostare la luna in direzione della terra, fatto che nel programma non viene mai citato. Il movimento orbitale originale della luna avrebbe evitato la collisione con la terra, ma avrebbe portato la luna ad una distanza piccolissima (la distanza sarebbe dipesa dall'intensità dell'esplosione) ed avrebbe creato effetti disastrosi.
A volte, non si è certi se un errore sia dovuto a necessità drammatiche o all'ignoranza. Per esempio, in molte occasioni, durante l'episodio iniziale ("Breakaway"), si fa riferimento ad un nuovo pianeta chiamato "Meta". Si suppone che esso sia abbastanza vicino alla luna da essere visto chiaramente dai telescopi come una sfera di notevoli dimensioni. Esso possiede un'atmosfera; lancia segnali spaziali; è possibile che ci abitato da esseri intelligenti. La parte più egoista della base lunare è pronta a mandare sul pianeta una sonda esplorativa con uomini a bordo.
Ma da dove viene Meta? Se Meta fosse il pianeta di un altro sole, dove si trova questo sole? Se esso è così vicino alla terra e alla luna come sembra Meta, il destino della terra e della luna è quello di essere arrostite. Se Meta non sta girando attorno ad un sole, ma ha semplicemente invaso il nostro sistema solare da solo, allora deve essere stato congelato da tutti gli eoni presenti durante il suo viaggio interstellare e quindi è molto improbabile che sia abitato. Se, d'altro canto, fosse stato parte del nostro sistema solare per tutto questo tempo, potendolo vedere nel 1999, dovremmo essere in grado di vederlo anche nel 1975 - ma ovviamente non possiamo. Di fatto, ogni pianeta sufficientemente vicino alla terra, nel 1999, da invitare una spedizione umana esplorativa, dovrebbe essere sufficientemente vicino, nel 1975, da essere visibile agli astronomi. Ma allora, Meta è davvero una necessità drammatica? I nostri eroi, nel prossimo episodio, avranno a che fare con Meta perché gli effetti dell'esplosione nucleare hanno lanciato la luna, per puro caso, esattamente in direzione di Meta? Oppure i produttori della serie "Spazio 1999" semplicemente non sanno o non si interessano alla vera struttura dell'universo? Per esempio, faranno in modo che la luna vada alla deriva nello spazio e visiti un pianeta diverso in ogni episodio? Questa sarebbe una visione dell'universo talmente da ignoranti che non potrebbe essere tollerata nemmeno in nome delle necessità drammatiche.
Supponiamo che la luna sia stata allontanata dalla propria orbita con tale forza da finire alla deriva fuori dal sistema solare e attraverso lo spazio interstellare ad una velocità di 1000 miglia al secondo. (Questo è inconcepibile, ma supponiamo per un momento che sia vero.) Alla luna sarebbero necessari qualcosa come 800 anni per raggiungere la stella più vicina, se fosse lanciata nella giusta direzione. Fare in modo che essa venga a contatto con mondi ed intelligenze aliene è veramente troppo da digerire, in qualche migliaio di miglia cubiche.
Certamente, la nave spaziale Enterprise di "Star Trek" lo ha fatto, ma l'Entreprise non stava semplicemente andando alla deriva. Si trattava di una nave dotata di motori potenti; poteva essere accelerata - e poteva, e ne eravamo stati informati, viaggiare a velocità maggiori di quella della luce.
Ma forse non dovrei essere così pessimista. "Spazio 1999" potrebbe evitare troppi errori dovuti all'ignoranza, Lo spero proprio, dato che i suoi effetti speciali sono veramente notevoli e desidero veramente che la serie abbia successo.

Is "Space 1999" More Fi Than Sci?
New York Times, sez. 2, pag.1, Domenica 28 settembre 1975
Tratto dalla Space: 1999 Episode Guide

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