Il trovatore

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7 marzo 2000
Il trovatore
Trovatore è una parola che deriva dal provenzale trobador. Poeta lirico in lingua d'oc dei sec. XI - XIII. Di varia appartenenza sociale, ma legati prevalentemente ad ambienti di corte, non di rado nobili e principi, i trovatori furono tipica espressione della civiltà cortese quale fiorì nel Sud della Francia, diramandosi poi in tutta l'Europa occidentale nei sec. XI - XIII. A differenza dei giullari, che si limitavano a recitare testi altrui, componevano essi stessi versi e musica delle loro liriche, che cantavano prevalentemente l'amore, inteso, secondo schemi ispirati agli ideali della vita feudale, come vassallaggio o devoto omaggio alla dama. Accomunati da una concezione severa dell'arte (che ebbe le sue punte estreme nell'arduo tecnicismo del trobar clus) i trovatori elaborarono temi e forme destinati a costituire un modello per tutta la successiva lirica europea: oltre alla canzone, alla tenzone e al sirventese, che furono i tipi prevalenti di composizione, coltivarono il partimen (jeuparti), il discordo, l'estampida, il lamento, ecc. Dei trovatori provenzali (di cui si conoscono più di quattrocento nomi) si ricordano Guglielmo IX d'Aquitania, Marcabruno, Jaufré Rudel, Bertran de Born, Bernardo di Ventadorn, Peire d'Auvergne, Arnaldo Daniello. In Italia, dove il trobadorismo si diffuse anche al di fuori dell'ambiente cortese, furono noti Sordello, Lanfranco Cicala, Percivalle Doria.

Il troviero
Eredi dei trovatori del Sud, da cui desunsero forme e temi poetici, i trovieri appartennero all’alta società aristocratica, come Chrétien de Troyes, Conon de Béthune, Gace Brulé, Gui de Coucy, Tibaldo IV di Champagne (Thibaud le Chansonnier) o furono menestrelli erranti, come Colin Muset e Adam le Bossu, che diffusero nel mondo cittadinesco e mercantile la lirica d’arte, inserendovi spunti realistici. Dei generi trobadorici predilessero la canzone, la tenzone, il jeu parti. Coltivarono anche il rondeau, il virelai, la pastorella, ecc.

Minnesinger o Minnesänger
Nella letteratura tedesca, poeta cortese del medioevo. L'opera dei Minnesinger, a un tempo poeti e musicisti, fu influenzata dalle concezioni liriche dei trovatori provenzali; la loro poesia, rivolta a una società aristocratica, mirava al raffinamento dell'espressione e del sentimento. I più noti fra loro sono Enrico di Morungen, Reinmar von Hagenau e soprattutto Walther von der Vogelweide (XIII sec.), che scrisse non solo canzoni liriche, ma anche poesie gnomiche e politiche, paragonabili ai sirventesi dei trovatori. Dopo di lui Neidhardt von Reuenthal orientò l'ispirazione della lirica amorosa verso il realismo.

L’aedo
La parola aedo deriva dal greco aoidós, cantore. Nella Grecia antica, poeta che cantava, accompagnandosi sulla lira, le avventure e le gesta degli dei e degli eroi. (Si distingue dal rapsodo, che solitamente cantava versi composti da altri.)

Il rapsodo
Cantastorie popolare, cantore errante di componimenti popolareschi. La parola rapsodo deriva dal greco rhapsods, da rháptein, cucire e ode, canto. Nella Grecia antica, recitatore di professione di carmi epici, di cui all'origine poteva essere anche l'autore. (Dai moderni il termine è inteso, in contrapposizione ad aedo [cantore], per indicare colui che recitava prevalentemente carmi altrui raggruppandoli e collegandoli fra loro secondo la materia e l'argomento.)

Silvia Arata

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