Il dolce stil novo

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Testo

Stilnovo: scuola poetica fiorita a Bologna e a Firenze tra il XIII e XIV secolo. Il concetto dello stilnovo (insieme con altri sinonimi come "il dolce stil nuovo") è stato tratto dalla Divina Commedia, precisamente nel Purgatorio. Le tematiche dello stil novo sono il concetto della nobiltà come dote spirituale e non ereditaria, il rapporto fra la nobiltà d’animo (gentilezza) e la capacità d’amare, la descrizione della sua bellezza rispetto con le cose più belle della natura. La donna viene immaginata come angelo in grado di purificare l’animo dell’amante e di condurlo dal peccato alla beatitudine celeste; quindi la donna non viene più vista come tentatrice, e il suo saluto determina la salvezza dell’anima. Il dolce stil novo è caratterizzato da una poesia rigorosa che esclude ogni parola non ritenuta all’altezza della purezza e perfezione assoluta con cui doveva aspirare. Il "padre" dello stilnovismo è Guido Guinizzelli con la canzone "al cor gentil rempaira sempre amore" che rappresentò il manifesto nel quale si riconobbero i poeti dello stil novo. Da Bologna il nuovo stile passò a Firenze con i maggior esponenti come Cavalcanti e Dante, il primo riprese la tematica di Guinizzelli svolgendola in sottili sillogismi (ragionamenti, discussioni). Dante invece perfezionò il tema dell’amore, evidenziando l’argomento della virtù beatificante della donna.
Guido Guinizzelli nacque a Bologna nel 1235, giudice di professione fu esiliato da Bologna e si rifugiò a Monselice (Padova) dove morì. La sua più grande opera fu la canzone "al cor gentil rempaira sempre amore". Il verbo "rempaira, che è una parola di origine provenzale che significa "tornare a casa, rimpatriare", lega il sentimento dell’amore alla nobiltà d’animo. Guinizzelli riferisce un amore che è principio di elevazione e perfezione morale, un amore come virtù individuale; le metafore della canzone riprendono la poesia toscana (Guittone d’Arezzo) e siciliana.
L’amore, il cuore impuro e poi il cuore gentile, la natura e la donna angelo sono i personaggi della canzone.
Guido Cavalcanti nacque a Firenze nel 1250, di famiglia Guelfa, partecipò alla vita politica di Firenze. Fu esiliato, insieme alla fazione opposta, da Firenze perché disturbavano la pace. Però poco dopo fu accettato nuovamente in patria dove morì. Cavalcanti esprime il concetto dell’amore come esperienza caratteristica dell’amore nobile.

Poesia comico-realistica: Si sviluppò in Toscana, soprattutto a Siena, i temi trattati sono l’importanza del denaro, la donna come creatura terrena (tentatrice), il gioco, il lamento contro i fastidi della vita, il piacere, ecc.:
I più grandi poeti sono Rustico di Filippo, Cecco Angiolieri, Folgòre da San Gimignano. Si definisce comica perché gli argomenti trattati somo di carattere satirico e comico ma le vicende sono riferite alla vita di ogni giorno e quindi è realistica.
Angiolieri: Nato a Siena nel 1260 da una famiglia nobile di parte guelfa. Fu sposato e ebbe molti figli ma non si occupò della famiglia e si dedicava al piacere a al vizio; fu processato più volte e bandito da Siena. Ricevette l’eredità del padre che la consumò tutta, quando morì aveva molti debiti, infatti i figli rifiutarono l’eredità.
I sonetti dell’Angiolieri esprimono un linguaggio pittoresco e realistico, i temi sono sfrontati e dissacratori (profanatori), come quello dell’importanza del denaro, il rancore verso i genitori, l’esaltazione nel bere, ecc.:
Un tema dei suoi sonetti è l’amore per una certa Becchina che prende in giro Angiolieri.

Letteratura religiosa: La letteratura religiosa ha un suo massimo esponente:
S. Francesco d’Assisi nacque ad Assisi nel 1182 da un ricco mercante; dopo una giovinezza dedicata al lusso e al piacere, una profonda crisi lo portò a dedicarsi alla religione. S. Francesco fondò l’ordine dei frati minori.
Un’opera importante fu il cantico di frate sole composto da S. Francesco due ani prima di morire
Laudi componimenti poetico di carattere religioso, si sono formate quando sotto l’impeto di un frate, fedeli e alcune confraternite correvano per le vie della città cantando queste laudi.
Jacopone da Todi nacque a Todi da una nobile famiglia nel 1236, la sua opera più importante e significativa è "Donna de Paradiso" Jacopone da Todi trasforma la lauda in lauda recitata e si afferma l’importanza di rappresentare opere per mezzo del teatro.
Dante Alighieri nacque a Firenze nel maggio del 1265. Apparteneva ad una famiglia benestante, permettendosi di studiare. Dalla descrizione del Boccaccio, Dante appare come un uomo di media statura, con il naso aquilino, il lungo con le mascelle grandi, il labbro inferiore preteso in avanti, ricurvo sulle spalle, con occhi grandi e neri, i capelli e barba crespi e neri, sempre malinconico e pensoso.
Probabilmente i suoi studi gli iniziò in un convento francescano, sotto la guida di Latini. Dante giovanissimo si dedicò
alla poesia. Si sposò molto presto ed ebbe quattro figli. Dante a 30 si dedicò all’attività politica; si schierò con i guelfi e in pochi anni diventò priore. Dante per non essere escluso dalla vita pubblica è costretto ad iscriversi ad una delle arti maggiori. Nel 1302 Dante, dopo che i neri arrivarono a Firenze, fu condannato ed esiliato con minaccia di more da Firenze. Infine Dante muore a Ravenna nel 1321.
Dante a scritto diverse opere tra cui: vita nova, rime petrose, convivio, de vulgari eloquenta, monarchia, la divina commedia e alcune lettere dedicate a vari personaggi.
Vita nova: Dante la compose poco dopo la morte di Beatrice ed è composta da 32 liriche (sonetti, canzoni, ballate) e 45 capitoli di prosa poetica. Quest’opera è riferita ad un’esperienza d’amore di Dante per Beatrice, dove Dante dice d’averla incontrata a nove anni e d’aver rivisto soltanto a diciotto anni; Dante ripete, come nella divina commedia, l’importanza che da ai numeri che sono multipli di nove e di dieci. Infine Beatrice saluta Dante e questo saluto ha un’effetto di purificazione dell’anima. Dante con quest’esperienza e dall’amore per Beatrice si avvicina di più alla religione, e praticamente si rinnova l’esistenza.

Divina commedia: scritta intorno al 1307 e terminata poco prima di morire E’ un poema allegorico scritto in volgare (rappresentazione di idee o concetti mediante figure o simboli) e diviso in tre cantiche inferno, purgatorio e Paradiso. Dante prese spunto del viaggio dall’Eneide di Virgilio. Nel viaggio immaginario narra i tre regni ultraterreni; in ciascuno di essi il poeta incontra personaggi mitologici, letterari, storici, ecc., che rappresentano vizzi o virtù morali. Virgilio, simbolo della ragione, guida il poeta nell’inferno e paradiso; invece Beatrice, manifestazione della volontà divina, lo accompagna attraverso il paradiso che pio lo lasci e S. Bernardo conclude la missione fino a mostrare a Dante la gloria di Dio.
Ogni cantica comprende 33 canti eccetto l’inferno che n’a uno in più di introduzione e in tutto sono 100 cantiche.
Dante inizialmente la chiamò commedia perché dall’inferno si passa al purgatorio e poi al paradiso con la visione di Dio e quindi si conclude in lieto fine; L’aggettivo divina fu aggiunto da Boccaccio perché trattava di argomenti religiosi.
Ogni cantica della commedia finisce per stelle significa la tensione che ognuno deve sottoporsi per raggiungere la salvezza.
La prima cantica è l’inferno che è un’immensa voragine a forma di cono rovesciato situata nell’emisfero boreale. Il baratro sprofonda in nove gironi sempre più stretti fino al centro della terra; ogni girone ha i sui peccati e le sue pene.
Il purgatorio è la seconda cantica; il purgatorio è luogo di purificazione dell’anima. E’ una montagna altissima e isolata in mezzo all’oceano, in cima alla montagna c’è il paradiso terrestre. Le anime che sono nel purgatorio devono scontare una pena per scontare le tentazione dei sette vizio capitali di cui sono stati applicati nella vita terrena.
Infine c’è il Paradiso, che è formato da nove sfere celesti concentriche e rotanti.

Convivio: scritto nel 1304 è un’opera in volgare, lo scopo di questo libro è di difendersi dalle accuse della condanna ma soprattutto di rendere partecipi al banchetto della cultura. Dante scrive in volgare argomenti scientifici e filosofici che erano sempre scritti in latino, che vanno dal periodo della morte di Beatrice ai primi anni d’esilio.
De vulgari eloquentia: scritto in latino per i dotti, e composto nel 1304 però è rimasto incompiuto. Il libro nell’inizio Dante pone come oggetto del suo argomento la lingua volgare considerata più nobile di quella latina, infatti, è il primo linguaggio che l’uomo apprende naturalmente. Dante fa un errore dice che il volgare viene prima del latino e non il frutto delle trasformazioni. All’inizio parla che c’era la lingua ebraica comune a tutti gli uomini; poi, dalla confusione di Babele, si generano tre nuove lingue, la greca, la germanica, e una propria dell’Europa meridionale da cui nacquero il provenzale, il francese, e l’italiano. Nel de vulgari eloquentia Dante analizza le lingue che c’erano e individua la lingua perfetta che è il fiorentino che risponde alle caratteristiche della lingua perfetta, che sono:
Illustre: che è una lingua colta.
Cardinale che deve essere un punto di riferimento per le altre lingue; le altre lingue girano intorno alla lingua perfetta.
Unitaria che è comprensibili a tutti.
Curiale che deve essere parlata sia nella reggia e nelle corti

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