I racconti del terrore, di Edgar Allan Poe

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Testo


EDGAR ALLAN POE
Edgar Poe nacque a Boston nel 1809, la sua era una delle famiglie più rispettabili della città. Figlio di due attori rimase, insieme ad altri tre bambini, orfano all’età di soli due anni. Edgar fu adottato dagli zii, i coniugi Allan di Richmond, da questo momento Poe aggiunge al suo nome il cognome Allan, a cui tenne moltissimo. I genitori adottivi lo portarono con loro in viaggio in paesi anglosassoni e, prima di tornare in America lo lasciarono in un famoso collegio a Stoke-Newington vicino a Londra. Poe in William Wilson riprenderà quest’esperienza esprimendo le sue impressioni della vita scolastica. Tornò in patria nel 1822 dove continuò gli studi sotto la guida dei migliori insegnanti del luogo. Nel 1825 si iscrisse all’Università di Charlottesville dove si distinse non soltanto per un’intelligenza straordinaria, ma anche per il suo comportamento irrequieto che lo portò all’espulsione dall’istituto. I debiti di gioco provocarono una momentanea rottura con il padre, ed Edgar partì per partecipare alla guerra in Grecia. Di questo periodo si hanno conoscenze molto incerte riguardo alla vita di Poe, infatti, egli amava far circolare leggende sul proprio conto; sappiamo però che, tornato in America nel 1829 entrò nell’accademia militare di West-Point, mostrando nuovamente un’intelligenza straordinaria ma priva di disciplina, dopo qualche mese venne espulso. Seguirà un periodo molto triste in quanto morì la madre adottiva e il padre, risposatosi e avuti altri figli, diseredò Edgar. La povertà lo costrinse a fare il soldato, ma presto tornò a vivere nell’ambiente letterario e, nel 1832, si ha la pubblicazione de Il manoscritto in una bottiglia; risale al 1838 la più lunga opera di Poe: Le avventure di Gordon Pym. Nonostante questo, Edgar rimase in una condizione di gran disagio economico fino a quando il proprietario di un periodico organizzò due concorsi, uno per il miglior racconto, l’altro per la miglior poesia: Edgar vinse entrambi. Per questo il presidente della giuria lo volle conoscere, in seguito gli presentò Thomas White, fondatore del “Southern Literary Messenger” e dato che a quest’ultimo mancava talento nel campo letterario, nominò Poe direttore della rivista. Fu un gran successo per Edgar che continuava ad attirare l’attenzione dei lettori trattando ogni genere di argomento in maniera molto accurata, approfondita e chiara. Poe si sposò e arrivò, causa la condotta morale dello scrittore, la rottura con White, conseguenza di tutto ciò fu che dovette incominciare a girovagare per cercare un nuovo lavoro. Risale a questo periodo la pubblicazione de I racconti del grottesco e dell’arabesco (1840), ma il successo (in America) arriva solo 1843 con la presentazione delle storie Lo scarabeo d’oro e I delitti della Rue Morgue. Poco tempo dopo si verrà a sapere che Poe e la moglie sono gravemente malati e di nuovo in un grave stato di miseria. In seguito alla morte della signora Poe, il poeta è vittima dei primi attacchi di delirium tremens, che, nel 1849 lo porterà alla morte.
TITOLO: I racconti del terrore
AUTORE: Edgar Allan Poe
CASA EDITRICE: Feltrinelli
ANNO DI EDIZIONE: 1970
GENERE: fantastico, giallo.
STILE DELL’AUTORE
Poe è oggi considerato uno dei più grandi scrittori americani, tuttavia non è sempre stato così, infatti non era compreso dai suoi contemporanei e venne rivalutato in Europa solo nella seconda metà dell’Ottocento, grazie alle traduzioni di Baudelaire e Dostoevsky, dei quali fu maestro influenzando la letteratura europea del periodo. Poe era uno scrittore decadente simbolista, compose anche opere filosofiche ( La filosofia della composizione ) e racconti umoristico-grotteschi, e polizieschi di tipo investigativo ( Lettera rubata e I delitti della Rue Morgue ). Poe costruì i propri racconti con la massima accuratezza, con lo scopo di mantenere tesa l’attenzione del lettore, e prendendo ispirazione da fatti autobiografici, tracciando un quadro dell’uomo lacerato fra il desiderio di sopravvivenza e l’istinto di autodistruzione.
IL CUORE RIVELATORE
Il brano de “I racconti del terrore” che mi è piaciuto di più è stato “Il cuore rivelatore”. Del protagonista del racconto non ci viene fornito il nome, ma Poe narra in prima persona, come se fosse stato lui il fautore del delitto. L’altro personaggio che ci viene presentato è un vecchio con l’occhio di un avvoltoio: un occhio di un azzurro pallido, coperto da un velo. L’occhio è la causa per cui il protagonista decide di uccidere l’anziano. Infatti, Poe specifica che era molto affezionato a quest’uomo, ma era infastidito dal suo sguardo, che gli faceva provare una sensazione che gli faceva gelare il sangue nelle vene. Così per sette notti sorveglia il sonno dell’uomo e, giunto all’ottava, decide di liberarsi per sempre di quello sguardo odiato. Entrato in camera, lo buttò giù dal letto gettandoglielo addosso, il vecchio morì soffocato pochi istanti dopo. Il protagonista sezionò il corpo e lo ripose sotto alcune assi di legno del pavimento della camera. Appena terminato il lavoro, udì bussare alla porta, scese e aprì con molta tranquillità. Gli si presentarono tre ufficiali di polizia, incaricati di compiere un sopralluogo in seguito ad una denuncia di alcuni vicini che, proprio nel cuore della notte, avevano sentito delle grida provenire dalla casa. L’uomo spiegò, con molta naturalezza, che le grida erano sue ed erano state provocate da un incubo. Invitò gli ufficiali ad ispezionare bene nell’abitazione, essendo sicuro che la loro ricerca non sarebbe servita a smascherare il delitto. Il loro lavoro fu invano e cominciò un piacevole e scherzoso dialogo fra l’uomo e gli ufficiali. Ad un tratto, l’omicida si sentì impallidire e cresceva in lui il desiderio di allontanare i poliziotti, sentendo un suono sordo, cupo, rapido e intermittente che aumentava sempre più d’intensità, fino a diventare insopportabile: gli sembrava che questo fosse avvertito soltanto da lui, infatti, gli altri continuavano la conversazione tranquillamente. Il protagonista si alza innervosito e indica ai poliziotti le assi sotto le quali aveva sepolto il vecchio e, dalle quali sentiva provenire il battito del suo cuore.
I personaggi presentati nel racconto sono:
• il protagonista di cui, come ho già detto, non ci viene fornito il nome, ma Poe narra gli avvenimenti in prima persona ( narratore e focalizzazione interni );
• il vecchio di cui ci viene solo fornito il particolare dell’occhio azzurro pallido coperto da un velo. Sappiamo inoltre che il protagonista e l’anziano hanno sempre avuto un buon rapporto;
• i tre ufficiali di polizia che rappresentano la svolta della storia.
Il registro linguistico del brano può essere definito medio-alto, caratteristica presente anche negli altri racconti di Poe.
COMMENTO
La lettura de “I racconti del terrore” è stata veramente molto piacevole. Un libro scritto in maniera accurata nel quale le descrizioni sono “ben calibrate” infatti, la lettura non risulta appesantita come accade spesso quando i racconti presentano descrizioni troppo particolareggiate. Mi piace molto lo stile di Poe e la narrazione in prima persona, che è presente nella maggior parte dei suoi racconti. A mio avviso, questa tecnica coinvolge maggiormente il lettore, perché induce a credere che abbia realmente vissuto le vicende narrate, anche se, alcuni elementi fantastici ( come il gatto-mostro del racconto “Il gatto nero” ), smentiscono questa credibilità. I racconti del libro che ho apprezzato maggiormente, oltre a Il cuore rivelatore, sono: La botte di Amontillado, L’appuntamento e Il ritratto ovale. Quest’ultimo era già stato letto e analizzato in classe e, dato che mi era piaciuto moltissimo, ho pensato di leggere l’intera raccolta di cui faceva parte questo brano, scelta di cui sono stata soddisfatta.
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