Dall'imperialismo e naturalismo a De Sanctis

Materie:Appunti
Categoria:Letteratura

Voto:

2 (2)
Download:385
Data:02.11.2001
Numero di pagine:9
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
imperialismo-naturalismo-de-sanctis_1.zip (Dimensione: 10.02 Kb)
trucheck.it_dall-imperialismo-e-naturalismo-a-de-sanctis.doc     46 Kb
readme.txt     59 Bytes


Testo

L’ETA’ DELL’IMPERIALISMO E DEL NATURALISMO
Luoghi, tempi e parole chiave dell’Imperialismo e del Naturalismo
Il periodo considerato in questo tomo e nel successivo ha inizio nel 1849, e cioè con la conclusione del movimento rivoluzionario per l’indipendenza nazionale per l’instaurazione di regimi liberali. Termina in coincidenza con l’affermazione della seconda rivoluzione industriale.
In Italia si assume come data iniziale il 1861, anno in cui si proclama l’unità nazionale e come data finale il 1903, anno in cui Giolitti va al potere aprendo la fase liberaldemocratica passando ad una società di massa.
Sul piano letterario, Flaubert e Baudelaire anticipano le tendenze che si impongono con il Naturalismo e con il Simbolismo, mentre in Italia i loro movimenti vengono accolti dal movimento della Scapigliatura, che si sviluppa a Milano dopo l’Unita. Fra il 1849 e il 1873 si assiste ad un forte sviluppo economico promosso dalla borghesia fedele ai principi del liberismo, sostenendo il libero scambio e la libera concorrenza. Negli anni Novanta dell’Ottocento l’imperialismo economico e militare è ormai una nuova realtà: esso costituisce la base di ripresa dello sviluppo economico.
La parola imperialismo indica la politica aggressiva degli Stati Europei, la cui guida è nelle mani del potere monopolistico; essa è diretta soprattutto alla conquista di nuove colonie in Africa e Asia.
in campo letterario, le due tendenze dominanti sono quella del Simbolismo e del Naturalismo. Con esse finisce la letteratura romantica. Nel Naturalismo viene meno la partecipazione romantica ai destini della società: lo scrittore diventa uno specialista che osserva i meccanismi sociali, limitandosi a descriverli.
Il Naturalismo nasce nel 1865 in Francia per proseguire successivamente in Italia. Il termine Naturalismo è dovuto alla concezione deterministica che ispira questa poetica: l’uomo è determinato dalla natura, dagli istinti e dai bisogni materiali e dall’ambiente in cui vive. Il suo sviluppo toccò non solo tutta l’Europa, ma anche USA e Canada.
La situazione economica in Italia e in Europa: sviluppo, depressione e imperialismo; seconda rivoluzione industriale e innovazioni tecnologiche
Il periodo che in Europa va dal 1848-49 agli inizi del Novecento, può essere suddiviso in tre diverse fasi: la prima è contrassegnata da un grande sviluppo economico e va dal 1849 al 1873; la seconda va dal 1873 al 1895 ed è caratterizzata dalla crisi che prende il nome di grande depressione; la terza ed ultima è qualificata da un impetuoso balzo in avanti che corrisponde con la seconda rivoluzione industriale e va dal 1896 al 1908 circa.
La prima fase segna uno dei momenti più rigogliosi dell’economia europea, la produzione cresce del 500 %. Il settore trainante è quello ferroviario con il conseguente sviluppo dell’industria siderurgica, per la produzione delle rotaie, dell’industria estrattiva, per l’alimentazione a carbone delle caldaie a vapore. Esse si svilupparono oltre che in Inghilterra, anche nei paesi del Nord come in Francia e in alti paesi d’Europa. Nei paesi mediterranei lo sviluppo industriale è più lento e irregolare.
La crisi economica del 1873 fu una conseguenza del boom speculativo seguito alla conclusione della guerra tra Francia e Prussia. Ma la crisi era dovuta perlopiù alla saturazione del settore ferroviario.
nel periodo della grande crisi l’economia dei paesi più avanzati reagisce con tre tipi di misure: il protezionismo che pone dazi sull’importazione delle merci straniere; l’assorbimento della maggior parte delle aziende minori e di tutte quelle più deboli; la costruzione di vasti imperi coloniali in Asia e Africa in modo da allargare il mercato per i propri prodotti.
Si sviluppa un nuovo colonialismo che consiste in un’espansione soprattutto commerciale. L’imperialismo diventa conquista militare e acquisizione territoriale di interi paesi quale Africa e Asia. Il mondo risulta così diviso in due parti: un pugno di paesi dominatori, che coincidono con il Nord e una massa di paesi dominati che coincide con il Sud.
Anche le innovazioni tecnologiche contribuiscono a porre le basi per una ripresa economica; si diffondono il telefono, il microfono, il telegrafo senza fili, il cinematografo e alla fine del secolo, grazie alla nascita dell’industria elettrica, cominciano a circolare i primi tram elettrici.
L’uomo è sempre più dipendente dalle macchine, l’operaio specializzato e qualificato non svolge più un lavoro affidato alle proprie abilità individuali. All’inizio del Novecento l’organizzazione scientifica del lavoro, teorizzata da Taylor dà un contributo decisivo alla seconda rivoluzione industriale. Nascono nuove forme di energia, come quella petrolifera; parallelamente si ha la nascita di una articolata società di massa basata sui bassi consumi.
E’ in questo periodo che nasce la FIAT a opera di Giovanni Agnelli; l’industrializzazione si limita a svilupparsi nel triangolo Torino-Milano-Genova, stentando a svilupparsi nel resto del territorio nazionale che resta prevalentemente agricolo e condizionato dalla questione meridionale. Diffuso ancora nel Meridione il brigantaggio che, insieme ad uno squilibrio dello sviluppo a tutto vantaggio del Nord, e l’applicazione di un duro sistema fiscale, rendeva sempre più arretrato il Sud Italia, rispetto al Nord. Lo Stato promosse indagini conoscitive e inchieste sullo stato dell’agricoltura.
Ideologie, trasformazioni dell’immaginario e temi della letteratura ;le macchine e il treno, le città, il socialismo e le masse
il treno, il telegrafo e l’automobile trasformano il modo di vivere lo spazio e il tempo, rendendo agevoli e rapide le comunicazioni e il trasporto.
Il capitalismo tende a unificare sotto il proprio controllo tutti i continenti e la vita umana si mondializza; la fotografia e il cinema permettono di vedere come sono uomini, paesaggi e paesi mai visti direttamente. La capitale della modernità è Parigi. L’unica città italiana che possa corrisponderle è Milano. Milano è la città dell’Esposizione Nazionale; il trionfo dell’industria, della tecnica della macchina vi trova la sua celebrazione.
L’Ottocento è il secolo in cui l’idea di progresso diventa senso comune; si diffonde in questo periodo un idea progressista della storia assai diversa da quella ciclica o da quella cristiana. Essa ruota intorno a questi punti : 1) il giovane e il nuovo sono portatori di valore positivo mentre ciò che è vecchio appartiene a fasi dello sviluppo umano apparendo arretrato o negativo; 2) il miglioramento materiale dipende dalle scoperte scientifiche e tecnologiche e coincide con quello intellettuale e spirituale; 3) tutto il mondo partecipa a tale sviluppo.
Spencer e Darwin individuano nella lotta per l’esistenza e nella selezione naturale gli strumenti attraverso cui l’umanità passa a livelli sempre più elevati di organizzazione sociale. L’imperialismo giustifica il colonialismo nel nome del progresso e la politica di potenza nel nome della selezione naturale. In Italia Verga condivide sì l’idea generale di un progresso visto come evoluzione naturale, ma poi dedica tutto il suo interesse a coloro che ne sono vittime, mentre Pirandello riflettendo sull’elettricità e sull’impiego dei primi tram elettrici a Milano, irriderà il senso comune di chi vede in tali applicazioni della scienza e della tecnologia la possibilità di maggiore felicità per l’uomo.
L’industrializzazione e lo sviluppo della tecnologia moderna potevano essere salutati con entusiasmo, ma potevano essere visti come una minaccia per il mondo umanistico e per un ceto intellettuale che spesso proveniva dalla campagna. In Zola, che scrive un intero romanzo d’ambiente ferroviario, il treno può diventare simbolo positivo di progresso, dello scambio dei popoli e delle merci, ma può essere raffigurato anche come un mostro orribile, che travolge i sentimenti e l’interiorità dell’uomo. In Verga il treno rappresenta l’indifferenza dei ricchi nei confronti dei contadini siciliani o del disoccupato che si suicida gettandosi sotto le ruote del convoglio.
Il protagonismo delle masse incomincia a presentarsi in forme terrorizzanti con attentati alle case regnanti; iniziano gli scioperi che colpivano profondamente l’immaginazione minacciando la sicurezza della tranquillità del mondo borghese.
L’organizzazione della cultura: scuole, editoria e trasformazione del ceto intellettuale
I due problemi fondamentali dell’organizzazione della cultura in uno Stato sono rappresentati dal sistema educativo nazionale e dal sistema editoriale. In Italia in entrambi i settori si avverte un notevole ritardo dovuto al tardivo raggiungimento dell’unità nazionale, all’alto tasso di analfabetismo e all’inconsistenza della borghesia imprenditoriale.
L’obbligo dell’istruzione elementare venne imposto solo nel 1877 da Coppino, mentre in Prussia vigeva da più di un secolo. Alla fine del secolo l’analfabetismo femminile è nettamente superiore a quello maschile, non solo in Italia, ma anche nel resto d’Europa.
Con la legge Casati, in Italia, si cercò di dare un impianto educativo nazionale suddiviso in tre gradi: quello elementare, quello secondario che dipendeva dallo Stato e quello superiore che dipendeva dalle università. Mentre in Francia e in Germania il sistema editoriale è già avanzato, in Italia stenta ad affermarsi. Si imporrà definitivamente solo nel corso dell’età giolittiana, nel primo decennio del nuovo secolo.
Lo stretto rapporto tra giornalismo e romanzo offre agli scrittori, vedi Verga, De Amicis e Capuana, nuove possibilità di guadagni. Diversi giornali pubblicano speciali edizioni domenicali, supplementi della domenica e riviste in cui la letteratura ha un posto di primo piano. Nel 1901 nasce la terza pagina dei giornali dedicata interamente alla cultura e alla letteratura. Le discussioni letterarie si spostano dai salotti ai caffè mentre l’elaborazione delle linee di politica culturale è sempre più affidata alle riviste. La pubblicazione dei giornali era limitata dall’analfabetismo, dalla mancanza di un italiano popolare scritto, dal ridotto mercato pubblicitario. Solo a Milano esiste una editoria volta alla creazione di un pubblico medio, e solo in questa città può succedere che gli scrittori possano vivere solo del proprio lavoro; i più sono costretti a una doppia attività. Il processo di borghesizzazione e di specializzazione è già in corso: da un lato, l’intellettuale si trasforma in filosofo, scienziato e giurista nonché romanziere e giornalista, dall’altro vende sul mercato i propri prodotti. Tuttavia siamo lontano dalle situazioni francesi e inglesi dove i romanzieri vivevano della loro attività già dalla fine del Settecento.
Generi letterari e pubblico: centralità del romanzo e rilancio della novella in Italia
La produzione letteraria si stende su tre fasce. Quella più bassa è quella popolare a cui si rivolge la letteratura industriale con il romanzo d’appendice o con i romanzi di soggetto delittuoso, in particolare in Inghilterra. Una seconda fascia è quella del cosiddetto pubblico medio a cui si rivolge il romanzo realista e naturalista. La terza fascia è formata dal pubblico dei poeti simbolisti costituito da un’élite molto limitata della classe dirigente. Il successo più significativo è rappresentato dal successo e dalla diffusione di massa del romanzo, in età romantica. Il romanzo condiziona gli altri generi introducendo anche nella poesia una serie di motivi realistici: in Italia un poeta simbolista come Pascoli rappresenta gli stessi oggetti e le stesse situazioni campagnole; anche in Francia Baudelaire pone al centro della sua poesia la vita cittadina. Mentre negli anni Sessanta e ottanta nella narrativa prevalgono romanzi e racconti di costume, nella seconda metà degli anni Ottanta si imporrà il romanzo psicologico.
Si ha una ripresa della novella; proprio con la Scapigliatura rinasce la novellistica in prosa, la quale incontra un gran successo nella stagione del Realismo e Verismo. La diffusione della novella è favorita dalla scelta fatta da diversi quotidiani di sostituire con un racconto o con un racconto il romanzo d’appendice. All’inizio del Novecento la novella è il genere più richiesto dai giornali e dagli editori: diventa un prodotto di consumo, con conseguenze negative sulla sua qualità media.
La cultura filosofica: Comte, Darwin e Spencer
Il positivismo domina nella cultura europea fra 1849 e 1890, circa. Secondo Comte, l’unica conoscenza possibile è quella che si realizza secondo il metodo scientifico, il quale non considera il problema delle cause ultime ma si propone esclusivamente di analizzare il rapporto causa-effetto nei fenomeni obiettivamente e sperimentalmente osservabili. Grazie all’impiego di un rigoroso metodo sperimentale, l’astronomia, la fisica, la matematica e la chimica sono diventate scienze d’avanguardia. Ora si tratta di fondare la sociologia, più complicata e difficile perché l’oggetto è l’uomo.
Nel positivismo è chiara la linea di continuità con l’Illuminismo e con il metodo induttivo di origine galileana. Inoltre in Comte è evidente un’idea della storia come progresso.
Fra gli anni Cinquanta e anni Settanta, si sviluppa una cultura che presenta le seguenti caratteristiche: un rigoroso materialismo, un sostanziale determinismo e una concezione del progresso fondata sull’evoluzionismo: le diverse specie si evolvono attraverso la lotta per la vita e la selezione naturale, adattandosi quale più, quale meno, all’ambiente e affermandosi o scomparendo in relazione a tale adattamento.
La teoria evoluzionistica prende il nome di darwinismo dal suo fondatore; un altro esponente di tale teoria è l’inglese Spencer. Quest’ultimo, a differenza di Darwin, non era scienziato ma filosofo, infatti dà all’evoluzionismo un’interpretazione filosofica e sociale. Anche Spencer come Darwin e Comte è convinto che la conoscenza è caratterizzata da una evoluzione da verità semplici a verità complesse. Per Spencer le regole dell’evoluzione sono eguali sia nel mondo naturale che in quello sociale; naturalmente sono nate l’organizzazione capitalistica del lavoro, la divisione del lavoro, la formazioni di classi sociali. Secondo la teoria del darwinismo sociale, proprio perché si tratta di un’evoluzione naturale e dunque lenta e graduale, non si può pensare di risolvere i problemi sociali con rivolte: bisogna lasciare che il progresso si realizzi da solo, attraverso la selezione naturale.
In Italia il movimento positivista annoverò filosofi e scienziati di notevole statura, primo fra tutti Roberto Ardigò e successivamente il criminologo Cesare Lombroso.
Il realismo di De Sanctis e il sociologismo positivo di Taine
Secondo Claude Bernard , come uno scienziato si limita a individuare il determinismo dei fenomeni, cosi' lo scrittore deve trasformarsi in osservatore sperimentale, e deve trarre da una certa situazione narrativa, tutte le conseguenze e le derivazioni.
Taine considerò che i caratteri di un popolo, il clima, la situazione sociale e il periodo storico determinano le attività umane di ogni ordine; la vita spirituale viene ridotta alle leggi naturali e i suoi prodotti sono sottoposti alle stesse regole di selezione che vigono in natura. L’estetica di Taine unisce positivismo e storicismo, e getta le basi di una sociologia dell’arte: le manifestazioni estetiche sono viste essenzialmente come documenti storici.
L’influenza del positivismo agisce anche su De Sanctis; secondo De Sanctis il positivismo e il darwinismo diffondono un salutare senso del reale: invitano alla concretezza e alla ricerca sperimentale. Nell’ultima parte della sua vita, De Sanctis sviluppa una teoria estetica di tipo realistico e sociologico, volta si a valorizzare l’aspetto realistico nella letteratura, sia a mostrarne i rapporti con la società; propone una combinazione fra storicismo e alcuni aspetti del positivismo.

Antonio Protopapa
classe V AT
a.s 2001/2002
1
1
Dal Naturalismo al Postmoderno

Esempio