Dal neoclassicismo-Foscolo- al Romanticismo

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Testo

Strutture politiche, sociali e economiche
L’ingresso delle truppe francesi nel 1796 in Italia è un avvenimento di grossa importanza. Si ha la formazione di nuovi organismi politici come la Repubblica Cisalpina che poi costituirà il Regno d’Italia. L’affermarsi del regime napoleonico ha causato il cambiamento della maggior parte delle strutture statali come la scuola in cui Napoleone ha introdotto ginnasi e licei per la formazione di un ceto di funzionari fedeli allo stato e ha eliminato il monopolio ecclesiastico sull’istruzione. Anche dal punto di vista economico l’Italia cambiò; furono fatte costruire canali e strade, e riordinare il sistema fiscale e finanziario. Però lo sviluppo non fu veloce causato dalla politica di Napoleone che considerava gli stati vassalli come zone di sfruttamento per la Francia e giostrava la loro economia alle esigenze dello stato dominante. Questa situazione cambiò con l’unificazione dell’Italia.
Neoclassicismo e Preromanticismo
Negli ultimi decenni del Settecento le scoperte archeologiche di Pompei ed Ercolano avevano sollevato delle curiosità per l’arte classica che portarono alla riscoperta della civiltà e della bellezza antiche. Molto importante furono gli studi dell’archeologo tedesco Winckelmann, secondo il quale l’arte greca aveva realizzato l’ideale assoluto di bellezza e per cui arte e letteratura dovevano mirare al bello ideale ( tutto doveva essere visto secondo forme perfette). A questo modo di guardare all’antico si aggiunge il classicismo rivoluzionario che vedeva Sparta, Atene e Roma come modelli di vita repubblicana libera, virtuosa e sobria. Nell’età Napoleonica il classicismo rivoluzionario si trasforma in scenografia di parata cioè vengono celebrati i fasti dell’impero romano. Questo gusto si manifesta anche nella pittura, scultura e letteratura per celebrare le imprese napoleoniche. Accanto a questo si assiste ad un Neoclassicismo più profondo: è il caso di Ugo Foscolo che nelle Grazie vede l’antico come un mondo di armonia e di bellezza contrapposto ad un presente imbarbarito. Per lui l’antico non è un paradiso completamente perduto perché la civiltà italiana ha raccolto l’eredità di quella greca e ne ha continuato lo spirito. Verso la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento nella cultura italiana si notano delle tendenze opposte al Neoclassicismo in quanto si esaltano le passioni, le atmosfere malinconiche e tristi, dominate dall’idea della morte, della natura selvaggia e violenta. Queste tendenze vengono accomunate con il termine di Preromanticismo, perché i loro aspetti principali si ritroveranno nel Romanticismo. Questo concetto è stato molto contestato perché impoverirebbe il vero valore del termine Romanticismo. I due concetti di neo0classicismo e preromanticismo anche se di valore opposto, sono espressione di un nuovo modo di sentire del tempo, di un’inquietudine, di una crisi interiore che porterà al romanticismo.
UGO FOSCOLO
La vita
Ugo Foscolo nacque a Zante nel 1778, una delle isole Ionie di possedimento della Rupubblica Veneta. L’essere nato in terra greca e da madre greca rivestì una grossa importanza nella sua vita in quanto lo fece sentire molto legato alla cultura classica e suo ideale erede. Alla morte del padre la famiglia ebbe gravi difficoltà economiche e per questo la madre decise di trasferirsi a Venezia per cercare aiuto verso i parenti; Qui si trasferì anche Foscolo nel 1793 all’età di 15 anni; conosceva poco la lingua italiana e per questo decise di dedicarsi agli studi arricchendosi subito di una cultura sia classica che contemporanea e facendosi apprezzare nella società veneta nonostante la sua povertà. Appoggiò i principi della rivoluzione francese, e quando le armate napoleoniche avanzarono in Italia lui fuggì a Bologna dove compose un’ode A Buonaparte Liberatore in cui esaltava Napoleone come portatore di libertà. Ma quando questi attraverso il trattato di Campoformio cedette Venezia all’Austria, Foscolo si sentì tradito e si rifugiò a Milano dove conobbe i più illustri letterati del tempo come Parini, Monti, Cuoco. Con questi fondò un giornale in cui elargiva il suo impegno patriottico. Quando Napoleone conquistò nuovamente l’Italia attraverso la vittoria di Marengo, si arruolò nell’esercito italiano e seguì la spedizione contro l’Inghilterra. Soggiornò due anni nella Francia settentrionale e ritornando in Italia andò a Venezia per rivedere la madre. Qui ebbe un incontro con Ippolito Pindemonte che gli diede lo spunto per i Sepolcri. Gli anni successivi lo videro insegnare all’Università di Pavia ma quando la cattedra gli fu soppressa dal governo si trasferì prima a Firenze e poi da Milano in Svizzera e a Londra. Qui sembrava aver trovato la pace, ma la vita sfarzosa che conduceva lo portarono ad aver molti creditori che lo costrinsero a vivere nei sobborghi più poveri di Londra dove morì all’età di 49 anni. Solamente nel 1871 i suoi resti furono sepolti in Santa Croce accanto agli uomini che aveva lodato nelle sue opere.
Le ultime lettere a Jacopo Ortis
La caduta delle speranze in un rinnovamento politico da parte di Napoleone ispirò Foscolo a scrivere le ultime lettere a Jacopo Ortis. Furono redatte tre copie del libro, l’ultima quella definitiva nel 1817. Si tratta di un romanzo epistolare ispirato ai dolori del giovane Werther di Goethe in cui il protagonista scrive all’amico Lorenzo Alderani, il quale dopo la morte di Jacopo, morto suicida ancora giovane, pubblica le sue lettere. Questo gesto di Jacopo si spiega sia con la delusione politica provata per la perdita di Venezia sia per la disperazione che la donna amata Teresa sposi un altro uomo. Foscolo nel protagonista esprime i propri sentimenti, le proprie amarezze, i propri ideali e le delusioni. In questo racconto Foscolo fa vedere il suicidio e quindi la morte come l’unica via di uscita da una crisi storica; ma il pensiero della morte non è una conclusione proprio negativa in quanto al suo interno si trovano alcuni valori positivi come la famiglia, gli affetti, la tradizione culturale italiana. Questo romanzo viene definito come un romanzo moderno in quanto Foscolo oltre a riuscire a cogliere problemi che saranno anche delle generazioni post-rivoluzionarie, ha avuto l’intuizione di introdurre in Italia un tipo di romanzo usato in Europa. Il romanzo è stato scritto in una prosa aulica e la sintassi è stata costruita su l modello classico.
Le Odi e i Sonetti
Sin da ragazzo Foscolo cominciò a scrivere odi e sonetti ispirandosi alle tendenze di gusto e alle tematiche correnti del tempo. Nel 1803 pubblica il meglio della sua produzione poetica: dodici sonetti tra i quali Alla Sera, A Zacinto e in morte del Fratello Giovanni e due odi tra cui All’amica risanata. . A differenza delle odi che corrispondono al gusto neoclassico e quindi all’ideale di bellezza e di perfezione, i sonetti sono più autobiografici e più vicini alla passionalità dell’ortis. Infatti nel carme Alla sera si placa il desiderio di morte che c’era nell’Ortis mentre nel sonetto A Zacinto la passione si trasfigura in miti sereni con la rievocazione della patria lontana e il ricorda dell’infanzia.
I Sepolcri
Il capolavoro poetico di Foscolo è il carme dei Sepolcri. Si tratta di una poesia di 295 versi sciolti dedicati al tema della morte e della commemorazione degli scomparsi. Questo poema nasce da una discussione avuta con l’amico Ippolito Pindemonte in seguito all’editto napoleonico di Saint Cloud che prevedeva la sepoltura dei morti fuori dalle mura cittadine. Questo carme è appunto una risposta a Pindemonte in cui si riprende le tesi materialistiche sulla morte, ma le supera con considerazioni che rivalutano il significato delle tombe. Questo carme fu anche lo stimolo per concludere una meditazione che era iniziata con l’Ortis. Al centro del carme si ha il motivo centrale della morte non più intesa come “nulla eterno” a cui contrappone l’idea di un illusione cioè quella di poter vivere dopo la morte attraverso la tomba che rievoca il ricordo del defunto verso i vivi e tramanda gli affetti,i valori, e le tradizioni dei nostri antenati. Quindi nei Sepolcri a differenza dell’Ortis si ha la possibilità di sfuggire alla morte grazie appunto all’illusione del ricordo della tomba. Questo carme è un inno ai grandi valori dell’uomo ( la libertà, l’amore per la patria, il culto della poesia, il rispetto del passato) cantati attraverso tante figure antiche e moderne come Omero, Vittorio Alfieri, Dante, Macchiavelli, ecc. Il discorso del carme ha una struttura rigorosa e armoniosa e la prospettiva spazio-temporale da al carme un senso di grande vastità.
Le Grazie
Costituiscono lo sbocco della crisi di coscienza di Foscolo. Lui lavorò a più riprese per concludere quest’opera. Inizialmente doveva essere un inno unico alle Grazie ( sono dee che operano tra il cielo e la terra e hanno avuto il compito di suscitare negli uomini i sentimenti più puri attraverso il senso di bellezza e portandoli alla civiltà) ma poi è stato articolato in tre inni dedicati rispettivamente a Venere, dea della bellezza, a Vesta dea che custodisce il fuoco eterno che anima i nostri cuori e a Pallade, dea delle arti consolatrici della vita e maestra degli ingegni. Il poema è incentrato intorno all’idea di bellezza e di armonia come nelle odi e come si nota nel proemio si ha una ricerca del poeta verso la melodia pittrice della bellezza. Foscolo mira ad una poesia allegorica e si nota come in questo poema sono presenti le tendenze neoclassiche e romantiche che ad una prima vista possono sembrare contraddittorie ma nascono da una stessa radice, dalla volontà del poeta di uscire dalla crisi storica che aveva segnato la sua vita.
Il Romanticismo
Le grandi trasformazioni storiche
Agli inizi dell’ottocento due grandi rivoluzioni avevano segnato la vita dell’uomo: la prima, una rivoluzione dal punto di vista politico che aveva visto prima in Francia e poi in tutta l’Europa la caduta della monarchia assoluta e la nascita del principio che la fonte di sovranità è il popolo e anche l’idea di uguaglianza e di libertà; la seconda, una rivoluzione economica determinata dall’industrializzazione. Originatasi in Inghilterra si allarga presto in tutta l’Europa cambiando gli assetti dei vari Stati , la vita quotidiana e sconvolgendo stratificazioni sociali tradizionali considerati eterne come leggi di natura. Nuovi ceti, prima non considerati vengono alla ribalta; cambia il rapporto città-campagna e sorgono nuove città industriali, il lavoro artigianale entra in crisi. Questi cambiamenti così veloci creano forti contraddizioni che portano a tensione e paura nella coscienza di tutti. L’uomo che ha originato ciò non lo sa più controllare. Accanto a questo ci sono anche le rivolte del proletariato urbano stanco di essere sfruttato, ma anche la contaminazione della natura, con il continuo espandersi delle città sulle campagne, i fumi delle fabbriche, le ferrovie che tolgono il posto a ciò che prima era considerata una cosa sacra, una Madre inviolabile.
L’intellettuale e le contraddizioni dell’età
In questo contesto opera l’intellettuale del tempo. A differenza dei periodi precedenti l’intellettuale non proviene più dall’aristocrazia o dal clero ma proviene da ceti di disagiati e per poter vivere si deve trovare un occupazione. Questo gli permette di poter criticare più pienamente e lo porta a cogliere le contraddizioni del suo tempo. L’artista viene vista come un essere inutile che serve solamente a far divertire e ridere; questo perché sono cambiati i valori nella società. Però la cosa che più umilia e fa rabbia all’artista è che la classe in cui lui opera è la stessa dalla quale proviene e questo fa a crescere in lui il senso di colpa di essere diverso. Un altro motivo di conflitto è l’istaurarsi del mercato di prodotti intellettuali. L’artista vede la sua opera essere venduta o scambiata attraverso un prezzo; questo lo porta ad essere umiliato maggiormente perché dice l’opera è il frutto della sua creatività e per lui non ha prezzo.
I temi del Romanticismo europeo
Le trasformazioni avvenute in Europa portarono al rifiuto romantico contro la ragione; questo perché la ragione aveva dato inizio alle rivoluzioni. I temi su cui si basa il Romanticismo sono da ricercare nell’irrazionale in quelle cose che mai nessuno aveva osato immergersi. A differenza dell’illuminismo in cui si prediligevano i lumi, quindi la luce, il Romanticismo predilige le tenebre, la notte segno dell’irrazionale. Il sogno e la follia sono due grandi motivi romantici, i canali attraverso cui l’io entra in contatto con il mistero, con l’ignoto. L’esplorazione dell’irrazionale porta ad un soggettivismo esasperato in cui il mondo esterno non esiste poiché è una creazione dell’io. A sua volta il soggettivismo porta ad una tensione verso l’infìnito, in cui l’io si identifica con la totalità. Il Romanticismo a differenza di altri periodi porta ad un ritorno alla religiosità, alla spiritualità; un ritorno che a volte culmina in una ricerca oltre il naturale facendo ricorso alla magia, alchimia o all’esoterismo.
Il romanzo.
Nell’età romantica si affermò un genere nuovo, il romanzo che conquistò sin da subito il pubblico. Non tutti lo accolsero in questo modo; c’erano i letterati tradizionalisti e classicisti che vedevano il romanzo con disprezzo ritenendolo adatto per gli ignoranti. Questo disprezzo nasceva anche dal fatto che questo genere nuovo non rispecchiava le caratteristiche dei generi narrativi tradizionali come la prosa, il poema, la novella. Il romanzo era stato in Europa l’espressione letteraria più tipica della visione del mondo, sin da quella classe, la borghesia che sarebbe divenuta il ceto dominante. Quindi era naturale che il romanzo si insinuasse in Italia quando le classi borghesi attraverso le lotte risorgimentali volevano porsi come classe dirigente e spettava a loro riscattare il romanzo dal disprezzo attraverso la battaglia romantica formatasi dal 1816. Gli stessi romantici ritenevano che il romanzo era più inferiore rispetto agli altri generi ma erano convinti che uno scrittore di valore potesse nobilitarlo. Fu il caso di Manzoni che attraverso il Fermo e Lucia pose il romanzo alla pari di tutti gli altri generi letterari, e lo definì come un mezzo per poter colmare la lacuna culturale di tutt’Italia.
In Italia si diffonde il romanzo storico; il suo compito non è quello di illustrare i grandi avvenimenti politici ma di dare una visione della vità privata, dei costumi, della mentalità di quel determinato periodo. I personaggi storici venivano lasciati sullo sfondo e venivano messi sulla scena personaggi immaginari il quale compito era quello di dare una visione della condizione di vita quotidiana di una data società che la storiografia non era solita considerare.

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