Cronologia di vita e opere di Giacomo Leopardi

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Categoria:Letteratura

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Testo

CRONOLOGIA

1815- L’autore si dedica a un periodo di “studio matto e disperato”. Studia il Greco,Latin,Ebraico.
1815-16 La prima conversione “estetica” (inizia a scrivere poesie). Passa dall’interesse per l’educazione all’interesse per il bello.
1819 Cerca di fuggire da Recanati ma fallisce. Il fallimento diventa per il poeta un periodo di disperazione,che sfocia nella conversione filosofica,passa dall’interesse per il bello alla ricerca del vero.

Il pessimismo accompagna la vita del poeta,si parla di PESSIMISMO ESISTENZIALE il periodo che va fino alla conversione “Estetica”,cioè prima del 1816.
Pensa che la vita sia sfortunata per lui,è convinto che per il resto degli uomini l’esistere possa essere sereno. Crede che scappando da Recanati la sua vita potrebbe finalmente diventare felice.
Il PESSIMISMO STORICO coincide temporalmente con la conversione estetica e l’incontro con la tesi del neoclassicismo. In questo periodo il poeta si convince che il periodo storico in cui vive è condannato all’infelicità.
Il PESSIMISMO COSMICO afferma che la natura è sempre e comunque maligna. La storia non è responsabile dell’infelicità degli uomini, è l’esistenza stessa che condanna l’uomo all’infelicità.

1818-1822 (PICCOLI IDILLI)Il piccolo Idillo era nel mondo greco un breve componimento descrittivo,infatti significa (piccola visione). Il poeta osserva una siepe e dà spazio ai pensieri sull’infinito. La definizione di “piccoli” è stato dato dai critici che hanno definito così la prima fase di produzione di Leopardi. In questo periodo inizia anche a scrivere lo “ZIBALDONE”,è una sorta di diario in cui il poeta scrive quotidianamente le sue riflessioni.

1822 Riesce ad andarsene da Recanati, si trasferisce a Roma ma la vita della capitale non lo soddisfa, ne rimane deluso e torna a Recanati dove attraversa un periodo di grossa crisi.

La seconda fase creativa comincia con la stesura delle “OPERETTE MORALI”, un’opera in prosa in cui il poeta affronta delle riflessioni di stampo filosofico. Il poeta scrive in prosa per essere più libero nel dare espressioni ai pensieri.

1828-30 Leopardi ricomincia a dedicarsi alla poesia e scrive “I GRANDI IDILLI”. Il poeta aveva soggiornato a Pisa dove aveva scritto “A SILVIA”.
Era poi ritornato a Recanati in una situazione psicologica diversa rispetto al 1820. Il poeta affronta infatti un primo bilancio della sua esistenza, riprova infatti a trattare i temi che già aveva affrontato nei “Piccoli Idilli”ma con una profondità maggiore e con un più forte disincantato.

1831 finalmente il poeta abbandona definitivamente Recanati e si trasferisce prima a Firenze dove si innamora e scrive un ciclo di poesie dedicate all’ amata. Questo è un periodo felice, riesce a conquistare la serenità infatti trova in Anotonio Ragneri un amico che gli starà vicino fino alla morte. In questo periodo la poesia più importante è la “Ginestra”,in quest’opera il poeta testimonia infatti la propria concezione della vita. La natura è malvagia ed è rappresentata nella poesia da un vulcano che potrebbe eruttare in qualsiasi momento. Il destino quindi per il poeta incombe sull’uomo che è paragonato alla ginestra, un fiore che nasce proprio sulle pendici del vulcano. L’uomo deve resistere proprio come la ginestra, sebbene condannato a vivere una realtà che non gli è amica,può trovare nella vicinanza con altri simili una vicinanza che sostiene tutti gli uomini contro la natura stessa.

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