"Papà Goriot" di Honoré de Balzac

Materie:Appunti
Categoria:Letteratura

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Testo

AUTORE: Honoré de Balzac

TITOLO: Papà Goriot

PERSONAGGI:
Papà Goriot: È un uomo generoso che prova un amore così morboso per le figlie tanto da rovinare la sua vita e sprofondare nella miseria più assoluta pur di permettere loro di vivere nel lusso più totale e di partecipare degnamente vestite a tutti i principali eventi della vita mondana di Parigi. E come lui stesso afferma nel romanzo: “La mia vita è nelle mie due figlie. Se loro si divertono, se sono contente e ben vestite, se camminano sui tappeti, che m’importa di come sono la stoffa dei miei vestiti e il posto in cui dormo? Se stanno al caldo, io non sento il freddo, se ridono io non mi annoio. Non ho altri dispiaceri che i loro…” e come spiega al coprotagonista, Eugène de Rastignac, innamorato delle sue figlie: “Un giorno saprete che si è molto più felici della loro che della propria felicità.”, ”Insomma, io vivo tre volte.”.
Eugène de Rastignac: È un giovane studente proveniente da una misera famiglia e trasferitosi a Parigi per studiare, poiché in lui sono riposte tutte le speranze della famiglia. La sua immagine è di studente diligente che però si perde per strada, attirato dalla prospettiva di una vita agiata. L’autore lo descrive con “un viso tipicamente meridionale, carnagione bianca, capelli neri, occhi azzurri” e dall’aspetto, i modi e l’atteggiamento abituale tipici “del figlio di una famiglia nobile”.
Delphine de Nucingen e Anastasie de Restaud: Nonostante esse siano sposate entrambe con uomini molto abbienti e abbiano a disposizione un patrimonio di molto superiore al suo continuano a spremere il padre fino all’ultima goccia, incuranti del suo dolore. Sono entrambe molto belle, una “bionda, dalla vita sottile, aggraziata e fin troppo distinta per essere la figlia di un Papà Goriot” e l’altra “alta e ben fatta, bruna, dai capelli neri e l’occhio vivo”.
Mme de Beauséant: Aiuta Eugène de Rastignac a introdursi nell’alta società grazie alla parentela che lega il giovane alla nobile donna.
M. Vautrin: È un uomo scaltro e cinico che cerca di plasmare la mentalità di Eugène a modello della sua “Benché la sua apparente bonomia, la sua costante compiacenza e la sua allegria gli servissero da barriera nei confronti del prossimo, spesso lasciava scorgere la spaventosa profondità del suo carattere“.
Mme Vauquer e gli altri avventori della sua pensione.

NUCLEO INFORMATIVO: Eugène è uno studente sulle cui spalle gravano tutte le responsabilità e le speranze che la sua misera famiglia ha riposto in lui. Egli sulle prime ripaga in pieno tutta la fiducia accordatagli perdendo però la retta via, attirato dai sogni di nobiltà e dall’affezione per donne altolocate. Nel tentativo di conquistare queste eleganti signore “rispolvera” nobili parentele che lo legano alla viscontessa de Beauséant e lo catapultano in mezzo alla nobiltà parigina e ai balli più prestigiosi. È proprio in uno di questi balli che conosce Anastasie de Restaud, figlia di Papà Goriot, di cui si invaghisce. Questa passione lo porta ad approfondire la conoscenza di Papà Goriot cui si affeziona sempre più man mano che il tempo passa. Dopo averne conosciuto anche l’altra figlia, Delphine de Nucingen, ed essendo sorto un interesse anche nei suoi confronti, lo studente smarrisce definitivamente la strada dello zelo. Durante queste peripezie amorose che si susseguono fra alti e bassi, una moltitudine di vicende va a scuotere ulteriormente l’oramai non più tranquilla vita del giovane come la cattura di M. Vautrin che è in realtà Ingannamorte, un forzato evaso che aveva cercato di convincerlo a sposare Mlle Taillefer, una giovane che abitava con loro nella pensione di Mme Vauquer e che si sarebbe presto arricchita con l’assassinio da parte di Vautrin del padre e del fratello.
A dare la lezione più profonda riguardo alla crudeltà umana è, però, la morte di Papà Goriot, provocata dalle troppe preoccupazioni per le spietate figlie che, pur essendo a conoscenza della precaria situazione del padre non si presentano al suo capezzale per donargli l’estremo saluto né tantomeno si degnano di pagare le onoranze funebri. “E come primo atto di sfida rivolto alla società, Rastignac si recò a cena da Mme de Nucingen.”

COMMENTO: Una volta sorpassata l’introduzione, a mio avviso troppo noiosa, in quanto l’autore si è soffermato troppo sulla descrizione dei personaggi e su episodi che avrebbe potuto raccontare nel corso del romanzo, la lettura di quest’opera mi ha molto appassionata. Sono stata molto coinvolta dalle vicende umane che Balzac ha raccontato, seguendole personaggio per personaggio ma il finale mi ha piuttosto delusa, essendo un po’ troppo scontato, e che, oltretutto, mi ha lasciato un senso di incompiutezza, come se l’autore non avesse rivelato tutto, lasciando in sospeso la storia di alcuni personaggi. Ho inoltre trovato fastidiosa la prolissità dell’autore. Dovendo giudicare l’opera assegnerei un’8 alla storia narrata ma un 5 allo stile con cui è narrata, a causa del ritmo troppo lento e dell’eccessiva insistenza su certi episodi.

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