"Il principe" di Niccolò Machiavelli

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Categoria:Letteratura

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Testo

“Il principe”

Primo capitolo
È una sintesi di tutta la trattazione;l’esordio è classificatorio:una volta distinte le forme di governo,viene brevemente delineata la tipologia dei principati,che possono essere ereditati o nuovi:per nuovi si intende sia misti (formati dalle aggiunte di nuove conquiste) o del tutto nuovi.Come esempio di principato del tutto nuovo viene riportato quello della conquista di Milano da parte del capitano Francesco Sforza,mentre come esempio di principato misto viene riportata la conquista dei Napoli da Ferdinando il cattolico.Infine vengono elencati i mezzi per realizzare tale conquista.

Terzo capitolo
Si considerano i principati misti.Machiavelli valorizza la sua esperienza personale nella segreteria e nella concezione d’esemplarità della storia romana. L’occupazione di Milano serve a esemplificare le difficoltà dei principi nuovi.La condotta tenuta dai romani serve ad additare a ogni principe saggio la condotta da tenere nelle regioni conquistate.Balza in primo piano la necessità di prevenire tempestivamente gli ostacoli futuri.

Sesto capitolo
Illustra la situazioni di coloro che al principato pervengono con armi proprie.L’attacco del capitolo segna una svolta:si avvia la discussione sui principati del tutto nuovi,sia per dinastia che per tipo di governo.L’attenzione si sposta sulla ricerca della corretta azione politica.Per raggiungere tale obbiettivo bisogna ispirarasi ai grandissimi esempi di Mosè,Ciro.Teseo,Romolo,i quali seppero istituire i nuovi ordini.Come esempio negativo viene citato Savonarola che non ricorse all’uso della forza,ritenuto necessario da Machiavelli perché tutti e’ profeti armati vinsono,e li disarmati ruinarono.

Settimo capitolo
Coloro che conquisteranno una stato con l’aiuto altrui,lo manterrano con grandissime difficoltà.Lo Stato così realizzato è paragonabile ad un albero cresciuto troppo in fretta,privo delle radici e vulnerabile alla prima tempesta.Nelle cose dello stato però,è posibile forzare i tempi e combattere nelle più estreme difficoltà.A rappresentare adeguatamente il caso limite è il Valentino,indicato come modello da chi voglia fare e mantenere uno stato, ma anche lui,fondandosi sulla fortuna altrui,ruina,sebbene avesse sterminato i suoi avversari e avesse cercato d’essere previdente rispetto al futuro:per far eleggere in successione al padre un papa non ostile, tentò di controllare il seggio,tentò di costruire un vasto stato centro italiano.Tuttavia sia il padre che lui si ammalarono troppo presto.Un errore fatale fu quello di non aver ostacolato l’elezione di Giulio II Della Rovere.

Nono capitolo
A favorire il privato cittadino nella conquista dello stato è il consenso del popolo o quello dei ceti medi.Ricorrendo ad un termine caro alla propria concezione biologica e naturalistica della società,Machiavelli due umori in seno alle lotte sociali:il popolo e i grandi: si tratta di due appetiti antagonisti: quello del popolo che resiste all’oppressione e quello dei grandi che vuole opprimere.Chi perviene al principato con il consenso dei grandi mantiene il potere con maggiore difficoltà rispetto a cxhi gode del consenso popolare.

Quindicesimo capitolo
Ha inizio la riflessione sulla concreta prassi politica.Il principe che voglia mantenere deve essere buono o non buono a seconda della necessità. E’ perciò da respingere il catalogo delle qualità e dei vizi da perseguire o da fuggire,come compariva nella precedente trattazione politica.Sul terreno della prassi politica ciò che talora è qualità,altre volte può essere vizio.Il vizio adoperato per difendere lo stato risponde ad un’esigenza collettiva.Le virtù morali usate a sproposito risultano causa di ruina.

Diciottesimo capitolo
Machiavelli con una figura biologica disegna due diversi modi di combattere:quello dell’uomo e quello della bestia.Il primo ha come risulatato le leggi,il secondo la violenza.Quando le leggi non sono sufficienti si deve ricorrere alla violenza.Poiché il principe deve per necessità impiegare anche la parte bestiale,Machiaveli illustra in due modi in cui essa si manifesta:ricorre alle figure della volpe e del leone,immagini dell’astuzia accorta e simulazione e dell’impeto violento,con i quali è possibile evitare i tranelli e vincere la violenza degli avversari.Per il principe è più utile simulare pietà,fedeltà,umanità che osservarle veramente.Le doti etiche sono pure illusioni nella lotta politica.Il dovere del principe è vincere e mantenere lo stato.Il volgo guarderà solo le apparenze,mentre pochi che non giudicheranno dalle apparenze non riusciranno a imporsi perché la maggioranza è dalla parte del principe.

Venticinquesimo capitolo
La fortuna è arbitra di metà delle azioni umane mentre l’altra metà resta nelle mani degli uomini;la fortuna è paragonata ad un fiume rovinoso che allaga le pianure e distrugge gli alberi e le case: gli uomini previdenti devono disporre per tempo gli argini.Tuttavia si possono vedere principi salire al potere o rovinare senza che essi abbiano modificato il proprio comportamento,Machiavelli ricorre alla mutevolezza continua delle circostanze storiche e della fortuna,non ruina colui che riesce a mettersi in sintonia con la qualità dei tempi.

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