"I fiumi" di Ungaretti

Materie:Appunti
Categoria:Letteratura

Voto:

1.5 (2)
Download:1131
Data:18.09.2001
Numero di pagine:3
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
fiumi-ungaretti_2.zip (Dimensione: 5.03 Kb)
readme.txt     59 Bytes
trucheck.it_i-fiumi-di-ungaretti.doc     29 Kb


Testo

I FIUMI Giuseppe Ungaretti

VITA DI UNGARETTI:

Giuseppe Ungaretti nasce nel 1888 ad Alessandria, in Egitto. Qui trascorre la prima giovinezza. L’Egitto era un ambiente internazionale, perciò consente ad Ungaretti di formarsi in condizioni di estrema apertura a tutte le correnti di pensiero. L’Egitto lo influenza soprattutto per quanto riguarda il paesaggio.
Glia anni passati in Francia fra il 1912 e l’inizio della prima guerra mondiale sono decisivi per le sue scelte culturali. A Parigi conosce i più significativi esponenti delle avanguardie artistiche. Novecentesche.
Il terzo tempo della biografia ungarettiana coincide con l’esperienza drammatica della prima guerra mondiale alla quale partecipa come soldato semplice. Basta poco tempo perché si senta profondamente deluso e dolorosamente segnato da questa esperienza. Nascono da questa esperienza le prime e più significative raccolte, Il porto sepolto e Allegria di naufragi.
A causa dell’influenza del futurismo, opera una vera e propria rivoluzione espressiva. Spezza il verso riducendolo a pochissime sillabe, isola la parola all’interno della pagina bianca, elimina la punteggiatura.
Dopo la guerra vive per qualche anno ancora a Parigi, dove sposa Jeanne Dupoix, quindi si trasferisce a Roma.
Nel 1936 Ungaretti si trasferisce in Brasile dove viene invitato a ricoprire la cattedra di letterature italiana all’Università di San Paolo. Nel 1939 è colpito da un grave lutto, la morte del figlio Antonietto, di soli nove anni. Le stragi e gli orrori della seconda guerra mondiale e la morte del figlio servono ad Ungaretti per modificare il suo canto: utilizza la parola gridata, il verso lungo, spezzato da frequenti puntini di sospensione che rendono l’affanno e la disperazione.
Tornato in Italia nel 1942, Ungaretti ottiene per fama la cattedra di letteratura italiana moderna e contemporanea presso l’Università di Roma. Dopo al liberazione, al legittimità di questo incarico assegnato dal regime fascista viene messa in discussione, ma poi tutto si risolve in un nulla di fatto grazie anche alla solidarietà manifestata al poeta dagli intellettuali più prestigiosi del tempo.
Continua a viaggiare per il mondo fedele alla sua concezione della vita come vagabondaggio e riceve da ogni parte premi e riconoscimenti.
Nel 1969 riunisce tutta la sua produzione nella raccolta Vita d’un uomo, sottolineando nel titolo lo stretto legame tra poesia ed esperienza biografica. Muore a Milano nel 1970.

ES.1

Nella prima strofa gli elementi sono l’albero mutilato abbandonato, ha il languore di un circo, paesaggio quieto, nuvole sulla luna.
Nella seconda strofa gli elementi sono: reliquia

ES.2

Sono presenti molte metafore, infatti il poeta, si paragona ad un sasso, ad un acrobata, ad un beduino e ad una docile fibra dell’universo.
La dolina carsica può avere un duplice significato, la sua forma può essere paragonata ad un circo, ma anche ad un nido, un luogo chiuso e protettivo.
E’ usata la metafora dell’urna d’acqua, in cui esprime il tema della morte e della vita. Questa espressione può essere quindi interpretata come un ossimoro, perché mette a confronto un elemento che fa pensare alla vita e uno alla morte.
La guerra è simboleggiata dall’albero mutilato e dai panni sudici di guerra.
E’ stata usata più volte la frase questi sono i miei fiumi (anafora).
Gli enjambement sono presenti ai versi: 2-7-9-19-22-25-30-34-36-40-42-45-48-52-55-58-63-66-68.

ES.3

Quando parla della dolina Carsica, vuole parlare dell’Isonzo dove, durante la guerra, andava a lavare i suoi panni.
La dolina, compresa come do familiare anticipa la penultima strofa, in cui parla del Nilo, che bagna Alessandria città natale di Ungaretti. Parla anche in precedenza dei suoi ricordi d’infanzia quando parla dei beduini.

ES.4

Mi tengo a quest’albero mutilato; mi sono disteso; me ne sono andato come un acrobata sull’acqua; mi sono chinato a ricevere il sole; mi sono riconosciuto una docile fibra dell’universo; non mi credo in armonia;

ES.5

Le parole chiave che sintetizzano l’identità del poeta sono: reliquia, sasso, acrobata sull’acqua, beduino, mio padre e mia madre, Nilo.

ES.6

Le parole che fanno pensare alla vita sono: albero, paesaggio, nuvole, luna, acqua.
Le parole che fanno pensare alla morte sono. Mutilato, abbandonato, quieto, urna, reliquia.

COMMENTO:

In questa poesia Ungaretti descrive le tappe principali della sua vita. Queste tappe sono simboleggiate dai fiumi Isonzo, Nilo ,Senna.
Il Nilo rappresenta il luogo in cui è nato e dove ha trascorso la sua infanzia; l’Isonzo rappresenta l’esperienza della guerra; la Senna, il periodo in cui ha vissuto a Parigi.
Mette in contrapposizione la morte e la vita, quindi la gioia e la malinconia. Sono molto usate descrizioni paesaggistiche per esprimere questi concetti.
La sintassi è semplice e lineare. Lo stile è paratattico. C’è l’uso molto frequente di ricorrere a parole nude che indicano elementi della natura.
E’ ricorrente l’uso dell’aggettivo dimostrativo “questo”, che esprime la vicinanza del poeta alla natura e una sensazione di stabilità.

Esempio