Ovido

Materie:Appunti
Categoria:Letteratura Latina

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Testo

PUBLIO OVIDIO NASONE
Vita
Publio Ovidio Nasone è l’ultimo dei poeti elegiaci romani, dopo Tibullo e Properzio. È lui stesso a fornirci moltissime informazioni sulla sua vita: nasce nel 43 a.c. a Sulmona da un’agiata famiglia equestre; frequenta le migliori scuole di retorica e grammatica in preparazione della carriera politica. Compirà il consueto viaggio di istruzione in Grecia per completare gli studi ma abbandona la carriera forense prestissimo. Opta cosi per la poesia: entra nel circolo di Messala Corvino e stringe contatti anche con i poeti del circolo di Mecenate. Si sposerà 3 volte: l’ultimo matrimonio gli conferirà la serenità coniugale. Nell’8 d.C., all’apice del suo successo, un provvedimento di Augusto lo costringerà alla relegatio a Tomi, sul mar Nero. Le cause del provvedimento non furono mai chiare: potrebbe essere stata la conseguenza di un poema sgradito che andava contro il programma augusteo, o forse un suo coinvolgimento nello scandalo dell’adulterio della nipote di Augusto, o ancora uno scontro diretto con il princeps. Trascorre qui gli ultimi anni della sua vita; muore circa nel 18 d.C.
Stile e poetica
Ovidio è l’ultimo dei poeti elegiaci romani, dopo Tibullo e Properzio: nonostante ciò la sua poesia risulterà nuova, innovativa sia comparata ai poeti elegiaci del passato, sia a quelli augustei. Se per i suoi predecessori infatti l’elegia era una scelta di vita assoluta, per Ovidio questa non esclude altre esperienze poetiche: i poeti elegiaci cantavano sentimenti reali; Ovidio invece concepisce la poesia come una creazione autonoma fittizia che rispecchia però l’unica autentica realtà. La concezione poetica ovidiana la identifica in una funzione fondante, che ha il primato sulla realtà: egli non scrive d’amore, ma sull’amore. È possibile identificare 3 fasi nella sua produzione, operando una divisione tematica e biografica:
PRIMA FASE: opere di contenuto erotico. Fa qui del metateatro: porta alle estreme conseguenze la poesia elegiaca e ne smaschera gli artifici.
* Amores
* Ars Amandi
* Rimedia amoris
* Medicamina faciei
* Heroides
SECONDA FASE: produzione eziologia e antiquaria. vi è maggiore adesione al programma politico augusteo.
* Metamorfosi
* Fasti
TERZA FASE: opere attraverso le quali tenta di sollecitare un futuro migliore; opere del periodo della relegatio.
* Tristia
* Epistulae ex Ponto
POESIA EROTICO-DIDASCALICA
Il gioco delle parti
Amores, Ars amandi, Rimedia amoris e Medicamina faciei sono opere riassumibili nel contesto della poesia erotico didascalica. In questo gruppo vengono infatti definiti consigli e precetti per tutte le fasi dell’amore: il poeta si identifica dapprima nel ruolo dell’innamorato (amores), poi in quello del magister amoris (ars amandi) e infine in quello del medico (rimedia amoris). Per Ovidio la relazione amorosa consiste in un gioco intellettuale, soggetto a un corpus di regole proprie. L’amante deve saper recitare bene il suo personaggio: stare al gioco della donna e adattarsi alle varie personalità femminili. La puella (amata) deve giocare il ruolo della preda: deve mostrare di saper resistere, opporsi alle tentazioni dell’uomo scatenando in lui il desiderio, fingere virtù che non le appartengono, tradire, essere gelosa. Ovidio risulta estremamente moderno ed innovativo nella volontà di voler coinvolgere il lettore: l’artista compie infatti continui rimandi a opere proprie e non elegiache.
Amores
Elegie di soggetto amoroso, gli Amores sono 41 componimenti divisi in tre libri. Vi sono tracce del maestro di elegia erotica Properzio. Ovidio tiene conto dei temi tipici del genere: poesie d’occasione, poesie di stampo alessandrino, discorsi sulla gelosia, il tradimento, il desiderio eccetera. Ma accanto a questi vediamo delinearsi anche tratti nuovi dell’elegia ovidiana:
* mancanza di una figura femminile. Se infatti i poeti precedenti facevano ruotare le loro esperienze amorose attorno ad un’unica donna, Ovidio afferma di amare “tutte le donne belle”. Corinna, lo pseudonimo greco con cui Ovidio si rivolge di tanto in tanto ad una donna, è presente in maniera tenue e limitata; rappresenta l’oggetto del desiderio in quanto tale ed è difatti probabilmente un personaggio fittizio. Vediamo quindi come acquisti in Ovidio importanza non più la singola donna, ma l’esperienza d’amore in sé.
* Il pathos passionale sfuma fino quasi a perdersi e a banalizzarsi. La poesia si trasforma così in lusus; l’eroe viene analizzato con distacco.
* Manca quasi totalmente il servitium amoris.
Ars amandi
Opera in 3 libri scritta fra gli Amores e le Heroides; è una sorta di manuale del seduttore. I primi due libri sono dedicati ai giovanotti, dove Ovidio si pone come praeceptor amoris. Scrive anche un terzo libro, aggiunto come “risarcimento” per le donne, alle quali è dedicato: qui vengono infatti dati consigli su come conquistare gli uomini. L’importanza di quest’opera consiste nello sfondo sul quale essa si svolge: l’ars amandi è un importante documento storico per usi e costumi di Roma in quanto fornisce uno spaccato della società augustea.
Medicamina Faciei
Poemetto con indicazioni sulla cosmesi. Fonte: poemi alessandrini.
Heroides
Raccolta di lettere poetiche (21): le prime 15 scritte da donne famose, eroine del mondo greco (epica omerica, tragediografia, lirica arcaica) e latino (Virgilio, Orazio, Catullo); le altre 6 sono formate da una corrispondenza bilaterale di 3 coppie. Il mito ha qui un rilievo sostanziale. La scelta del genere epistolare ha reso forse troppo monotona l’opera: nonostante infatti questa sia stata una scelta del tutto innovativa, il monologo delle donne, che rispecchiava sempre il modello della lamentatio della donna abbandonata, risultava poco dinamico e poco drammatico. Contrariamente alla centralità del lusus nell’ars amandi, nelle heroides lo spazio dedicato al pathos è assai più esteso, i toni sono infatti principalmente quelli patetico-tragici. L’opera è interessante come approfondimento della psicologia femminile: se nei poemi erotici la donna veniva identificata come libertina e seduttrice, viene qui proposta la seconda caratteristica, che vede il mondo femminile costretto e dannato ad una condizione di costante infelicità, sottoposto al dolore come amanti e come donne stesse.
Metamorfosi
Opera eziologia in quanto raccoglie miti e culture di epoche differenti, le metamorfosi sono un poema in esametri di 12.000 versi. La forma è quella dell’epos, deducibile da verso usato, l’esametro, e dalla mole, 15 libri; ma il modello è quello di un poema collettivo, un’opera universale su modello della Teogonia esiodea e degli Aitia di Callimaco. Vi sono due estremi che danno l’impianto cronologico all’opera: il caos iniziale e l’apoteosi di Cesare fino alla celebrazione di Augusto. Dopodiché, le numerose vicende mitico storiche sono ordinate secondo un filo cronologico quasi impercettibile: viene lasciato spazio ad altri metodi di associazione, come la contiguità geografica, l’analogia delle metamorfosi, relazioni genealogiche fra i personaggi, analogie tematiche ecc. Due sono le caratteristiche principali: la varietà dei contenuti e la mutevolezza dello stile. Ovidio infatti inserisce il tono patetico tipico dell’elegia amorosa nelle vicende mitico – storiche, e tiene viva l’attenzione del lettore con la continua ricerca del mirum e con l’utilizzo di fini artifici stilistici (come quello di porre la cesura fra un libro e un altro nel bel mezzo di una vicenda). Il racconto è a incastro: troviamo infatti la storia nella storia. La tecnica narrativa è fotografica: Ovidio insiste infatti sulle percezioni visive, tendendo a fornire descrizioni pittoriche che riescono a far vedere al lettore il susseguirsi delle vicende (Calvino stesso dirà su Ovidio che in egli ci fu il principio della cinematografia). Vi è anche un altro elemento di novità: la trasformazione della figura dell’eroe. Se infatti nell’epica tradizionale l’eroe era guerriero, incrollabile e diveniva un semideo, l’eroe delle metamorfosi è una figura immatura, costretta a subire il destino e ridotto alla degradazione della natura animale o vegetale.
Fasti
Opera di poesia civile, si accosta più di tutte al programma augusteo: il progetto era quello di illustrare usi e costumi antichi dei latini, seguendo la traccia del calendario romano. L’opera è incompleta, si ferma infatti al sesto libro, al mese di Giugno. I fasti, per l’argomento trattato, sono quindi un importante documento antropologico. L’opera aderisce al programma augusteo per svariati motivi:
* Ritorno al mos maiorum
* Elogio dell’ideale di vita semplice
* Tema bucolico
* Interesse per il mondo antico e i valori religiosi
Tristia
Ovidio vivrà in maniera molto tormentata la relegatio subita; tenterà in tutti i modi di rientrare a Roma. Amava la città, e abitutato ad essere acclamato e stimato dalla società romana, si ritrova ora confinato ai limiti dell’impero, dove neanche si parlava latino. I Tristia sono un’elegia contraria agli Amores, dove viene esaltato l’amore per la patria lontana. Sono formati da 5 libri disposti in ordine cronologico. Tutta l’opera si snoda sul lamento riguardo alla sua infelice condizione di poeta esule, con l’utilizzo di un tono prettamente patetico. Egli si rivolge ad Augusto e alla società romana, narrando del suo triste viaggio verso quella guerra lontana; cerca poi di scagionare le sue opere erotiche dall’accusa di immoralità, adducendo la scusante della finzione letteraria. Farà poi una sorta di lezione al princeps, accusandolo benevolmente di aver letto le sue opere con troppa superficialità: ma verrà scusato dal poeta, che riconosce come le questioni che augusto deve amministrare come assolutamente impegnative. Rimane quindi su un atteggiamento didascalico, affermando che non sarà più magister amoris, ma che continuerà a cimentarsi nell’elegia.
Epistulae ex Ponto
4 libri, forma epistolare poetica che per forma richiama le Heroides. Le lettere sono indirizzate a diversi personaggi della società romana, scritte con la speranza che gli amici intercedano per il suo ritorno. Il tono è più celebrativo dei Tristia: viene celebrato Augusto, Germanico, Livia e il successore Tiberio.

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