L'età augustea e protagonisti

Materie:Appunti
Categoria:Letteratura Latina

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Testo

ETA’ AUGUSTEA
L’età augustea comprende il periodo ke va dal 43 a.C. al 17 d.C. e quindi lo scontro tra M.Antonio e Ottaviano, il 2° triumvirato e lo scontro finale di Azio nel 31 a.C. con il successivo dominio di Augusto.
Dal 31 a.C. si assiste a un cambiamento politico-istituzionale ke porta all’affermazione del principato, in cui Ottaviano si presenta come collaboratore del senato.
Questo principato nasce da un paradosso: infatti ha la sua origine in una rivoluzione politico-istituzionale, ma viene presentato da Ottaviano come restaurazione dei “mos maiorum” dell’età repubblicana.
Questo risponde all’attesa da parte dei romani di un personaggio ke risolvesse il difficile periodo delle guerre civili, una sorta di portatore di una nuova età dell’oro.
Già nella 4°egloga di Virgilio si parla dell’avvento di un “puer” ke nel medioevo sarà identificato con Dio ma ke originariamente era Augusto; nella 5°egloga Virgilio costruisce attorno a lui un’aura carismatica e lo chiama “divi filius”=“successore di Cesare”.
Augusto non si presenta come un Dio in terra, ma come un eroe, seppur sempre un uomo, e così fa breccia nella società romana, esponendo il suo programma: da una parte l’ideologia della pace, dall’altra l’ideologia della guerra (per lui la pace è realizzabile solo come frutto di una battaglia vittoriosa ed è garantita dalla virus romana e dalla potenza dell’esercito romano).
Il suo motto è “parcere subiectos, debellare superbos”; unica sconfitta militare: foresta di Teutoburgo.
Egli presenta la sua ideologia imperialista come una sorta di missione provvidenziale protetta dagli dèi.
Augusto si preoccupa anke di un programma di riformazione religiosa: con lui la religione diventa “instrumentum regni”.
Per rafforzare la sua figura si fece costruire uno scudo da appendere in senato con disegnate le quattro virtù cardinali alla base del suo programma (virtus, iustitia, pietas, clementia).
Egli sottolineava anke la necessità di una riforma dei costumi, intesa come “risciacquatura” dei mos maiorum : a questo proposito emanò una serie di leggi sul matrimonio, sull’eccessivo lusso, sull’adulterio, sulle tendenze omosessuali, ecc…
Nel 17 a.C. organizzò dei ludi per festeggiare il suo principato.
In questa occasione Orazio scrisse su committenza il “carme secularis”.
Augusto riformò anke l’amministrazione e l’esercito, con la possibilità di inserimento in politica e nelle forze militari anke dei ceti subalterni in base alle loro capacità.
Fece anke delle elargizioni di viveri e denaro e promosse i ludi e altre manifestazioni.
Dal p.v. della letteratura c’è una distinzione tra l’età triumvirale (43-31) e l’età augustea vera e propria (31-17).
L’età triumvirale ha come protagonisti Sallustio, il Virgilio delle Bucoliche e il 1° Orazio. In questi autori si sente l’effetto delle guerre civili.
Nell’età augustea viene fuori la figura di Augusto come autore e letterato e si distinguono due generazioni: una che ha vissuto le guerre civili (il 2°Virgilio, il 2°Orazio, Tibullo e Properzio), l’altra che vive nella pace conquistata (Ovidio).
Accanto a questi c’è la figura di Tito Livio, il 1°grande storico dell’età latina dopo tacito e Cesare. Egli è un personaggi a sé, indipendente dal circolo di Mecenate e nostalgico del regime repubblicano.
Augusto lo chiama “il mio pompeiano”. Alla fine Tito Livio accetta il programma augusteo più per dovere ke per convinzione, anke perché effettivamente Augusto aveva riportato la pace e dichiarava di voler restaurare i mos maiorum dell’età repubblicana.
Sotto Augusto nacque la 1°biblioteca pubblica (vd. Asinio Pollione) e la 1°greco-latina (tempio d’Apollo).
Di fronte all’avvento delle cosiddette “recitationes” (serate in cui gli autori recitavano dei brani delle loro opere), da Augusto in poi langue il teatro, ke viene quasi abbandonato a favore della pantomima.
Solo due tragedie vengono messe in scena (Tieste, Medea).
Autore teatrale di rilievo dell’epoca è Batillo, amasio di Mecenate.
Rapporto intellettuale (Virgilio,Orazio,elegiaci, Rufo, T.Livio)-potere(Augusto): è con l’età augustea ke si inizia a parlare di rapporto tra intellettuale e potere.
Augusto riesce a ottenere la collaborazione degli intellettuali con un rapporto più o meno felice e fecondo: egli voleva ke essi sostenessero il suo programma, difendessero le sue idee, celebrassero i suoi intenti politici, allargassero il consenso dell’opinione pubblica con le loro opere.
Per raggiungere ciò egli aveva l’arma dei circoli, ke erano dei perfetti strumenti di penetrazione ideologica perché passavano i suoi pensieri e i suoi desideri.
Tutti gli intellettuali appoggiarono più o meno esplicitamente il programma augusteo.
L’unica eccezione è Ovidio, ke fu condannato anke alla relegatio.
“Ideologia augustea”: cooperazione politico-culturale in cui i poeti hanno spesso un ruolo attivo e individuale.
La Penna: “la poesia augustea non deve essere comunque ritenuta un riflesso meccanico degli orientamenti del regime e non si esaurisce nella propaganda politica”.
Infatti il meglio della poesia augustea si ha quando gli autori parlano dei sentimenti umani, come il dolore, l’amore, l’inquietitudine, la nostalgia, la caducità della vita, ecc…
Nel rapporto dell’intellettuale con la vita politica non c’è più il concetto di “late biosas” di Catullo e Lucrezio: infatti è rinata la speranza di una ricostruzione della società romana anke se c’è un certo imbarazzo nel farsi portavoci “coram populo” del regime, anke se non ci si può opporre perché Augusto, in fin dei conti, ha riportato la pace.
Per sottrarsi parzialmente a ciò ci sono due sistemi: la prassi delle “recusationes” (“non sono in grado di fare ciò…”) o il sistema adottato da Virgilio nell’Eneide (non celebrare direttamente Augusto ma la storia di Roma per poi arrivare alla sua figura in un secondo momento).
In questo periodo nasce il classicismo romano e il classicismo greco-alessandrino.
Modelli: Omero (poesia epica), Esiodo (poesia didascalica), Teocrito (poesia bucolica), Alceo e Saffo (poesia lirica).
Poeta-vate: cantore dei valori e degli ideali di un popolo = non più semplice facitore di versi ma poeta impegnato detentore di grandi secreti da comunicare solennemente a un pubblico emozionato e diffuso (valorizzazione =Virgilio e Orazio).
Circoli (si basavano sul concetto di “do ut des” = i signori davano protezione e sostentamento agli artisti e in cambio ricevevano delle opere a loro piacimento)
Circolo di Asinio Pollione (ex soldato antoniano, sostenitore delle recitationes): vi fa parte il Virgilio delle bucoliche.
Circolo di Valerio Messalla (ex soldato di Bruto e Antonio, uomo pubblico): importante per la partecipazione di Tibullo e del 1° Ovidio.
Circolo di Mecenate (ricchissimo cavaliere aretino, amico e stretto collaboratore di Ottaviano, coetaneo di Virgilio, intermediario tra intellettuali e potere, patrono delle lettere): dava i mezzi di sussistenza e supportava economicamente gli artisti in cambio della loro produzione artistica. Vi parteciparono Orazio, Virgilio, Properzio.

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