Torquato Tasso

Materie:Appunti
Categoria:Letteratura Italiana

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Testo

Torquato Tasso

VITA
La città di Ferrara era raccolta nella cultura estense e si ha come massimi poemi quelli di Ariosto e del Tasso. Tasso era arrivato a Ferrara in una serie di peregrinazioni e i primi rapporti con gli estensi furono drammatici: lo incarcerarono, fuggì e poi impazzì.
Nacque a Sorrento nel 1554, il padre era il segretario del Principe di San Severino e quando il Principe fu esiliato, lui lo seguì, ma Tasso rimase a Napoli con la famiglia. Successivamente segue il padre a Roma, abbandonando la famiglia e la madre morì di dolore e disperazione. Frequentò la scuola ad Urbino e l’Università la fece a Padova e a Bologna. Si impiegò presso il cardinale Luigi D’Este anche se successivamente abbandonò l’impiego e si mise sotto la protezione di Alfonso II perché gli piaceva l’ambiente cortigiano, ma questo periodo sereno finì nel 1575 quando Tasso cominciò a dare i primi segni di follia. Nel 1577 durante un colloquio con la Principessa Lucrezia, di cui si pensa sia stato segretamente innamorato, lanciò un coltello contro un servo e lo uccise. Fu assolto dall’Inquisizione per la sua vicinanza con gli Este, ma fu scontento di quest’assoluzione. Alfonso II lo invitò a ritirarsi nel convento di San Francesco, ci si ritirò ma ne fuggì, girando per l’Italia, travolto dalla follia.
In questi suoi viaggi tentava di allontanarsi da Ferrara, però il fascino cortigiano lo turbava. Tornò a Ferrara durante le terze nozze del Duca Alfonso. La corte non si accorse del suo ritorno e lui si lasciò andare ad un’invettiva pubblica: cominciò a straparlare e il Duca lo rinchiuse in manicomio. Nell’ospedale venne trattato come un carcerato e non come un malato e vi rimase per sette lunghi anni. Dapprima era sotto stretta sorveglianza e piano piano gli furono riconosciute le possibilità di scrivere e di riprendere la sua vita.
Ai romantici piacque molto la sua figura, poiché morì innamorato della Principessa Lucrezia [tracotanza dei nobili]. Il Duca era restio a liberarlo, ma alla fine acconsentì grazie all’intercessione dei Gonzaga, così Tasso si recò a Mantova. Solo quando sentì la morte avanzare si ritirò in un convento sul Giannicolo e morì nel 1595.

OPERE
• AMINTA
E’ un dramma pastorale che si ricollega al genere letterario del XVI secolo, frutto del classicismo cinquecentesco. Questo dramma è lo sviluppo delle Bucoliche di Virgilio. Il dramma pastorale si impone come modello perché aveva un perfetto equilibrio tra gli elementi della tradizione classica. Era scritto in versi endecasillabi alternati a versi settenari [gli endecasillabi vengono utilizzati nella prosa, i settenari nei dialoghi].
Nell’Aminta si parla dell’amore del giovane pastore Aminta per la ninfa Silvia, che invece non lo amava, anzi rifugge l’amore per andare a caccia. Un altro pastore, Tirsi, confidente di Aminta, e la ninfa Daphne, confidente di Silvia, cercano di aiutare Aminta a conquistare Silvia, e a far fuggire la ninfa dalle furie amorose di un satiro. Aminta viene poi a sapere di ciò e si getta da una rupe perché crede che Silvia sia stata dilaniata da un lupo. Silvia, saputo il gesto, piange per amore e si scopre innamorata di Aminta. In realtà Aminta non muore perché un cespuglio attenua la caduta. I due alla fine si sposano.
Il dramma finisce col matrimonio per sottostare alle riforme del cattolicesimo. Nell’Aminta il poeta ritrae nei personaggi della corte estense, e nel ritratto di Aminta si può vedere lo stesso Tasso, mentre in Silvia si può vedere il personaggio della Principessa Lucrezia.

• GALEALTO
Quasi contemporaneamente alla composizione dell’Aminta, compone una tragedia, importante per argomenti e scena. Si stacca dallo stile classico (ciclo troiano e ciclo tebano) perché ambientò la tragedia nel Medioevo, periodo storico caratterizzato da un aspetto lugubre, e lo ambientò in particolare in Norvegia, con castelli solitari. La tragedia s’intitola Galealto et Norvegia, ma ne interruppe la composizione perché fu imprigionato. La riprese successivamente e la re intitolò Il Re Torrismondo.
Torrismondo diviene l’amante di Alvida, tradendo l’amicizia di Germondo, promesso sposo della ragazza. Viene poi a sapere che in realtà la ragazza è sua sorella e la prega di accettare Germondo come marito, ma lei non crede ai vincoli di sangue, crede che lui la voglia abbandonare e si uccide. Torrismondo vede il cadavere della sorella e si uccide anche lui.
Tasso scrive una perfetta opera classica e si ispira a Edipo Re di Sofocle. La tragedia di Tasso ci rimanda a Seneca, da cui Tasso mutua l’amore per il cruento, per l’orrido, per il sangue, proprio perché il suo intento era quello di dimostrare che le corti erano solo apparenze però dietro ci sono tanti intrighi, stragi, uccisioni, tradimenti, ecc.
Scrive per dimostrare che era un letterato completo, in grado di scrivere secondo i canoni aristotelici.

• GERUSALEMME LIBERATA

Genere
Poema eroico, imitazione “d’azione illustre, grande e perfetta tutta”.
Materia
L’argomento, trattato dalla storia, è la conquista del Santo Sepolcro durante la prima crociata in Terra Santa, guidata da Goffredo di Buglione; esso è arricchito da vicende e personaggi d’invenzione, ma verisimili, come richiede la precettistica aristotelica: l’elemento meraviglioso è rielaborato in chiave cristiana (interventi soprannaturali di origine divina o infernale).
Modelli
S’ispira essenzialmente ai poemi epici classici, l’Iliade e l’Eneide, mentre a quelli “moderni” di Boiardo e Ariosto è contestata la scarsa unità strutturale. Le premesse teoriche sono derivate dalla Poetica di Aristotele.
Organizzazione della materia
Struttura unitaria di fondo, data dal tema della crociata. Sulla quale si innestano situazioni narrative “divaganti”, strettamente legate alle scelte dei personaggi di sottrarsi al loro dovere seguendo impulsi demoniaci, irrazionali e/o egoistici.
Punto di vista
E’ mobile, con continui passaggi dal campo cristiano alla città pagana e viceversa, e per lo più interno ai personaggi.
Tempo/Durata
Le vicende si svolgono in un momento storico reale, il 1099, e hanno una durata circoscritta agli ultimi mesi di guerra, secondo la regola aristotelica dell’unità di tempo.
Spazio
Lo scenario in cui si svolge la vicenda è reale (Terra Santa) ed è uno spazio polarizzato e qualificato in senso morale: il campo cristiano fa una parte e la città pagana dall’altra. A questo spazio ristretto si aggiungono i luoghi lontani dal campo nei quali gli eroi cristiano si recano nella loro “devianza”. La dimensione del soprannaturale apre inoltre uno spazio “verticale”, anch’esso polarizzato e qualificato in senso morale: l’alto-divino e il basso-infernale.
Stile
Il livello stilistico è alto, lontano da ogni caduta verso il realistico o il comico. Al sublime e alla magnificenza che caratterizzano il poema eroico, si contrappone la ricerca di una suggestività lirica indefinita e di morbide cadenze musicali.
Metrica
Ottave di endecasillabi, ma con frequenti enjambements che spezzano la corrispondenza tra sintassi e metro (“parlar disgiunto”), innalzando lo stile.
Ha come filone principale la narrazione della Prima Crociata, sull’ultima fase intorno al 1099. gli venne in mente di scrivere perché in quel periodo (1559-1560) si trovava a Venezia e lo affascinavano i racconti uditi in questi anni di Urbano II, banditore della crociata contro i Turchi. Contemporaneamente era arrivata la notizia dell’attacco dei Turchi a Sorrento e che solo la sorella si era miracolosamente salvata e la lotta contro i Turchi era come una nuova crociata. La prima bozza è del 1575, col titolo di Goffredo, perché Goffredo di Buglione fu il primo a indire la crociata. Il titolo di Gerusalemme Liberata fu dato in un’edizione mentre Tasso era rinchiuso e ciò suscitò in lui più turbamento e cominciò a rimaneggiare il poema per poi pubblicarlo negli ultimi anni con il titolo di Gerusalemme Conquistata ← profonda crisi spirituale del Tasso.
E’ un poema epico in 20 canti, scritto in ottave, e vengono narrate le imprese della prima crociata di Goffredo di Buglione, che muove alla conquista di Gerusalemme, difesa dai musulmani guidati da Re Aladino. Tra cristiani e musulmani troviamo Tancredi e Rinaldo (cristiani), Solimano, Clorinda, Argante (Turchi). Si intrecciano grandi storie d’amore; l’amore viene visto come malizioso, le donne sono molto seducenti e possono essere tenere e sospirose [Erminia con Tancredi], tragiche [Tancredi con Clorinda], sensuali [Armida con Rinaldo]. Oltre al tema amoroso abbiamo anche quello religioso che a volte non è facile da capire: da un lato ci sono tutte le regole e le proibizioni, dall’altra c’è una religiosità profonda e intima dei personaggi. Anche se Tasso nella religiosità sottolinea i poteri nascosti e le forze spirituali che intervengono in aiuto dei personaggi, si affianca anche il tema della magia (positiva o negativa se non diabolica). E in particolare quella diabolica devia l’uomo dalla retta via e impedisce l’affermarsi dell’ordine morale e civile. Il modello di Tasso era Virgilio, infatti gli sono cari argomenti come l’amore, la tragicità della vita (morte prematura dei giovani), il paesaggio (elemento importantissimo). Mentre Ariosto scriveva per diletto, Tasso scriveva per dire la verità, infatti l’argomento del poema doveva essere verosimile.

Proemio

E’ importante perché si pone all’interno della tradizione epica e può suddividere in tre parti. Nella prima ottava viene espresso l’argomento trattato, nella seconda e nella terza ottava c’è l’invocazione alla musa. Nella quarta e quinta ottava c’è la dedica al Signore (→ motivo encomiastico: ingrazia mento del signore al potere).

Parafrasi: Canto rime pie e il capitano Goffredo di Buglione che a liberato la città di Gerusalemme, sepolcro di Cristo. Lavorò sia con le armi che con l’intelletto e soffrì molto per la conquista di Gerusalemme e invano l’Inferno di oppose e invano si armò contro di lui il popolo africano e asiatico. Il Cielo fu favorevole e ricondusse a casa i suoi compagni erranti sotto il segno della croce.
O Musa, tu che non ti circondi di allori destinati a cadere subito sull’Elicona, ma nel cielo fra il coro dei beati hai una corona fatta di stelle immortali, ispira al mio cuore questo canto intriso di poesia e religione, illumina il mio canto e perdonami se alla verità aggiungo degli ornamenti, se adorno l’argomento con altri diletti.
Sai che i lettori sono attratti dagli allettamenti della poesia, la poesia ha persuaso gli uomini allettandoli perché ha ornato la verità con versi seducenti. In tal modo porgiamo al ragazzo malato il bicchiere con l’orlo cosparso di un liquido dolce: egli ingannato beve l’amara medicina e grazie a quest’inganno riceve la medicina.
O magnanimo Alfonso, che sottrai alla sorte e mi conduci in porto, e quasi sommerso, accogli con benevolenza questo mio poema, io lo presento a te come se fosse consacrato in voto. Forse verrà un giorno in cui la mia penna, che predica la mia gloria futura, avrà il coraggio di dire quello che ora accenna soltanto.
Ha ragione, se i cristiani vivranno in pace, se mai accadrà, e con la flotta e la cavalleria cercano di sottrarre ai Turchi il Santo Sepolcro, concedano a te il comando sia della cavalleria che della flotta. Intanto, seguendo le orme di Goffredo, ascolta il mio canto e prepara le armi.

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