Alice nel paese delle meraviglie

Materie:Scheda libro
Categoria:Letteratura Italiana

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Data:31.10.2008
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Testo

Alice nel paese delle meraviglie
Di Lewis Carroll
“Alice nel paese delle meraviglie” (titolo originale “Alice in Wonderland”) è un libro scritto da Charles Lutwige Dodgson, in arte Lewis Carroll, che tratta di una storia estremamente inverosimile e fantastica. “Converrete infatti che di recente le erano capitate tante di quelle cose fuori dal normale che Alice cominciava a pensare che ne restavano pochissime davvero impossibili”. La storia inizia con un’introduzione in versi dell’autore, che narra di una gita con le sue tre nipoti in un “pomeriggio d’oro” di maggio. Le tre ragazze allora gli chiedono con insistenza di narrare una storia che le facesse viaggiare con la fantasia “Mettici dentro nonsensi a palate!”. Alice Liddell, la protagonista del racconto, è una giovane ragazza inglese amante dei racconti di fantasia e delle filastrocche che le bambine di quel tempo usavano imparare a memoria a scuola. La piccola Alice si trova in campagna insieme alla sorella, quando a un tratto vede “dal nulla un Coniglio Bianco con gli occhi rosa che le passò accanto a tutta birra”. La bambina decide di seguire il Coniglio e, dopo essersi infilata in un buco nel terreno, si ritrova sbalzata in un altro mondo, completamente fantastico, dove vive tantissime avventure surreali tra animali parlanti, dolcetti che le permettono di cambiare dimensioni a suo piacimento e altri nonsensi che caratterizzano l’intero racconto.
“Giù, giù, giù. Avrebbe mai finito di cadere?… -Starò avvicinandomi più o meno al centro della Terra. Vediamo un po’: dovrebbe fare un seimila chilometri, penso”
Alice continua a precipitare nel vuoto per un lungo periodo di tempo in cui, paradossalmente, riesce anche ad addormentarsi: questo è solo il primo di una serie infinita di nonsensi e situazioni inverosimili che accompagneranno Alice durante tutta la sua avventura. Dopo vari sconvolgimenti della situazione e eventi completamente casuali che vedono la protagonista prima ingrandita a dismisura, poi incredibilmente piccola, oppure in mezzo a un gruppo di animali parlanti, o ancora al cospetto di una tartaruga intelligente, la storia giunge al culmine del nonsense, quando Alice arriva in un bellissimo giardino situato dietro una porta microscopica. La ragazza trova, appena entrata nel parco, delle carte da gioco animate e dominate dalla Regina di Cuori, una donna totalmente impazzita che per risolvere i problemi ne ordina la decapitazione del responsabile. Nel giardino sono presenti tutti i personaggi incontrati da Alice nella sua avventura: si prepara una partita di croquet per sfidare la regina. A questo punto, quando la protagonista crede ormai di aver passato il peggio in questa sua avventura nel paese delle meraviglie, viene portata in un’aula di un tribunale per testimoniare riguardo a un furto avvenuto a Corte. Alla fine di questo processo, insensato come la stessa storia, proprio quando la regina ordina di tagliare la testa ad Alice, la ragazza si sveglia vicino alla sorella intenta a leggere un libro sulla riva di un fiume. L’unica cosa che le resterà, infine, sarà il ricordo di tanti fatti straordinari e insensati caratteristici del suo pensiero da bambina.
I personaggi sono molto numerosi e vari: tutti hanno una caratterizzazione a sé e, con una lettura approfondita, possono diventare veri e propri elementi satirici o simbolici. Le descrizioni fisiche sono, come nella mente dei bambini, poco dettagliate ma estremamente focalizzate negli elementi bizzarri che caratterizzano in modo unico i vari personaggi.
La protagonista del racconto è Alice Liddell, una bambina di circa dieci anni dal carattere semplice, puro e infantile (la sua giovane età e poca esperienza saranno evidenziate nei ragionamenti sconclusionati che farà per spiegare le situazioni impossibili in cui si troverà). Proprio come i bambini Alice pone tantissime domande ai vari personaggi, che però la trattano come se fosse un’adulta e le danno risposte che lei non capisce.
“- Hai mai visto lo schizzo di una linea di massima? - - Per la verità, adesso che me lo chiedi – disse Alice molto confusa – non mi pare… - Allora faresti meglio a stare zitta! – disse il Cappellaio… Questa risposta sconcertò a tal punto la povera Alice che per un po’ lo lasciò continuare senza interromperlo”.
Il passaggio attraverso le numerose porte di varie dimensioni rappresenta il suo periodo di cambiamenti caratteristico della crescita: non è né una bambina né una donna, e perde spesso la sicurezza delle sue abilità e del suo corpo (in un momento al culmine del nonsense la ragazza immagina di mandare lettere ai suoi piedi perché sono così lontani che non li vede).
I restanti personaggi sono tutti parte di quello che è il messaggio politico nascosto da Carroll dietro questa semplice storia per bambini. La Regina di Cuori per esempio rappresenta la monarchia inglese e in generale tutta la nobiltà: pretende di governare su tutti e pensa di poter risolvere ogni problema di governo con la decapitazione di qualche malcapitato. Al di là del messaggio politico della regina, questo particolare personaggio vuole significare anche il confronto tra Alice e il mondo adulto: autoritario, deciso, ristretto nella mentalità oscurata dai problemi quotidiani.
Oltre alla Regina di Cuori, altri personaggi rappresentano la nobiltà inglese: la Duchessa, che si preoccupa di problemi futili come l’eccessiva quantità di pepe nella sua cucina; il Cappellaio e la Lepre Marzolina, che rappresentano le feste della nobiltà, ricche di discussioni inutili e vuote riguardo agli argomenti più insulsi “è il tè più stupido che abbia mai preso in vita mia!”; le carte, prive di spessore proprio come i nobili della società inglese dell’Ottocento, tutti sottomessi al sovrano e timorosi del suo giudizio (le carte hanno paura che la regina ordini di tagliare loro la testa).
“- Chiudi il becco! – disse la Regina, facendosi scarlatta.
- Chiudilo tu! – disse Alice.
- Boia, un bel zac a quella lì! – strillò la Regina con quanto fiato aveva in corpo.”
Il Coniglio Bianco, al contrario di tutti questi personaggi, effigia tutto il resto del popolo inglese, che è sottomesso alla nobiltà criticata da Carroll: egli ha paura di tutti e corre da una parte all’altra perennemente in fuga poiché teme che alla prima sua sosta gli verrebbe tagliata la testa. La fretta del Coniglio trova un’interpretazione anche nel messaggio riguardante il mondo adulto, sempre occupato in tanti problemi e privo di momenti di riposo.
Ultimo ma importantissimo personaggio è il Gatto del Cheschire: questo, col suo sorriso appariscente e sempre presente, ritrae l’autore del racconto, il quale con l’abile stratagemma della storia per bambini, espone clandestinamente tutte le sue critiche beffandosi della società senza timore di essere scoperto.
I luoghi in cui si svolge la storia sono tutti fantastici, fatta eccezione per la riva del lago dove si trova la protagonista all’inizio del racconto. La ragazza si sposta molto frequentemente tra posti che, come tutto il resto, sono bizzarri e inverosimili (Alice si trova in precipizi infiniti o in posti di dimensioni sproporzionate). Le descrizioni dei luoghi si soffermano molto nei dettagli e nei colori che spiccano subito tra tutti gli altri, proprio come avviene nell’immaginazione dei bambini “passò finalmente nel bel giardino, tra le aiuole rilucenti di colori e i freschi zampilli di fontane”.
L’ambiente è piuttosto vario ma, poiché il libro vuole esprimere una forte critica contro la nobiltà, probabilmente è proprio questa l’estrazione sociale della maggior parte dei personaggi.
Per quanto riguarda il linguaggio è necessario fare una premessa: il testo originale è stato scritto in inglese, ed essendo cosparso di numerosissimi giochi di parole, figure retoriche, filastrocche e proverbi, è un’impresa quasi impossibile rendere lo stesso effetto in un’altra lingua. Le traduzioni italiane sono dunque molto differenti e ognuna rappresenta un libro a sé poiché ogni interprete ha indicato una diversa esposizione. La particolarità del racconto è che vengono citate numerose filastrocche tipicamente inglesi dei tempi di Carroll, distorte poiché Alice dice di non ricordare bene le parole: questo meccanismo serve a dare modo al lettore di entrare maggiormente nella mente della protagonista, una mente da bambina in cui il nonsense fa da padrone.
“ – Recita Caro vecchio buon papà, disse il Bruco. Alice si mise a braccia conserte e cominciò… - Non me la conti giusta – disse il Bruco.
“Si, temo che sia un po’ diversa – disse Alice timidamente – è stata cambiata qualche rima qua e là”.
Il periodo storico in cui Carroll ambienta il racconto non è specificato, ma si può ipotizzare contemporaneo alla vita dell’autore poiché nella vita reale egli era precettore della bambina protagonista della storia: Alice Liddell.
“Alice nel paese delle meraviglie” è un racconto che fa del nonsense il suo senso e costituisce una rete intricata di significati tra personaggi tanto incredibili da meritare numerose trasposizioni cinematografiche. Un messaggio molto particolare è quello che riguarda la psicologia e il pensiero dei bambini: il continuo cambiare dimensioni rappresenta per esempio il cambiamento di Alice nella crescita (proprio come avviene per tutti i bambini, che si sentono più piccoli o più grandi a seconda della situazione in cui vengono a trovarsi).
“Evviva, sono a metà dell’opera! Però tutti questi cambiamenti fan girare la testa, non si sa mai quello che si diventa da un momento all’altro!”
Non bisogna dimenticare inoltre che proprio in quel periodo stava prendendo forma la teoria pedagogica dell’educazione dei bambini. Rousseau per esempio teorizzò un programma pedagogico basato sul concetto del "educazione preventiva", ossia di un'educazione che non inculca alcuna virtù, ma previene il vizio; non insegna la verità, ma preserva dall'errore consentendo il libero sviluppo della personalità. Rousseau espone la sua visione dell'educazione nell’Emilio, un libro parzialmente di fantasia, che racconta nei dettagli la crescita di un giovane ragazzo chiamato appunto Emilio, e guidato dallo stesso Rousseau. Rousseau lo porta nella campagna, il luogo che, per lui, è maggiormente congeniale alla natura umana, diversamente dalla città, dove rischierebbe di apprendere unicamente cattive abitudini, sia dal punto di vista fisico che morale. Obiettivo dell'educazione, dice Rousseau, è come imparare a vivere, e questo si ottiene seguendo un guardiano in grado di mostrare la strada per una vita buona. Questa teoria è strettamente collegata con l’opera di Carroll, in cui Alice si ritrova a dover affrontare i problemi completamente sola, nessun consiglio ma affidata alle proprie scelte e alla sua esperienza. Leggendo le pagine di Carroll tuttavia si possono trovare, con una lettura più approfondita rispetto a quella che si attribuirebbe a un normale racconto per bambini, numerose analogie con la vita reale, tanto da far diventare il libro un’opera aperta a diversi livelli di interpretazione. La cosa che stupisce maggiormente in questo libro è l’assonanza tra il mondo fantastico, popolato da personaggi improbabili e strani, con la nostra società moderna, dove la gente sembra tutta impazzita e solo la mente innocente di un bambino può trovare una spiegazione a tutti i fatti incredibili che avvengono ogni giorno.

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