Traduzione e analisi di alcuni carmi di Orazio

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Testo

VITA DI ORAZIO:

Nasce nel 65 a.C a Venosa, in Apulia da una famiglia di umili condizioni. Si trasferì a Roma con il padre, della madre invece non si hanno notizie precise perchè Orazio non la nomina. Ricevette una buonissima istruzione e grazie agli insegnamenti del padre imparò a trarre giudizi morali dalle azioni quotidiane. Dopo un breve periodo di studio all’accademia di filosofia di Atene, rientrò a Roma dove visse in povertà (forse proprio da questa condizione traggono spunto le sue opere), ma entrò a far parte del circolo di Mecenate grazie all’amicizia stretta con Virgilio. Da questo momento la sua vita si svolge senza preoccupazioni. Anche con Augusto strinse rapporti cordiali, ma talvolta difficili, poiché Orazio non condivideva il fatto che la poesia dovesse rivolgersi a larghi strati di pubblico; al contrario egli mirava ad una poesia ricercata diretta ad un’élite intellettuale. Nel 19 a.C con la morte di Virgilio divenne poeta ufficiale. Negli ultimi anni di vita si dedica interamente alla filosofia e non scrive più. Muore nell’8 a.C, anno di morte anche di Mecenate.

CARPE DIEM

Il tema principale di questo carme è l’importanza che assume nella vita dell’uomo il cogliere i singoli attimi. Tale motivo ricorre in tutti gli scritti di Orazio, ma il “Carpe diem” ne è manifesto. Orazio esorta l’uomo a non pensare al domani, a non voler conoscere il futuro rivolgendosi all’astrologia, poiché il domani è incertezza; l’unica cosa certa è la morte. Lo si capisce dai versi 1-3 a cui segue l’affermazione di accettarlo come esso sarà (versi 4-8). Alla fuga del tempo che finirà con la morte Orazio cerca quindi di opporsi nel vivere il presente in ogni suo momento. In questo suo pensiero Orazio attinge dalla lirica greca, mentre il rifiuto dell’astrologia proviene dalla filosofia Epicurea insieme all’invito al piacere come unico rimedio all’ineluttabilità della morte. Inoltre si può rintracciare il motivo del simposio e del vino, che sono mezzi per scacciare la tristezza dell’anima. Il fascino dell’ode è espresso attraverso uno stile sobrio e una liricità talvolta intensa talvolta misurata.
Traduzione: Non cercare, non ti è permesso saperlo, quale sorte gli dei abbiano riservato per me e per te, o Leuconia, e non interrogare i numeri babilonesi. Come è meglio sopportare tutto ciò che sarà, qualsiasi cosa esso sia! Sia che Giove ci abbia attribuito + inverni, sia che questo sia l’ultimo, che stanca il mare contro le scogliere opposte del Tirreno, sii saggia, filtra i vini, è poiché il tempo è breve, riduci la lunga speranza. Mentre noi parliamo, sarà già sfuggito questo tempo invidioso: cogli l’attimo, senza preoccuparti affatto del domani.
Grammatica: imper. neg: 1° modo: -ne (nemo, nihil) + cong. 2° modo – noli/nolite + infinito Si usa solo alla 2° pers. sing e pl. Per le altre pers. Si usa il cong. esortativo neg. interrog. indir. cur, quid, quomodo,quando, ubi + cong (come cum narrativo) int.ind.negativa: -ne (domanda reale) –num (con risp neg) – nonne (con risp pos) Verso 5 Relativa: pron relativo + indicativo, relativa fin: + congiuntivo CONGIUNTIVO ESORTATIVO (sapias,liques,reseces) Si usa nel pres. Per esprimere esortazione e/o preghiera. Supplisce le forme mancanti dell’imperativo. neg. Nel linguaggio familiare (anche nella 2° pers sing e pl) si usa per dare consigli, avvertimenti. Temporale: cum+ cong_ cum,ubi,antequam,postquam+indic dum+indic pres =cont. Verbi deponenti:verbi di forma passiva con significato attivo Paradigmi: Quaero, eris,quaesivi,quesitum,ere 3 do,das,dedi,datum,dare patior,eris, passus sum, pati 3 sum, es,fui,esse loquor, eris, locutus sum, loqui 3 fugio, is, fugi, fugitum, ire carpo, is, carpsi, carptum, ere 3
Particolarità: Tyrrenum: da concretezza secondo il metodo di Orazio di specificare sempre il luogo preciso

QUID SIT FUTURUM CRAS FUGE QUAERERE…

Lo spunto iniziale viene da Alceo, poeta d’amore, conviviale e civile a cui Orazio si rifà (oltre che a Saffo). Orazio in questo carme arricchisce tale spunto di valori simbolici, compiendo una vera e propria meditazione esistenziale. La malinconia dell’atmosfera dell’inverno si schiarisce nella rappresentazione della vita della capitale. Il presente, che in quest’opere si indentifica con la giovinezza, è da vivere senza alcun indugio e spreco di tempo. C’è contrasto fra la prima parte, dove appare un paesaggio statico, gelato e la parte finale dinamica e leggera della gioia degli innamorati nel cuore della giovinezza.
Traduzione: Vedi come il Soratte si erge candido di alta neve, e come già i boschi affaticati non sorreggono ormai + il peso, e i fiumi si sono fermati per l’acuto gelo. Sciogli il freddo mettendo sul fuoco legna in abbondanza e + Generosamente fai zampillare il vino di quattro anni dall’anfora sabina. Lascia tutto il resto agli dei, appena essi hanno atterrato i venti che infuriavano in lotta sulla ribollente distesa del mare. Guardati dal sapere che cosa accadrà domani, qualunque giorno ti darà la sorte, consideralo un guadagno, per te che sei ancora nella primavera della vita (che sei ancora giovane) è lontana la vecchiaia brontolona. Dunque si cerchino all’ora convenuta il Campo Marzio, le piazze e i mormorii sommessi sul far della notte; (ora si ricerchi) il riso gradito che dall’angolo buio tradisce la ragazza nascosta e si ricerchi il pegno strappato dalle braccia o dal dito che finge solo di resistere.
Grammatica: Participio pres:(laborantes,reponens,deproeliantis): Si forma dal tema del pres+ il suffisso –nt. Si decl. Come un agg. Della 2° classe. Il nominativo sing è sigmatico con la caduta della vocale nel suffisso (amant – s =amans). E’ una forma nominale del verbo in quanto segue la declinazione di un nome, ma ha anche valore verbale.Esprime contemporaneità rispetto al tempo della reggente.IMPERATIVO PRESENTE:Si forma dall’infinito senza –re Esistono solo la 2° pers sing e pl e per le altre persone si usa il congiuntivo esortativo.Composti di sum: Sum+preverbio (generalmente una preposizione) Seguono la declin di sum. (POSSUM) si comporta come gli altri comp. di sum ecceto che nel perf che è “potui” e si decl normalmente. Deriva del vecchio poteo. PERIF. ATTIVA: (verso 13 quid….cras) participio fut*. + sum idea di azione imminente (stare per...) o intenzione di... * si forma dal tema del supino a cui si toglie -um e si aggiungono le des. -urus-ura-urum. Paradigmi: video: es, vidi, visum, ere 3 resolvo, is, solvi, solutum, ere 3 permitto,is,misi, mittum,ere repeto: is,ivi,itum,ere 3 sperno, is, sprevi, spretum, ere 3
Particolarità: divis:sost. della 2° decl dive è locativo divus, is è usato anche comme agg. Divus-a-um=divino repetantur: cong. esortativo

NON OMNIS MORIAR

Si avvera in questo carme l’auspicio di essere ricordato in eterno fra i + grandi lirici latini. Orazio è consapevole di aver scritto un’opera che neanche il trascorrere del tempo potrà logorare: per primo ha riportato in Italia in versi latini la lirica greca. Il tono della poesia è fermo e sublime. Anche le immagini lo sono: le monumentali e solenni piramidi, il Pontefice seguito dalla vestale sale al Campidoglio con estrema lentezza, donando ai versi una straordinaria bellezza classica. L’immortalità dell’opera si lega a quella della grande Urbe, Roma. Ma la poesia ha anche il compito di annientare la morte.
Traduzione: Ho concluso un monumento + duraturo del bronzo, e + alto della regale mole delle piramidi, che né la pioggia che corrode, né il vento o le innumerevoli serie di anni e la fuga del tempo possono distruggere. Non morirò del tutto, anzi gran parte di me vivrà Lubitina: crescerò sempre rinnovato nella lode dei posteri, finché il Pontefice salirà con la tacita vestale il Campidoglio. Si dirà di me, là dove scorre il violento l’Ofanto, povero di Acqua e là dove Dauno regnò su popoli agresti, che da umile divenuto potente per primo ho portato ai ritmi italiani la lirica eolica (di Alceo e Saffo). Assumi l’orgoglio che hai acquistato con i tuoi meriti, e cingimi benigna, o Melpomene, con l’alloro delfico.
Grammatica: Composti di sum: Sum+preverbio (generalmente una preposizione) Seguono la declin di sum. (POSSUM) si comporta come gli altri comp. di sum ecceto che nel perf che è “potui” e si decl normalmente. Deriva del vecchio poteo. rel. con valore consec (quod…temporum) quod (al posto di ut) + cong Temporale: cum+ cong_ cum, ubi, antequam, postquam + indic dum+indic pres =cont. (dum… pontifex) dum con val temp indica simmultaneità fra regg e subord che hanno lo stesso temp dell’indic Costruzione pers (verso 10 dicar) Impers. + prop sogg in Italiano Dico, narro fero… nei tempi semplici passivo del verbo coniug alla pers concordata con il sogg. Paradigmi: exigo, is, exegi, exactum, ere 3 poteo, es, potui, possum, ere3 morior, morieris, mortus sum, mori dico, dicis, dixi, dictum, ere 3 deduco,is,deduxi, deductum, ere 3 quaero,eris, quaesivi, quaesitum, ere 3
Particolarità: aere perennius…regalique situ altius: comparativi di magg neutri+abl possit: ha + sogg ma in latino è sing ma deve essere trad al pl postera laude: compl di mezzo o abl di limitazione regnavit populorum: regno + genitivo come in greco.

LA SCELTA DELLA SEMPLICITA’ NELL’ARTE E NELLA VITA
Il servo vorrebbe un banchetto più fastoso, ma Orazio, secondo il pensiero epicureo, rifiuta ogni ornamento superfluo, non solo in poesia, ma anche nella vita. Infatti la semplicità e la modestia del convito simboleggiano il suo stile poetico semplice anche se pur sempre elegante, a cui si unisce il tema dell’amore rappresentato dal mirto, pianta sacra a Venere. Il tema della semplicità nel modo di vivere è un tema sempre presente nella lirica oraziana insieme a quello simposiaco tipico della lirica greca. Secondo Orazio è grazie al convito, luogo dell’amicizia, del canto e del vino che si può scacciare l’inquietudine, gli affanni (cura).
Traduzione: Odio, o servo, i lussi orientali (dei Persiani), non mi piacciono le corone intrecciate con filo di tiglio, non andare a cercare dove indugia la rosa d’autunno. Non voglio che tu premurosamente ti affanni ad aggiungere niente al semplice mirto, non è sconveniente né per te che servi a tavola né per me che bevo sotto il pergolato.
Grammatica: interrog. indir. (rosa….moretur) cur, quid, quomodo,quando, ubi + cong (come cum narrativo) int.ind.negativa: -ne (domanda reale) –num (con risp neg) – nonne (con risp pos) Completiva:(ut adlabores) ut/ne + congiuntivo pres (nella regg t storico) impf (nella regg t storico). Viene usata dopo verbi che esprimono ordine, preghiera, richiesta) verbi difettivi: mancano di alcune forme e non hanno una coniugazione completa (odi) manca della forma del presente perciò è usato un perfetto logico con valore di pres.Significa “ho preso in odio” Verbi relativamente impers: sono costruiti con l’ACC della pers.Sono usati anche alla 3° pers pl e ammettono come sogg un sost, un verbo, un infinito, un pron…Participio pres:(bibentem): Si forma dal tema del pres+ il suffisso –nt. Si decl. Come un agg. Della 2° classe. Il nominativo sing è sigmatico con la caduta della vocale nel suffisso (amant – s =amans). E’ una forma nominale del verbo in quanto segue la declinazione di un nome, ma ha anche valore verbale.Esprime contemporaneità rispetto al tempo della reggente. paradigmi: odi, odisti, odisse mitto, is, misi, missum, ere 3 sector, aris, sectatus sum, ari 1 moror, aris, moratus sum, ari 1 dedeceo, es, dedecui, ere 3 bibo,is, bibi, bibitum, ere 3
Particolarità:Persicos: agg antonomastico mitte: con il senso di omittere + inf imper. neg: 1° modo: -ne (nemo, nihil) + cong. 2° modo – noli/nolite + infinito Si usa solo alla 2° pers. sing e pl. Per le altre pers. Si usa il cong. esortativo neg. Quo locorum: gen. Partitivo myrto: elemento erotico della poesia

INNO ALLA FONTE BANDUSIA

In questo carme il poeta si rivolge ad una fonte (forse quella della sua villa sabina, forse quella della cità di Venosa o forse si tratta della fonte sabina) probabilmente in occasione di una ricorrenza nella quale si usava gettare nelle fontane corone di fiori. L’ode è divisa in 2 parti: la 1° (versi 1-8) in cui Orazio promette il sacrificio, la 2° che comprende l’inno alla fonte e riprende il modello dell’inno d’invocazione; vi è anche caratteristiche classiche del locus amoenus. Anche in questo carme ricorre il tema della semplicità di vita in quanto il poeta amando le piccole ma importanti cose della campagna, si realizza nella vita secondo quanto sosteneva Epicuro.
Traduzione: o fonte Bandusia, + splendida del cristallo, degna di dolce vino e di fiori, domani avrai in dono un capretto, al quale la fronte gonfia per le corna che spuntano, promette amore e battaglie; invano infatti il rampollo del gregge ruzzante ti colorerà le gelide acque con il suo sangue.L’atroce stagione della rovente Canicolo non può toccarti, offri un dolce fresco ai tori stanchi per l’aratro e al bestiame errante.Diventerai anche te una delle fonti + famose poiché io canto il leccio che sovrasta le cave rocce da cui zampillano le acque mormoranti.
Grammatica: FIO,is,factum sum, fieri = essere fatto( pass, di facio), divenire, accadere è un semideponente (in tutti i tempi che si formano dal tema del pres hanno signif attivo, i quelli che si formano dal tema del perf hanno sign passivo) Il sistema del pres deriva dal tema – fi quello del perf è il passivo di facio ABL. ASSOL: costrutto sintattico sciolto da legami grammaticali rispetto alla regg.
Participio in abl concordato con un sogg. E’ definito assoluto perché è indipendente da legami con la reggente Si trad con una sub implicita o esplicita in genere temporale o causale. Con il part. presente ha valore attivo ed esprime contemporaneità rispetto al tempo della regg. Con il part. perf. dei verbi trans attivi ha valore passivo ed esprime anteriorità rispetto al tempo della regg.
Particolarità: bandusiae:genitivo di denominazione non sine: litote donaberis: il passivo implica la costruz donare aliquem aliqua re te, tu, tu : anafora caniculae: costellazione di Sirio che indica il pieno dell’estate Fontium: gen. Partitivo legato a fies

IL VINELLO SABINO

L’ode ricorda la calda accoglienza ricevuta da Mecenate nel momento in cui riapparì in teatro ed è classificabilefra il genere della vocatio ad cenam (dell’invito al banchetto). Un cenam che segue il topos della dichiarazione di modestia del cibo e della casa da parte del padrone che invita. In questo caso il protagonista del carme è il vinello sabino, vino non molto pregiato, che viene offerto a Mecenate, cavaliere abituati o gustare vini di lusso. Il fatto che Orazio serva ed esalti tale vino e da ricollegarsi allo stile di vita semplice che Orazio privilegiava, improntato sulla cultura della mediocritas descritta da Cicerone. E’ proprio per questo contenuto etico che l’opera è superiore ad una semplice invitatio ad cenam.
Traduzione: Berrai in coppe modeste, caro Mecenate, un vinello sabino di poco pregio che io stesso ho travasato e sigillato in un’anfora greca, quando ti fu dato l’applauso in teatro, cossicchè le rive del fiume paterno et l’eco giocosa del colle Vaticano ripeterono le lodi in tuo onore.Bevi pure a casa tua come sei abituato il Cecubo e l’uva spremuta dal torchio di Cales: ma né le viti del Faleno, né i colli di Formia rendono dolci le mie coppe.
Grammatica: part. congiunto: concordato in gen, num e caso ad un termine della prop. come apposiz. funge da predicato della stessa. Paradigmi: do,das,dedi,datum,are reddo, is, reddidi, redditum, ere bibo,is, bibi, bibitum, ere 3
CUM NARRATIVO: In Italiano si rende: -in forma esplicita con una proposizione temporale o causale;-in forma implicita con un gerundio semplice o composto. Si usano tutti i tempi del cong. secondo la norma della cosecutio temporum a seconda che si voglia esprimere cont – anter – post rispetto alla prop regg. REGG t princip SUB cong pres (contemp) cong perf (anterior) REGG t storico SUB cong imperf (contemp) cong pperf (anterior) Consecutiva: ut/ut non(se negativa) + cong. Esprime la conseguenza di quanto anticipato nella regg da avv, pron, agg come: ita, sic, tam, tantus…
Particolarità: Vile sabinum: vino medesto per gradazione colore equalità ma simbolico in quanto con questo fu accolto con grande gloria mecenate in teatro. Potare: usato al posto di bibere xchè significa proprio bere con gusto. modicis cantharis: coppe di argilla di poco valore. Usate per richiamare il topos della modestia delle forniture della casa ego ipse: sottolinea la cura personale di Orazio del travasare il vino theatro: quello di Pompeo care Mecenaas eques: Mecenates per la sua modestia nonstante fosse un importantissimo politico si fece sempre chiamare cavaliere.Con care Orazio si ritiene suo amico e non inferire. Clare è a volte preferito a care con significato di famoso paterni fluminis: Tevere che nasce dall’Etruria, patria di Mecenate imago: sottinteso vocis caecubum: vino pregiato tu bibes: fut di consuetudine tu/mea: posiz enfatica in contrap. Fra di loro Falernae,Formiani: colli dove veniva prodotto vino pregiato

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