Ovidio - Tristia III, 7 vv. 43-54

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Testo

Ovidio - Tristia III, 7 vv. 43-54
Nulla abbiamo noi che non sia mortale, si si tolgono i beni del cuore e del talento. Ecco, io sono privo della patria, di voi, della mia casa, m'hanno strappato tutto ciò che potevano strapparmi, e tuttavia posso tenermi accanto il compagno di sempre, il mio talento: su questo neppure Cesare ha potuto imporre il suo potere. Qualcuno potrebbe anche por fine alla mia vita con la spada crudele, ma la fama resterebbe intatta dopo la mia morte; e finché Roma, la città di Amrte, guarderà vittoriosa dai suoi colli il mondo a lei soggetto, continueranno i miei versi a essere letti.

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