Orazio

Materie:Riassunto
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Testo

Orazio
Epistole:
• Orazio riprende la poesia esametrica.
• Egli non distingue tra le due opere e le designa entrambe col termine Sermones.
• Caratteristica più appariscente: schema epistolare → diffusissimo in prosa[ nel genere satirico usato da Lucilio], originalità → composizione di un’intera silloge di lettere in versi.
• Orientamento più rigido e preciso di quello delle Satire.
• Preferenza per contenuti non generale.
• Talora componimenti d’occasione.
• Frequenti i componimenti che svolgono temi morali.
• Fulcro della riflessione oraziana: fiducia nella “divina sapienza” (caelestis sapientia).
• Epistole del I libro → scritte in un momento in cui il poeta voleva cambiare vita (“Mi vergogno non di aver giocato, ma di non troncare il gioco” I, 14, v. 36). Questa insoddisfazione lo porta a ricercare la sapientia → strumento da applicare ai concreti problemi dell’esistenza.
• L’autore non esita a ricorrere a precetti di scuole differenti qualora gli sembrino efficaci per affrontare le difficoltà della vita.
• Epicureismo → compare più volte nei suoi principi (ex: làthe biòsas “vivi nascosto”).
nec vixit male, qui natus moriensque fefellit
né è vissuto male chi è nato e muore inosservato
• Stoicismo → compaiono alcuni spunti stoici. L’autárkeia e la metriótes (tipici delle Satire) o l’imminenza della morte e il carpe diem (tipici delle Odi).
• Inquietudine e impazienza (per cause vedi punti precedenti). A volte appare equilibrato e sereno, altre non esita a riconoscere di «non vivere né rettamente né piacevolmente».
• Nei rapporti sociali prevale il criterio della metriótes, nella sfera individuale invece predomina il principio dell’autárkeia.
• Tematica letteraria: compare nell’epistola 19 del libro I, ma prevale nel II libro, composto di due sole epistole.
➢ Epistola ad Augusto:
Superiorità dei poeti antichi o dei moderni.
Rinascita del teatro romano.
➢ Epistola a Floro: incentrata sulla figura dell’autore, che si scusa con l’amico, Giulio Floro, per la scarsa fecondità della sua vena poetica. Nella sezione centrale espone le idee dell’autore sulla scelta dei vocaboli.
• Epistula ad Pisones (conosciuta fin dal tempo di Quintiliano come Ars poetica) → trattato in versi. Influì molto dall’Umanesimo al Settecento, fornì infatti i principi e le norme poetiche classiciste. Si rivolge a Calpurnio Pisone e ai suoi figli.
➢ Seguendo una fonte di scuola peripatetica (scuola filosofica dei successori di Aristotele) → tratta prima della poesia (distinguendo tra poesia ed elaborazione formale) e poi del perfetto poeta.
➢ Centralità della tragedia → dovuta alla tradizione aristotelica per cui l’arte è essenzialmente mímesis (imitazione).
➢ Orazio enuncia due principi estetici fondamentali:
• Sotto l’aspetto tematico le Epistole si rivelano eredi, ma con notevoli modificazioni, della vena moralistica e soggettiva dei Sermones.
• Netta prevalenza dell’impostazione monologica sul dialogo.
• Vi è un fine e leggero umorismo al quale a volte si aggiunge una sottile malinconia e toni più alti e commossi delle Satire.
Orazio
Epòdi:
• Esperienza giambica → 17 componimenti
• Parallela alle satire
• Raccolta pubblicata nel 30 a.C.
• Si riallaccia ad autorevoli precedenti nella letteratura greca (vd. epòdo VI → allude ad Archiloco e ad Ipponatte come propri modelli) + primo a introdurre nel Lazio i giambici di Archiloco.
• Metri giambici + per primo a Roma l’Epòdo (sistema metrico in cui ad un primo verso più lungo se ne aggiunge uno più breve), l’autore li chiamava Iambi.
• Aspetto più appariscente dell’opera oraziana non tanto l’aggressività, quanto piuttosto (come nei Sermones) la varietà: argomenti e toni diversi.
• Si possono distinguere alcuni filoni:
➢ Filone dell’invettiva 4, 6 e 10: soltanto il X è rivolto contro una persona determinata [Mevio]. Negli altri due non vi è fatto il nome dell’avversario.
Variante scherzosa 3: giocosa maledizione contro l’aglio.
+ 8 e 12, rivolti contro una vecchia libidinosa. Descrizione impietosa della decadenza fisica della donna.
➢ Filone della magia 5 e 17: tema trattato con un accentuato realismo, orientato verso l’eccessivo, l’orrendo e il repellente.
➢ Filone della poesia civile 7 e 16: frequenti spunti politici. Prende esempio da Archiloco. I due epòdi hanno temi simili: la confusione e lo scompiglio successivi alla battaglia di Filippi. *individua la causa remota delle guerre civili nel fratricidio commesso da Romolo. **invita i Romani a seguirlo in un’utopistica fuga verso le isole Fortunate.
Orazio assume l’atteggiamento del vates, del poeta ispirato dalla divinità [lo ritroveremo nelle Odi] amplificando la sua angoscia e disperazione per la situazione politica.
Epòdi 1 e 9: Preparativi per la battaglia di Azio.
➢ Filone erotico 11, 14 e 15: cita l’esempio di un altro grande poeta greco, Anacreonte. Motivo11 e 14: amore. Epòdo 15 invece rivolto a una donna infedele. Nei carmi amorosi domina un pàthos leggero e sentimentale.
➢ Elogio della campagna 2: si fonda sul procedimento dell’aprosdóketon (“imprevisto”). Gli ultimi versi ci fanno sapere che ad elogiare la campagna è un incapace di rinuunciare ai suoi impegni cittadini [finale sarcastico].
➢ Motivi simposiaci 13: il poeta, durante una tempesta, invita gli amici a banchettare con lui.
Epòdi → panorama complesso e multiforme. Varietà di registri ancor più varia delle satire.
Orazio
Odi
POETICA:
• Produzione lirica → 3 libri di Carmina (pubblicati nel 23 a.C.) e un altro in cui il poeta (13 a.C.) raccolse i suoi componimenti più tardi.
• 104 componimenti
• Non si possono considerare poesia lirica in senso moderno.
• Lyricus vates: scelta di vita di Orazio, pone questa decisione sotto gli auspici della Musa Polìmnia. La poesia lirica deve essere cantata con l’accompagnamento di uno strumento a corde.
• Influenza di Alceo (VII-VI sec a.C.) → dichiarata esplicitamente
• Influenza di Pindaro (poeta greco) → ammirazione, ma ideale irraggiungibile x il poeta.
• Due concezioni della poesia
• Egli non contesta la superiorità dell’ épos, ma rivendica per la lirica un posto adeguato al suo già affermato valore.
Exegi monumentum aere perennius
Ho eretto un monumento più durevole del bronzo
• Non rifiuta più il titolo di poeta.
• Vates: Vocabolo arcaico che possiede una connotazione sacrale che presuppone un’investitura divina.
TIPOLOGIA:
• Modelli principali: poeti di Lesbo [Alceo e Saffo]. Riferimenti anche per la metrica [strofe alcaiche o saffiche].
• Influsso di testi ellenistici (sprtt. epigrammi).
• Impostazione “allocutiva” ai suoi componimenti → raramente i carmi si presentano come monologhi interiori, normalmente sono rivolti a un destinatario.
• Una situazione particolare, spesso topica, inserisce il carme in determinati schemi tradizionali [ex: viaggio dell’amico → propemptikón (“augurio di buon viaggio”)].
• Orazio scrive per un pubblico dotto, che conosce perfettamente i testi che egli imita, infatti adottando le tecniche dell’ arte allusiva egli inserisce frequentemente spunti tratti da Alceo, da Pindaro, da Anacreonte, da Saffo e da altri lirici greci.
• Spesso troviamo all’inizio del componimento una citazione che sarà elaborata liberamente e originalmente.
• Possiamo distinguere alcuni filoni principali:
➢ Filone religioso: oggetto di particolare attenzione da parte della divinità, Orazio non può ostentare indifferenza verso la religione. Perciò presenza di preghiere e di inni.
➢ Carmen speculare: unico fra i carmi oraziani, esso ebbe una destinazione ufficiale. In esso le lodi e le invocazioni si mescolano a temi civili.
➢ Filone erotico: Cospicuo e importante. I carmi non tendono a collegarsi in un’unica vicenda (come avviene invece nella poesia elegiaca contemporanea, Tibullo e Properzio). – Il fascino della volubile Pirra. – I primi approcci con la timida Cloe. – La riconciliazione con la smaliziata Lidia. – L’ultimo amore per la malinconica Fíllide. La passione, più che partecipata profondamente, è contemplata. Orazio, con il suo temperamento riflessivo e filosofico, evita il coinvolgimento affettivo e tende al distacco di una lieve e galante ironia.
➢ Filone conviviale: incentrato sulla convenzione del simposio, identificato con la cena romana.
➢ Filone gnomico(o gnomico-simposiaca): vero centro delle Odi oraziane. Nucleo fondamentale → coscienza dell’incertezza del futuro e della brevità della vita.

➢ Filone della poesia civile: ultimo grande filone. Orazio è un semplice spettatore della vita pubblica. Nasce così la lirica civile articolata in momenti diversi, che vanno dall’esecrazione delle guerre fratricide e dalla preoccupazione per la situazione dello Stato fino a celebrazione di Roma e del principe. Questo tipo di poesia era favorito da Mecenate e da Augusto, ma sarebbe ingiusto ritenerla soltanto propaganda in versi. Svolto in un ciclo di 6 carmi, all’inizio del III libro, le cosiddette “odi romane” in cui la condanna dei vizi contemporanei e l’esaltazione delle virtù e degli eroi antichi s’intrecciano con la glorificazione di Roma e di Augusto.
• Estesa gamma di temi e parallelamente una pluralità di registri. Vero fulcro graziano: disposizione delle parole.
• Particolarmente efficaci le iuncturae, le associazioni di vocaboli, talora al limite dell’ossimoro, come simplex mundititiis “semplice nell’eleganza” o splendide mendax “splendidamente menzognera”.
Orazio
Il preambolo delle Satire
Traduzione
Come accade, Mecenate, che nessuno della propria sorte la quale
o gli diede una condizione razionalmente considerata o gli pose innanzi il caso, di quella
viva contento, mentre esalta quanti seguono vie differenti?
«E’ preferibile la milizia. Cos’è in fin dei conti? Si combatte: nell’arco di un’ora
giunge rapida la morte oppure la lieta vittoria».
L’esperto di diritto e di leggi decanta il contadino
quando al canto del gallo gli viene a bussare alla porta chi di consueto;
l’altro, che avendo costituito dei mallevadori è stato strappato dai campi dell’Urbe,
a gran voce chiama felici solo coloro che vivono in città.
Gli altri casi di tal genere –sono estremamente numerosi-
varrebbero a spossare il loquace Fabio. Per non farti perdere tempo, ascolta
dove voglio arrivare. Se un qualche dio «Ecco io» dicesse
«Ora farò quanto volete: tu sarai, che ora sei soldato,
mercante; tu, ora giureconsulto, campagnolo; di qui voi,
voi di qua, modificate le parti, allontanatevi. Su dunque,
perché rimanete impalati?». Non vorrebbero. E potrebbero essere felici.
Qual è la ragione, per cui Giove adirato con pieno diritto,
non gonfi ambedue le guance e non dica che per l’avvenire egli
non sarà tanto favorevole a prestare orecchio alle preghiere?
Paradigmi
Fio, fis, factus sum, fieri
Do, das, dedi, datum, dare
Obicio, is, ieci, iectum, ĕre
Vivo, is, vixi, victum, ĕre
Laudo, as, avi, atum, are
Sequor, ĕris, secutus sum, sequi
Ait_Aio , ais, ait : vb.difettivo
Frango, is, fregi, fractum, ĕre
Iacto, as, avi, atum, are
Concurro, is, curri (o cucurri), cursum, ĕre
Venio, is, veni, ventum, ire
Pulso, as, avi, atum, are
Extraho, is, traxi, tractum, ĕre
Clamo, as, avi, atum, are
Delasso, as, avi, atum, are
Valeo, es, ui, valiturus, ēre
Moror, aris, atus sum, ari
Audio, is, ivi, itum, ire
Deduco, is, deduxi, deductum, ĕre
Dico, is, dixi, dictum, ĕre
Facio, is, feci, factum, ĕre
Volo, vis, volui, velle
Muto, as, avi, atum, are
Discedo, is, cessi, cessum, ĕre
Sto, stas, steti, statum, stare
Nolo, non vis, nolui, nolle
Licet, licuit/licitum est, ēre
Infeo, as, avi, atum, are
Praebeo, es, bui, bitum, ēr
*Tema tipico dell’incontentabilità
Analsi testuale:
vv. 1-2: quam…illa = prolessi del relative ed epanalessi del dimostrativo
v. 1: Macenas = vocativo con valore dedicante
v. 4: O fortunati = nella Priamel s’innesta questo accenno di MAKARISMÒS (genere rivolto alla considerazione di qualcuno come beato, felice).
v.11: datis vadibus = quando ci si doveva presentare a un processo si presentavano dei garanti, (da vadere = andar) che garantivano appunto la presenza dell’imputato al processo.
v.14: declassare valent Fabium = Fabio, secondo l’indicazione della scoliasta antico Porfirione, era un filosofo di Narbora, noto per la verbosità. Dire «Stanchi un Fabio» era antonomasia vassianica per dire «chiacchierone»
vv. 17-18: hinc vos/vos hinc = il chiasmo è applicato al movimento come su una scena.

Esempio