Metamorfosi di Ovidio

Materie:Riassunto
Categoria:Latino
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Testo

METAMORFOSI DI OVIDIO

ORIGINE DEL MONDO: prima del mare e della terra esisteva un unico aspetto della natura, chiamato caos. Nonostante ci fossero la terra, l’ acqua e l’aria, la terra era instabile perché non esisteva un equilibrio tra gli elementi. Un dio, di cui non si conosce il nome, li sistemò e così ogni elemento occupò il suo posto. Al suo ordine i mari si espansero, i campi si spianarono etc. il dio si preoccupò inoltre di suddividere in ugual numero di zone la massa racchiusa dal cielo. Distinta ogni cosa,le stelle cominciarono a brillare. Ogni elemento ebbe i suoi abitanti: gli dei le distese celesti, i pesci l’ acqua, i quadrupedi la terra, gli uccelli l’aria. Mancava un essere più nobile, con maggiore intelletto e così, impastando terra e acqua piovana, il dio creò l’ uomo, con posizione eretta e gli ordino di guardare il cielo e di osservare il firmamento.
LE ETA’ DEL MONDO: le età del mondo furono quattro. Nella prima,l’età dell’ oro, non esistevano leggi e pene, ma tutti vivevano sicuri. Era sempre primavera. Gli abitanti non conoscevano altri luoghi all’ infuori dei propri e non esistevano quindi spade e armi con cui combattere. Si viveva tranquilli. La terra, non obbligata, produceva ogni cosa da sé.
Quando Giove spedì Saturno nel tartaro e regnò il mondo, cominciò l’età dell’ argento, peggio dell’ oro ma meglio del bronzo. Quando Giove creò le quattro stagioni, per gli sbalzi di temperatura, gli uomini si ripararono nelle case e ararono i campi. L’età del bronzo fu la terza, molto più empia, ma non ancora scellerata. Per ultima si ebbe l’ età del ferro. In questo periodo nacquero le frodi e gli inganni e gli uomini non solo pretendevano che la terra desse frutti, ma scaarono anche nelle sue viscere. Vennero così alla luce il ferro e l’oro e cominciò così la guerra. La bontà è ormai vinta.
I GIGANTI: neanche gli dei erano sicuri perché una volta i giganti, aspirando al regno del cielo, ammassarono dei monti per arrivare alle stelle. Giove, però, scagliò un fulmine sull’ olimpo e i giganti furono travolti. La terra si inzuppò d sangue, e da questo nacquero uomini violenti e crudeli. Si capiva che erano nati dal sangue.
CONCILIO DIVINO: quando Giove vide ciò, ripensando a Licaone, indignato convocò un’ assemblea tra gli dei e disse che mai come allora il regno dei cieli era in pericolo e che era necessario estinguere la razza umana con la forza. Avrebbe poi ripopolato la terra con semidei. Disse inoltre che non potevano stare tranquilli dopo l’ insidia di Licaone che aveva tramato contro gli dei. Tutti, pieni di sdegno, chiesero cosa avesse fatto Licaone e che punizione gli avesse inferto. Così Giove spiegò l’accaduto.
LICAONE: avuta la notizia della scelleratezza del genere umano, Giove si tramuta in uomo e scende sulla terra. Dopo aver visto tutto con i suoi occhi, giunge nell’ Arcadia e fa capire che è arrivato un dio. Il signore di quella terra, Licaone, si fa beffe di lui e, per vedere se è veramente un dio, decide di ucciderlo una notte. Non ancora contento, però, uccide un ostaggio e metà lo lessa nell’ acqua e metà lo arrostisce. Giove, allora, fa crollare la sua casa e egli fugge. Giunto in campagna, nel tentativo di parlare, ulula e assetato di sangue, va contro un gregge e si trasforma in un lupo. Quindi Giove decise che tutti dovevano pagare. Nonostante tutti gli dei fossero d’ accordo, nessuno non era triste per la fine di quegli uomini che veneravano i loro altari. Giove, però, promise che avrebbe creato una stirpe migliore.
DILUVIO: Giove, pensando che tutta la terra sarebbe bruciata, decise di non usare i fulmini e pensò di usare l’ acqua. Dopo aver rinchiuso tutti i venti che avrebbero potuto far disperdere le onde, cominciò una fitta pioggia. Giove,non contento, chiese aiuto anche al fratello nettuno che ordino ai Fiumi di straripare. Così, in poco tempo, tutta la terra fu sommersa dall’ acqua. La stragrande maggioranza degli umani morì annegata e i superstiti morirono di fame.
DEUCALIONE E PIRRA: l’ unico luogo non sommerso fu il monte Parnaso e qui arrivarono gli uccisi due superstiti, Deucalione e Pirra. Erano esseri buonissimi e quando Giove li vide fece tornare il cielo sereno e Nettuno fece rientrare le acque. La terra allora riemerse. I due, addolorati per essere rimasti soli, decisero di consultare il sacro oracolo s andarono nel tempio della santa Temi. Giuntici, implorarono perdono e chiesero cosa dovessero fare per salvare il mondo. La dea rispose che avrebbero dovuto gettarsi alle spalle le ossa della grande madre. Dopo un primo momento di stupore e disaccordo, capirono che la grande madre era la terra e che le sue ossa erano le pietre. Cosi, dopo essere stati lanciati, i sassi presero la forma degli umani. Per questo, dice Ovidio , siamo una razza dura e i nostri atti lo provano.
PITONE:gli altri animali nacquero dalla terra che, quando l’acqua si ritirò, diventò fertile e fece nascere così molte razze,anche mai viste prima. Quando si ritirò il Nilo si trovarono anche animali non ancora completamente formati. Senza volerlo la terra creò anche un gigantesco pitone. Febo, però, riuscì ad ucciderlo svuotando, però, la faretra. Perchè la sua impresa non fosse dimenticata, istituì le gare Pitiche e i vincitori venivano incoronati con una corona di rovere, l’alloro non era ancora usato.
DAFNE: ancora insuperbito dalla sua impresa, Febo un giorno vide Cupido tenere in mano un arco e gli disse che non era degno di tenere quell’ arma e che solo lui la meritava. Cupido, per vendicarsi, dal monte Parnaso scagliò due frecce: una che faceva innamorare su Febo, una che respingeva gli innamorati su Dafne, la figlia di Peneo (un semidio fiume). Febo allora si innamora di Dafne che però non vuole saperne di amore e respinge tutti i suoi pretendenti. Nonostante le esortazioni del padre, lei vuole rimanere vergine come Diana, ma purtroppo è molto bella. Un giorno Febo la vede e le dichiara il suo amore ma lei, impaurita, scappa. Lui la insegue e, benché le chiedesse di fermarsi, lei continuava a correre. Quando lui l’ aveva quasi raggiunta, lei stremata chiede aiuto al padre dissolvere, trasformandola, quella figura che era tanto amata. Allora venne trasformata da Peneo in un albero di allora, ma Febo la amava lo stesso e disse che se non poteva essere sua moglie, sarebbe stata almeno il suo albero e che avrebbe portato sia lui sia i latini la sua chioma dappertutto. L’ albero allora annuì.
IO: tutti i fiumi andarono da Peneo non sapendo se congratularsi o consolarlo, tranne Inaco a cui era scomparsa la figlia Io. Giove le aveva parlato, ma lei era fuggita e allora lui l’aveva avvolta in una nebbia. Giunone, vedendo la nebbia, andò dal marito per paura di essere tradita, ma lui poco prima era riuscito a trasformare Io in una mucca. Per non essere insospettito, fu costretto a regalare la mucca a Giunone. Lei la affido ad Argo, che aveva cento occhi. Lui di giorno la faceva pascolare, ma di notte la imprigionava. Io ritornava spesso dai familiari, che non la riconoscevano. Un giorno capirono chi era prchè lei tracciò delle lettere col piede. Argo allora strappa la figlia dal padre addoloratissimo e la fa circolare in altri pascoli giove, che non può più sopportare quella cosa, ordina a mercurio di uccidere Argo. Mercurio va da lui e cerca di farlo addormentare con canzoni. Argo chiese a mercurio come fosse nata la zampogna: una ragazza che venerava un botto Diana fece innamorare Pan che la pregò di stare con lui. Lei scappò e, essendo inseguita e bloccata da un fiume, chiese alle sorelle di trasformarla. Pan, credendo di averla persa, prese un ciuffo di canne che era li e,sospirando, fece un suono bellissimo. Così ne costruì uno strumento e lo chiamo Siringa. Argo si addormenta e Mercurio lo uccide. Giunone, dopo aver messo i cento occhi di Argo sulle code dei pavoni, infuriata mette nel petto di Io un pungolo invisibile facendola correre atterrita per tutto il mondo. Arrivata al Nilo, Io scongiura gli dei di farla tornare normale e Giove disse a Giunone di perdonarla e che non c’ era pericolo di tradimento. Allora Io tornò umana.
FETONTE: dopo poco Io ebbe un figlio da Giove di nome Epafo, pari per fierezza a Fetonte, il figlio del dio sole. Un giorno questi disse di essere superiore a Epafo, ma questo gli disse che andava fiero di un padre immaginario. Fetonte, pieno di vergogna, andò dalla madre e le chiese di dimostrargli che suo padre era il sole. Ella gli giurò che lo era e gli disse che se non gli credeva poteva andare nella sua casa, dove sorgeva. Allora fetonte intraprese il viaggio. Finalmente arrivò dove abitava suo padre. Egli in testa aveva i raggi e quindi era abbagliante. Fetonte allora chiese al Sole se era veramente suo figlio. Egli gli rispose che lo era e che, per dimostrarglielo, avrebbe esaudito ogni suo desiderio. Il ragazzo allora chiese di poter guidare per un giorno il carro del Sole ( cioè il carro che porta il sole). Il Sole rimase stupito della richiesta e lo scongiurò di cambiare desiderio. Il carro, infatti, anche per lui, era difficilissimo da guidare sia per la testardaggine dei cavalli sia per la difficile traiettoria che doveva seguire. Infatti se si fosse abbassato avrebbe bruciato la terra, se si fosse alzato avrebbe bruciato il regno dei cieli. Dsse inoltre che la sua preoccupazione dimostrava che era suo padre. Fetonte però non cambiò idea e il padre, maledicendosi per aver giurato, fu costretto a farlo andare. Dopo poco tempo che teneva le briglie, i cavalli si accorsero che, non tirando, non era il padrone e quindi presero la via che volevano. Molte cose sulla terra bruciarono e fetonte, avendo perso completamente il controllo, si pentì amaramente del desiderio. Giove, dopo aver avuto il consenso di tutti gli dei, scagliò un fulmine contro il carro e lo uccise. La madre si aggirò nuda per il mondo alla ricerca del corpo del figlio e alla fine trovò le sue ossa in una terra straniera..
ELIADI: Le Eliadi, che erano in lutto, una notte di luna piena si trasformarono in alberi senza che la madre potesse fare niente.
CICNO: a questo prodigio assistette Cicno, familiare di Fetonte, che mentre si stava lamentando sulle sponde del Po, si trasformò in un cigno.
Il Sole, preso dal dolore e dall’ ira, si rifiutò di fare il suo lavoro ma, pregato e minacciato da Giove, dopo aver frustato di santa ragione i cavalli, tornò a farlo.
CALLISTO: Giove, mentre controllava i danni delle grandi mura del cielo, nell’ Arcadia, vide una giovane seguace di Diana e, tramite uno stratagemma, trasformandosi in Diana, la fece entrare in un bosco e fece, malgrado lei non volesse, l’amore con la ragazza. Quando la ragazza tornò da Diana, tutti si accorsero che non era più vergine e la cacciarono. Ella ebbe un figlio, di nome Arcade. Giunone, accortasi dell’ adulterio, trasformò Callisto in un orso. Un giorno la donna incontrò suo figlio che, spaventato, la stava per uccidere. Giove lo impedì e trasformò i due esseri in costellazioni. Giunone, infuriata, la cancellò e ripulì il cielo con un carro trainato da pavoni.
CORONIDE.CORNACCHIA: una volta il corvo era un bellissimo uccello bianco, la sua rovina fu la sua voce. Infatti una volta Febo si innamorò di Coronide finchè non lo tradì. A scoprire il tradimento fu un corvo che voleva dire tutto a Febo. Una cornacchia gli consigliò di non dirlo. Infatti lei una volta era una seguace di Minerva che una volta aveva rinchiuso Erictonio in una cesta e lo aveva affidato alle tre figlie di Cecrope con l’ordine di non guardare il contenuto. Una di queste guardò e la cornacchia lo riferì a Minerva. Ella degradò l’ uccello. Eppure era stata la dea a cercare un tempo la cornacchia. Quest’ ultima era una ragazza bellissima e, mentre passeggiava sulla spiaggia, la assalì Nettuno e chiedendo aiuto, fu trasformata da Minerva in un uccello. Ora il suo posto era stato preso da Nictimene, trasformata in uccello per aver profanato il letto di suo padre. .Il corvo no la ascoltò e riferì a Febo che Coronide era stata con un altro. Febo le scagliò una freccia nel petto e la ragazza, prima di morire, confessò di essere incinta. Febo si pentì del suo gesto e tentò di salvarla. Per lei non c’era niente da fare, ma riuscì a salvare il figlio. L’ uccello viene maledetto. Febo riuscì a salvare il figlio diede al centauro Chitone. La figlia di questi,ociroe, predisse che il neonato avrebbe avuto il potere di rendere l’ anima a chi l’aveva perduta ma, fattolo una volta, gli dei lo avrebbero puniti rendendolo mortale e poi di nuovo dio. Predisse anche che chitone sarebbe divenuto mortale per non dover sopportare il morso di un serpente. Ella, piangendo, aveva una predizione anche per se stessa: si trasformò in un cavallo.
BATTO: mentre Febo era via, Mercurio nascose le sue mucche in una selva e, poiché un vecchio di nome Batto lo aveva visto, gli propose una mucca per non dire niente. Batto rispose che prima di lui avrebbe parlato una pietra al suo fianco ma, quando Mercurio cambiò aspetto e gli chiese dove fossero le mucche in cambio di una mucca e un toro, egli lo disse e venne trasformato in una pietra.
ERSE E AGLAURO:mentre volava, Mercurio vide delle ragazze nel parco del Liceo che stavano andando al tempio di Atena. Si innamorò di Erse e, dopo essersi messo a posto andò a casa sua. Egli chiese alla sorella della ragazza, Aglauro, di fargliela conoscere ma essa gli chiese una grande somma di denaro. Minerva, che già la conosceva poiché aglauro aveva visto il figlio di Lemno nonostante il divieto, andò dall’ Invidia e disse di colpire la ragazza. Di notte la dea toccò il petto della ragazza e Aglauro divenne invidiosissima della sorella. Quando tornò Mercurio, Aglauro si sedette sulla soglia decisa a non far entrare il dio che, però, con la bacchetta la trasforma in una statua.
EUROPA:Giove ordina a Mercurio di portare un pascolo di buoi su una spiaggia dove c’erano delle fanciulli, in particolare una, di nome Europa, di cui si era innamorato Giove. Questi si trasforma in un bellissimo bue e giocherella con la fanciulla. Presa confidenza, Europa sale sul dorso dell’ animale e Giove lascia la spiaggia nuota in mare.
CADMO:Giove, dopo riessersi trasformato, si trovava a creta quando il padre della fanciulla rapita, Agenore, mandò Cadmo a cercarla e trovarla, pena l’ esilio. Dopo averla cercata per tutto il mondo, Cadmo, volendosi tenere lontano dal padre e dall’ ira paterna, chiese a Febo in che terra fermarsi. Il dio gli disse che, quando l’ avrebbe trovata, di seguire una mucca senza il segno dell’ aratro e di chiamare la terra dove si fosse fermata Beozia. Trovata la terra prescelta, Cadmo e i suoi uomini ringraziarono gli dei. In una foresta li vicino viveva in una grotta un enorme serpente generato da Marte. I compagni di Cadmo si inoltrarono nella foresta e furono uccisi dal serpente. Cadmo, stupendosi del ritardo, andò a cercare gli amici e, dopo aver trovato i cadaveri, Cadmo combatté con il serpente. Dopo molte difficoltà, riuscì a batterlo. A quel punto Pallade gli ordinò di mettere sottoterra i denti del mostro. Fatto questo, dalle zolle uscirono dei soldati che cominciarono a uccidersi tra loro. Quando ne restavano 5, strinsero un patto tra loro e aiutarono Cadmo a fondare Tebe.

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