Marziale: vita e opere

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Testo

Marziale
(pag. 214-218, 220, 222, 224, 225 + leggere qualcosa da Xenia e Apophòreta)

È autore di epigrammi.
Spagnolo, nasce tra il 38 e il 41 e nel 64 si trasferisce a Roma. Conosce gli ambienti dell’opposizione senatoria a Nerone (congiura dei Pisoni nel 65). La vita che Marziale conduce a Roma è quella modesta del cliens. Nell’80 pubblica una raccolta di epigrammi per celebrare l’inaugurazione del Colosseo.
Scrive varie altre raccolte poetiche, che gli procurano una certa fama, ma non benefici economici. Nella sua poesia ricorre il lamento per la condizione economica.
Nell’87/88 si trasferisce a Imola (?!), poi torna nella capitale e in seguito fa ritorno in Spagna, dove muore verso il 104.
Non è poeta di corte, pur non mancando nella sua poesia toni encomiastici. Il suo modello a Roma è la poesia di Catullo. Con l’epigramma ci offre un’immagine della propria vita rappresentata negli aspetti più ridicoli e grotteschi di quest’umanità. C’è volontà di suscitare il riso, più che di educare.
Nel 65 la congiura dei Pisoni viene repressa.
Egli ottenne il successo sotto i Flavi poi, dopo il 98, si mostrò ancora ossequioso verso i nuovi imperatori, ma da essi ricevette pochi vantaggi. Fece allora ritorno in patria, dove morì nel 104 circa.

LIBER DE SPECTACULIS
Lo scrive nell’80, in occasione dell’inaugurazione del Colosseo, che in realtà già nel 69 era stato inaugurato, quando ancora non era terminato.

XENIA E APOPHÒRETA
Gli “xenia” sono destinati ad accompagnare i doni delle feste saturnali per i parenti e gli amici, mentre gli “apophòreta” sono i regali da portar via durante i banchetti. Questi 2 termini si collegano alle feste dei saturnali (dicembre).

EPIGRAMMI (12 libri)
Il teatro di questi epigrammi sono Roma e gli ambienti della vita quotidiana.
Il rilievo maggiore non viene, poi, riservato ai personaggi in sé, quanto più ai tipi umani: Marziale non parla di personaggi specifici ma descrive tipi umani, con vizi, difetti, stranezze. I personaggi finiscono così per diventare maschere. I difetti non sono solo morali, ma anche di carattere fisico ed egli li coglie e li rappresenta in pochissimi versi.
Ci sono anche epigrammi celebrativi, dal tono serio, in lode dell’imperatore (Domiziano) o quelli del “Liber de spectaculis”, tutto in onore dell’inaugurazione del Colosseo (verso Tito, 80 d.C.).
Ci sono anche epigrammi che descrivono opere d’arte o epigrammi funerari (che riprendono le tradizioni epigrammatica greca).

TEMA dell’AMORE
Non manca nella sua produzione ma non ne viene dato un grande risalto. Viene trattato in modo divertito, con maggiore interesse all’aspetto sessuale dello stesso. Tende alla misoginia, manifestando maggior interesse verso i giovinetti. C’è anche interesse per l’omosessualità. In definitiva l’amore è inteso come piacere libero da eccessivi legami e sentimenti.

TEMA dell’AMICIZIA
Si mette in evidenza la nostalgia per amici lontani, con il pianto per la loro scomparsa. C’è anche la riflessione sulla natura di questo legame e la rivendicazione dei diritti dell’amicizia; lamenta, infatti, la falsa amicizia.
C’è anche il tema del dono, che ha un legame molto stretto con la vita romana.

CONDIZIONE del CLIENS
Marziale condivide con Giovenale la condizione umile del cliens e nelle sue opere viene sottolineato il lamento per tale condizione. Il lato positivo è che, elemosinando denaro e inviti dai potenti, ottiene fama e successo. Il poeta, infatti, è orgoglioso di sé, della propria dignità e del successo conquistato coi suoi versi.
La modestia della condizione di vita si riflette nello stile anche se la rinuncia al genere alto porta alla scelta di una poesia realistica.

PRINCIPI della POETICA
Sono definiti attraverso alcune espressioni:
- “Hominem pagina nostra sapit”: “la nostra pagina ha il sapore dell’uomo”; si contrappone alla poesia tradizionale e si pone come una voce realistica;
- “Lasciva est pagina vita proba”: “se la pagina è lasciva e volgare, la vita è pura”; separazione tra ciò che rappresenta (cioè l’aspetto più volgare della realtà) e la sua vita, che si mantiene, invece, pura e onesta; insiste, dunque, su una separazione tra universo della sua fantasia e universo della sua vita;
- “Piacere personis, diceredevitis”: “risparmiare le persone, parlare dei vizi”; insiste sui difetti dei tipi umani, senza citare personaggi in vista. Non c’è l’onomastì komodein, cioè il prendere in giro chiamando per nome, di Aristofane. La poesia di Marziale vanta tra le sue aspirazioni quella di riprodurre la vita realisticamente, ma capace di suscitare una riflessione, senza però una carica moralistica o i toni aspri dell’invettiva.
Il richiamo a Catullo è frequente e diretto. Vi riconosce l’auctor di una poesia acuta e leggera.

SCHEMA DI COMICITÀ
Si basa sulla costruzione di una battuta, che esplode nelle ultime parole, nel finale, dopo una preparazione sapiente anche di pochi versi. Si vede dunque l’αποσδρόκητον (= “inatteso”): la comicità è basata sulla battuta finale preparata.

Esempio