Lettere a Lucilio - Libro VIII - Lettera I - Seneca

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Testo

LETTERA I
LA FILOSOFIA NON SI FERMA AL VALORE DELLE PAROLE,
MA CURA LE ANIME
Dopo molto tempo ho riveduta la tua Pompei. Ho avuto l'impressione di essere tornato agli anni della mia giovinezza. Mi pareva di poter fare ancora quello che avevo fatto allora e che non fosse passato molto tempo da quando lo facevo. Da lungo tempo navighiamo, caro Lucilio, e gran parte della nostra vita appartiene ormai al passato; come in mare, ricordando le parole del nostro Virgilio, vediamo che " terre e cittа si ritirano ", cosм in questo rapido correre del tempo, prima abbiamo visto tramontare la fanciullezza e poi la giovinezza e poi anche quel momento di mezzo fra giovinezza e vecchiaia, e infine gli anni migliori della stessa vecchiaia: ed allora comincia ad apparire quella che и la meta comune del genere umano. Quando si smarrisce la ragione noi guardiamo quella meta come uno scoglio: invece essa и un porto che si deve talvolta desiderare e non mai rifiutare; e colui che vi и giunto nei primi anni non deve lagnarsi, come non deve lagnarsi chi ha cominciato presto a navigare. Ci sono quelli che non sanno reagire contro le deboli aure che li tengono fermi stancandoli nel tedio di una completa bonaccia; e ci sono altri che si giovano del costante soffiare dei venti per farsi portare con tutta velocitа. E credi pure che avviene lo stesso nel caso nostro. La vita porta velocemente alcuni dove non avrebbero potuto a meno di arrivare anche indugiando: invece snerva e consuma altri nell'inerzia. La vita, come tu sai, non sempre merita di essere conservata: non vivere, ma vivere bene rappresenta un valore. Pertanto il sapiente vivrа non finchй puт, ma finchй vivere и per lui un dovere: egli considera in che luogo, con chi e in che modo gli toccherа vivere, e che cosa dovrа fare. Egli pensa sempre quale e non quanto lunga sarа la sua vita; e se gli vengono incontro troppe avversitа che turbino la sua quiete, dа senz'altro l'addio alla vita. E non aspetta la necessitа estrema per indursi a questo atto: appena comincia ad aver ragione di sospettare della fortuna, egli esamina diligentemente la situazione per vedere se sia il caso di abbandonare il campo. Egli non crede che abbia per lui alcuna importanza se si dia la morte o se la riceva, nй se questo avvenga presto o tardi, e non la teme come un grande danno. Non si perde molto del liquore che cade goccia a goccia. Ciт che veramente importa non и morire presto o tardi, ma и morire bene o male: e vivere bene poi significa evitare il pericolo di vivere male. Perciт io giudico molto vile la risposta di quel rodiese, che essendo stato gettato dal tiranno in una gabbia dove riceveva il cibo come un anima le selvaggio, ad un tale che gli consigliava di rifiutano rispose: " l'uomo, mentre и vivo, ha tutto da sperare. " Se anche questo и vero, la vita non deve essere comprata a qualsiasi prezzo. Io non vorrei mai accettare con una vergognosa confessione di debolezza anche cose di grande e sicuro valore: non posso accettare che la fortuna puт tutto per chi ancora vive: io debbo piuttosto pensare che la fortuna nulla puт per chi sa morire. Tuttavia anche se la morte и certa e vicina e se uno sa che gli и destinato l'estremo supplizio, non dovrа egli stesso prestar mano al compimento della sua pena. Mi si dice che potrebbe farlo nel suo interesse. E' una stoltezza morire per timore della morte: verrа colui che ti ucciderа, non hai che da attenderlo. Perchй vuoi prevenirlo? Perchй assumerti l'incarico di mettere in atto l'altrui crudeltа? Vuoi toglierne al carnefice il piacere o vuoi risparmiargliene il dolore?
Socrate avrebbe potuto metter fine alla sua vita rifiutando il nutrimento, e morire d'inedia piuttosto che di veleno: invece preferм trascorrere trenta giorni in carcere aspettando la morte, non perchй pensasse a qualche evento propizio che il tempo lungo potesse dargli ragione di sperare, ma per offrire se stesso alla legge e dare modo agli amici che potessero godere degli ultimi giorni di Socrate. Che cosa poteva esservi di piщ stolto che disprezzare la morte e temere il veleno? Scribonia, donna molto seria, era zia paterna di Druso Libone, giovane di nobile schiatta ma di poco senno e coll'animo aperto alla speranza di cose che in quel momento nessuno poteva sperare, e che egli non avrebbe potuto sperare in nessun momento. Egli era stato trasportato infermo in lettiga dal Senato con una specie di accompagnamento quasi funebre, perт non molto numeroso; i famigliari lo avevano abbandonato non perchй lo considerassero un reo, ma perchй lo consideravano ormai morto. Egli cominciт a riflettere per decidere se dovesse darsi la morte o aspettarla: ed a lui Seribonia: "Ma perchй ti compiaci di mandare a termine proprio tu un affare che non ti riguarda? " Libone non ne fu persuaso e si uccise. E non fu senza ragione; chй se fosse vissuto ancora tre o quattro giorni per morire poi ad arbitrio del suo nemico, allora veramente avrebbe eseguito un affare altrui.
Quando и una forza esterna che ti minaccia la morte, non si puт dare un giudizio d'ordine universale sulla questione se la morte sia da prevenire o da aspettare, poichй vi sono molte circostanze che possono essere interpretate in favore dell'una o dell'altra tesi. Se da una parte ci attende accompagnata da tormenti e dall'altra si puт avere invece una morte tranquilla e facile, perchй non prestare la mano a questa? И ben naturale che io scelga la nave sulla quale viaggiare e che scelga la casa nella quale abitare; nello stesso modo и anche ben naturale che dovendo uscire dalla vita mi scelga io il genere di morte. Inoltre non и certo che sia migliore una vita piщ lunga, viceversa и certo che и peggiore una piщ lunga morte. Nella morte soprattutto piщ che in ogni altro momento noi dobbiamo realizzare nell'anima nostra la forma ideale del bene. Esca per quella via a cui la spinge l'impeto degli affetti. Scelga quello che piщ gli aggrada: una spada, un laccio, una bevanda che avveleni il sangue, purchй si decida e spezzi i vincoli della schiavitщ. Ognuno deve rendere conto della vita anche agli altri, della morte deve rendere conto solo a se stesso, e la morte migliore и quella che piщ gli torna gradita. И stolto ragionare in questo modo: "qualcuno dirа che ho dato prova di poca fortezza, altri che mi sono comportato troppo temerariamente, e altri ancora che potevo scegliere un genere di morte piщ coraggiosa. Ma tu devi pensare che si tratta di una decisione per la quale che cosa si dirа dagli altri non ha alcuna importanza. Bada ad una cosa sola, cioи a sottrarti piщ presto che sia possibile ai colpi della fortuna: altrimenti vi sarа chi giudicherа male la tua condotta. Troverai anche taluno che fa professione di filosofica sapienza e che afferma non doversi fare violenza alla propria vita e giudica cosa nefanda il suicidio: si deve attendere, secondo lui, la fine che la natura ha decretato.
Chi dice questo non si avvede che egli chiude la via alla libertа. La legge eterna della natura non ha fatto cosa migliore di questa, che ci ha dato una sola via per entrare nella vita e molte per uscirne. Dovrт aspettare la crudeltа di una malattia o di un uomo, quando io posso uscire di mezzo ai tormenti e liberarmi da tutte le avversitа? Questa и la sola cosa per cui non possiamo lagnarci della vita: essa non trattiene nessuno. C'и nelle cose umane questo sapiente ordine: che nessuno и infelice se non per sua colpa. Se ti piace vivere, vivi; se non ti piace puoi ritornare lа donde sei venuto. Spesso ti sei fatto cavare del sangue, per levarti un dolore di capo; per alleggerire il corpo ci si apre una vena. Non и necessario rompere il cuore con un'ampia ferita: con uno stiletto si apre la via a quella grande libertа ed in un istante и conquistata la tranquillitа perfetta. Che cosa и dunque che ci fa cosм lenti e inerti? Noi non pensiamo che una volta bisogna pure uscire da questa abitazione: siamo simili a quei vecchi inquilini che per amore del posto e per la forza dell'abitudine si trattengono in una casa nonostante tutti gli svantaggi. Vuoi essere libero rispetto al tuo corpo? Abita in esso coll'animo di chi da un momento all'altro deve partire. Tieni ben presente che ad un certo momento questa coabitazione verrа necessariamente a mancare, e cosм ti sentirai piщ forte di fronte alla necessitа di uscirne. Ma come puт pensare serenamente alla propria fine chi brama tutte le cose senza fine? Nessuna cosa и tanto necessario meditare quanto questa. Le altre meditazioni forse rispetto a questa sono quasi esercizi inutili. L'animo и pronto ad affrontare la povertа, e le ricchezze sono rimaste. Ci siamo armati per disprezzare il dolore, e la prosperitа del corpo integro e sano non ci richiede l'esperimento di questa virtщ. Ci siamo dati i necessari insegnamenti per sopportare con fortezza il rimpianto dei cari perduti, e la buona sorte ci ha conservati superstiti tutti quelli che noi amiamo. Verrа perт il giorno in cui questa fortezza ci sarа necessaria non и affatto da credere che solo pochi grandi uomini abbiano avuto questa forza con cui spezzare il carcere dell'umana schiavitщ. Non devi pensare che abbia potuto fare ciт solo Catone che colla mano trasse fuori l'anima alla quale non aveva aperta abbastanza la via colla spada: anche uomini di umilissima condizione hanno saputo con un impeto potente uscire dalla vita al sicuro, e quando non и stato loro possibile morire con tranquilla serenitа, nй scegliere a loro grado gli strumenti di morte, afferrarono tutte le cose che venivano a portata di mano, e a viva forza fecero arme di cose che non avevano per natura potere di nuocere.
Poco tempo fa in un circo di bestie feroci un germano, mentre si stava preparando lo spettacolo del mattino, si ritirт fingendo di dover scaricare il corpo, nel solo posto appartato senza guardie, e si cacciт in gola il legno a cui era attaccata la spugna che serviva per le segrete ripuliture e soffocato spirт. И stato un gesto d'insulto alla morte, fatto certamente in modo poco pulito e poco decente: ma vi и cosa piщ stolta che morire con senso di ripugnanza alla morte? Oh uomo forte, degno di avere la scelta del suo destino! Con quale fortezza d'animo egli avrebbe adoperata la spada, con quale coraggio si sarebbe gettato negli abissi del mare o nel precipizio di una scoscesa rupe! Privo di ogni mezzo egli trovт una maniera e un'arme per uccidersi e ci ha insegnato che non vi puт essere altra ragione di indugio alla morte che la volontа. Ognuno giudichi come gli pare l'atto di questo aspro uomo, purchй resti ben fermo che и da preferirsi una sudicia morte alla piщ elegante schiavitщ. Poichй ho cominciato a fare uso di esempi volgari continuerт: cosм ognuno imparerа a pretendere di piщ da se stesso, vedendo come anche uomini tenuti in nessun conto hanno potuto disprezzare la morte. Noi per solito crediamo che i Catoni, i Scipioni ed altri di cui siamo avvezzi a sentire pronunziare il nome con grande ammirazione siano al di sopra di ogni possibilitа d'imitazione. Ebbene, io potrт dimostrarti che altrettanti esempi di questa virtщ possiamo osservare nell'arena delle bestie feroci, quanti fra i capitani della guerra civile. Recentemente un tale destinato a combattere colle fiere in uno spettacolo mattinale, mentre vi era portato fra le guardie su un carro, coll'aria di ciondolare sotto la pressione del sonno tenne il capo basso fino ad inserirlo fra i raggi di una ruota, e stette fermo sul sedile, finchй il giro della ruota gli ebbe spezzato il collo: cosм proprio per mezzo del carro che lo portava al supplizio и riuscito a sfuggire al supplizio. Nulla puт togliere a che veramente lo desidera la possibilitа di erompere fuori degli ostacoli fra cui si trova impedito. La natura ci custodisce in luogo aperto. Quegli a cui ne и concessa la possibilitа scelga la via di uscita piщ agevole: se ha davanti a sй diverse vie, scelga quella che piщ gli aggrada considerando quale lo conduca meglio alla conquista della sua piena libertа. Quegli a cui difficilmente si presenta l'occasione propizia, afferri senz'altro la piщ vicina come la migliore, se anche gli и assolutamente nuova e non ne ha mai sentito parlare.Vedi tu come anche gli infimi schiavi, quando il dolore li stimola, si svegliano e riescono ad eludere ogni piщ attenta vigilanza? Uomo grande и colui che non solo ha imposto a se stesso di morire, ma ne ha trovato anche la via migliore.
Ti ho promesso parecchi esempi di gente dello stesso grado inferiore. Nel secondo spettacolo della naumachia uno di quei barbari s immerse intera nella gola la lancia che aveva ricevuta per volgerla contro gli avversari. "Perchй, perchй" egli disse, "non mi sottraggo ormai ad ogni tormento e ad ogni ludibrio? Perchй debbo coll'arme in mano aspettare la morte? " Tanto piщ bello и stato questo spettacolo quanto и piщ onorevole per gli uomini imparare a morire che ad uccidere. E che? И possibile che uomini, preparati a simili contrari eventi con lunghe meditazioni dalla ragione maestra di tutto, non abbiano il coraggio che hanno invece anime perdute di delinquenti? La filosofia c'insegna che diverse sono le vie per cui il destino si compie, ma unica и la fine, e che d'altronde non importa proprio nulla donde abbia principio il destino che ci raggiunge. La filosofia t'insegna poi a saper morire come puoi ed a saper prendere ogni mezzo che ti si presenta opportuno per darti la morte. И vergogna vivere di rapina, ma al contrario morire di rapina и bellissima cosa. Addio.

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