Lettere a Lucilio - Libro VII - Lettera VII - Seneca

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Testo

LETTERA VII

SI DEVONO VINCERE LE TENTAZIONI

Non mi piace che tu muti continuamente sede, passando da un luogo all'altro: non mi piace anzitutto perchй questo frequente emigrare и proprio di un animo senza pace: non si riesce a trovare pace e a darsi una stabilitа d'animo e di vita se non si cessa di guardarsi intorno e di andare vagando. Per poter mantenere fermo l'animo tuo, per prima cosa smetti questo continuo viaggiare col corpo. E poi i rimedi giovano molto quando non sono interrotti: e non bisogna interrompere la quiete nella quale verrai dimenticando la vita precedente. Fa che i tuoi occhi si svezzino da molte cose e che le tue orecchie invece si avvezzino a parole piщ sane: ogni volta che uscirai fuori in pubblico, ti si presenteranno nel cammino cose che ridesteranno i tuoi desideri. Come colui che si sforza di liberarsi da una passione amorosa deve evitare ogni cosa che gli ricordi la persona amata - giacchй nulla si ravviva piщ facilmente dell'amore - cosм chi vuole deporre tutti i desideri di tutte quelle cose per cui arse di passione, deve dopo averle abbandonate volgere via da esse gli occhi e le orecchie. Le passioni tornano presto a muover guerra: l'avarizia promette danaro, la lussuria molti e diversi piaceri, l'ambizione promette le cariche e gli applausi, e quindi la potenza, con tutto ciт che la potenza porta con sй. I vizi cercano di adescarti colla promessa di un compenso: invece seguendo la virtщ devi vivere gratuitamente. Ci vuole lo sforzo di tutta una vita per riuscire a sottomettere i vizi imbaldanziti da un lungo tempo di libero sfogo e ad imporre loro un giogo: non ci si riuscirа certo poi se facciamo delle interruzioni in questo tempo ormai breve.
Qualsiasi cosa viene portata sempre con stento a perfezione, e richiede sempre assidue veglie e assidui sforzi. Se proprio vuoi dare ascolto alla parola mia, devi meditare, ed esercitarti ad attendere la morte e se le circostanze lo consiglieranno, anche ad invitarla. Non c'и differenza alcuna se sia essa che viene a noi o noi che andiamo ad essa. Quella frase ripetuta cosм spesso da tanta ignorantissima gente che "bella cosa и morire della propria morte", persuaditi pure che non ha senso alcuno. Nessuno muore se non della sua morte. Niente del tuo tempo tu perdi colla morte poichй quello che lasci non ti appartiene. Addio.

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