Lettere a Lucilio (Seneca), libro VI lettera IV

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Testo

LETTERA IV

AL FILOSOFO E NECESSARIA LA CONOSCENZA DEL PENSIERO

ALTRUI, MA И PARIMENTI NECESSARIA UNA PROPRIA ORIGINALE

ATTIVITА DI PENSIERO

Tu mi chiedi che anche in queste come nelle lettere precedenti io riporti qualche pensiero dei nostri grandi. Essi non si occupano di fiorellini: tutta la struttura del loro pensiero и altamente virile. Sappi che le diseguaglianze esistono dove appaiono cose che si alzano al di sopra della comune media. Non fa alcuna impressione un albero dove tutta una selva и salita alla stessa altezza. E cosм anche le poesie e le storie sono piene di pensieri che hanno uguale altezza. Non voglio perciт che tu creda che quei pensieri che abbiamo spesso citato appartengano ad Epicuro: sono pensieri di dominio pubblico e poi soprattutto sono nostri. Si fanno notare di piщ in lui, perchй desta qualche meraviglia sentire espressioni di spirituale fortezza da un uomo che professa la dottrina del piacere. Cosм infatti lo giudicano i piщ. Per me Epicuro sa essere forte anche se porti le maniche lunghe. Fortezza, solerzia, animo pronto alla guerra si possono trovare cosм nei Persiani come nel popoli che portano l'abito rimboccato ai lembi. Non devi dunque pretendere che ti vengano offerti pensieri giа scelti e ripetuti. Presso i nostri si svolge continuo il lavoro di formazione dei concetti che presso gli altri si presentano fissati in forme scelte: noi non teniamo nemmeno esposta la nostra merce e non illudiamo cosм il compratore che entrando troverа nient'altro che le cose messe in mostra. Noi gli diamo modo di scegliere egli stesso a suo piacere da qualunque parte voglia. Supponi clic noi vogliamo staccare dai molti qualche speciale pensiero. A chi lo attribuiremo? A Zenone a Cleante a Crisippo a Panezio a Posidonio? Ma noi non siamo alle dipendenze di un sovrano: ciascuno di noi rivendica la sovranitа su se stesso. Presso questi altri tutto ciт che ha detto Ermarco, tutto ciт che ha detto Metrodoro va riportato a uno solo, e tutto ciт che ciascuno puт aver detto sotto quella tenda va considerato come detto sotto la guida e gli auspici di tino solo. Da tanta ricchezza di pensieri ugualmente importanti noi non possiamo fare una precisa scelta. "E' proprio del povero contare i capi del suo bestiame. " Dovunque volgi lo sguardo ti si presenta qualche pensiero che meriterebbe anche uno speciale rilievo se non fosse letto insieme ad altri di pari valore. Perciт deponi la speranza di poter gustare il pensiero dei grandi con una conoscenza superficiale. Le loro concezioni debbono essere considerate e studiate nella loro unitа. Una cosa и sempre portata da un'altra, e nell'opera dell'ingegno umano и una intima connessione di lineamenti, per cui nulla puт essere tolto senza rompere l'unitа del disegno. Non dico che non si possano anche nell'uomo considerare le singole membra, ma senza prescinderle dall'unitа dell'organismo. La bella donna non и quella di cui si loda una gamba o un braccio, ma quella che vi presenta nel suo complesso un aspetto di tale bellezza da farvi dimenticare l'ammirazione delle singole parti. Tuttavia se lo vorrai non tratterт con te da povero, sarт anzi molto largo e darт a piene mani. Ingente и la quantitа delle belle massime messe insieme: si tratta di prendere e non di raccogliere, perchй esse non ci si presentano incidentalmente ma scorrono in un'ampia continuitа senza interruzione. E sono pienamente convinto che possano molto giovare agli uomini incolti, che ascoltano con un'attenzione ancora esteriore: possono giovare soprattutto a costoro perchй prese ad una ad una nel breve limite e nella forma precisa di un verso s'imprimono piщ facilmente. Perciт noi facciamo imparare ai fanciulli delle sentenze ed anche quelle che i Greci chiamano crie perchй la mente del fanciullo puт giа comprenderle pienamente, mentre non ha ancora la capacitа di comprendere piщ ampi ragionamenti.
Per un uomo di matura esperienza и cosa sconveniente andar cercando fiorellini e sostenersi con poche massime ormai note, affidate alla memoria. Egli deve ora appoggiarsi a se stesso, deve esprimere un suo pensiero e non limitarsi ad essere depositano delle cose altrui: al vecchio come anche a chi и ormai vicino alla vecchiaia non fa onore una cultura tutta formata su sommari di scuola. "Questo ha detto Zenone. " E tu? "Questo ha detto Cleante. " E tu? E fino a quando avrai bisogno di una guida per muoverti? Prendi un po' anche tu un atteggiamento di comando e dм anche tu cose che altri mandino a memoria. Tutti costoro che non hanno mai creato nulla di originale, che si limitano a far da interpreti del pensiero altrui, sempre nascosti all'ombra di qualcuno, nulla hanno a mio avviso di nobile, e sono convinto che non hanno mai nemmeno cercato di mettere in pratica ciт che da lungo tempo avevano imparato. Hanno esercitata la memoria sulle cose dette da altri: ma ben diverso dal ricordare и il sapere. Ricordare significa semplicemente custodire ciт che hai affidato alla memoria, mentre sapere significa far proprie le cose apprese e non restare sempre fermo ad un modello ripetendosi che "questo ha detto Zenone e questo ha detto Cleante. " Deve pure esserci una differenza fra te e un libro. Fino a quando ti preoccuperai solo di imparare? Ormai и tempo anche di insegnare. Che ragione c'и che io stia ad ascoltare da te ciт che posso leggere in un libro? Certo "la voce viva fa molto ", mi si puт dire. Sм, ma non la voce di chi prende a prestito da altri le parole, e fa solo la parte del ripetitore. Aggiungi ancora che costoro che non riescono mai ad assumere la tutela di se stessi, anzitutto seguono i loro antecessori, anche in cose nelle quali tutti si sono sempre distaccati dai loro antecessori, e li seguono inoltre anche in ciт che и ancora oggetto di ricerca: non mai si scoprirа qualche cosa se saremo contenti delle cose scoperte. Diciamo poi che chi va dietro le orme altrui, non trova anzi non cerca nemmeno mai qualche cosa di nuovo. A quale conclusione arriviamo dunque? Non dovrт andare dove io trovi vestigia altrui? No, prendiamo pure la vecchia strada ma se ne troviamo una piщ corta e piщ piana, cerchiamo di rendere praticabile questa. Coloro che sollevarono prima di noi codesti problemi, non ci impongono ordini, ci fanno solo da guida. La veritа и un campo aperto a tutti e non ancora occupato; e una gran parte di tale campo attende l'opera dei nostri posteri. Addio.

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