Lettere a Lucilio (Seneca), libro V lettera 11

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Testo

LETTERA XI

LA DISPOSIZIONE DEGLI ANIMI ALLA VIRTЩ E L AUSTE

RITА DELLA FILOSOFIA SECONDO LA DOTTRINA EPICUREA

Che cos'и questa forza, caro Lucilio, che ci trae sempre in direzione diversa dalla meta a cui tendiamo e ci spinge anzi proprio lа donde desideriamo allontanarci? Che cosa и questa forza che lotta col nostro spirito e non ci permette di restare mai fermi nel nostro volere? Noi ondeggiamo fra diversi pensieri e non riusciamo mai a volere una cosa liberamente con decisione assoluta e costante. La causa di tutto questo, tu mi dici, "и la stoltezza, per la quale nulla rimane mai fermo, nulla si conserva lungamente piacevole." Ma come o quando noi ci svincoleremo da essa? Nessuno vale tanto da riuscire per sй ad emergere: и necessario che qualcuno ci dia la mano e ci tragga a riva.
Dice Epicuro che alcuni sono usciti da soli alla luce della veritа, da soli si sono aperta la strada: ed egli fa grandi lodi di costoro che hanno ricavato da se stessi la forza di un impulso per cui sono riusciti senza aiuto altrui a farsi avanti: ed aggiunge che altri invece hanno bisogno di aiuto, non sono cioи capaci di farsi avanti se qualcuno non li ha preceduti, sono capaci soltanto di seguire una guida. Fra questi mette Metrodoro, nobile figura, perт appartenente alla seconda categoria. Anche noi non portiamo i segni della prima, ma siamo pur trattati bene anche se siamo classificati nella seconda. Non c'и ragione di disprezzare colui che puт essere salvo col beneficio altrui: и giа molto avere la buona volontа di salvarsi. Oltre queste troverai ancora un'altra categoria di persone, neppure esse da disprezzare, che alla retta via possono essere spinte a forza, che cioи hanno bisogno non solo di una guida, ma di un coadiutore che le sorregga e quasi dirт che le costringa. Questa и la terza categoria e se desideri un esempio, Epicuro ti dice che tale и stato Ermarco. Pertanto con l'uno si compiace di piщ, ma per l'altro ha piщ ammirazione: ed и naturale che cosм sia perchй se entrambi sono pervenuti alla stessa meta, perт merita maggior lode chi ha raggiunto lo stesso risultato attraverso maggiori difficoltа. Pensa che siano stati innalzati due edifici, diversi alla base ma ugualmente alti e magnifici: l'uno su un terreno asciutto dove и stato facile fabbricare rapidamente, l'altro invece su fondamenta deboli gettate su un terreno molle ed acquitrinoso, dove и stata necessaria grande fatica per giungere scavando a trovare uno strato di soliditа sufficiente: una gran parte dell'opera e proprio la piщ difficile, compiuta colla costruzione di questo secondo edificio, rimane nascosta. Vi sono nature facili e pronte ed altre invece che richiedono di essere lavorate dalle fondamenta. Pertanto certamente chiamerт piщ fortunato chi non ha trovato in se stesso impedimenti da superare; ma io affermo che piщ alto merito ha avuto colui che ha dovuto vincere il male nella sua stessa natura ed alla sapienza non si и pacatamente elevato ma и giunto con un grande sforzo su se stesso. Bisogna ben rendersi conto che ci и stata data una natura resistente e faticosa, e quindi possiamo andare avanti solo superando forze avverse. Combattiamo dunque e invochiamo l'aiuto di qualcuno. Tu domandi: " chi dovrт invocare?" Invoca questo o quello che possa meglio giovarti: ma ritorna talora anche a quelli che ci hanno preceduto e che possono pur sempre dare l'opera loro: anch'essi e non solo i viventi possono venire in nostro aiuto.
Fra i viventi dobbiamo scegliere non coloro che gettano parole a precipizio svolgendo luoghi comuni e che in privato chiacchierano come ciarlatani, ma coloro che insegnano colla loro stessa vita, che quando hanno detto ciт che bisogna fare confermano la parola coll'azione e che quando hanno insegnato ciт che deve essere evitato non sono mai sorpresi a contraddirsi facendo ciт che avevano prima condannato. Scegli per aiutarti una persona che tu ammiri piщ guardando le sue azioni che ascoltando la sua parola. Non intendo proibirti di andare a sentire quelli che hanno l'abitudine di invitare la gente e di parlare in pubblico, purchй costoro si presentino alla folla col proposito di fare migliori se stessi e gli altri, e non di servire alla loro ambizione. Non c'и cosa piщ turpe di una filosofia che va alla caccia di applausi. Forse l'ammalato fa le lodi del medico che sta operando? Tacete e prestatevi docili alla cura. Se voi alzerete la voce io vi ascolterт come se voi leviate lamento al tocco delle vostre infermitа. Volete voi affermare l'attenzione e il consenso che prestate al valore delle cose che vi dicono? Va bene; perchй non dovrei permettere che diate il vostro giudizio e la vostra approvazione a ciт che vi appare migliore? I discepoli di Pitagora avevano l'obbligo di tacere per cinque anni. Credi forse che si desse loro tutto d'un tratto il permesso di parlare e di lodare? Quanta follia c'и mai in colui che esce dalla sala giubilando per gli applausi d'un uditorio di ignoranti! Come puoi rallegrarti di essere lodato da persone che tu non puoi lodare? Parlava al popolo Fabiano e tutti lo ascoltavano tranquilli: erompeva talora gran clamore di applausi provocati dalla grandezza dei pensieri e non dal suono carezzevole e molle del discorso. Osserviamo la differenza che c'и fra l'applauso del teatro e della scuola. C'и modo e modo anche nell'esprimere la lode.
Qualsiasi cosa attentamente osservata puт essere indizio di qualsiasi cosa, ed anche da minimi particolari si puт capire il costume ed il carattere di un uomo. L'impudico si vede anche dal modo di camminare, da un gesto della mano, talora anche da una risposta, da un movimento del dito sul capo o da un semplice giro di occhi: anche da un sorriso si puт scoprire talora l'uomo cattivo, e l'espressione del viso e il modo di contenersi rivela il pazzo. Queste forme mentali appaiono per chiari segni: tu puoi comprendere quale sia l'animo di ogni uomo osservando il modo con cui egli loda e con cui accoglie la lode. Gli uditori da una parte e dall'altra battono le mani al filosofo, e la folla degli ammiratori si stringe intorno a lui fino a coprirne la persona: ma se tu capisci a fondo la folla, ti rendi conto che in tutte quelle sue acclamazioni non c'и vera lode. Si lascino le grida a quelle professioni che si propongono di piacere alla moltitudine: ma la filosofia deve essere appresa e onorata con religioso silenzio. Si dovrа certo permettere qualche volta ai giovani di seguire l'intimo slancio dell'animo, quando perт essi obbediscono ad un vero entusiasmo e non riescono piщ ad imporsi il silenzio. Questo genere di applausi serve per incitare gli ascoltatori ad una piщ viva attenzione ed a stimolare l'animo dei giovanetti. Ma bisogna serbare la commozione per il contenuto, e non per la composizione esteriore verbale dei discorsi. Altrimenti l'eloquenza nuoce agli animi se invece di accenderli all'amore delle cose li accende solo all'amore di se stessa. Rimandiamo questo argomento ad altra volta in cui potremo trattarne conversando: poichй il modo come si deve parlare al popolo, che cosa l'oratore possa permettersi parlando al popolo e che cosa possa permettersi il popolo ascoltando l'oratore, и tema che ha bisogno di un particolare ed ampio svolgimento. Non si puт mettere in dubbio che la filosofia ha fatto gran danni quando si и prostituita. Ma essa puт subito riapparire nei penetrali delle sue scuole se appena abbia trovato non un mercante ma un sacerdote. Addio.

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