Lettere a Lucilio (Seneca), libro II lettera VII

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Testo

LETTERA VII

I VANTAGGI CHE CI RECA UNA VITA QUIETA

И sempre per me una gioia grande ricevere le tue lettere: esse mi fanno sperare tanto bene dite; e ormai mi danno non solo buone promesse ma vere e proprie garanzie. Continua cosм, te ne prego e scongiuro. Che cosa posso chiedere di meglio ad un amico, che quello che debbo chiedergli per il suo bene? Se puoi, vedi di sfuggire a codeste occupazioni, e se non ti и possibile altrimenti, strappati addirittura ad esse. Troppo tempo abbiamo buttato via durante la nostra vita: bisogna cominciare almeno nella vecchiezza a raccogliere il bagaglio. Potrа questo suscitare qualche malevolenza? Siamo vissuti nel libero mare portati dalle sue correnti, ed ora prepariamoci a morire in porto. Ma non ti consiglierei mai di cercare una notorietа nell'ozio che non dobbiamo nй vantare nй nascondere. Se ho condannato quella folle ricerca della notorietа che agita il genere umano, perт non vorrei mai spingerti fino a cercare di nasconderti nell'ombra della dimenticanza. Fa in modo che questa tua vita di pace non si distingua per troppa originalitа ma sia in vista. Quelli che si trovano alle prime decisioni con intera libertа di scelta vedranno se convenga loro passare la vita nell'oscuritа; ma tu non hai piщ questa libertа, perchй il vigore del tuo ingegno, l'eleganza dei tuoi scritti, le nobili illustri amicizie ti hanno giа messo in vista; tu sei giа molto conosciuto cosм che se anche tu cerchi di nasconderti e sistemarti negli angoli piщ riposti, rimane sempre la tua vita passata che richiamerа l'attenzione sulla tua persona. Non и piщ permesso a te rimanere nell'oscuritа: dovunque tu ti rifugi ti seguirа sempre molta dell'antica luce: tu puoi rivendicare il diritto alla tua quiete senza odio da parte di altri, senza rimpianto o rimorso nell'animo tuo. Che cosa infatti lascerai che tu possa poi pensare di aver lasciato con pena? I clienti? Ma tu ben sai che essi non vengono dietro a te ma a qualche vantaggio che sperano da te. Una volta si cercava l'amicizia, ora soprattutto si cerca il bottino. I vecchi vedendosi abbandonati cambieranno i loro testamenti, ed allora i corteggiatori si volgeranno ad altre soglie. Una cosa di grande valore non puт costare poco: giudica bene se tu debba preferire di abbandonare te stesso oppure alcuna delle cose tue. Come sarebbe stato meglio se ti fosse avvenuto d'invecchiare nelle condizioni in cui eri nato e la fortuna non ti avesse portato piщ in alto. Il rapido succedersi di felici eventi, l'amministrazione della provincia con tutte le liete cose che ne seguono, ti hanno tenuto troppo tempo lontano dalla visione di una vita veramente salutare: altre cariche piщ alte grado a grado ti attendono. E quale sarа l'esito finale di tutto questo? Che cosa aspetti per cessare di metterti avanti cose da desiderare? Quell'ora non verrа mai da sй senza un tuo atto di volontа. Possiamo dire che i desideri si succedono nascendo l'uno dall'altro in un processo analogo a quello in cui si succedono nascendo l'una dall'altra le cause che determinano il destino. Tu sei stato portato a vivere un genere di vita che per se stessa non porrа mai fine alle miserie e alla schiavitщ. Devi sottrarre al giogo la consumata cervice: meglio che essa una volta cada, piuttosto che sia continuamente oppressa. Quando tu ti sia ritirato a vita privata, i beni di cui potrai disporre saranno minori, ma ti basteranno: ora invece sono moltissimi e acquistati da diverse parti, ma non bastano mai a soddisfarti. Che preferisci dunque sentirti pago nell'indigenza oppure sentire un'insaziata fame nell'abbondanza? Nello stato di felice abbondanza cresce l'aviditа e si иpiщ alla aviditа altrui: finchй nulla basterа a te, tu non baesterai agli altri.
" In che modo ", tu mi chiedi " potrт superare tali contraddizioni?", In qualunque modo; pensa quali sforzi temerari e laboriosi hai fatto per il denaro e per la carriera degli onori; ora bisogna osare qualche cosa anche per conquistarti la tua pace serena, oppure bisogna rassegnarsi ad invecchiare in cotesto affannato lavoro dell'amministrazione e poi delle cariche cittadine, in un tumulto incessante di sempre nuovi contrasti a cui non и possibile sfuggire pur con tutto il senso di moderazione e colla esteriore quiete della vita. Che importanza puт avere nella realtа il fatto che tu abbia desiderio di quiete? Proprio la tua fortuna non te lo consente. E che cosa avverrа se la fortuna crescerа ancora? A misura che si aggiungeranno nuovi felici successi si aggiungeranno insieme nuove ragioni di timore. Ti voglio citare a questo punto una frase di Mecenate, che pur nel travaglio della sua grandezza ha detto molte cose vere. Ed una и questa: " La sommitа del posto in cui l'uomo venga a trovarsi lo sbigottisce."
Se vuoi anche sapere in che libro ha detto questa Veritа ti risponderт che l'ha detta nel libro intitolato Prometeo, ed ha voluto significare che l'altezza esagerata dа lo smarrimento. Io non credo clic tu faccia tale stima delle umane grandezze da indurti a considerare ebbra follia queste parole di Mecenate. Egli fu uomo d'ingegno che avrebbe dato un magnifico esempio di eloquenza romana. se la propizia fortuna non lo avesse snervato e addirittura finito. E questa fine attende anche te, se non calerai le vele, e non farai a tempo se, ciт che egli ha fatto troppo tardi, non ti accosterai alla terra.
Avrei potuto pagare il mio debito con questa sentenza di Mecenate: ma se ben ti conosco, tu attaccherai briga e non vorrai accettare il pagamento del mio debito se non in moneta nuova e pregiata. Cosм stando le cose, bisogna prendere in prestito una sentenza ancora da Epicuro ed eccola: " Prima ancora di vedere che cosa tu mangi e beva ", egli dice, "bisogna che ti volga intorno a vedere con chi tu mangi e bevi, perchй prendere il pasto senza la compagnia di un amico и costume del leone o del lupo. " Questo non ti avverrа se tu stesso non ti metterai in disparte: ti avverrа invece che avrai per commensali quelli che sceglierа fra la turba dei corteggiatori il servo incaricato dei nomi. Erra quello che va a cercare gli amici nell'atrio e li prova alla mensa. Nessun male maggiore puт capitare all'uomo molto occupato nelle faccende mondane e assediato dalle sue ricchezze che quello di ritenere suoi amici persone alle quali egli non и amico, e credere che i benefici valgano a conciliargli gli animi di coloro che ha beneficato. Vi sono alcuni che quanto piщ debbono gratitudine tanto piщ odiano: il denaro dato in prestito, se и poco crea un debitore, ma se и molto crea un nemico. Ma giungiamo proprio a concludere che i benefici non procurano amicizie? Ebbene, le procurano se ci и stato possibile scegliere le persone, se i benefici sono stati giustamente collocati e non sparsi alla cieca. Perciт mentre tu sei giunto ormai al momento in cui puoi dire di aver formato l'animo tuo, metti in pratica questo insegnamento dei saggi, credi cioи che importa chi riceva il beneficio e non l'entitа del beneficio stesso. Addio.

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