Lettere a Lucilio (Seneca) Libro IX - Lettera V

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Testo

LETTERA V

DICE ALL'AMICO LUCILIO CHE SAREBBE OPPORTUNO CHE EGLI VISITASSE L'ETNA. LA GLORIA, QUASI OMBRA DELLA VIRTЩ, SEGUE I GRANDI NELLA VITA E ANCHE DOPO LA MORTE

Aspetto tue lettere nelle quali tu mi dica che cosa hai trovato di nuovo nel completo giro che hai fatto della Sicilia, e ciт che possiamo credere di certo specialmente intorno a Cariddi. So benissimo che Scilla и una rupe non cosм terribile per i naviganti come si и detto: perciт desidero che tu mi scriva con precisione se per Cariddi la veritа corrisponda alla leggenda, e poichй credo che tu abbia osservato coll'attenzione che la cosa merita, fammi sapere per certo se i vortici siano sollevati da un solo vento oppure ogni procella agiti tempestosamente quel mare, e poi se sia vero che tutto ciт che viene inghiottito dal turbinare dell'onda dello stretto venga portato via per molte molte miglia sott'acqua e torni a galla solo vicino alla spiaggia di Taormina. Quando mi avrai dato esatta notizia di questo io oserт chiederti che tu per farmi cosa gradita salga sull'Etna e accerti se sia vero ciт che alcuni dicono che la montagna si va logorando ed abbassando, e che questo si deduce dal fatto che una volta appariva ai naviganti piщ da lontano. Questo che la vetta non appaia piщ cosм da lontano puт anche avvenire non perchй la vetta si sia abbassata ma perchй il fuoco si sia un po' attenuato e si slanci con minore impeto e minore ampiezza e per lo stesso motivo anche il fumo si muova piщ pigro durante il giorno: nй l'una nй l'altra cosa и da ritenere impossibile; si puт dunque ugualmente credere che il monte continuamente logorato venga in qualche modo diminuito e che permanga quale esso и. Il fuoco non rode la montagna, ma nato in qualche profondo abisso ivi ribolle ed ivi si pasce, e quindi nella montagna trova non materia di alimento ma la via d'uscita. V'и nella Licia una regione notissima, chiamata dai suoi abitanti Efestione, dove il suolo presenta molte buche per le quali va intorno il fuoco perfettamente innocuo senza fare il minimo danno alla nascente vegetazione. La regione и lieta ed erbosa, perchй le fiamme non bruciano e danno solo una luce piuttosto tenue e languida. Ma ci riserviamo di riprendere l'argomento, quando mi avrai scritto quanto siano distanti dal cratere della montagna le nevi che nemmeno l'estate riesce a sciogliere, e sono quindi sicure dal fuoco vicino.
Per altro non imputerai a me la briga di questa escursione; chй se anche nessuno ti avesse pregato di farla, l'avresti fatta per un tuo spontaneo acceso desiderio, perfettamente naturale mentre ti accingi a descrivere in un tuo carme il monte Etna, ed a celebrare anche tu questo posto e questo tema cosм solenne per tutti i poeti. Ovidio non si lasciт distogliere dal trattarlo perchй giа Virgilio gli avesse dato perfetto svolgimento, e nй l'uno nй l'altro sgomentarono Cornelio Severo. Questo tema si presta felicemente a tutti e mi pare che quelli che sono venuti prima non abbiano per nulla tolto materia a quelli che sono venuti dopo: mi pare anzi che abbiano aperto loro la strada per trovare materia da svolgere. Fa una gran differenza metter mano ad un argomento esaurito oppure ad un argomento semplicemente giа trattato da altri; questo anzi cresce giorno per giorno, e le cose giа trovate non impediscono per nulla di svolgerne delle altre. Anzi talvolta si trova in miglior condizione proprio chi viene per ultimo: trova preparate parole che altrimenti disposte presentano un aspetto perfettamente originale, ed egli puт metter mano ad esse e farne uso senza temere di appropriarsi di cose altrui perchй sono cose di pubblico dominio. (I giureconsulti non ammettono che alcuno possa far passare in sua proprietа cose di proprietа pubblica). Senti, o io non ti conosco o l'Etna stimola in te il desiderio di fare: giа tu sei tutto preso dal desiderio di scrivere qualche cosa di grande che possa stare a pari di ciт che и stato scritto avanti. La stessa tua modestia non ti permette di portare piщ in alto la tua speranza: tanta и in te la modestia che io ho l'impressione che saresti pronto a tenere indietro le forze del tuo ingegno se scorgessi il pericolo di superare quelli che ti hanno preceduto.
Fra le altre cose buone che ha la sapienza c'и anche questa: si puт essere superiori o inferiori solo durante il cammino per conquistarla ma non piщ quando и conquistata: quando si и giunti alla sommitа, siamo tutti uguali, non sono piщ possibili aumenti, e ormai ci si ferma. Il sole aumenta forse mai in grandezza? e la luna va mai oltre i limiti del suo solito cammino? I mari non crescono e il mondo mantiene sempre lo stesso aspetto e la stessa intima misura. Le cose che hanno raggiunto la loro giusta grandezza, non possono estendersi di piщ: quelli che saranno diventati sapienti, saranno tutti pari fra loro in grandezza e tutti uguali. Ciascuno di essi avrа delle doti sue particolari: uno sarа piщ affabile, un altro sarа piщ svelto, uno sarа oratore piщ pronto e l'altro piщ facondo, ma quella dote di cui stiamo ora parlando, cioи la sapienza che rende l'uomo felice, и uguale in tutti. Se il tuo Etna possa abbassarsi e precipitare in se stesso o se l'assidua forza del fuoco possa abbassarne la vetta alta visibile per ampi spazi di mare, tutto questo io non lo so: invece so che nessuna fiamma, nessuna rovina potrа mai abbassare la virtщ: и il solo sovrano valore che non conosce depressione, che non puт essere portato avanti e non puт essere portato indietro. La sua grandezza и stabile come quella dei corpi celesti, e ad essa noi dobbiamo sforzarci di arrivare. Giа molto и stato fatto; ma se vogliamo dire proprio la veritа, il molto che si и fatto и ancora poco. Non и bontа essere il migliore dei pessimi: chi si vanterebbe di avere una gran vista perchй riesca a scorgere la luce del giorno? Uno che vede il sole attraverso una fitta nebbia, sia pure contento di essere sfuggito alle tenebre, ma non gode ancora il bene della luce. L'anima nostra avrа ragione di congratularsi con se stessa, quando uscita fuori delle tenebre che l'avvolgevano, riuscirа non a vedere con debole vista le cose in una certa chiarezza, ma potrа accogliere in tutta la sua pienezza la luce solare, e sarа restituita al suo cielo, quando avrа rioccupato il posto che le spettava fin dalla sorte della nascita. La sua origine la chiama in alto: tuttavia essa potrа toccare quella meta anche prima di essere liberata dalla prigione del corpo se riuscirа a disperdere i vizi e salirа pura e leggera a fissare tutto il pensiero nelle veritа divine.
Questo noi dobbiamo fare, o Lucilio carissimo, a questo fine dobbiamo tendere con tutto il nostro slancio, anche se pochi, anche se nessuno ne и a conoscenza. La gloria и l'ombra della virtщ, e l'accompagna anche se questa non voglia. Noi osserviamo che l'ombra qualche volta ci precede e qualche volta invece ci segue standoci alle spalle: cosм anche la gloria qualche volta si presenta visibile davanti a noi, qualche volta vien dietro, cd и tanto piщ grande quanto piщ tarda, naturalmente dopo che l'invidia и scomparsa. Per quanto tempo Democrito fu creduto un pazzo! Anche la fama di Socrate si и formata con grande stento. E per quanto tempo Roma ha ignorato Catone! Lo respinse e solo quando poi l'ebbe perduto, lo comprese. La purezza e la virtщ di Rutilio sarebbe rimasta ignota nell'ombra se non fosse stato colpito da una ingiusta condanna: proprio nell'istante in cui ha subito la violenza, si и illuminata la sua figura. Non fu forse grato alla sua sorte avviandosi all'esilio? Abbiamo parlato fin qui di persone che la fortuna rese illustri proprio mentre le perseguitava; ma vi furono anche molti i cui meriti sono venuti in luce dopo la loro morte. Quanti la fama non accolse subito nella sua luce, e li ha poi ad un certo momento tirati fuori dall'ombra! Tu vedi come sia ammirato Epicuro non soltanto dagli uomini piщ colti ma anche da una moltitudine di ignoranti: eppure mentre egli conduceva una sua vita ritirata nelle vicinanze di Atene, nessuno lo conosceva. Parecchi anni dopo la morte del suo discepolo Metrodoro in una sua lettera egli celebra col piщ grato ricordo l'amicizia che a lui lo stringeva, ed aggiunge poi che fra i tanti beni di cui avevano goduto egli e il suo discepolo nulla avevano sofferto per il fatto che nella loro nobile patria non solo non godessero alcuna fama ma non si sentisse nemmeno fare il loro nome. E questo ha forse impedito che egli venisse poi scoperto dopo la sua morte? Ed anche Metrodoro in una sua lettera dice la stessa cosa, che cosм lui come Epicuro non avevano una grande rinomanza, ma che quanti avessero voluto seguire le loro orme, avrebbero trovato in ciт ragione di grande fama. Nessuna virtщ rimane definitivamente nascosta, e non le nuoce affatto essere stata nascosta per qualche tempo: verrа certamente il giorno che, dal chiuso in cui l'aveva tenuta la malignitа dei tempi, la trarrа in luce. Chi pensa solo agli uomini della sua generazione и destinato ad aver fama in un ristretto numero di uomini: pensa che migliaia d'anni e di generazioni si succederanno, ed a queste tu devi guardare.
Anche se l'invidia avrа fatto il silenzio intorno a te fra i tuoi contemporanei, verranno i posteri a giudicare serenamente senza speciale favore e senza malanimo. Se c'и nella fama un premio per la virtщ, questo premio non si perde. Veramente quello che i posteri potranno dire di noi ormai non ci toccherа, tuttavia se anche noi non li sentiremo, ciт non toglie che abbiano ad onorarci e fare spesso menzione di noi. Ognuno, vivo o morto, avrа sempre dalla virtщ il premio di una giusta estimazione: basta che tu la segua con sincera fede, che non te ne serva come di un esteriore ornamento, e che tu sappia essere sempre lo stesso cosм quando qualcuno ti guarda come quando agisci d'improvviso senza pensata preparazione. La simulazione non giova mai a nulla: su pochi puт fare effetto una faccia imbellettata, la veritа permane in ogni parte sempre uguale a se stessa. Nelle cose che ingannano non c'и nulla di solido. Velo sottile и la menzogna: se appena guardi con un po' di attenzione scorgi subito attraverso quel velo la sua vanitа. Addio.

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