Lettere a Lucilio (Seneca) Libro III Lettera 7

Materie:Appunti
Categoria:Latino

Voto:

1.5 (2)
Download:424
Data:12.04.2000
Numero di pagine:3
Formato di file:.txt (File di testo)
Download   Anteprima
lettere-lucilio-seneca-libro-iii-lettera-7_1.zip (Dimensione: 2.27 Kb)
trucheck.it_lettere-a-lucilio-(seneca)-libro-iii-lettera-7.txt     4.43 Kb
readme.txt     59 Bytes


Testo

LETTERA VII

CAMBIARE DI SEDE NON BASTA PER GUARIRE I MALI DELLO SPIRITO

Tu pensi che Sia capitato solo a te, e te ne meravigli come di un fatto strano, che con un viaggio cosм lungo e passando attraverso luoghi cosм diversi tu non Sia riuscito a scuotere la tristezza e il peso che grava sulla tua mente. Ma non basta mutare il cielo sotto il quale vivi, tu devi mutare l'anima. Se anche tu varchi l'ampio mare e tu veda ritirarsi indietro terre e cittа, come dice il nostro Virgilio, ti seguiranno sempre dovunque tu vada i tuoi difetti. Ad un tale, che si lagnava di questo, Socrate rispose: "perchй ti meravigli che i viaggi non ti giovino a nulla, se nei viaggi non fai che portare in giro te stesso? Ti spinge sempre quella stessa causa che ti ha cacciato fuori la prima volta. " Che cosa puт giovare la novitа dei diversi paesi, la conoscenza di cittа e di luoghi nuovi? И un agitarsi che cade nel vuoto. Tu chiedi perchй correre non porti giovamento al tuo spirito. La ragione и questa, che tu corri sempre in compagnia di te stesso. Tu devi deporre il peso che opprime l'anima tua: prima che tu abbia fatto questo, nessun luogo ti sarа gradito. Tu devi pensare che lo stato d'animo tuo и simile a quello, descritto dal nostro poeta Virgilio, della profetessa esaltata ed accesa, che posseduta per gran parte da spirito non suo " si dibatte furiosa nello sforzo di respingere dal petto quella grande divina forza. " Tu puoi andare di qua o di lа per scuotere il peso che ti aggrava: ma esso si fa piщ molesto per la stessa agitazione: avviene come in una nave dove il carico se и fermato bene preme di meno, se si aggira disordinatamente fa sommergere il fianco dalla parte in cui grava di piщ. Tutto ciт che fai, tu fai contro di te; anche con quel tuo continuo movimento nuoci a te stesso poichй tu scuoti un ammalato. Ma quando tu sia riuscito a toglierti codesta infermitа, ogni cambiamento di luogo ti rallegrerа; se anche fossi cacciato via nelle terre piщ lontane, o collocato in qualsiasi angolo di terra straniera, ogni sede ti parrа sempre ospitale. Non ha tanta importanza il luogo dove arrivi quanto lo stato d'animo con cui arrivi. Bisogna vivere con questa persuasione ch'io non sono nato per il mio speciale angolo della terra, ma ogni paese и mia patria. Se tu avessi questo ben chiaro in mente, non ti meraviglieresti che non ti dia alcun sollievo la varietа delle regioni per cui tu passi sempre sospinto dal tedio delle precedenti. Se le avessi sentite tutte tue, ti sarebbe piaciuto subito la prima. Ora tu non viaggi ma vai errando spinto a cambiare posto continuamente, mentre il bene che cerchi alla tua vita si trova in ogni luogo. Ci puт mai essere luogo piщ tumultuoso del foro? Ebbene, se fosse proprio necessario vivere nel foro si potrebbe trovare modo anche lм di vivere tranquillamente. Ma se и possibile disporre liberamente di noi stessi io preferirei fuggire lontano anche dalla vista e dal vicinato del foro: infatti come vi sono luoghi malsani che mettono in pericolo anche uomini di ottima salute, cosм vi sono posti poco salubri per un animo buono ma non ancora abbastanza saldo e vigoroso. Non sono d'accordo con quelli che amano avventurarsi fra i flutti ed apprezzano sopra tutto una vita tumultuosa e ogni giorno lottano con grande coraggio contro le difficoltа quotidiane. Il sapiente sopporterа un simile tenore di vita, ma non lo sceglierа con un atto di volontа positiva, e preferirа sempre vivere in pace che in guerra. Non giova molto aver gettato via i propri vizi, se poi и necessario combattere con i vizi degli altri. Tu mi dici che "trenta tiranni stettero intorno a Socrate e non poterono abbatterne l'animo. " Che importa il numero dei tiranni? La schiavitщ и una sola. Colui che и giunto a disprezzarla и libero in mezzo a una turba di padroni numerosa quanto vuoi.
E' tempo ormai di terminare, ma prima dovrт aver pagato la mia gabella. "Il principio della guarigione и la conoscenza del male "; mi pare che questo detto di Epicuro sia veramente magnifico: и evidente infatti che chi non sa di peccare non ha nessuna volontа di correggersi. Bisogna che tu colga te stesso in fallo prima che tu possa emendarti. C'и anche chi si gloria dei suoi vizi: tu non puoi certo credere che possano pensare a curarli quelli che noverano i loro vizi al posto delle virtщ. Dunque rimproverati tu stesso quanto puoi, ed esaminati con ogni diligenza, fa prima la parte di accusatore poi di giudice e infine d'intercessore ma qualche volta infliggiti anche un castigo. Addio.

Esempio