Lettere a Lucilio (Seneca)

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Testo

LETTERA I
ANCHE NEL LUTTO PER LA PERDITA DI PERSONE
BISOGNA SERBARE UN SENSO DI GIUSTA MISURA

Mi duole che sia morto il tuo amico Fiacco, ma non vorrei che te ne affliggessi piщ di quanto и giusto. Non oso chiederti che tu non te ne affligga, sebbene io sia convinto che questo sarebbe meglio: solo chi si и giа molto innalzato al di sopra della Fortuna puт avere tanta forza d'animo. Anch'egli si sentirebbe ferito da un tale avvenimento, ma non gravemente. Ci si puт perdonare di non trattenere le lagrime, purchй non scorrano eccessive e sappiamo mettere loro un freno. Quando si perde un amico, gli occhi non devono restare asciutti, ma nemmeno gettare continue onde di pianto: bisogna lagrimare ma non piangere a dirotto.
Non mi si puт dire che io ti imponga una legge troppo dura, se il piщ grande dei poeti greci riconosceva il diritto al pianto solo per un giorno, e ha detto che anche Niobe ad un certo momento aveva sentito il bisogno di cibo. Vuoi sapere donde abbiano origine i lamenti e i pianti eccessivi? Noi cerchiamo colle lagrime di dar prova delle nostre pene, cerchiamo non il dolore ma di mettere in mostra il dolore. Nessuno и triste solamente per sй. O infelice stoltezza umana! C'и persino una certa ambizione del dolore! E che dunque? "Dovrei", tu mi dici, "dimenticare l'amico perduto? " Bada che tu prometti un ricordo molto breve, se esso deve durare quanto dura il dolore: non tarderа una qualsiasi fortuita occasione a destare il riso sul tuo volto. Non passa lungo tempo che ogni pena si mitiga ed anche i dolori piщ strazianti si calmano. Quando tu cesserai di tenerti chiuso in tale stato d'animo, si dileguerа l'immagine della tua tristezza: ora sei tu che fai la guardia al tuo dolore. Ma esso sfuggirа anche alla tua guardia, e cesserа tanto piщ presto quanto и piщ acuto. Facciamo in modo che il ricordo dei nostri cari perduti ci riesca gradito. Nessuno torna volentieri alle cose che non puт pensare senza tormento. Perciт necessariamente avviene che il ricordo dei morti che amammo ci torni con un morso al cuore, ma in questo morso c'и anche una certa dolcezza. Infatti, come soleva dire il nostro Attalo, "il ricordo dei nostri amici morti puт avere una sua dolcezza nello stesso modo che certa frutta и gradita se anche un po' aspra, e nel vino molto vecchio ci piace anche un po' d'amaro": quando и passato un po' di tempo ciт che ci teneva in angoscia si attenua e sale nell'animo nostro un puro senso di gioia. Se prestiamo fede a lui, " pensare agli amici che stanno bene и come gustare un pasticcino al miele, invece il ricordo di quelli che furono и un piacere misto di amarezza: nessuno puт negare che anche queste cose acerbe con quel tanto che hanno di aspro possano dare un buono stimolo allo stomaco. " Io perт sento altrimenti: la memoria degli amici morti и per me insieme dolce e blanda: quando li avevo con me sentivo di poterli perdere, ed ora che li ho perduti sento di averli ancora presenti.
Comportati dunque, o Lucilio, come si addice alla serena equitа del tuo spirito, e smetti di interpretare male il beneficio della Fortuna: essa ha tolto ma ha anche dato. Godiamo pure dunque della presenza dei nostri amici, perchй и incerto per quanto tempo ci possa durare questo godimento. Pensiamo quante volte li abbiamo lasciati partendo per qualche lungo viaggio, e siamo stati lungo tempo senza vederli, pur vivendo nella stessa cittа, e ci renderemo conto che abbiamo perduto molto piщ tempo della loro compagnia quando erano ancora in vita. E puoi sopportare costoro che trascurano gli amici in vita per piangerli poi a calde lagrime quando sono morti, e non sanno amare qualcuno se non l'hanno perduto? Li piangono allora piщ caldamente, perchй temono che si possa dubitare che li abbiano amati. Danno un po' tardi i segni del loro affetto. Se poi abbiamo altri amici, e non riusciamo a consolarci con essi di quello che ci и stato rapito, mostriamo di non meritarli e di non stimarli abbastanza. Se non abbiamo altri amici bisogna che abbiamo fatto a noi stessi piщ male di quello che ci ha fatto la Fortuna: essa infatti ce ne ha tolto uno, noi ci siamo tolti tutti quelli che non ci siamo procurati. Aggiungi che chi non ha saputo amare piщ di uno, non ha amato molto nemmeno quell'uno. Se un tale, perduta la sola tunica che aveva, preferisce restarsene spogliato a lamentarsi, piuttosto che guardarsi intorno come possa ripararsi dal freddo e trovare qualche cosa per coprirsi le spalle, non ti pare che sia un uomo superlativamente stolto? Hai perduto quello che amavi: e cercane un altro clic tu possa amare. Val meglio colmare il vuoto lasciato dall'amico che continuare a piangerlo. So clic aggiungo un argomento notissimo, ma non lo voglio tralasciare solo perchй и ripetuto da tutti: chi non ha posto fine al suo dolore con atto di pensata volontа troverа tale fine nello scorrere del tempo. Perт и molto brutto che un uomo saggio trovi rimedio al suo dolore nella stanchezza di soffrire: preferisco che tu lasci il dolore piuttosto che sia tu lasciato dal dolore, spero che tu cessi al piщ presto di fare ciт die anche volendo non potrai fare a lungo. I nostri antenati stabilirono per le donne un anno di lutto, non perchй dovessero rimanere tutto un anno in stato di doloroso rimpianto, ma perchй non dovessero rimanere in tale stato piщ a lungo. Per i mariti non fu fissato per legge un tempo, e d'altronde non sarebbe stato bello. Eppure puoi citarmi una fra tutte quelle donne allontanate faticosamente dal rogo o strappate a forza dal cadavere dello sposo, che abbia durato in lagrime per un mese intero? Nessuna cosa ci viene cosм presto in uggia come il dolore: perciт finchй и recente, trova chi lo consola, ma quando invecchia diventa oggetto di derisione, e non a torto: infatti o esso и finto o и stolto.
E bada che queste cose ti scrivo proprio io che ho pianto al di lа di ogni misura il mio carissimo amico Sereno, cosм che a mio malgrado sono nel numero di quelli che si sono lasciati sopraffare dal dolore. Oggi perт io condanno quella mia condotta e capisco che la ragione principale di quel mio lutto cosм profondo и stata questa che io non avevo mai pensato che egli potesse morire prima di me. Io pensavo soltanto che egli era piщ giovine, anzi molto piщ giovine di me, e dovesse quindi partirsene dopo, come se il destino tenesse nei suoi decreti un ordine di tempo. Bisogna pertanto tornare assiduamente a riflettere che siamo tutti mortali cosм noi come quelli che noi amiamo. Allora io avrei dovuto dirmi: " il mio Sereno и piщ giovine di me; ma questo nella realtа non ha importanza, egli dovrebbe morire dopo di me, e puт anche morire prima. " Siccome ho ragionato diversamente, la Fortuna perciт mi ha colto impreparato. Ora io tengo ben presente al mio pensiero che tutte le cose sono mortali, e mortali senza una legge fissa. Tutto ciт che puт accadere nel tempo puт accadere anche oggi. Pensiamo dunque, o carissimo Lucilio, che noi arriveremo presto colа dove noi ci affliggiamo che egli sia arrivato. E forse se risponde a veritа una parola tramandata dai sapienti e se c'и un luogo che tutti ci raccoglie, quello che noi crediamo sia morto и solo andato avanti. Addio.

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