Letteratura latina

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Testo

Nel 240 a.C. nasce la letteratura Latina ad opera di un ex schiavo di Taranto Livio Andronico. Da quel momento la lingua latina viene usata con intenti letterari. In Grecia invece la letteratura nacque nel VII secolo a.C.
La cultura romana si basava sul Mas Maiorum “costume degli Avi” base di questi concetto era la preminenza dello stato sull’individuo. Dunque se il benessere della comunità prevaleva su quello personale, non c’era tempo per il divertimento. Il Mas Marioum si fondava sulla Virtus (fedeltà), sulla Fortitudo (coraggio), sulla Constanzia (tenacia), sulla Fides (lealtà), sulla Pietas (rispetto degli obblighi e dei denari, dei genitori e amici) e sulla Gravitas (senso dell’onore).
Nascono delle forme preletterarie dette Carmen = canto; erano riservate a contenuti importanti per la vita religiosa e civile, era una prosa ritmica, un po’ recitata e un po’ cantata. Viene successivamente introdotta la metrica e si usano diversi versi (saturnio). Poiché la cultura romana era molto religiosa nacquero inni da cantare durante le festività religiose. Accanto a carmina di carattere religioso ci sono quelli di carattere profano. Si hanno anche carmina triumphalia scritti dai soldati verso il loro comandante. I carmina convivialia erano cantati invece durante i pranzi per celebrare il padrone di casa.
Più tardi nacque la poesia teatrale che risaliva ai canti pazzi dei contadini. Questi si chiamavano FESCENNINI che deriva da Fescennium un paese vicino Viterbo (contadini col volto coperto da maschere fatto dalla corteccia degli alberi).
Questo tipo di canto piacque a degli attori che lo trasformarono in saturae, più ricchi di musica e ballo. La prima forma di teatro va attribuita a Tito Livio. In Campania nasce la fabula ostellana, di contenuto più buffonesco e osceno.
Le prime testimonianze della prosa latina sono i fasti (calendari della vita pubblica romana) e gli annali (tavole su cui venivano riportati gli avvenimenti più importanti).
I romani dai greci presero l’arte oratoria, ovvero l’arte nel saper convincere. A Roma, infatti, l’orator è l’uomo di stato. Il primo grande oratore è Appio Claudio Ceco, vissuto tra il IV e il III sec. a.C.
Livio Andronico è dunque il primo vero autore latino; tradusse l’Odissea, scrisse commedie e tragedie: cercò di accostare la cultura greca a quella latina e produsse le prime rappresentazioni teatrali, adattando i testi greci alla cultura romana.
Si chiama palliata la commedia ambientata in Grecia, da pallium, l’abito dei greci; quella romana si chiama togata. C’erano sempre molti personaggi che agivano intorno al servus, lo schiavo astuto amico del giovane padrone, sempre in lotta con il padre severo, avaro e brontolone.
A Roma la palliata non comportava l’uso della maschera, non era divisa in atti e non vi era il coro. Livio Andronico scrisse 3 commedie e almeno 8 tragedie. Il suo nome è legato a Odusia, che è la traduzione latina dell’Odissea d’Omero.
Altro scrittore latino fu Nevio che oltre al Bellum Poenicum, poema epico scrisse tragedie e commedie, che erano opere originali. Riuscì a dare forma letteraria a sentimenti propri della cultura romana del suo tempo.
Nel II sec. a.C. la palliata raggiunse il suo massimo splendore con Plauto e Terenzio. La Commedia di Plauto è molto ricca d’azione, centrata sulla ricerca di una comicità spesso grossolana e popolaresca.

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