Il Satyricon

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Testo

Petronio
Il Satyricon
Il Satyricon, capolavoro a livello mondiale, in realtà non ha niente di certo tranne il suo valore: infatti non sono certi né l’autore, né la datazione, né la lunghezza, né la trama.
Autore e datazione
La tradizione ci riporta la data attribuibile al Satyricon attorno al II sec. D.C., e quel poco che sappiamo di Petronio ci viene dagli Annales di Tacito.
Tacito nel XVI libro degli Annales descrive la figura inimitabile e irraggiungibile di un cortigiano di Nerone, T. Petronius Niger, a cui lo stesso imperatore guardava ammirevolmente come modello di eleganza, chic e gusto estetico (Tacito però non fa nessun riferimento al Satyricon). Famosa è la descrizione fatta da Tacito stesso sul suicidio di Petronio: egli si incise le vene e, facendo in modo da allontanare il più possibile il momento della morte, andò ad un banchetto discutendo tranquillamente di argomenti poetici. Il suo suicidio sembra essere stato concepito dallo stesso autore come una sorta di parodia teatrale del suicidio, ed è proprio questo che ci fa identificare il Petronio descritto da Tacito con il Petronio del Satyricon, cioè un uomo di grande spregiudicatezza, e con un grande acume critico. Tacito però omette il Satyricon, forse perché ritenuta da lui opera immorale, forse perché non lo conosceva.
La datazione è certamente attribuibile non oltre l’impero di Nerone. L’autore stesso ha dei punti di contatto con il suo periodo storico: il gusto per i bassifondi, in complicità con i gusti di Nerone che aveva un’intensa vita notturna, e per i bassi strati della società; anche nel Satyricon si possono trovare riferimenti ai gusti letterari di Nerone (la Presa di Troia cantata da Eumolpio può rifarsi al poema di Nerone sulla guerra di Troia).
Lo stile del romanzo ha dato più problemi ai critici: infatti il linguaggio parlato di alcuni personaggi minori è profondamente diverso dal linguaggio letterario normalmente usato. Questi volgarismi sono riconducibili, attraverso altre fonti in altre opere), al linguaggio parlato dai strati più bassi della popolazione. Petronio quindi fece una grossa opera per portare alla luce questo tipo di linguaggio armonizzandolo perfettamente al resto del linguaggio del romanzo.
La Trama
Del Satyricon ci sono rimasti frammenti del XIV e XVI libro e l’intero XV libro in cui vi è narrato il famoso episodio della cena di Trimalcione. Per le notizie che abbiamo vi doveva essere un lungo antefatto di 14 libri la cui trama doveva essere all’incirca questa:
La storia è narrata in prima persona da Encolpio, un giovane avventuriero che compare in tutte le scene del romanzo e che racconta tutte le peripezie che gli sono capitate.
Da principio Encolpio ha a che fare con un maestro di retorica da strapazzo, Agamennone, con cui parla della decadenza della retorica. Apprendiamo che Encolpio viaggia in compagnia di una altro avventuriero, Ascilto, e di un bel giovane, Gitone, con cui forma un triangolo amoroso.
Entra così in scena Quartilla che convince i giovani a celebrare dei riti in favore di Priapo, dio che simboleggia il sesso maschile, ma che in realtà è un trucco per soddisfare i propri capricci lussuriosi. Appena sfuggiti da Quartilla i tre giovani vengono scritturati per una banchetto a casa di Trimalcione, un potente ma rozzo liberto. Petrolio descrive con accuratezza il banchetto da Trimalcione, il modo rozzo di parlare suo e degli altri liberti invitati. Liberatisi da Trimalcione, Encolpio e Ascilto hanno un violento litigio per debba stare con Gitone: Ascilto si porta via Gitone e non si fa vedere più.
Nel frattempo Encolpio entra in una pinacoteca ove incontra Eumolpio, un vecchio poeta vagabondo: Eumolpio si presenta recitando al momento una sua composizione sulla presa di Troia, richiamando alla mente di Encolpio gli insuccessi di Agamennone; così, recuperato gitone, i tre formano un nuovo triangolo amoroso. Le scene per ora si sono svolte in una cittadina della Campania, ma i tre sono costretti a imbarcarsi clandestinamente su una nave mercantile, il cui comandante si scopre essere Lica, un acerrimo nemico di Encolpio, e su cui viaggia pure Trifena, una donna di dubbi amoralità. Quando le cose stavano per mettersi male per i tre scoppia una tempesta che butta fuori dalla nave Lica e che fa colare a picco la nave. I tre naufraghi si ritrovano così nella città di Crotone, una città che aveva conosciuto antichi splendori ma che ora era in balia di cacciatori di eredità in quanto ai nobili mancavano gli eredi.
Eumolpio ha un’illuminazione: finge di essere un nobile senza erede e che Encolpio e Gitone siano i suoi due schiavi per attirare le attenzioni e i favori dei cacciatori di eredità. Intanto Encolpio ha un’avventura con una donna di nome Circe, con cui però è abbandonato dalle sue facoltà sessuali: comincia così un rito in favore di Priapo, rito senza effetto; Encolpio riavrà di colpo la sua virilità. Intanto le cose si mettono male per i tre che stanno per essere scoperti dai cacciatori di testamenti; l’ultimo episodio di cui siamo in possesso è la lettura di un finto testamento da parte di Eumolpio in cui afferma che chi vuole la sua eredità deve prima mangiare i suoi resti: tutti i cacciatori però sono disposti a farlo per l’eredità….
Non possiamo assolutamente immaginare cosa ci sia dopo nel racconto, in quanto non abbiamo elementi necessari per farlo.
Il Genere Letterario: menippea e romanzo
Nessuno dei termini che noi usiamo per definire la narrativa (romanzo, novella) ha dei corrispondenti nel mondo antico, in quanto venivano considerati argomenti frivoli e molti si vergognavano di ammettere di leggere questo tipo di romanzo.
Vi sono solo un gruppo di opere dell’antichità che i moderni definiscono “romanzi”:
a) due testi importanti come il Satyricon di Petronio e la Metamorfosi di Apuleio;
b) una serie di testi greci del i sec d.C., quali Leucippe e Clitofonte di Achille Tazio, Dafni e Cloe di Longo Sofista, le Etiopiche di Eliodoro.
Questi romanzi greci sono uniti da una continuità di temi trattati e di caratteristiche delle opere. La trama è quasi invariabile: vi sono due innamorati che a causa di avversità vengono separati e si ritroveranno solamente dopo mille peripezie. La suspense in questi romanzi è data dal modo in cui la donna mantiene la sua castità per il giovane amato. Lo scenario invece è variabile tra diverse città del Mediterraneo, inoltre è scarso l’inquadramento storico e l’interesse per la realtà contemporanea.
Nel Satyricon invece l’amore è visto in modo ben diverso: non c’è spazio per la castità e il tema del sesso viene espresso esplicitamente. Tant’è vero che il protagonista, Encolpio ha dei rapporti amorosi di ogni tipo e il suo partner preferito è il maschile. Si è pensato addirittura che il Satyricon possa essere la parodia del romanzo idealizzato greco, vedendo nella coppia Gitone-Encolpio la parodia della coppia greca; è anche vero però che i due non si separano mai, e quindi è pensabile che Petrolio si sia riferito ad un altro genere di letteratura, quella novellistica, che trattava temi più frivoli.
Un filone importante è quello che gli antichi spesso etichettano come fabula Milesia (dalla Milesiaka di Aristide). Petronio fece largo uso di questo tipo di poesia, come, per esempio possiamo vedere nel racconto di Eumolpio sulla vedova matrona di Efeso che, innamoratasi di un giovane soldato, arriva a esporre sulla croce la salma del marito pur di salvare il suo amante.
Il Satyricon è un romanzo molto complesso dal punto di vista della trama, con continui intrecci di personaggi che ritroviamo dopo molto tempo la loro comparsa (Lica e Trifena); inoltre ci sono situazioni tipiche che si ripetono, anche se cambiano i personaggi minori, ma che in comune hanno l’umiliazione, l’intrappolamento di Encolpio: il protagonista uscirà da queste situazioni, ma degraderà in altre ancora peggiori. Ancora più complessa è la forma del romanzo, in cui vi sono alternanze di versi poetici alla prosa comune (si guardi alla Presa di Troia e alla Guerra Civile cantati da Eumolpio). Tra questi inserti poetici ogni tanto il narratore si ferma abbandonando gli avvenimenti per commentarli.
La libera alternanza tra prosa e poesia fa pensare subito alla satira menippea, il cui esempio più vicino è l’Apokolokyntosis di Seneca (in cui vi sono inserti poetici tra la prosa, quasi sotto forma di parodia). Rimangono comunque delle differenze nette con l’Apokolokyntosis: innanzitutto l’opera di Seneca era formata da frasi molto brevi e acute, il che non ha niente a che vedere con il Satyricon; inoltre l’Apokolokyntosis era diretto polemicamente verso un unico personaggio, Claudio, e verso una situazione politica e sociale in crisi, cosa che non si può assolutamente riscontrare nel Satyricon.
Realismo e Parodia
Il dato più originale del Satyricon è il suo realismo.
Il romanzo ha una sua trama ben definita, ma fra una disgrazia e un’altra di Encolpio a Petronio piace soffermarsi sulla descrizione degli ambienti comuni ai romani quali la pinacoteca, la scuola di retorica, il banchetto in casa Trimalcione, la piazza del mercato. Inoltre il realismo è evidente dalla scelta del linguaggio quotidiano da parte di Petronio.
Inoltre il realismo della satira si concentra soprattutto su alcuni tipi di personaggi guardati tutti attraverso un filtro morale.
Il Satyricon ha una forte tendenza verso la parodia di brani classici greci e latini: vi sono infatti citazioni di autori come Omero, Virgilio, Seneca.
Vi sono forti richiami alla grande epica e soprattutto all’Odissea, con cui vi sono forti analogie. Intanto le peripezie di Encolpio possono essere considerate come la parodia di quelle di Ulisse; inoltre Encolpio è perseguitato dall’ira di Priapo, un po’ come Ulisse era perseguitato da Nettuno e Helios (anche se c’è da notare che il ruolo di Priapo è molto raro rispetto ai dei dell’Odissea).
Anche le avventure di Encolpio inoltre sembrano causate da uno sgarbo iniziale contro Priapo, anche se non è nei brani a noi rimastici.

I Priapea
A Petronio sono inoltre attribuiti una raccolta di poesie anonime con tono scherzoso e argomento principale quello sessuale. Data la monotonia del tema quindi la bravura dell’autore sta nel variegare i temi priapici sotto diversi punti di vista.
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Esempio



  


  1. silvia

    tema per la tesina di maturita sul viaggio inteso come metafora della vita ,collegamento in latino