Hecyra

Materie:Scheda libro
Categoria:Latino

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Testo

HECYRA

AUTORE: Publio Terenzio Afro.
GENERE LIBRO: commedia latina.
AMBIENTE:Atene(Grecia).Sulla scena compaiono le case di Simone, Fidippo e Bacchide.
TEMPO: non è specificato.
LUOGO E DATA DI PUBBLICAZIONE:Milano ottobre 2003.
CASA EDITRICE: Oscar mondatori.

PERSONAGGI PRINCIPALI:
Panfilo: Figlio di Lachete e Sostrata. Ha un carattere molto comprensivo, riflessivo e dolce, è un personaggio totalmente estraneo al mondo plautino; il suo monologo (narratio) nella III scena del III atto è un unicum nel teatro Terenziano e ci fa intuire quanto sia innovativo, per la cura dell’aspetto psicologico, il carattere dei personaggi realizzato dall’autore.
Sostrata: Vecchia, madre di Panfilo, la “suocera” che da’ il titolo all’opera. Pur di salvare il matrimonio del figlio è disposta a sacrificarsi, sebbene sia considerata, anche se è esente da colpe, la causa dei problemi della nuora. Personaggio carico di sentimenti positivi decisamente diverso da quello della tradizione. L’unico momento di ilarità che suscita si può identificare negli accesi dialoghi con il marito (da notare che il litigio fra due coniugi anziani è un tema ricorrente nel teatro greco e latino) nei quali ha la peggio, ma solo dopo un’agguerrita disputa.
Parmenone: Servo di Panfilo e Lachete. Rappresenta un nuovo genere di servitore, non più complice di inganni né di raggiri, ma solo servo devoto al padrone che, fra una riflessione e l’altra dei personaggi principali, sminuisce il pathòs con le solite battute da canovaccio.

PERSONAGGI SECONDARI:
Filotide: Cortigiana che, dialogando con Sira e Parmenone, inizia a narrare la vicenda di Panfilo.
Sira: Vecchia ruffiana.
Lachete: Padre di Panfilo.
Sosia: Servo di Panfilo e La chete.
Mirrina: Moglie di Fidippo, madre di Filomena.
Bacchide: Cortigiana amata da Panfilo prima che si sposasse con Filomena.
Filomena (non appare mai, non è neanche una voce fuori campo).

TRAMA:
Panfilo, innamorato della cortigiana Bacchide, sposa, per volere del padre, Filomena che, tempo prima, senza sapere chi fosse, egli aveva violentato; ma i modi gentili della moglie lo conquistano subito, facendogli dimenticare Bacchide. Vivono insieme con la madre di lui, Sostrata, che cerca sempre di mettere a suo agio la ragazza. Ma all’improvviso Filomena, mentre il marito è partito, abbandona il tetto coniugale e torna da sua madre perchè, essendo stata sedotta da uno sconosciuto (che durante la colluttazione le aveva sfilato un anello), attende un bambino, senza, però, avere consumato ancora il suo matrimonio. Sostrata viene ritenuta la responsabile della “fuga” della nuora. Tornato Panfilo e messo a conoscenza del fatto dalla suocera si tormenta, non sapendo come porre fine alla faccenda senza infangare il suo nome e quello della sua donna. Ma grazie ad un anello (quello di Filomena) si scopre che l’ignoto violentatore della ragazza altro non era che Panfilo stesso. Infine Panfilo riprende Filomena con il bambino in casa, salvando così l’onore delle due famiglie.

PROLOGHI:
Le prime due rappresentazioni dell’Hecyra non furono portate a termine: la prima volta, messa in scena nel 165 a.C. per i giochi Megalesi, il pubblico abbandonò lo spettacolo, preferendo l’esibizione di un giocoliere. La seconda volta l’opera fu preceduta da un prologo, recitato da un personaggio estraneo alla commedia, in cui si faceva preghiera agli spettatori di prestare attenzione e di riflettere sui temi proposti dall’autore. Nello stesso prologo (che assume funzione apologetica, rispetto all’intento puramente narrativo del prologo plautino) Terenzio si difese dalle accuse di “contaminatio”; tuttavia anche questa volta l’Hecyra non ebbe successo: ad essa il rozzo pubblico romano preferì uno spettacolo di gladiatori.
Finalmente nel 160 a.C., durante i Ludi Romani, preceduta da un prologo recitato dall’attore L. Ambivio Turpione, che difese l’arte di Terenzio richiamando al pubblico l’esempio di Cecilio Stazio e dei suoi iniziali fallimenti, si riuscì a portare a termine la rappresentazione con successo.

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