Fedro

Materie:Appunti
Categoria:Latino

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Testo

FEDRO

Vita
Ha origini macedoni, ma arrivò a Roma come schiavo, venne poi liberato dal principe Augusto.
A causa di alcune allusioni contenute nelle sue favole, fu oggetto della vendetta di Seiano, ministro di Tiberio, che lo fece processare e condannare; anche dopo la caduta di Seiano, F. non riuscì a riabilitarsi e cercò la protezioni di altri liberti più potenti, cui dedicò le proprie favole.

Opere (Favole)
F. scrisse 5 libri di favole composte in senari giambici: si tratta soprattutto di racconti di animali di tipo esopico, cui spesso segue o precede una breve interpretazione morale. Nelle favole di Esopo, schiavo vissuto nel VI secolo a.C., sono contenuti aneddoti in cui agiscono gli animali, con evidente allusione a situazioni tipiche dei rapporti umani e con chiara finalità di insegnamento morale. La favola esopica era sempre rimasta ai margini della cultura ufficiale perché era sentita come espressione del mondo degli umili e degli emarginati.
Come genere letterario autonomo la favola latina nasce con F., che introduce, soprattutto nei prologhi, negli epiloghi o nelle interpretazioni morali dei racconti, molti elementi autobiografici, riguardanti l’esperienza di uomo umile e schiavo liberato. F. intende la favola appunto come genere che gli schiavi possono usare per poter dire la loro verità senza correre rischi, garantendosi con la copertura della simbologia animale, infatti anziché nominare i personaggi potenti nella satira per criticarli, F. usa gli animali affinché tutti capiscano a chi si riferisce ma non possano accusarlo; gli animali diventano maschere viventi, allegorie dei vizi e, più raramente, dei pregi degli uomini, e si dividono tra oppressi e oppressori, ma la morale è sempre la stessa: mentre i potenti continueranno a lottare tra loro, gli umili resteranno tali e dovranno continuare ad accettare la loro sofferenza.
Nei prologhi dei libri F. manifesta la progressiva presa di coscienza del proprio valore di poeta, difendendo il suo tipo di poesia, esaltandone la virtù, la varietà, la brevitas e il contenuto istruttivo.
F. riconosce come scopo della propria opera quello di intrattenere in maniera piacevole e istruttiva al tempo stesso il lettore. Tuttavia le sue favole presenta un’estrema asciuttezza, sono prive di paesaggi, ambientazioni, sfondi, caratterizzazione fisica degli animali e definizione psicologica dei personaggi, poiché essi non rappresentano persone in particolare, ma sono dei “tipi”. La mancanza di dettagli è una scelta dell’autore, che vuole rappresentare la realtà impietosa; in più in questo modo le favole erano comprensibili anche agli strati sociali meno elevati e colti. A tale scopo F. usa un linguaggio di medio livello, con una sintassi semplice e vocaboli tratti dalla lingua quotidiano.
F. dà più importanza all’elemento didattico e al messaggio morale, che è un messaggio negativo perché gli umili e gli emarginati rimarranno sempre tali. Le sue opere sono quindi l’espressione del disagio, dell’emarginazione e della subalternità sociale.

Fortuna
La fortuna di F. non fu immediata, ma è documentata a partire dalla tarda antichità, quando le sue favole divertenti ed educative vennero usate per insegnare ai bambini il latino.

Esempio