Era Augustea

Materie:Riassunto
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Testo

L’età Augustea

La nascita dello stato augusteo

Dopo la morte di Cesare Dopo la morte di Cesare, Marco Antonio cercò di prendere il suo posto (→ Giulio Cesare di Shakespeare dove Antonio, leggendo il testamento di Cesare, parla male dei cesaricidi mostrando la benevolenza del dittatore verso il popolo). La manovra di Marco Antonio fa sorgere delle tensioni, i congiurati sono cacciati da Roma, e nasce un conflitto tra Antonio e Bruto per il controllo della Gallia Cisalpina (guerra di Modena). Bruto è considerato un elemento pericoloso, ma anche Antonio non viene visto di buono occhio (→ Filippicae di Cicerone).

Ottaviano si inserisce nella lotta al potere Cesare, prima della sua morte, aveva adottato un ragazzo di nome Ottaviano che dopo le idi di marzo del ‘44, a soli diciannove anni, di recò a Roma rivendicando i suoi diritti di erede legittimo. Ottaviano si oppone immediatamente ad Antonio e invia un esercito, guidato da Irzio e Pansa, a Modena dove sconfigge l’avversario. Nel ’43 Antonio si reca in Gallia, mentre Ottaviano riesce, non senza difficoltà, ad essere eletto console.

Il secondo triumvirato Nel ’43 però Antonio, Ottaviano e Lepido firmano il secondo triumvirato della storia romana, non più basato su un accordo personale (come il primo), ma basato su un accordo riconosciuto dal senato che concede ai triumviri il potere di ricostruire la res publica. Naturalmente per creare un nuovo ordine bisogna eliminare quello precedente, e i triumviri ricorrono alle liste di proscrizione tra le quali finiscono nomi illustri come Cicerone. Nel ’42 i triumviri sconfiggono Bruto e Cassio nella battaglia di Filippi eliminando i cesaricidi.

La fine di Antonio I triumviri si spartiscono i territori: Antonio prende l’Oriente; Lepido lascia i suoi territori dopo l’elezione di pontefice massimo; Ottaviano resta a Roma avviando il suo piano politico. Antonio, insediatosi in Egitto, ebbe una relazione con Cleopatra, regina odiata dai romani sin dai tempi di Cesare. Antonio è preso da questa relazione e regala i territori romani a Cleopatra. Allora Ottaviano invia un esercito in Egitto e con la battaglia di Azio del 31 a.C. si libera di Antonio che si suicida insieme alla regina d’Egitto. Ottaviano allora prese l’Egitto come provincia personale dalla quale traeva profitti.

Ottaviano raggiunge il potere assoluto Rimasto a Roma, Ottaviano può dare inizio al suo piano politico. Riesce ad ottenere l’auctoritas ed accentra i poteri nelle sue mani senza intervenire sulla repubblica: mantiene il consolato arrogandosi la libertà di parlare per primo in senato, influenzando la decisione dei senatori. Inoltre ottiene:
➢ la tribunicia potestas, ovvero l’inviolabilità della persona e il diritto di veto in senato sulle leggi contrarie al popolo;
➢ l’imperium proconsulare maius, cioè l’egemonia diretta sulle province mediante la quale si garantiva il controllo degli eserciti;
➢ il nome di Augusto (accresciuto di autorità) dopo aver rifiutato la corona;
➢ il titolo di imperator (comandante vittorioso) dopo aver rifiutato quello di dux.
Augusto riesce a recuperare le insegne romane perdute da Crasso nella battaglia contro i Parti del 53. Rafforza i confini a dà inizio a quel periodo oggi chiamato pax augustea, in cui un ruolo fondamentale è il risalto delle arti.

Caratteri generali dello stato augusteo

DEFINIZIONE DELLO STATO AUGUSTEO di ARANGIO-RUIZ
Lo stato augusteo è un impero che esercita una sorta di protettorato sulla repubblica romana, cioè l’impero fondato da Augusto è una federazione di stati accomunati dal fatto di essere basati sullo schiavismo e sulle leggi di Roma. Lo stato centrale è lo stato italico e a Roma persiste la repubblica basata sulla miktè politeia.

Il programma di Augusto Augusto riuscì a mantenere il suo potere svolgendo un vasto programma ideologico. Punto fondamentale per lo sviluppo del suo programma era la propaganda attraverso l’arte e i valori che esso incorporava miravano alla restaurazione degli antichi mores. Analizziamo i valori del programma augusteo:
a) riscoperta e valorizzazione degli antichi culti italici, quindi un opposizione ai culti orientali ed ellenistici, tramite la quale vengono riscoperti culti antichi dimenticati (ad esempio il culto di Pale, una divinità pastorale, oppure il culto delle antiche fonti)e si intende ridare la faces italicae allo stato;
b) rivalutazione della famiglia (epoca di crisi delle famiglie, primi divorzi), fa delle leggi che danneggiano i celibi e coloro che non hanno figli;
c) rivalutazione dell’Italia che viene divisa in 11 regioni e celebrata come Saturnia Tellus, si esaltano le coltivazioni;
d) rivalutazione della campagna, Augusto tentò di eliminare il latifondo, ritenuto la rovina dell’Italia, ripristinò in parte la piccola proprietà, ma non riuscì mai ad eliminare il latifondo; espropriò delle terre e le donò ai soldati vittoriosi nella battaglia di Filippi; viene esaltato il lavoro nei campi (→ Catone ‘vir bonus colendi peritus’ e Virgilio nelle Bucoliche e nelle Georgiche);
e) concetto di pace augustea, ovvero il lungo periodo di pace che Augusto porta all’impero dopo avere rafforzato i confini. Augusto di dedica a far risorgere la cultura romana, specialmente il rifiorire dell’arte; sorsero le strutture che supportavano la pace (edifici amministrativi, ponti, palazzi…) e venne creato un grande sistema viario. Ma la pace augustea è anche un’ideologia: è quella condizione di benessere e di armonia che il popolo romano ha raggiunto seguendo la sua missione civilizzatrice. I romani giustificano il loro dominio con il concetto che il destino ha voluto la loro opera di civilizzazione, quindi l’atto dei romani non è stato di conquista, ma è stato una volontà divina (comunque, pur imponendo le leggi di Roma, rispettavano i popoli sottomessi). Enea è l’iniziatore della storia romana, che giungendo nel Lazio ha pacificato i popoli e ha sposato Lavinia, generando la stirpe romana. Augusto ha fondato l’impero come Enea ha fondato la città. Enea è figlio di Anchise e Venere, quindi la gens Iulia è collegata alla dea dell’amore.

Celebrazione dell’età augustea Questo programma ideologico venne affermato con scritti e opere letterarie e tramite opere d’arte (Venere è celebrata come dea della pace, in conseguenza a dea dell’amore da Lucrezio nel De Rerum Natura). Dal punto di vista letterario, il miglior scritto è l’Eneide di Virgilio che celebra la missione divina di Enea, fondatore di Roma. Enea sacrifica le proprie passioni e in nome della missione divina lascia l’amata Didone, la quale si uccide, alla volta del Lazio. L’età di Augusto si presenta come periodo di pace, di amore, ma soprattutto come età dell’oro, rifacendosi all’età dell’oro attraversata dall’Italia sotto il re Saturnio.

L’Ara Pacis L’Ara Pacis è un monumento situato sulla via Flaminia, costruito dal 13 a.C. ed inaugurato nel 9 d.C. Originariamente rappresentava le palizzate in legno costruite durante i culti agricoli per proteggere un oggetto, di solito una pietra, adibito ad altare. All’interno il marmo presenta delle scanalature che riproducono le assi di legno, in cima sono presenti dei festoni e delle ghirlande con ai nodi dei bucrani. All’esterno la parete è suddivisa in due parti: in quella inferiore sono scolpiti motivi vegetali, in quella superiore sono presenti dei bassorilievi che rappresentano diverse scene. Sui lati lunghi sono rappresentati le scene della processione dell’inaugurazione dell’Ara. Le figure sono incassate nello spazio e rappresentano varie personalità dell’epoca. Su un lato corto sono rappresentati da una parte la grotta del Lupercale, dove furono allattati Romolo e Remo, in cui appare anche il pastore, Marte e Rea Silvia; dall’altra una donna che rappresenta Roma seduta su una massa di armi in segno di pace. Sull’altro lato corto sono rappresentati da una parte Enea che sacrifica i penati e conferma il suo ruolo di personaggio chiave come iniziatore della civiltà romana; sull’altra la dea Tellus, l’Italia rappresentata in tutta la sua abbondanza (la dea che allatta i bambini, i venti ai lati che soffiano, paesaggio di fertilità e animali allevati).
Questo monumento non voleva essere una celebrazione dell’arte, ma della pace augustea e del suo programma politico. C’è una forte idealizzazione, l’arte diventa neoattica, ovvero si riprende la più bella arte greca non riuscendo però a riprodurla in tutti i suoi dettagli.

Augusto di Prima porta La statua rappresenta Augusto con l’armatura sulla quale sono raffigurate le insegne romane recuperate dopo che Crasso le aveva perse contro i Parti nel 53. È rappresentato in basso anche Eros che si richiama sempre alla tradizione della fondazione di Roma.
Entrambe le opere sono monumenti programmatici. Augusto, come Alessandro Magno che si faceva ritrarre unicamente da Lisippo (scultore) Apelle (pittore) e Pirgotele (incisore), controlla la produzione artistica di Roma. Tenta di usare le gemme incise per propaganda, incisioni che lo ritraevano vicino alla personificazione di Roma con Eumene (mondo abitato) che lo incorona, un’aquila vigile pronta a prendere il volo e il Tevere con la cornucopia.

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