De rerum Natura, Lucrezio

Materie:Appunti
Categoria:Latino

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Testo

LUCREZIO
De rerum natura
(v.62,101)

Quando la vita umana giaceva turpemente sotto gli occhi di tutti oppressa pesantemente dalla superstizione, che mostrava la sua testa dalle regioni del cielo sovrastando i mortali con aspetto orribile, per primo un uomo greco osò sollevare contro gli occhi mortali e resisterle contro, non lo domarono le leggende sugli Dei, né i fulmini, né il cielo con il suo minaccioso brontolio, ma tanto più stimolarono l’incredibile virtù del suo spirito che volle infrangere per primo gli stretti serrami delle porte della natura. E dunque trionfò la vivida forza dell’animo e si spinse lontano oltre le mura fiammeggianti del mondo e percorse con la mente e lo spirito l’infinito universo, da cui riporta a noi vittorioso ciò che può nascere, ciò che non può e infine per quale ragione ogni cosa abbia determinate leggi e limiti saldamente infissi.
Perciò la religione messa sotto i piedi a sua volta viene calpestata, e la vittoria ci eguaglia al cielo.
Ma in questo argomento temo ciò, che per caso tu creda di iniziarti ai principi di un’empia dottrina e di inoltrarti in una via scellerata. Poiché al contrario più spesso fu proprio la religione a produrre scellerati e malvagi avvenimenti. Così per esempio in Aulide l’altare della vergine Trivia turpemente violarono con il sangue di Ifianassa gli scelti duci dei greci, il fior fiore degli eroi. Non appena la benda ravvolta attorno alle chiome verginali le ricadde uguale sull’una e sull’altra guancia, e lei sentì la presenza del padre dolente presso l’altare, e che vicino a lui i sacerdoti celavano il ferro, e alla sua vista i cittadini non potevano trattenere le lacrime, muta per la paura cadeva a terra in ginocchio. Né in quel frangente poteva giovare alla sventurata il fatto che per prima aveva dato al re il nome di padre. Infatti sorretta dalle mani degli uomini e tremante è condotta all’altare non perché potesse essere accompagnata fra i cori dello splendente Imeneo, compiuto il solenne rito, ma perché empiamente casta, cadesse mesta vittima immolata dal padre, affinché una fausta e felice partenza sia data alla flotta.
Una così grande quantità di mali potè suggerire la religione.

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