Carmi di Catullo

Materie:Traduzione
Categoria:Latino

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Testo

Cui dono lepidum novum libellum
A chi dedico questo grazioso nuovo volumetto
Levigato dall’arida pomice
A te o Cornelio, infatti tu eri solito ritenere che le mie
Poesie da poco valessero qualcosa.
Fin da allora quando primo tra tutti gli italici hai
Osato svolgere la storia universale in 3 libri colti
Per giove, e faticosi.
Perciò abbi tutto ciò che c’è in questo libretto
Qualunque sia il suo valore.
Vivamus, mea lesbia, atque amemus
Viviamo mia Lesbia, e amiamoci,
e i brontolii dei vecchi troppo arcigni
stimiamoli un soldo.
I giorni possono tramontare e risorgere,
una volta terminata la debole luce
noi dobbiamo dormire un ininterrotta perpetua notte.
Dammi mille baci, quindi 100, quindi 200,
quindi ancora 1000, quindi 100
e quando ne avremmo totalizzati migliaia,
inganneremo la somma, per non saperlo,
e nessun invidioso possa invidiare sapendo
che esiste una tal quantità di baci.
Passer, deliciae meae puellae
Passerotto, delizia della mia donna,
con il quale gioca, che è solita tenere in grembo
a te che ti protendi per beccare
e provocarne i pungenti morsi
quando al mio fulgido desiderio
piace fare un non so che dolce gioco
e cercare un piccolo conforto dal tuo tormento
credo perché allora trovi pace
Possa io giocare con te come lei stessa
E alleviare gli affanni del triste animo.
Lugete, o veneres cupidinesque
Piangete, Veneri e Amori,
quanto vi è di uomini assai gentili.
E’ morto il passero della mia ragazza,
il passero, delizia della mia ragazza
che ella amava più dei suoi occhi.
Infatti era dolce come il miele e conosceva la sua
Padrona tanto bene quanto una fanciulla la madre
Né si muoveva dal suo grembo
Ma saltando ora qua ora la
Cinguettava sempre alla sola padrona
Esso ora va per un cammino tenebroso
La dove dicono non ritorni nessuno
Ma siate maledette malvagie tenebre
Dell’orco, che divorate tutte le cose più belle,
mi avete portato via un passero tanto grazioso
che azione crudele, misero passerottino
ora per colpa tua gli occhi belli della mia ragazza
sono gonfi e rossi di lacrime.
Lesbia mi dicit sempre male
Dice sempre male di me e non smette mai di parlar di me
Possa io morire se lesbia non mi ama.
Da quale segno? Perché identici sono i miei indizi
La detesto continuamente, possa io morire se non l’amo.
Iucundum, mea vita, mihi proponis amorem
Mi prometti, o mia vita, che questo nostro amore
Tra noi sarà felice e durevole.
O grandi dei, fate in modo che possa promettere
Sinceramente e dal profondo del cuore.
Che ci sia concesso che questo sacro patto d’amicizia
Duri in eterno per tutta la vita.
Multas per genter et multa per aequora
Dopo aver viaggiato attraverso molti popoli e mari
Sono giunto qui per queste tristi offerte,
o fratello, per offrirti l’estremo dono di morte
e per parlare invano al tuo cenere muto.
Dal momento che il destino mi ha strappato proprio te
Ingiustamente, o fratello infelice, strappato a me.
Ora tuttavia intanto accetta queste offerte che secondo
L’antico costume dei padri sono state portate da me
Con un doloroso rito per il sacrificio, grondanti di molto
Pianto e per sempre, fratello mio, addio, addio.
Nulli se dicit mulier
La mia ragazza dice che non preferisce unirsi a
Nessun altro che a me, nemmeno se giove stesso lo desiderasse.
Lo dice: ma quello che la donna dice all’amante,
bisogna scriverlo nel vento e sull’acqua.
Nilla potest mulier tantum
Nessuna donna può dire di essere stata amata
Sinceramente tanto quando la mia lesbia è stata
Amata da me.
Nessuna fedeltà fu mai in alcun patto tanto grande
Quanto si è manifestata da parte mia nell’amore
Verso di te.
Dicebas quondam solum te nosse Cutullum
Eri solita dire un tempo che amavi catullo
Lesbia, e di non voler nemmeno giove al posto mio.
Io non ti amo tanto come la gente ama gli amanti
Ma come i padri amano i figli e i generi.
Ora so chi sei: perciò anche se ardo con maggior passione
Tuttavia tu sei per me di gran lunga più ignobile e insignificante.
In che modo è possibile? Poiché una simile offesa
Costringe ad amare di più, ma a voler bene di meno.
Huc est mens deduca tua
La mia anima, Lesbia, per colpa tua è giunta a tal punto
E, per rispettarti, si è talmente smarrita
Che volerti bene non può, neanche tu fossi perfetta,
ne puo cessare di amarti, qualunque cosa tu faccia.
Miser catulle, desinas ineptire
Infelice Catullo, cessa di vaneggiare,
e ciò che vedi perduto consideralo come tale.
Brillarono un tempo per te splendidi soli,
allorchè eri solito andare dove ti conduceva la fanciulla
amata da me quanto nessuno sarà mai amato.
Li allora si facevano quei molti giochi d'amore
che tu volevi e che la ragazza non rifiutava.
Brillarono per te veramente giorni felici.
Oramai quella non ti vuole, anche tu, incapace di dominarti,
cessa di volerla.
Non inseguire lei che fugge, non vivere infelice,
ma sopporta con anima ferma, tieni duro.
Addio fanciulla, oramai Catullo è forte.
Nè ti cercherà nè ti pregherà contro la tua volontà,
ma tu ti addolorerai quando non sarai più pregata.
Sciagurata, guai a te, quale vita ti è riservata?
Chi ti cercherà ora? A chi sembrerai bella?
Chi ora amerai? Di chi si dirà che tu sei?
Chi bacerai? Di chi morderai le labbra?
Ma tu, Catullo, risoluto resisti.
O misero frater adempte mihi
O fratello strappato a me infelice,
tu i miei beni, tu morendo li hai infranti, o fratello
insieme con te è stata sepolta tutta la nostra casa
insieme con te sono finite tutte le nostre gioie,
che il tuo dolce amore in vita alimentava.

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