Aulo Persio Flacco

Materie:Riassunto
Categoria:Latino
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Testo

Aulo Persio Flacco

Notizie biografiche
Nacque a Volterra nel 34 d.C. e morì in una villa nei pressi di Roma nel 62. La sua biografia è attribuita al filologo Marco Valerio Probo del I secolo. Era di ricca famiglia equestre, studiò a Roma retorica e filosofia. Fu allievo dello stoico Anneo Cornuto e a stretto contatto con il senatore Tràsea Peto. Condusse per lo più una vita ritirata. La pubblicazione postuma delle satire fu curata da Cornuto e uscì con successo nel 62. Fondamentale è il carattere moralistico della sua produzione.
La poetica della satira

L’opera di Persio comprende sei satire, per 650 esametri, e un componimento di 14 coliambi. Risente molto dell’influenza dell’Orazio satirico, con cui Persio aveva in comune l’idea di un satirico non considerato poeta, in quanto compone scritti vicini al sermo. Ciò appare chiaro nei primi Choliambi, che sono di argomento programmatico. Da Lucilio riprende invece l’impostazione polemica contro la letteratura dei suoi tempi. A questo autore è dedicata la prima satira, unica ad essere completamente dedicata a questioni letterarie. Questo componimento è diviso in tre parti: la prima e l’ultima svolgono i temi del pubblico ideale della satira, i motivi dell’aggressività di questa forma poetica e i rischi che comporta per l’autore; la parte centrale è un’aspra requisitoria contro la vanagloria dei poeti moderni e l’inattendibilità dei giudizi critici sulle loro opere. Posta in ridicolo è la moda delle recitationes: lo scrittore che legge in pubblico è descritto come un effeminato che seduce il pubblico, provocando reazioni voluttuose e sensuali. Anche il pubblico è denigrato. L’arte è dunque ridotta ad oggetto di piacere e di intrattenimento, priva di consistenza morale.
Le satire di Persio
Aspetto fondamentale dell’opera di Persio è la forte tensione morale. L’autore si propone un fine didascalico ed etico.In generale nell’opera troviamo principalmente temi diatribici e filosofici, dottrine stoiche e spunti tratti dalla tradizione satirica romana. Il personaggio del satirico non ha la dimensione soggettiva propria di Orazio, ma mostra piuttosto una certa affinità col tipo del filosofo o del predicatore diatribico. Prevale un atteggiamento negativo e fortemente critico.
II satira. Rivolta all’amico Macrino. Luogo comune dell’importanza di rivolgere agli dei preghiere.
III satira. Messi in ridicolo i mezzi infantili con cui si cerca di evitare la fatica degli studi filosofici, necessari ai giovani che ancora devono formarsi. Topos della corruzione come morbo morale.
IV satira. Il luogo comune diatribico del conosci te stesso. Si apre con Socrate che rimprovera Alcibiade, che intende dedicarsi alla politica senza avere le necessarie attitudini e senza rendersi conto di avere la morale di una vecchietta cenciosa. Pettegolezzi sul ricchissimo Vettidio.
V satira. Dedicata al maestro Anneo Cornuto. Verso di lui amicizia e sincera gratitudine. Concetto di libertas stoica di vivere secondo ragione: l’unico veramente libero è il sapiente.
VI satira. Come un epistola diretta all’amico poeta lirico Cesio Basso. Gli chiede notizie e dice di trovarsi a Luni. Tema oraziano della metriotes, senso della misura, applicato alle ricchezze.
Forma e stile delle satire
Sul piano formale si ha la ripresa di diversi moduli della satira oraziana e luciliana: la satira a tema, la satira rivolta ad un destinatario, l’epistola poetica. I nessi logici sono impliciti e sottintesi. Le satire sono un susseguirsi di dialoghi, scene, temi e motivi in cui le immagini fluiscono ininterrotte e i trapassi sono bruschi e improvvisi. Il linguaggio è quello del sermo, tuttavia rispetto al modello graziano mostra maggiore apertura verso vocaboli ed espressioni colloquiali, termini volgari e gergali, grecismo e barbarismi, neologismi, parole infantili od onomatopeiche. Persio ricorre a metafore ardite, brevissime e fulminanti, alla sostituzione di termini propri con parole che ne sono parzialmente sinonimi, alla iunctura acris (associazione di parole impreviste), giungendo così ad uno stile impervio e personalissimo.

Esempio



  


  1. clara

    riassunto e commento della IV satira di Aulo Persio Flacco. III liceo classico