5 versioni di latino

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Testo

I Sanniti chiedono agli Etruschi di allearsi contro i Romani
I Sanniti si diressero verso l'Etruria e chiesero una assemblea sei capi dell'Etruria. E radunata questa espongono per quanti anni combattono per la libertà contro i Romani: avevano provato tutte le cose, nel caso in cui potessero affrontare un rischio tanto grande di guerra con le loro stesse forze: avevano tentato anche di ottenere gli aiuti delle genti vicine non con grande efficacia. Avevano chiesto la pace al popolo romano,, non potendo tollerare la guerra; si erano ribellate perché la pace per chi è schiavo è più tollerabile che la guerra per chi è libero. A loro restava un'unica speranza negli Etruschi: sapere che erano la gente più ricca d'Italia per armi, uomini, denaro; avevano come confinanti i Galli. nati tra spada e armi, feroci non solo con il loro ingegno ma anche contro i Romani, popolo che ricordano catturato da loro e riscattato con l'oro, non vantandosi inutilmente. Numma mancava a che costringessero i Romani cacciati da ogni territorio al di là del Tevere a combattere per la propria salvezza non per non tollerare il regno d'Italia nel caso in cui gli etruschi avessero lo stesso animo che un tempo era stato di Porsenna e dei loro antenati.

L'educazione presso i Romani
Ritengo che sarebbe opportuno che io dica poche cose sulla educazione dei figli presso i romani per non tediarvi. Nessuno dei padri di famiglia non conosce la severità con la quale in tempi antichissimi venivano educati gli animi e i corpi dei figli. Pertanto erano ritenuti ottimi i costumi della repubblica se nati da una disciplina fin dall'infanzia. Neppure le madri si vergognavano di passare i giorni costantemente a casa per educare i figli, affinché diventassero ottimi cittadini della patria. Tuttavia gli scrittori delle cronache romane non raramente manifestavano dispiacere degli attuali costumi. Infatti si diceva che negli ultimi tempi della repubblica la vita della famiglia e dei cittadini era già corrotta. Allora le madri incominciarono ad essere infastidite dovendo rimanere a casa con i figli, inoltre ai padri dispiaceva osservare tutto quello che gli avi avevano ritenuto non sconveniente. D'altra parte sembrava che i cattivi esempi dei genitori incitavano i figli al lusso e alla pigrizia.

Trionfo di Camillo tre volte vincitore
Camillo tornò trionfante nella città vincitore contemporaneamente di tre battaglie. Portò moltissimi prigionieri etruschi davanti al carro, venduti i quali all'asta ricavò tanto denaro, che, rifuso il prezzo dell'oro versato dalle matrone, con ciò che era avanzato, sono state fatte tre coppe d'oro, le quali con l'iscrizione del nome di Camillo risulta che sono state poste nella cappella di Giove davanti ai piedi di Giunone prima dell'incendio del Campidoglio.

Gli studenti si devono esercitare attivamente
Ne lo stesso precettore deve solo insegnare queste cose, ma interrogare frequentemente e mettere alla prova il discernimento degli studenti. Così l'apatia si allontanerà da coloro che ascoltano, ne le cose che si andranno dicendo sfuggiranno agli orecchi: insieme, condurranno a ciò quello che da questo si chiede; cioè che loro conoscano e capiscano. Infatti che cos'altro facciamo insegnando a loro se non che sono sempre da informare? Questo genere di attenzione oserei dire più utile agli studenti più che a tutte le abilità in ogni cosa. Come tuttavia sono state tramandate alcune regole generali nell'arte della guerra molto maggiormente sarà comunque più vantaggioso conoscere per quale motivo qualcuno dei comandanti ne faccia uso sapiente in quale circostanza, in quale momento, in quale luogo o sia contrario: infatti in tutte le cose generalmente le regole valgono meno che la pratica.

Il re Pirro
Nel medesimo tempo fu dichiarata una guerra ai Tarantini, che già si trovavano nella parte meridionale dell'Italia, poiché avevano fatto un torto agli ambasciatori romani, questi chiesero aiuto contro i romani, a Pirro, re dell'Epiro che traeva origine dalla stirpe di Achille. Egli venne subito in Italia e allora per la prima volta i romani combatterono con un nemico d'oltremare. Fu mandato contro Pirro il console P. Valerio Levino, il quale dopo aver catturato gli esploratori di Pirro, ordinò che essi fossero condotti per l'accampamento, che fosse mostrato tutto l'esercito e che allora fossero lasciati andare, affinché riferissero a Pirro tutto ciò che i romani stavano facendo. Attaccata immediatamente battaglia mentre, sebbene Pirro fuggisse già, vinse con l'aiuto degli elefanti i quali impaurirono i romani giacché non li avevano mai visti. Ma la notte pose fine al combattimento; Levino tuttavia fuggì durante la notte. Pirro catturò mille e ottocento romani e li trattò con sommo rispetto, fece seppellire quelli uccisi. E dopo aver visto questi anche morti con ferite sul petto e con un aspetto orribile, si dice che portò le mani al cielo con queste parole: che egli avrebbe potuto essere padrone di tutto quanto il mondo se gli fossero capitati tali soldati.

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