13 versioni di Catullo

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Testo

Carme I
A chi donerò questo grazioso e nuovo libretto
Appena levigato con l’arida pomice?
A te Cornelio: infatti tu eri solito
Pensare che le mie sciocchezze valessero qualcosa
Già allora, quando unico tra gli italici osasti
Scrivere tutta la storia in tre volumi
Dotti, o Giove, e laboriosi.
Perciò eccoti questo libretto
per quel che vale; vergine patrona,
rimanga questo duraturo per più di una generazione.
Carme II
Passero, delizia della mia ragazza,
con cui suole giocare, tenere sulle ginocchia
a cui da la punta delle dita perché le becchi
e suole provocare aspri morsi,
quando al desiderio mio splendente
piace scherzare con un non so che di caro
come piccolo conforto ai suoi dolori,
credo, perché allora la tormentosa passione trova pace:
potessi io giocare con te come lei
e sollevare le angosce del triste animo!
(Ciò) mi è tanto grato quanto dicono
siano state le mele d’oro alla ragazza veloce,
che scioglie il cinto verginale a lungo legato.
Carme III
Piangete Veneri e amori
e quanti tra gli uomini hanno cuore gentile:
è morto il passero della mia ragazza
passero delizia della mia ragazza
che lei amava più' dei suoi occhi.
Infatti era dolce come il miele e conosceva la sua padrona
tanto bene come alla madre una bimba,
non si muoveva mai dal suo grembo
ma saltellando intorno di qua e di là
alla padrona soltanto cinguettava sempre;
questo ora va per la via tenebrosa
là dove dicono che non ritorni nessuno.
Voi siate maledette, crudeli tenebre
dell’Orco che tutte le cose graziose divorate:
mi avete portato via anche il passero bello.
Che sciagura! O povero passero!
Ora per colpa tua la mia ragazza
Per piangere ha gonfi e rossi i dolci occhi.
Carme V
Viviamo e amiamoci mia Lesbia
e i brontolii di tutti i vecchi severi
stimiamo meno di un soldo!
I giorni possono morire e ritornare:
per noi, una volta che tramonta la breve luce,
una notte senza fine deve essere dormita.
Dammi cento baci mille baci
E ancora cento baci mille baci!
Poi quando ne avremo sommate molte migliaia,
ne imbroglieremo il conto, affinché non sappiamo,
o perché nessun maligno possa invidiarci,
sapendo che esistono tanti baci.
Carme VIII
Povero Catullo, smetti di fare il pazzo.
E perciò considera perduto ciò che è perduto.
Splendettero per te un tempo giorni splendenti,
Quando andavi dove la ragazza ti portava
amata da te come nessuna è stata amata.
Accadevano là quei molti atti d'amore,
che tu volevi e lei non svoleva
risplendettero per te giorni veramente splendidi.
Ora già non vuole più:tu non potendo fare niente non volerlo,
non correre dietro a lei che fugge, non vivere miserabilmente,
ma resisti ostinatamente, tieni duro.
Amore mio addio. Catullo già resiste,
Non ti cerca, non ti supplicherà se tu non vuoi.
Sciagurata, guai a te, che vita ti rimane?
Quale uomo ti cercherà ora? A chi sembrerai bella?
Chi amerai ora, di chi si dirà che tu sia?
A chi i tuoi baci darai a chi le labbra morderai?
Catullo risoluto resisti.
Carme XIII
Cenerai bene presso di me Fabullo
Tra pochi giorni, se gli dei ti favoriscono,
se con te porterai una buona e grande cena,
non senza una bella ragazza
e vino e battute e tutte le risate.
Se queste cose porterai, ripeto bello mio,
cenerai bene; infatti Catullo ha la borsa
piena di ragnatele.
Ma in cambio riceverai un affetto sincero
O se altro esiste di più bello e raffinato:
infatti ti darò un unguento, che le Veneri e i Cupidi
donarono alla mia ragazza,
e quando tu lo odorerai, pregherai gli dei,
Fabullo, che ti facciano tutto naso.
Carme XXXI
O Sirmione perla delle isole e delle penisole
tutte quelle che regge Nettuno nei limpidi laghi
e nel vasto mare
quanto volentieri e con quanta gioia ti rivedo,
credendo a mala pena a me stesso di aver lasciato
la Tinia e i campi della Bitinia e di vederti al sicuro.
O, che cosa c’è di più bello di liberarsi dagli affanni
quando la mente ripone i pesi, per le fatiche straniere
venimmo a casa stanchi,
e riposammo nel nostro desiderato letto?
Questa è l’unica cosa che ricompensa le grandi fatiche.
Salve, o bellissima Sirmione, e rallegrati per il (ritorno del ) padrone,
rallegratevi, voi, o lidie onde del lago:
ridete voi tutte risate della casa
Carme XLVI
Ormai la primavera riporta i miti tepori,
già il furore del cielo equinoziale
tace (allo spiraredei) venti dolci dello Zefiro.
Si abbandonino i campi della Frigia, Catullo,
e la fertile campagna infuocata di Nicea:
voliamo alle famose città dell’Asia.
Già l’animo fremendo in anticipo vuole andare
E nel desiderio i piedi ritrovano forza.
State bene o dolce compagnia di amici,
che partii insieme dalla patria per terre lontane
strade diverse portano a casa.
Carme LI
Questo mi sembra essere simile ad un dio,
questo se è possibile sembra superare gli dei,
che sedendo di fronte a te continuamente
guarda e ascolta
che dolcemente sorridi, il che è la miseria di tutti
e mi strappa i sensi: infatti appena ti vedo,
Lesbia, non mi rimane un filo
di voce in bocca
ma la lingua mi si intorpidisce, una sottile fiamma
scorre giù sotto le membra,le orecchie
ronzano di un suono proprio,gli occhi
si ricopronocon la luce notturna.
L’ozio Catullo, ti nuoce:
per l’ozio ti esalti e ti ecciti troppo:
l’amore per il lusso ha mandato in rovina
re e città in passato felici.
Carme LXXII
Dicevi un tempo di conoscere solo Catullo,
Lesbia, di non voler tenere al posto mio Giove.
Ho preferito allora te non tanto come tutti (amano) un amante,
ma come un padre ama i figli e i generi.
Ora ti ho conosciuto: per questo anche se ardo più violentemente (di passione),
tuttavia sei per me di minor pregio e peso.
Come è possibile mi chiedi? Perché una tale ingiuria
Costringe chi ama ad amare di più, ma a voler meno bene.
Carme LXXXV
Odio e amo. Forse ti chiedi per quale motivo faccia ciò?
Non lo so, ma sento che accade e mi tormento.
Carme LXXXVII
Mia Lesbia sei stata amata
Da me in modo così totale
Che in modo uguale amata
Non c'è donna e non ci sarà.
Non si vedrà mai più
In amorosi legami
Tanto rigore di fedeltà
Quanto si vide in me
Nell'amore che ti portai.

Carme CI
Ho attraversato popoli e mari
Fratello mio eccomi ora da te
Eseguo questi nudi riti funebri
Perché tu abbia l'offerta dei morti
E alle tue ceneri silenziose
Mormoro qualche inutile parola
Proprio te mi ha rapito
La sorte che brutalmente
Mio povero fratello ti ha ucciso
Gli onori ai morti secondo l'uso dei padri
Tristemente ti porto. Prendili
Così irrorati di pianto di fratello
Ti dico addio fratello addio in eterno

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