vita di galileo-bertold brecht

Materie:Scheda libro
Categoria:Italiano

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Testo

Valentina Carboni, 4aB
Scheda di Lettura
Titolo: “Vita di Galileo”
Autore: Bertold Brecht
Editore (casa editrice): Einaudi Scuola

Cenni biografici dell’autore: Bertold Brecht, drammaturgo, scrittore e poeta tedesco, è nato nel 1898 ad Augusta (Germania) e morto nel 1956 a Berlino. Soggiornò a lungo a Monaco di Baviera e a Berlino, dove ebbe contatti con i gruppi intellettuali più all’avanguardia del periodo e allo stesso tempo compose alcune opere teatrali che lo resero subito celebre: L’opera da tre soldi e Santa Giovanna dei Macelli. Nel 1933, con l’avvento del nazismo, abbandona la Germania, perché essendo contrario al nazismo, fu costretto a vivere per molti anni in esilio lontano dal suo paese nativo. Così soggiorna in vari paesi europei e anche in America, componendo in esilio alcune delle sue opere più valide: Madre Coraggio e i suoi figli, L’anima buona di Suzaen, Il cerchio di gesso del Caucaso e Vita di Galilei. Nel 1947 si trasferì a Berlino Est, dove fondò il “Berliner Ensemble”, un complesso teatrale che diresse come regista fino alla morte e che fu il più importante e interessante nel teatro europeo.

Argomento (trama; max 25 righe):
Dramma pubblicato in tre edizioni. La vita dello scienziato, raccontata da Brecht, parte quando Galileo ha già preso conoscenza delle idee copernicane, considerandole giuste. Il dramma è costituito da scene staccate, cioè non segue in continuazione la vita di Galileo, ma ne racconta gli avvenimenti più significativi ed esemplari, con spostamenti temporali. Galileo, ormai cinquantenne e più, vive a Padova dove insegna matematica nell’Università della città; a causa del poco stipendio che riceve e delle sue idee che a Padova verrebbero poco conosciute, decide di trasferirsi a Firenze, alla corte di Cosimo De’ Medici, dove crede avrà più attenzioni, senza ascoltare gli avvertimenti dell’amico Sagredo: lo scienziato sarebbe andato incontro all’Inquisizione se le sue idee si fossero divulgate, perché eretiche, contro l’ideologia teologica del periodo. A Firenze, a causa della peste, il Granduca parte per Bologna e chiede a Galileo di seguirlo, ma partono solo la figlia Virginia e Andrea, figlio della governante, che riuscirà a ritornare a Firenze scappando durante il viaggio; nemmeno la peste riesce a staccare Galileo dalle sue ricerche e la governante, la Signora Sarti, resta affianco al suo padrone. Nel 1611 il Collegio Romano, la più importante istituzione scientifica della Chiesa e supremo istituto pontificio di ricerche scientifiche, approva le scoperte di Galileo (la scoperta delle fasi di Venere e delle Luna e quella dei quattro satelliti di Giove). L’esame non fu richiesto dal Granduca Cosimo II, ma dal Cardinale Barberini, amico e sostenitore di Galileo, che diventerà presto Papa. Qualche anno più tardi, lo stesso collegio condanna sul Index Librorum Proibitorum le idee copernicane. Ancora più tardi il Cardinale Barberini condannerà Galileo portandolo davanti all’Inquisizione, a causa dell’opera Dialogo sopra i massimi sistemi; lo scienziato sarà costretto ad abiurare per salvarsi la vita, avendo avuto paura degli strumenti di tortura mostratigli, in quanto aveva terrore del dolore fisico. Ma non proibisce la sua rimanente vita alla scienza. Infatti otto anni dopo l’abiura, durante una visita di Andrea nella villa di Arretri dove era isolato, racconta all’ormai uomo il perché aveva abiurato e gli consegna i Discorsi intorno a due nuove scienze con la speranza che oltre il confine italiano le sue idee potessero “rinascere”, riprendere a essere divulgate.

Personaggi (principali) e i loro tratti psicologici caratteristici:
• Galileo Galilei: uomo pieno di vitalità, attaccato alle comodità della vita, che non rinuncia ai piaceri sensuali e alle passioni del buon vivere, tra cui anche la ricerca scientifica. Non è il solito scienziato che per orgoglio si chiude nel proprio mondo intellettuale. Galileo ha la passione di diffondere con piacere le nuove idee e la necessità per la loro divulgazione a tutte le classi sociali, infatti scrisse i suoi trattati in volgare, in modo tale che il pubblico nuovo e vasto, che non si concentrasse solo alle università: Galileo fu un grande scrittore, come dimostrano i suoi scritti scientifici. Si rifiuta di capire le preoccupazioni della Signora Sarti, cioè un possibile conflitto fra Galileo e la Chiesa, perché racchiuso nella sua sfera di scienziato, che non si mette problemi delle conseguenze sociali che possono causare le sue scoperte, se rese pubbliche. Lo scienziato, spirito non certo senza interessi, lotta per gli interessi della scienza e anche propri. Verso la fine del dramma Galileo diventerà codardo perché non ha fermato le sue ricerche la peste, ma per salvarsi la vita ha abiurato.
• Andrea: figlio della governante di Galileo, grazie agli insegnamenti dati da Galileo, scopre la sua passione per la scienza, diventando presto scienziato. Quando fa a botte con Cosimo De’ Medici, lo fa perché crede che anche il giovane sovrano come tanti altri ammirati visitatori non capisce niente di scienza e avesse voluto osservare il telescopio come se fosse semplicemente un pezzo raro da museo.
• Signora Sarti: governante di Galileo e madre di Andrea, simbolizza la saggezza popolare, cioè solo realtà e senso pratico; una donna preoccupata per il conflitto che può accadere tra Galileo (la scienza) e la Chiesa, anche se Galileo non vuole sentire questi avvertimenti.
• Virginia: figlia di Galileo. Anche se la sua semplicità, diversa da quella della Signora Sarti, si affianca a volte alla sua poca intelligenza, la fanciulla aiuterà con grande amore e sosterrà il padre nei momenti difficili.
• Cardinale Barberini: Maffeo Barberini, figlio di ricchi fiorentini, educato dai Gesuiti, divenne papa sotto il nome di Urbano VIII. Fu amico e moderato sostenitore di Galileo; uomo con molte conoscenze scientifiche, sosteneva che uno scienziato non doveva considerare che Dio avesse creato l’universo secondo come la pensava questo, ma secondo come la Chiesa aveva imposto il dogma secondo le supposizioni tolemaiche, perché, in ogni caso, lo scienziato non sarebbe mai stato capace a dimostrare come questo sia accaduto e nemmeno le supposizioni copernicane, anche se Galileo tenterà di raggiungere proprio questo obiettivo. Uomo molto ambizioso, che diventerà presto Papa con il grande progetto di restaurare la politica della Chiesa.

Dinamiche relazionali:
Galileo è il centro di tutti gli avvenimenti e i rapporti tra Scienza e Chiesa, vuole infatti diffondere le sue idee, per questo si batte per la loro divulgazione, senza rendersi conto delle gravi conseguenze a cui va incontro, e ha il grande desiderio di rendere partecipi ad ogni sua scoperta i suoi allievi ed ammiratori, come fa con Andrea: il ragazzo, anche se non appartiene a un’alta classe sociale, come invece sono i tanti allievi di Galileo, mostra così tanto interesse per la scienza che diventerà infatti uno scienziato. In Galileo, per la sua grande passione scientifica, cresce ogni giorno che passa il suo entusiasmo, ma tanto più aumentano le preoccupazioni di chi lo circonda, come l’amico tanto fidato Sagredo. Galileo chiede protezione al Granduca Cosimo II, lo fa perché sa che l’organizzazione economica e militare dello Stato moderno aveva bisogno di un appoggio da parte della tecnica scientifica, per questo motivo si rivolge a un Principe. Lo scienziato pone fiducia su chi gli volgerà le spalle, condannandolo davanti all’Inquisizione, e lo considerava amico: il Cardinale Barberini, e non fa tesoro dei consigli che gli danno le persone del popolo o i suoi veri amici, proprio questi anche se sembra abbiano un ruolo in secondo piano, per i loro suggerimenti e le loro esortazioni passano ad avere un ruolo a volte ben più importante di quello del protagonista stesso.

Considerazioni personali sulla lettura e sul libro:
Ritengo che questo bellissimo testo sia utile per capire a fondo quella che era la concezione predominante nel 1600. Questo periodo storico, infatti, era un'epoca caratterizzata da tante innovazione, da tanti cambiamento e si fondava interamente sui dogmi della Bibbia, imposti dalla Chiesa e sui principi di alcuni filosofi dell'antichità come Aristotele. L'idea che un ristretto gruppo di individui la pensasse diversamente, suscitava grande scalpore a tal punto che questi venivano condannati a morte o peggio ancora torturati dalla stessa aurità ecclesiale, l’Inquisizione, che in Italia aveva sede a Roma. La scienza non riusciva ad emergere, a trovare la sua strada poiché ostacolata da dottrine sacre ed inviolabili. Infatti, mi chiedo perché il povero Galileo, ora così importante poiché considerato padre della scienza moderna, sia vissuto in un periodo in cui la Chiesa fosse così chiusa e dritta verso un sola direzione che si basava solamente sulle dottrine tolemaiche, ma anche perché lo scienziato si sia così arreso davanti alle sue ricerche e alle sue scoperte con l’abiura e invece, quando si è presentata la peste, non si è fermato con i suoi studi. L’importante è che questo libro mi sia piaciuto, perché coinvolgente e affascinante.

Secondo te, come è visto Galileo Galilei dall’autore? Come martire o come eroe?
Secondo me, Galileo non è né un martire né un eroe: non è un martire perché abbandona la fede per dedicarsi alla scienza e non è nemmeno un eroe perché per salvarsi la vita abiura, abbandonando la scienza. Dunque Galileo non è un eroe e questo lo conferma lo stesso Brecht, che non pretende di rappresentarlo così. Infatti lo scienziato, per come si comporta quando decide di abiurare, non è sicuramente un eroe, perché decide di salvarsi la vita rinnegando tutte le sue ricerche e tutte le sue scoperte, per paura del dolore fisico che avrebbe dovuto provare con gli strumenti di tortura a lui mostrati, tuttavia aveva sfidato la peste senza lasciare i suoi studi. Brecht condanna Galileo per avere con la sua abiura allontanato la scienza dal popolo, averne fatto un semplice dibattito e non una rivoluzione, averla “esposta” allo sfruttamento incontrollato da parte del Potere, la Chiesa. Questa condanna fu fatta da Brecht dopo aver assistito all'orrore in cui ha vissuto durante la seconda guerra mondiale. Così si spiega perché Brecht non considera Galileo un eroe, ma diventa il popolo l’eroe del dramma, secondo Walter Benjamin.

Difficoltà trovate nella lettura di un testo teatrale. Che cosa è stato difficile nella lettura(considerazioni oggettive e soggettive).
Non è stato per niente difficile leggere un testo teatrale, al contrario mi ha creato molta difficoltà staccarmi ogni volta dalla lettura del testo per dover leggere le note, questo forse perché non ho mai capito quando è il momento giusto di leggerle in un qualunque testo. È così raro, anzi unico, che un testo teatrale mi sia sembrato così suggestivo e coinvolgente soltanto leggendolo. Con l’esperienza che ho fatto leggendo questo libro, credo che non è presente differenza di lettura fra un testo teatrale e un testo narrativo.

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