Una Questione Privata

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Testo

UNA QUESTIONE PRIVATA

INDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE

FENOGLIO, Beppe, Una questione privata, Torino, Einaudi, 1963 (20067)

LUOGHI

Svolgimento della vicenda: Langhe, in particolare Alba, Canelli, Treiso, Asti, Mango.
Luoghi aperti: i paesi, la campagna.
Luoghi chiusi: la mensa, il quartier generale di Leo, la casa di Fulvia, la base dei comunisti, alcune case dei contadini.
Analisi: i luoghi dello svolgimento della vicenda sono reali, con prevalenza di spazi aperti. Ci sono spesso
passaggi da luoghi aperti a quelli chiusi, quasi che il personaggio volesse trovare un riparo ai suoi problemi, come quando entra in una fattoria si ripara dalla pioggia e dal vento. Alcuni luoghi chiusi sono inventati, come ad esempio alcune case o fattorie in cui si ferma a riposare Milton; altri luoghi sono immaginati, o rievocati tramite ricordi. Sempre presente è la relazione che intercorre tra i luoghi e il personaggio, e soprattutto le condizioni atmosferiche riflettono il suo stato d’animo: la nebbia rappresenta l’incertezza, le raffiche di vento i tormenti del suo animo, il fango che lo rallenta le difficoltà nella ricerca della verità, le colline nere il suo stato d’animo cupo. La bruttezza dei luoghi e il decadimento dei rifugi dei partigiani, fatti soprattutto in legno, marcio per la continua pioggia, con i pochi muri scrostati e senza finestre indicano i disagi e le difficoltà della vita in guerra.

TEMPO

Epoca: Seconda Guerra Mondiale, nel periodo della resistenza partigiana.
Anno: 1944
Durata: 4 giorni circa; vengono descritti sia il giorno sia la notte.
Analisi: il tempo è suddiviso tra reale e immaginario, che si scambiano costantemente. Milton vive nel suo tempo mentale e rivive il passato tramite flashback: questo tempo è “indeterminato”, senza indicazioni precise; la sua durata è praticamente illimitata, grazie al continuo avvicendarsi dei ricordi nella sua mente. Il tempo reale è ben diverso, caratterizzato dalla frenesia e dalla corsa contro il tempo nella costante ricerca della verità.

PERSONAGGI

Principali: Milton, Giorgio e Fulvia.
Secondari: Gli altri partigiani, sia i Badogliani, sia quelli della Stella Rossa: Leo, Némega, Paco, Ivan, Pascal, Fabio, Matè, Pablo, Gilera, la custode dela casa di Fulvia, il sergente fascista.
Di sfondo: il resto dei partigiani, i soldati fascisti, i contadini, la vecchia che ospita e nutre i partigiani in casa propria.
Analisi: Milton, un ventiduenne appena laureato che vive in un paese vicino ad Alba, chiamato Canelli; è un partigiano della compagnia Badogliani, gli “azzurri”. Milton è un ragazzo brutto: alto, scarno, con la pelle spessa e bianchissima; è curvo di spalle, tratto che indica il carattere solitario e chiuso in se stesso. Le gambe lunghe e cavalline, capaci di lunghi passi, rappresentano frenesia e velocità, ma anche determinazione, tanto il suo passo è costante. Ha due forti pieghe ai lati della bocca nonostante la sua giovane età e la fronte profondamente incisa a causa della sua abitudine di stare aggrottato; i capelli un tempo castani, sono ora biondi e molto sciupati dalla pioggia continua e dalla polvere. Tuttavia ha dei begli occhi tristi e ironici, duri e ansiosi. Considerato un “dio” dell’inglese e dal temperamento taciturno, Milton ha un carattere molto sensibile e timido: è riservato e schivo ma è anche coraggioso e determinato e molto testardo, dato che non si rassegna alla dura verità; ed è questo suo lato del carattere che lo porta alla disfatta. Vive continuamente nella tristezza dei ricordi e vede nell’inglese una certa forma di sicurezza, uno sfogo per la sua inquitudine e i suoi dubbi, il rifugio in cui e più propriamente se stesso.
Giorgio, biondo di bell’aspetto ed una condizione alto-borghese, amico d’infanzia e rivale in amore di Milton, il solo con il quale riesca a rapportarsi; viziato e solitario disprezza ed è disprezzato dai compagni partigiani. Viene catturato a causa del suo carattere solitario, che lo induce a staccarsi dal gruppo nella folta nebbia. Non è presente nel racconto, ma è solo rievocato tramite ricordi.
Fulvia, sedicenne amata da Milton, ricca e bella, con i capelli lunghi raccolti in trecce e occhi castani pagliettati d’oro; ama ballare, giocare a tennis e leggere le lettere di Milton, le poesie e le canzoni tradotte da lui. Anch’essa come Giorgio non compare nella storia, ma è rievocata tramite i ricordi del protagonista.
La governante della casa di Fulvia è una donna che stima molto Milton ed è protettiva nei confronti di Fulvia; anche se è solo una comparsa è un personaggio molto importante perché suscita in Milton il desiderio di ricerca della verità da cui deriva tutta la vicenda.
I partigiani sono coraggiosi guerriglieri che si battono seguendo la speranza della pace e della liberazione della loro terra; il principale sentimento che si ricava dal loro carattere è certamente il cameratismo.

LINGUAGGIO

In questa storia possiamo capire che il narratore è esterno con una focalizzazione interna: ci sono molte scene dialogiche e sommari caratterizzati da alcuni flash back, le tecniche utilizzate per riportare parole e pensieri dei personaggi sono principalmente i dialoghi; sono presenti alcuni soliloqui e un paio di brevissimi monologhi di Milton. Il narratore prende spesso il punto di vista dei personaggi che descrive ed in particolare quello di Milton, ma la sua caratteristica principale, è la trattazione degli eventi bellici italiani in maniera parallela alle vicende narrate. Il discorso non è particolarmente complesso, ma presenta numerose forme dialettali e termini specialistici della guerra e delle armi. Fabula ed intreccio non coincidono: l’autore, infatti, per raccontare la vita dei personaggi o far capire meglio la vicenda, utilizza moltissimo l’analessi, sia nei dialoghi sia nei racconti. Il rapporto tra Milton e l’inglese è considerato il modo di Fenoglio, che si immedesima nel protagonista, di vivere la lingua; l’italiano insegnato a scuola era carente ed era la lingua parlata dai fascisti, i dialetti erano troppo popolari: l’unica scelta era una lingua straniera, che esprimesse le parole meglio di come possano essere espresse nella lingua madre dello scrittore. Il finale è aperto, come a rappresentare l’inspiegabilità della vita, senza alcuna rasserenante situazione di conforto, quasi ad indicare l’incertezza e lo sconforto come metafore della guerra.

MOTIVI E TEMI

Le tematiche sono divise in due gruppi principali: la guerra e il privato. I temi ricorrenti della guerra sono la lotta partigiana, il disagio, l’aspirazione alla pace e il rimpianto dei tempi passati. L’autore vede la guerra come un’esperienza violenta che provoca dolore e sofferenza, che incute nelle persone il timore di non risvegliarsi dal sonno e li spinge ad azioni irrazionali. Quelli del privato sono l’amore e l’ossessione, che spingono Milton a ricercare la verità e le risposte alle sue domande. Tema sempre presente e importantissimo è la ricerca del senso della vita.

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