Simbolismo

Materie:Riassunto
Categoria:Italiano
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Testo

SIMBOLISMO FRANCESE
Per questi poeti la verità non è quella che appare, ma va ricercata al di là dell’aspetto realistico delle cose: tutto ciò che ti circonda è simbolo e ha, in quanto tale, un significato nascosto.
Il poeta è colui che coglie questi significati irrazionalmente, attraverso l’intuito, e rivela il mistero che circonda la realtà con una parola che è l’insieme poetica, musicale, plurivalente e allusiva, per l’infinita ricchezza di significati che contiene.
IL SIMBOLISMO EUROPEO
Fu un fenomeno che, oltre in Italia (con Pascoli e D’annunzio) si diffuse in Spagna, in Germania e Austria e in Gran Bretagna.
STéPHANE MALLARMé (1842-1898)
Dà una formulazione della poetica simbolista nell’opera “Divagazioni”: la poesia è espressione del mondo interiore e usa immagini e oggetti, che accostano realtà differenti attraverso l’analogia e i sensi. Rompe con la sintassi e con l’ordine grafico tradizionale dei versi. La poesia sviluppa simboli e metafore attraverso la disposizione del testo, i caratteri tipografici diversi per misura e collocamento, simbolo della discontinuità dell’esistenza.
Il presupposto per qualsiasi interpretazione sta nella mancanza di certezze esistenziali, perché le azioni dell’uomo sono in balia del caso di cui è simbolo.
ARTHUR RIMBAUD
Nasce a Charleville nel 1854, dimostra da giovanissimo un carattere turbolento, ostile verso l’ambiente familiare. Il suo comportamento sregolato da “poeta maledetto”, ingiurioso, trasandato, dedito a droga e alcool, aveva qualcosa di angelico per la sua giovane età e di diabolico per la sua sregolatezza.
Continuava la sua vita in un lungo vagabondare, tra malattie e risse. Il programma, di grande importanza per la poesia contemporanea, è indicato nella formula “lungo, immenso e ragionato regolamento di tutti i sensi” nel poeta che si fa “veggente”, ossia dotato della capacità di vedere oltre il sensibile.
La realtà della vita quotidiana non è altro che l’apparenza e il poeta deve porsi al di là di essa per andare alla riscoperta dell’anima profonda delle cose, cogliendone le segrete corrispondenze.
*Rimbaud è l’emblema del simbolismo, rappresenta il poeta e l’assoluta libertà della poesia. Il poeta rinuncia al ruolo di “vate” e diventa “veggente” cioè rivelatore dell’ignoto percepibile mediante le “illuminazioni” dell’inconscio. Muore nel 1891.
PAUL VERLAINE
Nasce a Metz nel 1844. Inizia gli studi di diritto ma li abbandona per dedicarsi alla poetica. Si manifesta nell’adolescenza la sua tendenza all’alcool e all’omosessualità. Assume atteggiamenti provocatori e frequenta circoli bohemiens, che costituiscono il suo solo rifugio al male di vivere.
Inizia un legame affettivo con il giovane Rimbaud fino alla drammatica fine della relazione quando ubriaco, durante una lite ferì l’amico con due colpi di pistola. Scontati due anni di carcere la sua vita continuò a trascinarsi sempre più squallidamente fino alla morte nel 1896.
La vita bohemien di questo poeta è particolarmente “maledetta”, perché il rapporto che egli instaurò con la società contemporanea fu i frutto di un continuo e frustrante senso di fallimento.
Anche la sua poesia ripropone il dualismo tra purezza spirituale e inquietudine dei sensi. Nelle sue liriche non c’è ribellione, né forza vitale, solo un monotono languore, unito a quella noia esistenziale, che nasce dall’animo umano senza una precisa ragione e che è simbolo della condizione precaria dell’uomo moderno e del suo destino.
*Grazie all’impiego di soluzioni metriche per accentuare l’effetto emotivo delle immagini, ma soprattutto per realizzare un linguaggio poetico il più possibile musicale, capace di produrre emozioni per il suo stesso suono, Verlaine è uno degli autori più espressivi.
CHARLES BAUDELAIRE
Nasce a Parigi nel 1821. Studia prima a Lione poi a Parigi in un collegio dove viene espulso. Maggiorenne, entra in possesso dell’eredità del padre, morto quando aveva 6 anni. Ostile verso qualsiasi conformismo borghese e attratto dall’attività artistica, si diede ad una vita da ricco dandy con compiaciuta raffinatezza, anticipando atteggiamenti tipici dell’estetismo.
Fondò un giornale sul quale scrisse articoli infuocati, ma il suo dandy aristocratico era troppo individualistico per potersi conciliare con la lotta politica organizzata; la spregiudicatezza e la sensualità della sua poesia suscitarono scandalo: condannato per immoralità, fu costretto a sopprimere sei poesie della raccolta “ I fiori del male”. Umiliato dalla condanna, indebolito nel fisico per l’abuso di oppio e hashih, dovette comunque lavorare febbrilmente per far fronte alla miseria e ai debiti. Morì in clinica nel 1867.
*La concezione della realtà in Baudelaire è più complessa di quella naturalistica: il mondo gli si rivela come una foresta di simboli e gli strumenti per conoscerlo non sono più la ragione e la scienza, ma l’intuizione e l’arte, le sole che possano raggiungere la vera essenza della realtà. La poesia diventa l’unica forma di conoscenza irrazionale, che consente al poeta di intuire una realtà ignota e misteriosa, nascosta dietro l’apparenza delle cose. Questa rivoluzione si avvale, nel linguaggio poetico, di analogie (associazioni di affinità che si stabiliscono tra immagini, apparentemente senza legame logico tra loro) e sinestesie (associazioni di parole appartenenti a sfere sensoriali diverse) che fanno di lui l’iniziatore della poesia moderna.

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